giovedì 30 giugno 2011

WASHINGTON CONSENSUS O L'ESPLOSIONE DEL NEOLIBERISMO




Dal primo al 22 luglio del 1944 a Bretton Woods, ridente cittadina sul mare del New Hampshire, USA, ebbe luogo la Conferenza di Bretton Woods.Durante tale Conferenza, 730 delegati di 44 Nazioni (l'Italia entrò nel marzo del 1947) stabilirono regole concordate per le relazioni commerciali e finanziarie tra i principali Paesi del mondo.Nacque un ordine monetario concordato e furono istituiti il FMI (fondo monetario internazionale in inglese IMF) e la BM (banca mondiale in inglese WB).Gli accordi di Bretton Woods nel 1944 risposero all'esigenza di parte capitalistica (non solo USA) di aprire un mercato globale cautelandosi nello stesso tempo con l'imposizione di precise regole del gioco.L'accordo di Bretton Woods divenne operativo nel 1946 quando parteciparono un numero sufficiente di Paesi.Nel 1947 fu istituto il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade), sostituito, dal 1 gennaio 1995, dall'Organizzazione mondiale del Commercio (World Trade Organization - WTO).
In sintesi sono accordi tra i diversi Paesi partecipanti per permettere ai prodotti stranieri di accedere ai rispettivi mercati.

Lungo questa direzione nasce il WASHINGTON CONSENSUS (nomen omen).
E' una espressione proposta nel 1989 dall'economista britannico John Williamson utilizzato per descrivere un insieme di direttive di politica economica destinate ai Paesi che si trovano in crisi economica.
Tali direttive sono STANDARD ovvero sono riforme indicate dal FMI e dalla BM, con sede a Washington, istituti fortemente influenzati dalla politica economica statunitense.
Tali direttive standard sono divenute anche, in modo informale ma sempre più chiaro, quell'insieme di politiche che esaltano il libero mercato a discapito dell'intervento dei Governi nell'economia del Paese.

QUELLO CHE SI CHIAMA NEOLIBERISMO.

QUELLO DELLA CRISI DEL 2008 E DELL'ATTUALE CRISI.

Un modello seguito da tutti i governi occidentali e capitalisti, quindi anche dal nostro attuale governo, una serie di direttive che nacquero in seno al FMI e alla BM e da queste istituzioni internazionali IMPOSTE ai paesi in difficoltà economiche e che a tali istituzioni chiedevano prestiti.

ECCO L'ELENCO DELLE DIRETTIVE DEL WASHINGTON CONSENSUS.

  • SVALUTAZIONE della moneta nazionale con l'obiettivo di stabilizzare in tempi brevi l'economia dei Paesi interessati;
  • TAGLI ALLE SPESE DRASTICI per ridurre i deficit di bilancio, e le spese da ridurre sono soprattutto quelle di interesse pubblico quali istruzione, sanità e ambiente;
  • ALTI INCREMENTI DELLE TASSE E IMPOSTE per trovare risorse che paghino il debito;
  • LIBERALIZZAZIONE DEL REGIME DEI PREZZI per consentire lo sviluppo maggiore al libero mercato con conseguente e durissima limitazione del potere di acquisto dei salari reali;
  • LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO con tragici e pericolosissimi azzeramenti di norme a tutela dei lavoratori e incremento dello sfruttamento di lavoro nero e anche lavoro minorile;
  • LIBERALIZZAZIONE DELL'IMPORT - EXPORT con eliminazione delle barriere doganali di protezione dei prodotti nazionali e conseguente invasione di merci straniere, di esposizione alla concorrenza internazionale delle economie deboli, di stravolgimento dei consumi tradizionali, di perdita di competitività dei prodotti nazionali;
  • TOTALE E COMPLETA LIBERALIZZAZIONE DEI FLUSSI DI CAPITALI con conseguente invasione di capitali stranieri sotto forma di investimenti di imprese multinazionali e con i profitti realizzati nel Paese trasferiti in paradisi fiscali o comunque all'estero, sottraendo così ricchezza all'economia nazionale;
  • VENDITA DI IMPRESE PUBBLICHE AL SETTORE PRIVATO con conseguente acquisizione da parte di imprese straniere di parti significative dell'apparato produttivo nazionale e impossibilità di realizzare interventi con finalità sociali attraverso strutture pubbliche;
  • BANCA CENTRALE TOTALMENTE AUTONOMA E NON PIU' VINCOLATA AL CONTROLLO STATALE ricordando che FMI e BM impongono a tali banche centrali di seguire politiche di stampo neoliberista.

