martedì 30 agosto 2011

BERLINGUER E IL NEOLIBERISMO




Ogni tanto mi domando se la fine del comunismo e della socialdemocrazia, ed ora anche della democrazia sia stata programmata a tavolino. Se si guarda all'Obiettivo posto dalla Trilaterale nel 1975 direi di si; loro parlavano di eliminare un ostacolo alla economia e questo ostacolo era la Democrazia.
E con la sparizione dell’URSS la cosa è andata ancora meglio per loro.
I popoli delle cosiddette aree democratiche si sono visti togliere piano piano e subdolamente i diritti alla base della Democrazia: come avere una corretta istruzione, avere una corretta salute e avere un lavoro senza divenire schiavi. In Italia non si votano più le persone ma i partiti e quindi è stato raggiunto un altro traguardo a quell'obiettivo.
Si aggiunga la manipolazione mediatica e del marketing sopra questa popolazione sempre più ignorante e impaurita e si arriva alla sfiducia nella politica al non credere di poter cambiare nulla.
Quante volte si sente “Tanto è sempre successo così?”
Eppure la storia dimostra che si può, i popoli possono, a condizione che tale fiducia ci sia, ma è difficile instillare tale convincimento se manca la Cultura.
Il periodo degli anni settanta fu un periodo animato da forti discussioni (anche tragiche come quella delle Brigate Rosse) ma di sostanziale partecipazione del Popolo allo Stato democratico. I referendum sul divorzio e sull'aborto videro un popolo italiano moderno e laico e nel 1984 (anche grazie all'onda emotiva della morte di Berlinguer stesso) si vide il PCI primo partito d'Italia.
Pasolini, ultimo grande intellettuale italiano, si accorse fin da allora della manipolazione mediatica e dell’abbassamento del livello culturale e lo disse così bene che probabilmente fu ucciso per quel motivo e non certo perché fosse gay.
A luglio molti hanno riportato l’intervista di Enrico Berlinguer a “La Repubblica” del 28 luglio 1981.
Non sono nostalgica né complottista, ma guardo la realtà come si presenta.
In Italia non c’è più un partito come era il vecchio PCI, un partito di massa autonomo, dai poteri forti, che difenda i deboli e che non si faccia fregare dall'avvento dell’Europeismo sfrenato. Oggi la sinistra, l'opposizione non ha più quei valori e nemmeno una identità ben precisa. Gli ideali come valori comuni quali la passione verso la giustizia e l'uguaglianza sono svaniti, e proprio in un momento in cui i popoli, martoriati e ignoranti come non mai sono ancora più inconsapevoli della loro schiavitù, soprattutto schiavi di idoli futili come le nuove tecnologie che ci fanno solo credere di essere liberi.
In quella intervista Berlinguer parlava di DEBITO PUBBLICO e di INFLAZIONE, concetti distillati dai principi neoliberisti e atti a far crollare l'idea di Stato.
Anche Berlinguer aveva dei difetti, ma se fosse vissuto avrebbe sicuramente contrastato il neoliberismo. Probabilmente parlava di debito pubblico e di inflazione per questioni di realismo politico, che però lui sapeva coniugare con la difesa dei ceti popolari.
Nel 1979 il PCI votò contro il Sistema Monetario Europeo, embrione del futuro Euro.
E Berlinguer morì mentre stava lottando con tutte le sue forze contro il decreto del governo Craxi che tagliava la scala mobile.
I suoi successori non seppero proseguire quella lotta.
Non a caso è grazie agli pseudieredi di Berlinguer (Prodi?) che siamo arrivati alla nefasta moneta unica, eliminando dallo Stato la sovranità monetaria.
I dirigenti del PCI e della CGIL affrontarono divisi il referendum sulla scala mobile del 1985. Per questa ragione, oltre al fatto che i lavoratori autonomi erano stati messi contro quelli dipendenti tramite la manovra Visentini dell' Autunno 1984 (che forse Berlinguer avrebbe saputo affrontare in modo diverso) quel referendum fu perso di misura. Quel 1984 fu davvero cruciale, perché subito dopo la morte di Berlinguer il governo Craxi diede le concessioni televisive a Berlusconi.
Poi il PCI fece la fine che fece.
Il problema è che già nel 1984 tutto dipendeva troppo da una singola persona, e quando ci si riduce così è facile per il potere prevalere. E quella persona morì.
Da quasi trentanni si sente solo avversione ai partiti, ma si dovrebbe avversi alle degenerazioni dei partiti, perché i partiti erano stati concepiti come organizzazioni che i popoli in democrazia usavano per migliorare le condizioni dello Stato.
Con quella avversione creata ad arte, e con la noncuranza di chi in quei partiti militava, ecco che siamo arrivati al capolinea, all'avversione cieca alla non comprensione della importanza di avere organizzazioni di cittadini.
La democrazia non può esistere senza regole e senza organismi. Altrimenti c'è solo l' arbitrio del più potente. In Islanda possono fare quello che fanno perché sono soltanto 320000 abitanti concentrati in tre piccole città.
Ma qui in Italia, con quasi sessanta milioni di abitanti non è possibile fare la rivoluzione senza partiti. E si deve cominciare a pensare di farla, anche partendo da ognuno di noi, partendo dal non avere più paura, dall'uscire di casa e frequentare e cominciare a parlare tra cittadini.

sabato 27 agosto 2011

l'estate sta finendo


Dopo un ingiustificato periodo di assenza, o latitanza, mi ripresento ai tre o quattro gentili d’animo che hanno la pazienza e costanza di seguir le mie avventure in codesto mondo in via di autodistruzione.

L’estate volge al termine, ed insieme al caldo si porta via i turisti, sempre meno, e le rogne, sempre di più.

Inutile insistere sul fatto che siccome abbiamo un governo che ci ha salvato dal crollo delle borse e dalla crisi mondiale, per qualcuno solo psicologica, soldi non se ne sono, almeno tra il ceto medio tendente al basso.

Io che c’era la crisi mica dovevo scoprirlo dai TG, anche perché non ne hanno parlato, e neppure dai giornali, anche perché non ne hanno scritto.
Me ne sono accorto dai parcheggi.

Quando da fine giugno a fine agosto non trovi parcheggio solo dal venerdì al lunedì mattina, ciò vuol semplicemente dire che il turismo è quello “toccata e fuga”!

