sabato 7 maggio 2011

I REFERENDUM DI GIUGNO IL PASSAPAROLA E LA DEMOCRAZIA IN ITALIA


Ho ricevuto questa mail e sebbene me ne sia accorta SOLO OGGI la giro sul blog per OPPORTUNA CONOSCENZA.

Mariachiara Alberton è giurista ed esperta di diritto ambientale.

Ciao a tutti, confermo la necessità di questo passaparola, aggiungendo che si tratta di informazione per ri-affermare i diritti costituzionalmente garantiti. Il dramma è che sembra che la maggior parte della popolazione non sia consapevole di quanto sta avvenendo.

Quello che Vi porto è solo un piccolo esempio. Sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche.

Ieri mattina (ovvero in data 19 aprile 2011) dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell'acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche. È arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l'argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure.

Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui "il servizio pubblico" viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica.

Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente.

Il referendum è evidentemente anche questo!

Mariachiara Alberton

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ALTRE INFO SU www.sireferendum2011.it

10 commenti:

  1. Anche i partecipanti al concerto del 1° maggio hanno dovuto firmare una dichiarazione in cui si impegnavano a NON parlare del referendum.
    Hanno paura!
    C'è almeno questa considerazione positiva da fare, temono il risultato, evidentemente i sondaggi dicono che il quorum ci sarebbe o è vicino. Dunque bisogna assolutamente rimediare alla mancanza di informazione che cercano di imporre con il passaparola, tramite eMail, ma anche e soprattutto parlandone di persona.
    Comunque è veramente scandaloso come la volontà popolare è calpestata. Si riempiono continuamente la bocca della parola popolo, affermano di rappresentare il popolo, di essere legittimati dal popolo, di essere intoccabili, ingiudicabili, al di sopra di tutto perché legittimati dal popolo e poi eccoli qua i populisti alla prova dei fatti: quando si tratta di sentire cosa vuole davvero il popolo fanno di tutto per impedirgli di pronunciarsi.
    Dobbiamo trasformare questo referendum in un boomerang nei loro confronti, tutte queste manovre gli si devono ritorcere contro: la legge sul nucleare parcheggiata per due anni solo per evitare il referendum, lasciar calmare le acque ed avere il tempo di rimodellare le teste con una campagna mediatica a tappeto, possibile operazioni simile per l'acqua ed adesso il divieto di parlarne per evitare che si raggiunga il quorum.

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  2. Mi pare di aver letto che il 'nucleare' è appeso al filo del vaglio della Procura Generale della Cassazione, che quello, anzi quelli sull'acqua sono stati disinnescati da una apposita Authority, resta il quesito referendario sul legittimo impedimento, peraltro già fortemente ridimensionato dalla Corte Costituzionale.
    Io a votare ci andrò e tanto mi basta. Ma le vedo nera, molto nera.
    Inoltre, da sempre i governi di ogni coloro politico tentano di boicottare l'istituzione referendaria, prevista dalla Costituzione e disciplinata con legge 24 anni dopo.
    Qualcuno ha proposto ciò che talvolta ho pensato: ma questo quorum a che serve?
    In Svizzera per il referendum facoltativo basta la maggioranza dei votanti e una doppia maggioranza per il referendum obbligatorio relativo sa modifiche costituzionali: dei votanti e dei cantoni, quindi una doppia maggioranza.
    Perché non viene rimosso il quorum, liberando così da impacci l'unico istituto giuridico di democrazia diretta? La domanda è retorica.
    Eppure, sarebbe il toccasana, l'assenza del quorum obbligherebbe le forze in campo a darsi battaglia per l'approvazione o meno dei quesiti referendari. La Costituzione italiana prevede il referendum abrogativo di leggi e atti aventi forza di legge nell'art. 5: " [I] È indetto referendum popolare per deliberare la abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.
    [II] Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.
    [III] Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
    [IV] La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
    [V] La legge determina le modalità di attuazione del referendum."
    Grosso errore dei Padri Costituenti, hanno lasciato mano libera al legislatore ordinario, che introdotto il meccanismo del quorum. Amen.

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  3. È la cosa che sempre mi sono chiesto anche io, quello del quorum. Già il fatto che nessuno si sia mai preso la briga di togliere quest'assurda regola, la dice lunga sui nostri governanti.
    Bah!
    Andiamo a votare, cercando di coinvolgere quanta più gente possibile. Almeno saremo apposto con la nostra coscienza.

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  4. Il quorum viene solitamente previsto nei casi in cui si voglia evitare che un'esigua minoranza di elettori possa prendere decisioni riguardanti l'intera collettività.
    Quando il quorum non viene raggiunto, la votazione non può avere effetto sulla legislazione, o nessuno viene eletto, e non può perciò cambiare lo status quo. Quindi coloro che sono a favore del mantenimento dello status quo hanno la possibilità di attuare una strategia ostruzionistica, detta anche sabotaggio del quorum, consistente nel non partecipare, e nell'invitare altri a non prendere parte alla votazione.
    Nell'ordinamento italiano non è necessario il quorum per le elezioni politiche e per un referendum costituzionale, mentre è previsto per il referendum abrogativo di una legge ordinaria.
    Il quorum indica il numero minimo di elettori che devono prendere parte alla tornata elettorale perché il referendum sia valido e perciò idoneo ad abrogare la disposizione oggetto del quesito: esso è fissato nel 50% più uno degli aventi diritto al voto.