UN MODELLO CHE PREVEDE SOLO UNA CRESCITA SENZA SOSTE, come se la crescita indeterminata fosse il MODELLO UNICO DI SVILUPPO del Pianeta.

Solo il CANCRO funziona così nel Pianeta Terra.

Tutto il resto segue le leggi primigenie di Gaia, NULLA SI CREA E NULLA SI DISTRUGGE perchè Gaia è un sistema chiuso attraversata solo dalla luce solare e da qualche meteorite.

Il modello neoliberista da anni è messo profondamente in discussione da scienziati ed economisti nonché da uomini di cultura.

EPPURE LA MANOVRA DI TREMONTI E LE PROPOSTE IMPOSTE ALLA GRECIA SONO DI SEGNO NEOLIBERISTA, come pure la TAV e altre scelte politiche ascoltate in questi ultimi 40 anni.

Chi come me è nato negli anni sessanta ha una sola enorme certezza: LA CRISI C'E' SEMPRE.

Siamo nati e cresciuti con la crisi e siamo i primi a pagare poiché abbiamo e avremo meno risorse a nostra disposizione.

Quelli dopo di noi PEGGIO (a meno che non siano la superagiatisima classe di iperricchi euroamericani che probabilmente hanno già pronte delle case protette sull'Himalaya (cito I. Asimov, scienziato e GRANDISSIMO scrittore di fantascienza che ne ha già indovinate ...troppe).

Direttive e teoremi che sono nati con Ricardo e Smith agli albori della rivoluzione industriale e che ora, se vivessero ora Ricardo e Smith, EVITEREBBERO COME IL DIAVOLO.

Loro le hanno scritte e pensate quando non esisteva l'ANTROPOCENE e quando noi, Human Being, non eravamo così dotati di tecnologie in grado di consumare ENERGIA E MATERIA al ritmo tale da non consentire al Pianeta di rigenerarle per le generazioni successive.

L'unico modo di evitare la fine della razza umana è la SOSTENIBILITÀ ovvero un modo di approcciare alla disponibilità di risorse economiche senza impoverire o minacciare l'equilibrio sociale e senza impoverire fino alla morte l'Ambiente.

LA VITA CREA LA CONDIZIONI PER LA PROSECUZIONE DELLA VITA.


venerdì 24 giugno 2011

Regolamentare la finanza: cos'altro stiamo aspettando?