Toccata e fuga giustificata dal fatto che le famiglie che anche solo qualche lustro fa venivano per quindici giorni di fila, ora hanno i soldi solo per una veloce puntatina in quel del mare, e niente più.

Che non è che poi risparmino più di tanto, tra andata e ritorno, carburante, autostrada, caldo in colonna al casello, multa per parcheggio in divieto di sosta, pizza in tre e gelato in quattro, salasso per ombrellone e sdraio, panino veloce con prosciutto cotto dal sole e coca cola sgasata dal sale, se invece che venire otto volte in due mesi stessero una settimana filata più o meno siamo lì!
Ma li capisco, codesti pendolari del mare.

Stare tutto l’anno in fabbrica od in ufficio in città, entrando al lavoro col buio ed uscendo che il buio è già tornato, giustifica le sfacchinate settimanali per un veloce bagno ristoratore nel mar ligure.

Però potrebbero lasciare a casa, oltre che il lavoro, anche la frustrazione che questo comporta.

Invece se la portano dietro, e la riversano con cattiveria contro coloro che li ospitano per queste scappatelle.

Qualche innocente esempio:

mi continuano a parcheggiare davanti al cancello di casa, praticamente sequestrandomi, perché se dovessi uscire con l’auto, o chiamo il carro attrezzi, oppure uso un poco di C4 e gli faccio saltare l’auto,

ti chiedono spaesati “scusi dov’è il mare”, tu glielo indichi, e loro di rimando “ma ne è sicuro?”, al che se li mandi verso la collina sei giustificato,

ti chiedono dov’è la fermata del pullman, a che ora passa, quanto costa il biglietto, se i bimbi sotto il metro pagano, se quelli dai dodici anni in giù sono gratis, come se tu che vivi in questa cittadina prendessi il pullman dalla mattina alla sera con bimbetto al traino per andare a fare a spesa o comperare le sigarette, e si irritano quando non sai se il pargoletto paga o no, ed allora ti viene voglia di rubare uno schiaccia sassi e stirarli per bene,

ti chiedono se c’è qualche sagra di paese nelle vicinanze, tu glielo dici, e poi cominciano a lamentarsi che se spostano l’auto non ritrovano il parcheggio, che se vanno col pullman poi al ritorno non ce ne sono perche da mezzanotte non ne girano più, e che poi tra code alla cassa, ricerca del posto a sedere, tavoli sporchi e gente sudata è meglio se vanno in pizzeria, ed allora cosa mi trifoli i coglioni per mezz’ora se tanto poi non ci vai?

quelli che scendono dal treno con trolley e zaini, vanno dal taxista, gli chiedono il costo della corsa, cominciano a fare i calcoli di quanto spendono se dividono in sei o sette, poi si rendono conto che i taxista ha un’auto e non un pulmino, allora fanno finta di niente e spariscono come i soldi delle tasse,

altri che “e siccome che io sono ganzo” pensano che al semaforo la doppia fila non sia per svoltare a sinistra ma per sorpassare la panda con la cayenne, e poi piangono come vitelli quando il vigile gli presenta un conto da far cadere le palle a rocco Siffredi, piagnucolando “ma noi a Milano facciamo sempre così”, ed il vigile gli fa presente che Milano è in un’altra regione, ed a lui tra l’altro le cayenne gli stanno sulle palle,

per finire con le coppie false vip.

Sono le mie preferite……

Son quelle che arrivano con il macchinone, parcheggiano dove gli capita, incuranti ed indifferenti del disagio o pericolo che il loro parcheggio può causare, il “maschio” scende dal macchinone da una parte, la “femmina” scende dall’altra, sculettando come se il sedere fosse vero e non rifatto, lui si gira dopo qualche metro e con fare da macho preme il pulsante del telecomando per sentire il “bip” del macchinone che chiude le portiere,

poi mano nella mano con un sorriso a 132 denti ed occhiali scuri anche se sono le 11 di sera, vanno verso il centro, ogni tanto sbattendo contro qualche albero che ovviamente non vedono.

Che bella coppia……

Ancor più bella quando alle 2 di mattina tornano, ed il sorriso a 132 si spegne, gli occhiali mestamente scivolano in una tasca, perche la macchinona è sparita.
Lo sanno già, i due pirla, che non è un furto.

Semplicemente l’hanno levata da rompere i coglioni alla circolazione, e dovranno aspettare domattina che aprano gli uffici dei vigili, per andar a pagar la multa, per poi andar a recuperarla in altra zona dov’è stata “parcheggiata”, e lì pagare pure il parcheggio.

L’estate volge al termine.

Ora aspetto le feste di Natale, per riveder gli stessi personaggi, però stavolta solo più vestiti, vista la stagione

ps: Daniela, mia principessa, chiedo scusa per aver "eliminato" il tuo post sicuramente più interessante, ma non ho resistito.....

venerdì 26 agosto 2011

EGOISMO VS EMPATIA


Noi che stiamo qui, in rete, a chiacchierare amabilmente di cambiamenti climatici, di neoliberismo, di politica e di società siamo una fottuta minoranza.

Sui quasi 7 miliardi di persone (PERSONE) che vivono su questo bellissimo Pianeta bluverde, una sparuta minoranza è on line, gli altri non hanno tempo, non hanno soldi, non sanno nemmeno che esiste questa possibilità.

Hanno VERI problemi da affrontare, FAME, SETE, GUERRA, INQUINAMENTO.

Io sto qui a battere sulla tastiera pensieri anche profondi ma non ho QUEI PROBLEMI.

Certo che, per dirla alla Epicuro, se non sono soddisfatti i bisogni naturali e necessari (acqua per dissetarsi) non si può pensare né ai bisogni naturali non necessari (una bella fetta di torta Sacher) e tantomeno ai bisogni né naturali né necessari come il desiderio di apprendimento oppure i meno apprezzabili come la gloria o la ricchezza che oltretutto non potranno ami del tutto essere soddisfatti.

Epicuro riteneva importante l'amicizia tra esseri umani poiché la intendeva come solidarietà tra chi cerca la serenità e riteneva sostanziale per la serenità stessa l'esistenza di Leggi da rispettare (il timore di un giusto castigo turba la serenità). Per avere amicizia occorre comunicare e occorre farlo con empatia.

Forse la società che ipotizzava Epicuro era semplice ma in quasi 200.000 anni l'homo sapiens ha articolato civiltà sempre più complesse che hanno portato a una migliore e veloce comunicazione (il motore a scoppio e internet per esempio, ma anche la lavatrice che ha ridotto i tempi casalinghi del genere femminile a cui maldestramente le società occidentali l'avevano relegata). Società complesse e fragile come ho già spiegato in un precedente post.