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  5. Ci sono di certo validi argomenti giuridici a favore del quorum, ma considerato l'uso che ne è stato fatto andrebbe rivisto. Considerando pro e contro direi che sarebbe meglio eliminarlo, il rischio che Luigi evidenzia e cioè che pochi possano decidere per tutti è ancora maggiore nella situazione attuale, dove pochi, ostacolando in ogni modo il raggiungimento del quorum, riescono a boicottare il referendum e dunque a non rispettare la volontà della maggioranza. Grazie al quorum chi vuole mantenere le cose come stanno è favorito rispetto a chi vuole cambiarle, considerando lo sforzo necessario per arrivare ad un referendum (il notevole numero di firme da racogliere, i tempi, i controlli di legittimità, i periodi in cui non si possono fare), lo sforzo invece di chi si oppone alla richiesta del referendum è minimo e facilmente vincente, basta esortare a non andare a votare, ma soprattuto dare poco rilievo, evitare che se ne parli e facilmente vince grazie al mancato raggiungimenteo del quorum. Si tratta proprio di una grande prevaricazione rispetto alla volontà popolare.
    Allora andrebbe messo il quoruma anche alle politiche, se non si raggiunge il quorum si estrae a sorte tra tutti i cittadini con diritto di voto!
    Vorrei vedere se anche questo quorum sarebbe apprezzato dai nostri politici!

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  6. Obbie, io ho già scritto che i Padri costituenti commisero un errore, a mio avviso grossolano nel non disciplinare in Costituzione le modalità di attuazione del referendum, lasciando al legislatore ordinario il compito, ma anche esercizio di arbitrio, nel farlo, com’è accaduto.
    Se consideri che la legge è n.352 del 1970, bene 32 anni dopo, e il mutato scenario politico dell’inizio degli anni ’70, non poteva che andare com’è andato, e cioè l’introduzione del quorum per il referendum abrogativo di leggi ordinarie o aventi forza di legge.
    Il legislatore già allora mal sopportava che il popolo esercitasse una forma di democrazia diretta contro i provvedimenti normativi che non gradiva, per qualsivoglia ragione. La conseguenza è stata ed è che mediante la sistematica opera di boicottaggio del referendum, lo stesso raramente ha raggiunto il quorum, con l’effetto di abrogare la norma non gradita.
    Il legislatore ordinario, il parlamento, è andato subito oltre,azzerando talvolta gli effetti del referendum abrogativo, come con il finanziamento ai partiti, cancellato per referendum e reintrodotto con una legge di introduzione del rimborso elettorale (il finanziamento di cui sopra, cancellato per referendum), prendendosi gioco della volontà popolare, di quel popolo sovrano che tutto inghiotte senza batter ciglio.
    Non parliamo di legge elettorale, un discorso molto complesso, gestita dalle forze politiche di maggioranza a proprio piacimento, fino all’attuale ‘porcellum’, passando per il ‘mattarellum’.
    Questa volta i referendum proposti dell’Italia dei Valori rischiavano di superare lo scoglio del quorum, per l’effetto trascinando del disastro nucleare in Giappone, del quale non glene fregava nulla a Berlusconi, come i due referendum sulla gestione dell’acqua postabile, il quale temeva invece per quello relativo al c.d. “legittimo impedimento”, che se avesse superato il quorum si sarebbe tradotto in un referendum pro o contro Berlusconi, rischio mortale che il Nostro, consapevole di essere in bassa fortuna, non ha voluto correre. Fino al punto di non accorpare i referendum con le elezioni amministrative, rifiuto che costerà alle casse dell’Erario, cioè a noi cittadini, compresi i molti fessi che lo votano, la bella somma 300 milioni di euro, in lire 60 miliardi tondi.

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  7. Luigi, grazie per queste rigorose, puntuali, ed acute precisazioni!
    Un condensato, completo e critico sulla situazione referendaria.
    Mi permetto di correggere l'unica imprecisione e cioè il fatto che 300 milioni di € in lirette sono ben 580 miliardi e rotti!

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  8. Ho scoperto che la mail inviata anche a me(!) avrebbe dovuto essere di natura privata.

    Mi spiace allora di averla citata, ma non avendo alcuna conoscenza in comune con la dottoressa Alberton, di cui continuo ad ammirare l'ottima professionalità, pensavo a un invio generico, una specie di passa parola.

    TUTTAVIA RIMANGONO LE SUE ECCELLENTI SPIEGAZIONI SUI TEMI REFERENDARI, CHE RIBADISCO DI ANDARE A LEGGERE CON ATTENZIONE CLICCANDO SUL TITOLO DI QUESTO POST.

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  9. Daniela, se io voglio che un mio messaggio resti privato lo dico chiaramente. Così non è stato e tu non ha nulla di che rimproverarti. Anzi. La dr.ssa Alberton avrebbe potuto (e potrebbe ancora) intervenire su questo blog per contestare, chiarire o convenire ciò che desidera. Lo faccia!

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Sono graditi i commenti educati, anche ironici e che aggiungono informazioni.