A tre anni dallo scoppio della peggiore crisi finanziaria della storia recente, a due dal fallimento di Lehman Brothers e dopo il moltiplicarsi di vertici internazionali, dal G20 in poi, cosa è stato fatto per riformare il sistema finanziario?
Nel 2006 il 30% delle operazioni sui mercati finanziari erano eseguite da algoritmi di computer senza alcun intervento umano. Nel 2010 queste operazioni, che si concludono spesso nell'arco di pochi millesimi di secondo e che non hanno alcun rapporto con l'economia reale, erano aumentate al 60% del totale.
L'import-export di beni e servizi nel mondo è stimato intorno ai 15.000 miliardi di dollari l'anno. Il mercato delle valute ha superato i 4.000 miliardi al giorno. In altre parole circolano più soldi in quattro giorni sui mercati finanziari che in un anno nell'economia reale, come dire che oltre il 90% degli scambi valutari è pura speculazione. Lo stesso mercato delle valute era pari a 3.300 miliardi di dollari nel 2007. Una crescita di oltre il 20% dallo scoppio della crisi a oggi.
Con una finanza ripartita come se nulla fosse successo, dovremo attendere lo scoppio di un'altra bolla speculativa per sperare finalmente in qualche intervento serio di regolamentazione? E se dovesse arrivare una nuova crisi, quale governo sarà in grado, in una situazione di grande difficoltà tanto per i conti pubblici quanto per l'economia, di stanziare ulteriori risorse per tappare le falle?
E' necessario e urgente approvare delle misure concrete. Una di queste è la tassa sulle transazioni finanziarie – TTF – un'imposta estremamente ridotta – pari allo 0,05% - su ogni acquisto di strumenti finanziari. Il tasso minimo non scoraggerebbe i "normali" investimenti sui mercati, mentre frenerebbe chi opera con orizzonti di secondi o millesimi di secondo e che dovrebbe pagare la tassa per ogni transazione. Il peso della tassa diventa progressivamente più alto tanto più gli obiettivi sono di breve periodo.
In altre parole la TTF rappresenta uno strumento di straordinaria efficacia per frenare la speculazione senza impattare l'economia reale e per ridare alla sfera politica una possibilità di regolamentazione e controllo su quella finanziaria. La dimensione della finanza è tale per cui anche un'imposta dello 0,05% permetterebbe di generare un gettito di centinaia di miliardi di dollari l'anno su scala internazionale, da destinare al welfare, alla cooperazione allo sviluppo, alla lotta ai cambiamenti climatici.
Risorse ampiamente sufficienti per garantire, tra le altre cose, il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Secondo la Banca Mondiale per assicurare l'istruzione primaria per tutte le bambine e i bambini del mondo sarebbero necessari ogni anno dai 10 ai 30 miliardi di dollari aggiuntivi rispetto a quanto versato dalla comunità internazionale. Per garantire il dimezzamento della mortalità infantile, servirebbero dai 20 ai 25 miliardi di dollari addizionali. Risorse che oggi non si riescono a trovare, ma che costituirebbero solo una piccola percentuale di quanto raccolto applicando la TTF su scala internazionale.
Al di là del gettito, gli effetti della TTF sarebbero estremamente positivi per l'insieme dell'economia. Chi esporta vedrebbe ridotto il rischio di speculazioni sulle valute; la quotazione del petrolio e delle materie prime sarebbe più stabile e prevedibile; diminuirebbero le possibilità di attacchi speculativi sui titoli di Stato. Il recente esempio della Grecia ha purtroppo chiarito le possibili conseguenze tanto economiche quanto sociali di tali attacchi. L'Italia, anche in ragione delle dimensioni del debito pubblico, non può certo dirsi al riparo da eventuali analoghe manovre.
Se l'Inghilterra della City di Londra, cuore pulsante della finanza mondiale e delle sue potentissime lobby si oppone alla TTF, non a caso le nazioni che in Europa ne chiedono con maggiore forza l'introduzione sono Francia e Germania, Paesi dove l'economia si basa ancora sui settori industriali. Si potrebbe affermare che i cosiddetti "poteri forti" si sono resi conto che la finanza ha superato qualunque limite. Se la grande industria ha beneficiato per decenni di un sistema economico e finanziario deregolamentato, oggi i consumi ristagnano, è più difficile ottenere credito in banca, gli stessi titoli azionari e obbligazionari delle principali imprese sono in balia delle tempeste speculative. In queste condizioni anche due governi conservatori hanno sottoscritto una proposta che le reti della società civile internazionale sostengono da tempo.
E' allora davvero difficile spiegarsi le reticenze del governo italiano, un Paese in cui le piccole e medie imprese costituiscono l'ossatura del sistema economico e che beneficerebbe anche più dei vicini europei dall'introduzione di una TTF.
La campagna zerozerocinque, che vede la partecipazione di oltre trenta organizzazioni e reti della società civile italiana lavora da tempo in questa direzione. La CISL è tra i promotori della campagna. La CGIL ha recentemente firmato un appello internazionale che chiede la sua introduzione al G20 di Seoul. Oltre cento economisti di diversa estrazione e orientamento hanno pubblicato un appello per l'introduzione della tassa. Negli scorsi giorni un Disegno di Legge per una TTF con primo firmatario un deputato del PD e co-presentato da parlamentari di quasi tutti i gruppi politici di maggioranza e di opposizione è stato depositato in Parlamento.
Finalmente il dibattito sulla necessità di limitare lo strapotere della finanza sembra decollare, seppure con molto ritardo, anche nel nostro Paese. Si tratta di segnali incoraggianti ma ancora insufficienti. Se l'Italia si unisse a Francia, Germania, Spagna, Belgio, e alle altre nazioni dell'area euro che si sono già schierate a favore della TTF, si potrebbe raggiungere una massa critica sufficiente per una veloce implementazione. Oltre ai vantaggi già richiamati, si tratterebbe di un segnale di grande forza nella direzione di una sua applicazione in altre nazioni, e progressivamente su scala internazionale.
La finanza è nata come strumento al servizio dell'economia. Oggi questo rapporto è totalmente ribaltato, la finanza detta la sua legge e condiziona pesantemente le attività economiche. La TTF andrebbe nella direzione di una necessaria inversione di rotta. Gli speculatori e gli squali della finanza devono pagare il conto della crisi, non i cittadini e i lavoratori. Non ci sono difficoltà tecniche per una sua implementazione, è solo questione di volontà politica. Se non ora, quando?