Insomma si cerca di ottenere comunicazione ed empatia e infine si ottiene complessità ed egoismo. Che vanno di pari passo.

Perché egoismo? Per paura di perdere, come si sente dire al telefono, la "priorità assicurata".

La diciassettesima sessione della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici COP 17 UNFCCC che si terrà nella città soleggiata di Durban, in Sud Africa dal 28 novembre - 9 dicembre 2011 parte con un grave dubbio che circola già da tempo: i Paesi ricchi rinunceranno a stanziare i 100 miliardi di dollari all'anno in aiuti clima che hanno promesso ai Paesi in via di sviluppo entro il 2020?

Ricchi, ricchissimi ed egoisti, mentre i paesi poveri (impoveriti dai ricchi sarebbe meglio dire) ma si stanno "impoverendo" a causa della speculazione finanziaria e dei limiti del modello di consumo occidentale, e difficilmente saranno disposti a mettersi davvero le mani in tasca per aiutarli a combattere siccità, inondazioni, fame che sono il frutto avvelenato dei cambiamenti ambientali e climatici innescati da quello stesso modello di sviluppo.

Rispetto a Copenhagen 2009 le promesse non sono state mantenute a cominciare dagli Usa che devono ancora dire quanto intendono stanziare per il 2011 e il 2012, mentre altri Paesi industrializzati stanno letteralmente facendo finta di nulla e non rispettano le promesse fatte.

L'Ue ed i suoi stati membri hanno stanziato 2,34 miliardi di dollari, meno di un terzo dei 7,2 miliardi promessi.

Il Giappone, piegato dal terremoto/tsunami e dalla tragedia nucleare di Fukushima Daiichi e nel bel mezzo di una crisi politico-economica vuole onorare i suoi impegni finanziari, ma che prima dovrà fare i conti con i danni e i risarcimenti per il terremoto/tsunami e la crisi nucleare ancora in corso.

I grandi Paesi emergenti come Cina, India e Sudafrica dovrebbero avviare azioni di mitigazione per le loro emissioni ma se i finanziamenti promessi non arrivano questi potrebbero alzare la posta in gioco alle prossime trattative sul clima delle Nazioni Unite a Durban.

Tutto torna e tutto parte dall'AMBIENTE.

L'ambiente è il teatro di interazione tra componenti naturali ed antropiche: in ogni territorio si sovrappongono visibilmente le trasformazioni determinatesi nei "tempi brevi" della storia e le modificazioni verificatesi nei "tempi lunghi" della natura fino a formare un "unicum" organico ed inscindibile. Attualmente è impossibile e per giunta anacronistico parlare di "ambiente" senza considerare la presenza umana in quanto ogni area del pianeta ne risente direttamente o indirettamente.

Nell’Ambiente del Pianeta bluverde ci siamo noi, che saremmo una unica specie diversamente colorata (come i gatti, loro sono solo gatti, non rossi neri bianchi grossi piccoli ecc.) la quale segue tutta quell’ordine di bisogni decriptato da Epicuro.

Il modello di interpretazione della realtà di noi ricchi occidentali ci porta a una visione della natura umana resa intrinsecamente utilitarista ed egoista, votata solo al perseguimento dell'interesse personale.

Ma non è così, la nostra vera natura “epicurea” e dimostrata da scoperte scientifiche in campo neurobiologico più o meno recenti, la natura umana sarebbe essenzialmente empatica (intendendo con "empatia" la «disponibilità da parte dell'osservatore a diventare parte dell'esperienza dell'altro ed a condividere le emozioni da essa scatenate»), tanto da far meritare all'uomo l'appellativo di animale sociale per eccellenza.

Una coscienza biosferica, collettiva l’unica che ci porterà alla sopravvivenza (pensatori come Hawken ma anche Rifkin ne parlano) sempre che lo si comprenda in tempo.

Anche la rete è un pezzo di questo percorso e potrebbe portare ad un livello di empatia globale straordinario, una connessione di uomini mai vista prima e una velocità incredibile.

Ma occorre fuggire anche in rete dal desiderio non naturale di gloria e ricchezza,perché anche la rete si sta trasformando in un luogo di battaglia alla Hobbes (homo homini lupus” per niente favorevole a una prospettiva collettiva.

In rete si sta assistendo ad un esponenziale aumento del desiderio di fama, una vera e propria ossessione. Usare internet per richiamare l'attenzione su di sé è un buon motivo per farlo, ma non l’unico.

La rete rimane un mezzo e dovrebbe rimanere libero e di libero e facile ed economico accesso.

Sennò è tutta fuffa, tutto falso, tutto inutile.

Con la rete si potrà seguire Durban COP 17 UNFCCC e scoprire come la tendenza all’empatia stia proseguendo il giusto cammino oppure la tendenza autodistruttiva dei potenti la stia ancora una volta bloccando.

martedì 23 agosto 2011

COSCIENZA COLLETTIVA



Tra i molti libri che voglio finire di leggere (ne leggo sempre 3 o 4 alla volta) c'è "Moltitudine Inarrestabile" di Paul Hawken.

Quel libro, nonostante la diffidenza dell'autore, uno scienziato e imprenditore, è una speranza di coscienza collettiva, ancora non compresa.

James Ephraim Lovelock è uno scienziato inglese che nel 1979 scrisse un libro "Gaia. A New Look at Life on Earth" dove considerava la Terra come un essere vivente. Un libro eccessivamente positivo perché ipotizzava una autoregolamentazione delle temperature del Pianeta.

Che non sta accadendo, anzi.

In questi giorni le ondate di caldo così durevoli nel tempo e nello spazio ricordano a qualcuno che esiste un problema di cambiamento climatico ed esiste IL PROBLEMA del riscaldamento Globale?

E ci va anche bene che queste ondate siano accadute alla fine di agosto, se eravamo a metà giugno o luglio era peggio. Molto peggio.

A qualcuno si, ma non a tutti. C'è che si nasconde e preferisce non vedere.

Chi parla a proposito è smentito a sproposito; pensate che ci sono persone che credono che stiamo andando verso una Glaciazione.

