venerdì 29 marzo 2013

LA CACCA DEI CONTADINI - GIORGIO GABER




E' la cacca dei contadini.
Tutto lì. La cacca dei contadini.
Me l'ha spiegato Fortini.


A lui piacciono queste storie, e anche a me.

In Russia, durante la rivoluzione, i contadini entravano nei palazzi dello Zar e defecavano nei suoi preziosissimi vasi: un gesto di spregio, di disprezzo, di distruzione.


Bello, stupendo!
Sì, ma perché bello?


Perché la distruzione, la cacca dei contadini, è importante, se ha un senso storico, se c'è qualcuno che la raccoglie.

E in quel momento c'era un Lenin che la raccoglieva... non la merda... il suo significato.

Adesso, io non dico che uno deve vedere se c'è Lenin prima di (defecare), ma intanto noi non siamo contadini, non c'è la rivoluzione e non si sa dove cagare!

Sui Brion Vega, potrebbe essere un'idea è, quelli bianchi, più bidè, però...
Non importa.


Un gesto di distruzione ha sempre un suo fascino perché, bene o male, rompe con le convenzioni.

E anche se lo sbagli, non ti senti mai piccolo.
Non ho mai trovato nessuno che si vergogni del suo operare.

È nelle piccole cose, nel muovere una mano, nell'essere scoperti da un amico in un gesto poco simpatico, una piccola stonatura che magari nessuno ha notato...


Ecco, queste inezie ci possono riempire di rimorso e ci possono fare arrossire fino all'inverosimile.

GIORGIO GABER

Intanto, nel mondo dei re, degli Imperatori, dei Vescovi e dei Potenti, il mondo degli attuali Zar ma travestiti da democratici, gli U.S.A., ai contadini è possibile portare via il latte, i pascoli, l'acqua e dal 23 aprile 2012 anche ficcare le mani nei conti bancari, una legge che ovviamente prende corpo dal 9/11.