E quelli, i buffoni di corte dei neoliberisti che non intendono mollare nulla di questo Pianeta fino alla sua distruzione totale, chiacchierano della prossima Glaciazione sui media, gli stessi media, come scrissi tempo fa che hanno la bieca banalizzazione come metodo divulgativo anche di dati scientifici quali i dati meteo. Si, abbiamo 10° di temperatura di media in più, ma trattasi di BEL TEMPO.

Il TEMPO UMANO come ben chiarisce il video sopra, è quello dell'HIC ET NUNC, qui e ora.

Quindi non comprendiamo la prima legge della Termodinamica che governa il Mondo e che dice "nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma" che però ha tempi "planetari" e ignoriamo bellamente anche la seconda legge che parla DI LIMITI alla possibilità di scambi tra materia ed energia ovvero che le condizioni naturali conducono sempre al disordine e alla perdita di informazione. Noi siamo parte di questa legge e lo ripeto perché trovo queste informazioni necessarie.

E' palese il riscaldamento globale perché nel clima temperato italiano si stanno avvertendo sempre maggio "casi" di tropicalizzazione, di "salinizzazione dello coste", di "desertificazione".

Jerome Bruner è un professore alla New York University School of Law ed è uno psicologo esperto di psicologia cognitiva ed forme narrative che sono il modo attraverso il quale gli esseri umani costruiscono ed interpretano la realtà che li circonda.

Greenreport.it l'ha intervistato qui.

In sintesi pare che i giri di giostra di Bill Hicks, la coscienza di stare in questo Mondo e l'ascolto di quegli uomini (pochi e sempre più allontanati se non uccisi) sono spesso obnubilati da atteggiamenti di massa, meccanismi psicologici che impediscono di CAPIRE.

Il riscaldamento globale esiste, ci sono evidenze anche nella vita di tutti i giorni, esiste l'inquinamento ed esiste l'ingiustizia sociale.

A fronte di una presa di coscienza collettiva che secondo me sta allargandosi anche se non è ancora massa critica, ci sono molti individui che ignorano gli allarmi appena descritti.

Vicini di casa, parenti e amici, sembrano diventare muti sordi e ciechi a fronte di queste palesi, oramai, evidenze.

Questa mancanza di volontà nel riconoscere i pericoli a lungo termine per il nostro ecosistema, determinati dalla nostra attuale negligenza o completa mancanza di rispetto delle pratiche di controllo ambientale ha a che fare con due fattori secondo Bruner.

"Il primo fattore è l'arco temporale d'attenzione limitato, tipico della natura umana. Noi esseri umani, in conseguenza di tale limitazione, concentriamo la nostra attenzione sulle questioni immediatamente rilevanti, riguardanti il qui-e-ora e, naturalmente, lo stesso fanno i mezzi di comunicazione, per i quali tutti noi dipendiamo per quanto concerne le notizie. Di conseguenza, viviamo la nostra vita prestando la nostra attenzione ad un arco di tempo e di spazio molto limitato. E questo significa, naturalmente, che siamo relativamente "ciechi" per quanto riguarda sia la storia del nostro passato, che le previsioni per il nostro, distante futuro. Sia la nostra cultura che le nostre tendenze individuali rafforzano queste tendenze."

"Il secondo fattore attiene ad una sfera più individuale. Gli esseri umani sono molto abili ad evitare l'ansia, e lo fanno principalmente tramite ciò che i nostri colleghi psicoanalisti chiamano "negazione" - ovvero tenendo fuori dall'area della consapevolezza tutto ciò che potrebbe destare ansietà. E, naturalmente, gli allarmi riguardanti il deterioramento dell'ecosistema mondiale dovuto alle nostre attuali pratiche industriali suscita molta ansia. Così, ignoriamo tali allarmi, non prestando loro attenzione o dubitando della loro validità. E distruggiamo di conseguenza l'ambiente, che rende possibile la nostra vita."

Bruner spera che si possa evitare questo processo distruttivo anche quotidianamente, occupandosi delle questioni ambientali e mettendo in guardia le persone rispetto ai pericoli ci attendono. Ma Bruner sostiene soprattutto la necessità di una specie di Allarme Mondiale di allarme da farsi con una Conferenza sul futuro del nostro ecosistema a cui dovrebbero partecipare "leader mondiali (politici, scientifici, anche religiosi), per portare l'attenzione del mondo sui pericoli a lungo termine che ci aspettano - davanti al fatto che rischiamo di distruggere il nostro futuro e che dobbiamo cambiare le nostre strade." O magari con un “allarme da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità.”

Io però non sono del tutto convinta che questo metodo sia significativo visto che i metodi e le comunicazioni sono in mano a quei "signori neoliberisti" che probabilmente non amano far scoprire questi fatti.

Le multinazionali del petrolio per esempio non sono preoccupate se non del business.

Non a caso cucirsi addosso una immagine di sostenibilità premia le vendite.


lunedì 22 agosto 2011

ESISTENZA COMMERCIALE






Non credo ci sia nulla da dire dopo aver ascoltato il video di Bill Hicks.


Stiamo attenti allora, pare che tutto possa essere venduto e che tutto si possa comprare.


Una specie di Legge della Termodinamica (all'inverso) dell'Economia:

TUTTO SI VENDE

TUTTO SI COMPRA

NULLA SI TRASFORMA
MA CASOMAI DIVENTA RIFIUTO...


Anche perchè se Gaia riflette la prima Legge (nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma), noi miseri predaci e illogici antropozoi siamo sottoposti ai tempi della seconda Legge, quella sull'entropia, quella che dice che c'è un LIMITE alle trasformazioni di materia ed energia.


Se fosse ancora vivo chissà cosa penserebbe di questa isola dei rifiuti nell'Oceano Pacifico...



venerdì 19 agosto 2011

ISLANDA: PERCHE' NESSUNO NE PARLA?



Ascoltate bene tutto il video.

E' fatto bene.

Parla di un popolo che ha detto con un referendum (vinto al 93%) al capo della Stato Ólafur Ragnar Grímsson (che assomiglia in modo inquietante al leghista Castelli) di non farsi salvare dai falchi del FMI e della BCE (per non perdere sovranità) perchè ciò avrebbe comportato che il debito pubblico accumulato dovesse essere spalmato su tutti i cittadini islandesi per 15 anni con una media di 100 euro al mese.

Hanno deciso COLLETTIVAMENTE di nominare 25 nuovi membri di governo scelti tra oltre 500 candidati che dovevano essere solo maggiorenni, senza tessere di partito (a quanto pare anche lì i partiti son diventati sinonimo di malvagio) e sostenuti da almeno 30 persone.

E stanno redigendo una nuova Costituzione, come si direbbe adesso 2.0, in rete.

SEMBRA UN MIRACOLO.

SEMBRA CHE DAVIDE ABBIA SCONFITTO IL NEOLIBERISTA GOLIA.

SEMBRA APPUNTO.

L'Italia, la Grecia, il Portogallo e la Spagna hanno qualcosa di diverso dall'Islanda. Una prima differenza molto importante è che l'Islanda NON ERA NELL'EUROZONA.

Ma ci sono altre ENORMI differenze che rendono molto difficile tale ipotesi in Italia.

L'Italia rimane una delle più grosse economie del Pianeta e non è un'isola dispersa nel mare, inoltre è abitata da quasi 60 milioni di persone a fronte di una Islanda abitata da circa 320.000 abitanti su un territorio enorme (territorio = risorsa).

Un'isola poco abitata.

Uno staterello periferico direi, beati loro.

Pieno di risorse, forse riesce pure ad essere autonomo, rinunciando a un po' di delizie consumistiche.

Qui, ci sono due economisti che dicono che tale scelta sarebbe fallimentare per l'Italia, e nonostante le loro acute parole non riescono a convincermi del tutto.

Marco Seminerio e Carlo Lottieri.

Punto di riferimento del loro pensiero è l'Istituto Bruno Leoni, assolutamente LIBERISTA, o meglio di matrice neoliberista visto il pensiero individualistico e filoamericano di Bruno Leoni medesimo.

Bruno Leoni seguiva la scuola austriaca di Friedrich Hayek e Ludwig von Mises .

Quella che dice che il mercato genera perfetto equilibrio dei prezzi.

Da Paolo Barnard : “Quella che sostiene che lo Stato deve starsene da parte e non interferire nel Mercato. Quella che ha ispirato tutta la scuola Neoliberista dagli anni ’70 in poi, quella che ha colonizzato i governi, le università, le amministrazioni pubbliche e private, e i ministeri con i loro uomini formati a queste idee. Di fatto SONO I PADRONI DELL’ECONOMIA OGGI, quelli contrari a qualsiasi regolamentazione pubblica del lavoro, della previdenza, delle banche, del commercio. E se lo Stato deve starsene da parte, di nuovo esso NON DEVE SPENDERE a deficit per i cittadini. Gli ideologi odierni principali sono stati gli economisti Gerard Debreu, Kenneth Arrow, Frank Hahn (i Neoclassici), ma anche Milton Friedman, Carl Brunner, Alan Greenspan (i Monetaristi) e gli esponenti della scuola austriaca come Friedrich Hayek e Ludwig von Mises.”

Mario Seminerio scrive anche per il FATTO QUOTIDIANO. Conferma ciò i dubbi su Travaglio esposti anche da Barnard.

Fin da subito i due economisti più su citati ammettono che "l’Islanda non era sistemica. L’esposizione internazionale delle sue banche era comunque gestibile ed assorbibile senza problemi rilevanti da parte dei creditori, come dimostra il fatto che i governi olandese ed inglese hanno coperto l’esposizione dei creditori di Icesave senza problemi."

Insomma è l'Islanda è piccola, periferica e poco fastidiosa.

E si comporta proprio male. Infatti dicono "La decisione del governo di Johanna Sigurdardottir di annullare i debiti esteri è comunque molto grave: sul piano morale e su quello economico. Nella prospettiva etica, è curioso che si metta sotto accusa di continuo lo “speculatore”, che in modo del tutto legittimo compra e vende sul mercato, mentre nessuno ha nulla da dire contro chi letteralmente deruba il prossimo, vivendo al di sopra delle proprie possibilità e poi rifiutandosi di rispettare gli impegni assunti. Se i contribuenti olandesi e britannici si trasformassero in black-block e andassero a Reykiavik per appropriarsi con la forza di almeno una parte di quanto spetta loro, penso che sarebbe difficile biasimarli. Ma è anche una scelta miope, come attestano i pessimi giudizi delle agenzie di rating. Quando ti comporti come l’Argentina, vieni fatalmente considerato un’Argentina: magari tra i ghiacci, ma egualmente inaffidabile."

Islanda falsa e bugiarda, prima ammette i conti online, poi non gliela fa a dare quanto promesso ai poveri onesti speculatori (che potrebbero pure arrabbiarsi e fare i black block andando fin lì, ma caspiterina è lontana questa Islanda e pure fredda) e quindi cambia le regole durante il gioco e li manda a quel paese. Al loro.

L'Islanda è una "illusione ottica, favorita dalle dimensioni trascurabili del paese, ma l’Islanda è stata fortunata."

E pure fanno presagi di morte. Dicono che "non avrebbe dovuto salvare le banche (nazionalizzando le perdite) e ancor meno avrebbe dovuto annullare il debito." Perlomeno loro sono dei VERI ANTISTATALISTI...peccato dirlo adesso.

Poi concludono che "Ora invece il sistema creditizio è in mano alla classe politica ed è facile capire quali conseguenze potranno derivarne. Essere fuori dagli scambi internazionali è grave per tutti, soprattutto entro l’economia globale del nostro tempo, ma credo che sia ancor più tragico per chi si trova in mezzo vicino alla Groenlandia …".

Nulla salverà gli islandesi dall'ostracismo dell'economia mondiale.

Ma magari agli islandesi importa poco.

Divertitevi anche voi a leggere tutto l'articolo, con il qual concordo solo che l'Islanda non sia sistemica (distanza, dimensioni e numero di abitanti lo confermano).

Anche dai loro giudizi di economisti di chiara fama trapela il fatto che ci siano poche vie di uscita, ma loro non spiegano altre motivazioni sul fatto che l'Islanda sia comunque riuscita a fare ciò che ha fatto. uno dei motivi potrebbe proprio essere il fatto che hanno una loro moneta , la corona.

Di sicuro quando leggo o sento parlare gli economisti di chiara fama capisco solo quello che loro vogliono far capire e di sicuro il loro punto di riferimento è a favore del libero mercato e non lo perdono mai di vista.

Occorre ripensare tutto, occorre ripensare il modo di usare questo bellissimo pianeta che è solo una piccola pallina verde blu dispersa nello spazio profondo.

E di sicuro lo si dovrà fare collettivamente, agendo insieme come hanno fatto gli islandesi, magari rinunciando ai vizi obnubilanti che il consumismo creato ad arte dai neoliberisti ci impone affinché si lavori\LAVORI\lavori e si PAGHI\paghi\PAGHI per mantenerli ricchissimi e nullafacenti.

Abbiamo vita breve, perché dedicarla al livore all'odio alla guerra al prossimo e non alla comunicazione all'Amore e all'amicizia?

ED E’ SUBITO SERA (Salvatore Quasimodo - 1936)

Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera.


martedì 16 agosto 2011

I SERVI INCOMPETENTI




IL VIDEO PARREBBE RIGUARDARE SOLO I POLITICI STATUNITENSI.

NON È VERO, RIGUARDA TUTTI I POLITICI OCCIDENTALI E NON, COMPRESI I NOSTRI.

Solo a servi incompetenti e vacui come i nostri governanti poteva capitare di veder arrivare una crisi inaspettata.

Una crisi che da anni è ben presente da chiunque debba lavorare per vivere, ma non da loro, non da chi si accompagna a ladri, papponi e prostitute.

Da oltre diciassette anni troppi italiani si son fatti beffare da un cretino a 32 denti, e il cretino li ha beffati con false promesse di un Eldorado che era qui in ITALY solo fino a due settimane fa e poi, PUFF!, è sparito.

Ma i padroni dell’Euro non trovano così attraente un capo di governo che si rifiuta di vedere la "CRISI" e quindi, in poche sintetiche parole hanno ordinato all’Italia di risolvere il disastro del “debito pubblico”. Come fare, a loro non interessa, a loro interessano i numeri in fondo.

Ecco dunque che a risolvere la crisi deve farlo proprio questa banda di fessi autoreferenziali, e parlo non solo dei rappresentanti del governo.

Ed ecco la "MANOVRA", niente di strutturale casomai la classica manovra neoliberista che loro volevano mollare al prossimo governicchio italiota, ma che adesso sono costretti a promulgare mettendoci la loro insulsa faccia di buffoni criminali.

E siccome sono incompetenti e maligni, cercano di farla usando i soliti mezzi, PIÙ TASSE E MENO SERVIZI, senza toccare gli evasori (commercianti in genere, dai gioiellieri ai macellai, dai gondolieri ai benzinai che si guardano bene di fare denunce superiori ai 55.000 euro, altro che i 90.000 o 150.000 dei dipendenti, che poi, con quelle cifre, sono pochissimi), gli unici che li voteranno ancora.

Il bello è che a votarli son stati proprio i dipendenti e gli statali che adesso vorrebbero appenderli per i piedi. Incompetenti pure quelli, ceto medio nella dizione più stupida, ovvero un ceto che lavora come un povero ma pensa come un ricco, OSSIA UN MEDIO.

Ma i ricchi non lavorano, non lavorano mai, e infatti le uniche promesse elettorali mantenute sono proprio quelle sul non tassare patrimoni e rendite. Meglio i fessi soliti che poi li votano ancora.

RICETTA di facile neoliberismo ma forse potrebbe non funzionare vista LA CRISI.

La riduzione delle spese non può essere solo meno tredicesime, niente TFR, pochi comuni piccoli aggregati (il bello è che loro pensano di risparmiare sulle poche centinaia di euro degli assessorati dei piccoli comuni, magari comuni virtuosi che adesso saranno costretti a unirsi a comuni meno virtuosi, oppure cancellando l’Accademia della Crusca), poche se non zero provincie cancellate (Calderoli mentre elencava i punti della manovra sulle province suggeriva già come evitare la cosa con le due parole “censimento” e “scadenza del mandato”). Poco chiaro, insomma, come si ridurranno i costi della politica.

Eppure aggregare i comuni piccoli per una unica gestione di area vasta sarebbe auspicabile da tempo. Per una migliore gestione ambientale e del territorio. Le partigianerie dei comuni hanno fatto disastri sul territorio, migliaia di inutili zone industriali e migliaia di inutili centri commerciali, seconde case, eccessi di strade e parcheggi che producono solo traffico e via rovinando. Per quei comuni l’ambiente non aveva significato alcuno, e vendere il territorio invece serviva a riempire le casse comunali.

Tagli alla spesa per il rischio idrogeologico che a novembre diventerà cruda realtà in molte zone di Italia, nessun norma a salvaguardia del suolo, delle acque e dell’aria, tutto è calcolo numerico niente riguardo alla giustizia sociale e al benessere, manca etica, manca realismo sociale e manca logica.

Insomma NESSUNA VERA SCELTA POLITICA, la solita minestra.

I politici italiani non sono peggio degli altri paesi, sono semplicemente identici. Sto parlando dei paesi occidentali e della favoletta della democrazia.

La balla elettorale con la quale ammanniscono gli idioti serve a mantenerli a galla ed è SI STA BENE NONOSTANTE TUTTO, ovvero nonostante un ambiente (che ci contiene tutti, ricchi compresi) che sta reagendo alle nostre pressioni in modi sempre più imprevisti e devastanti.

La società degli uomini vive immersa nell’ambiente e l’ideale di crescita perseguito dalla razza umana (una razza predatoria per istinto) mal si combina con le Leggi Universali che governano il Pianeta.

Il potere Politico, gli eletti dal popolo nel mondo occidentale, è sempre più governato dal VERO POTERE, quello di pochi plutocrati che governano il Globo terracqueo.

Questi si sono impossessati delle nostre vite e del nostro futuro tramite politici stolti, incoscienti e senza alcuna idea di giustizia sociale o di lettura della realtà. Ignoranti per conservare i loro privilegi, vigliacchi per mantenerlo.

Il metodo dei plutocrati o capitalisti neoliberisti che dir si voglia è stato fatto con un’arma complessa e difficile da capire al vasto pubblico ed è la deresponsabilizzazione della moneta.

Con Bretton Woods e la successiva fine della riserva aurea fino alla GRANDE IDEA DELLA MONETA UNICA (l’euro per capirci), i padroni del pianeta hanno reso gli Stati più simili a noi semplici cittadini ovvero uno Stato europeo adesso deve chiedere in prestito soldi alla banca centrale per la propria giustizia sociale (per esempio costruire un ospedale o una scuola, o sistemare il dissesto idrogeologico), esattamente come faremmo noi per comprarci una casa.

Uno Stato chiede soldi a privati ricchissimi (alla BCE, banca centrale europea, oppure al FMI) ovvero GLI STATI SI INDEBITANO CON PRIVATI CHE CHIEDONO INTERESSI.

QUESTO È IL DEBITO PUBBLICO.

Non è debito pubblico quello che ogni singolo Stato Sovrano fa nell’emettere moneta. Un Stato vero e democratico, per gestire la collettività e portarla al benessere psicofisico entro un ambiente ecologicamente pulito, usa la moneta come uno strumento di redistribuzione e giustizia sociale, quindi si riprende la moneta con le tasse. Non sono le tasse a permettere la costruzione di scuole, strade, ospedali e parchi ma sono proprio le emissioni di moneta sovrana, mentre le tasse che tutti debbono pagare con quella moneta sono gli stessi soldi che tornano a chi li ha emessi.

Uno Stato così fatto non può avere debito con se stesso.

In tutto il mondo occidentale i politici sono da tempo sottomessi a questi “signori oscuri del male”, nessuno escluso. Non a caso i nostri governanti sono sempre più incompetenti, soprattutto in materia economica. In questo modo stiamo realmente andando verso una fine impietosa passando attraverso danni ambientali che ci faranno soffrire orribilmente.

Olduvai potrebbe essere il destino finale e non saranno tanti a vederlo.

Occorre tornare ai valori dell’uomo come abitante del Pianeta e non dell’antropozoo (per distinguerlo dall’homo sapiens) predatore illogico, insensibile e gretto.



lunedì 8 agosto 2011

NATI PER INVENTARE LA PLASTICA





...per un po' il blog arresterà la sua corsa alla continua trasformazione per prendersi cura di sé e degli autori...



...ma non ci si dimentica dell'argomento....costante...



Esistono i neoliberisti oppure no?



Esiste la vita sul pianeta?




Esiste un vero ambientalista se non conserva dentro di sè un po' di senso della giustizia sociale, e molta, moltissima ironia per non prendersi troppo sul serio?



Un grande, George Carlin, una forza della Natura.



In tutti i fottutissimi sensi.



A presto.

venerdì 5 agosto 2011

NULLA POSSIAMO CONTRO DI LEI




LA SEQUENZA DI FIBONACCI.

POESIA E MATEMATICA.




Come, noi HOMO SAPIENS (così autodenominatosi in pieno regime di autoreferenzialità e di senso di onniscienza) possiamo intuire da questo video, riuscito perchè abbiamo sì, da REALMENTE SAPIENS, sviluppato la MATEMATICA e la ARTI, potremo mai veramente pensare di VINCERE la "guerra" all'Ambiente e alla Natura.




DOMINARE LA NATURA?





Cito Carlo Maria Cipolla che sulla stupidità ha scritto frasi lapidarie:



Fatti:

1. gli stupidi danneggiano l'intera società;

2. gli stupidi al potere fanno più danni degli altri;

3. gli stupidi democratici usano le elezioni per mantenere alta la percentuale di stupidi al potere;

4. gli stupidi sono più pericolosi dei banditi perché le persone ragionevoli possono capire la logica dei banditi;

5. i ragionevoli sono vulnerabili dagli stupidi perché:

* generalmente vengono sorpresi dall'attacco;

* non riescono ad organizzare una difesa razionale perché l'attacco non ha alcuna struttura razionale.



Prima Legge

Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero degli individui stupidi in circolazione:

a) persone che reputiamo razionali ed intelligenti all’improvviso risultano essere stupide senza ombra di dubbio;

b) giorno dopo giorno siamo condizionati in qualunque cosa che facciamo da gente stupida che invariabilmente compaiono nei luoghi meno opportuni.

E’ impossibile stabilire una percentuale, dato che qualsiasi numero sarà troppo piccolo.


Seconda Legge

La probabilità che una certa persona sia stupida é indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona, spesso ha l'aspetto innocuo/ingenuo e ciò fa abbassare la guardia.

Se studiamo la percentuale di stupidi fra i bidelli che puliscono le classi dopo che se ne sono andati alunni e maestri, scopriremo che è molto più alta di quello che pensavamo. Potremmo supporre che è in relazione con il basso livello culturale o col fatto che le persone non stupide hanno maggiori opportunità di avere buoni lavori. Però se analizziamo gli studenti ed i professori universitari (o i programmatori di software) la percentuale è esattamente la stessa.

Le femministe militanti potranno arrabbiarsi, ma la percentuale di stupidi è la stessa in ambo i sessi (o in tutti i sessi a seconda di come si considerano).

Non si può trovare nessuna differenza del fattore Y nelle razze, condizioni etniche, educazione, eccetera.


Terza Legge

Una persona stupida è chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.


Quarta Legge

Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. Dimenticano costantemente che in qualsiasi momento, e in qualsiasi circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.


Quinta Legge

La persona stupida é il tipo di persona più pericolosa che esista.
Questa è probabilmente la più comprensibile delle leggi per la conoscenza comune che la gente intelligente, per quanto possano essere ostili, sono prevedibili mentre gli stupidi non lo sono.




Inoltre il suo Corollario di base: "Una persona stupida è più pericolosa di un bandito" ci conduce all’essenza della Teoria del Cipolla.

lunedì 1 agosto 2011

POCHE E SI DISINTEGRANO VELOCEMENTE


Si sta parlando delle Grandi Civiltà.

Secondo la maggior parte degli storici sono state poche, da un massimo di trenta a un minimo di otto.

Le Civiltà che si riconoscono diverse dalla affiliazioni tribali sono tutte riconoscibili dal fatto che sono Stati, con elite di governo, burocrazie, leggi, tributi e standard di sicurezza.

Altra caratteristica è che il loro "sviluppo" è parallelo all'esistenza di surplus alimentari ed energetici (una volta gli schiavi adesso il fossile): con gli Stati nascono le città, i centri urbani che emanano i "poteri" amministrativi, giudiziari e politici.

Queste civiltà hanno accumulano enormi poteri che si vedono nelle gigantesche organizzazioni istituzionalizzate che li distinguono.

Tuttavia anche queste Civiltà, così potenti e all'apparenza indistruttibili finiscono, spesso velocemente, e di loro non rimane assolutamente nulla.

Un ciclo vitale assimilabile al modello biologico, nascita, crescita, sviluppo nella fase adulta, invecchiamento e morte.

Il Pianeta ha questa Legge e tutto il Pianeta soggiace ad essa.

Si potrebbe dire che ogni Civiltà per svilupparsi e crescere deve lottare contro le leggi energetiche della Termodinamica e di conseguenza la sua Storia è una storia di lotta e soluzioni ai problemi scatenati dalle medesime leggi.
Le Civiltà crescendo diventano sempre più complesse, si specializzano e quindi hanno sempre maggiore bisogno di energia.
La nostra attuale Civiltà tecnologica occidentale divora all'esterno dei propri confini per mantenersi, e la specializzazione tecnica su cui si regge con le nostre stesse energivore città sono l'espressione di una civiltà ad altissimo costo energetico.
Se le spese energetiche per il mantenimento di una Civiltà superano il rendimento si può arrivare al collasso della Civiltà medesima.
Rifkin nel suo libro "Economia all'idrogeno" spiega il funzionamento "termodinamico" dell'Impero Romano che ben può applicarsi alla attuale Civiltà del Petrolio.
Roma parte 200 anni prima di Cristo con le conquiste militari: terre coltivabili, riserve minerarie e schiavi aumentavano il flusso di energia.
Con Ottaviano Augusto, il primo Imperatore Romano (27 a.C.) l'ESPANSIONE territoriale si ferma anchea causa delle prime sconfitte militari.
Roma passa al MANTENIMENTO dell'impero.

Tutta l'energia è utilizzata per la costruzione delle infrastrutture. Le infrastrutture (opere pubbliche quali strade, ponti acquedotti e l'apparato elefantiaco di burocrati e amministratori) costano, e costano sempre di più man mano che si procede nella specializzazione.
E senza l'energia nuova proveniente dalla conquiste di terre e di schiavi l'energia a disposizione costa e costerà sempre di più.

Quindi unica fonte energetica rimasta sono proprio i terreni, IL SUOLO.
Lo sfruttamento del suolo in agricoltura.
Pare che una delle causa profonde di crollo dell'impero romano sia stata la depauperazione dei terreni a causa della ridotta fertilità per uso eccessivo.

I piccoli agricoltori non riescono più a ottenere rendimento sufficiente dal terreno e così si immiseriscono e vanno a ingrossare le schiere dei disperati urbani.
I grandi proprietari terrieri si appropriano a poco prezzo di enormi appezzamenti agricoli e inizia il latifondo. Ma era terreno non fertile e quindi?
Ulteriore depauperamento con l'utilizzo dei terreni a pascolo per l'allevamento del bestiame.
Nelle città i poveri crescono a dismisura e il costo per il loro mantenimento pure.
Pressione energetica insostenibile con l'ulteriore danno di terre, tante terre, che rimarranno incolte.
La Natura si riprende tutto, quindi aree bonificate che tornarono a palude e con le paludi aumentarono gli insetti portatori di malattie.
La diffusione della malaria fu velocissima su una popolazione già immiserita e provata dalla fame.
L'indebolimento dello Stato centrale con la morte di un terzo della popolazione fecero fare a Costantino nel 313 d.C. due atti: la leva obbligatoria e la nascita del colono, antenato del servo della gleba.
Serviva un esercito sempre più forte - ed energivoro - per fermare le bande di barbari ai confini: lo Stato era indebolito.
E serviva energia e quindi si legarono le persone alle terre con la figura del colono: ma era una misura inadeguata e tardiva.

L'equilibrio energetico su cui Roma aveva basato la sua espansione e crescita non c'era più e quindi nel quinto secolo dopo Cristo Roma aumentò la pressione sul proprio patrimonio energetico dando vita a una burocrazia governativa e militare gigantesca (il doppio in un secolo).
Crebbero le tasse ma la popolazione già povera si immiserì e si ridusse.
I confini non erano più sicuri e la capitale passò da un milione a 30000 abitanti nel sesto secolo.
Terre deforestate, suolo esausto ed eroso, popolazione minata nella salute: un non equilibrio che passava dalla Spagna all'Inghilterra, Mediterraneo e Nord Africa.
L'Europa era sfiancata dalla guerra alla legge della Termodinamica attuata da Roma.
L'Entropia, la Seconda Legge della Termodinamica è una inviolabile Legge di natura e deriva dalla Prima Legge della Termodinamica ovvero il principio di conservazione dell'energia (il famoso detto nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma) e vale nei sistemi isolati (il Pianeta è un sistema chiuso e non isolato); potrebbe spiegarsi nel dire che la trasformazione della materia ha un LIMITE ovvero ci sono trasformazioni irreversibili di energia, c'è un ordine nelle trasformazioni (l'energia si trasforma in calore ma mai il contrario, il calore si dissipa).

Insomma c'è un limite e Roma l'aveva toccato.

E l'Europa desertificata dal prosciugamento dell'Impero Romano avrebbe avuto bisogno di altri 600 anni per risorgere.
L'Occidente (a cui l'Italia e l'Europa attuale appartengono) sta depauperando il Pianeta per alimentarsi e sta arrivando al LIMITE.
Senza energia elettrica (che è quella che sto usando adesso per scrivere) capiterebbero una serie inimmabinabile di collassi, probabilmente destabilizzanti del modo di vivere occidentale stesso.
L'effetto di questi collassi scenderebbe a cascata su tutta la struttura tecnologica (sulla quale si appoggiano quelle economiche, sociali e politiche) che si appoggia sulla infrastruttura energetica.
Basata nel 2002 sull'85% da fonti fossili (petrolio, gas e carbone).
Inquinanti, costosi e pericolosi (la maggior parte del petrolio è in mano agli "instabili" paesi del Golfo).
Estrarr il petrolio è costoso per cui le multinazionali diventano sempre meno e sempre più grosse.
Sempre più potenti, e non hanno bisogno di intralci sociali e politici.

Serve il SUPERGOVERNO.
Con la SUPERMONETA.

Intanto si intravedono le prime tracce di pericolose derive di instabilità energetica:
- la stangata federalista dell'agosto 2011 con aumenti di trasporti pubblici, sanità, benzina, assicurazioni auto, frutta e altri alimenti;
-aerei che cadono per imperizia dei piloti ovvero poche spese di formazione tecnica - lo Stato ha sempre meno soldi (disastro aereo Rio-Parigi, imperizia dei piloti).
E altre notizie che spesso passano sottogamba ma che sono un indicatore di caduta nel vortice degli aumenti energetici.
Queste hanno colpito me, ma sicuramente se ne possono trovare altre.

DANIELA