Andrea Baranes – CRBM / Fondazione Culturale Responsabilità Etica



martedì 21 giugno 2011

ANCORA SUL BRASILE


In Brasile non c’è solo rifugio per un pluriomicida come Battisti (dopo la seconda guerra mondiale offrì rifugio anche ai Nazisti), in Brasile ci sono le favelas dove sono eseguite stragi di bambini, ma soprattutto in Brasile, Repubblica Federale con una presidente socialista, c’è il polmone del mondo, l’Amazzonia.

Un polmone verde mondiale massacrato e minacciato dall'avidità umana.

Le foreste cono l’unica, vera speranza per arrestare il riscaldamento globale e prevenire i mutamenti del clima. Il Brasile, sorto alla ribalta per il caso Battisti, è in grande crescita economica, soprattutto per i pochi ricchi che si pagano anche la sicurezza personale, ma sembra avere i difetti dei paesi del terzo mondo. Insomma un Paese “controverso”.

Il 24 maggio 2011, due ambientalisti, José Claudio Ribeiro da Silva e sua moglie Maria do Espirito Santo a Nova Ipixuna sono stati assassinati nello Stato di Pará.

Notizia data con grande rilievo dalla stampa all’estero qui da noi niente. Finito Battisti, finito il Brasile.

Qui da noi la stampa e i media si occupano degli stupidi giochini della provincialissima politica italiana. Eppure questi ambientalisti rischiano la vita per assicurare la vita a noi tutti.

Oggi ne parla il Corriere on line.

L’Amazzonia serva a TUTTO IL PIANETA è grande come l’Europa e quindi sarebbe il caso di collaborare a livello mondiale per salvaguardarla, ovvero organizzazioni come l’ONU dovrebbero intervenire visto che il Brasile non riesce a farvi fronte.

Gli omicidi si sono verificati poche ore prima che la Camera Bassa del Congresso brasiliano approvasse un disegno di legge che secondo gli ambientalisti aumenterà la deforestazione nella regione.

Tale normativa allenta le restrizioni sull’utilizzo dei terreni dei piccoli agricoltori, permettendo a quelli con piccole aziende di lavorare vicino agli argini e di utilizzare le colline.

La Commissione Pastorale della Terra, nota come CPT, nata nel 1975 come uno strumento della Chiesa Popolare brasiliana, e considerata come la risposta politica della Chiesa sulla questione della terra e sulla riforma agraria, è un gruppo che tiene traccia delle violenze contro gli attivisti ambientali. La CPT ha detto che oltre 1.150 attivisti, tra cui piccoli agricoltori, magistrati, sacerdoti e altri lavoratori rurali sono stati uccisi nelle dispute per la conservazione della foresta amazzonica fin dall'assassinio di Chico Mendes nel 1988, notissimo protettore della foresta pluviale.

La maggior parte degli omicidi rimangono impuniti, soprattutto nella regione amazzonica dove c'è la presenza del governo è rarefatta e dove i governi locali sono facilmente influenzabili dalle compagnie forestali, dai potenti proprietari terrieri, dagli allevatori e agricoltori che eliminano la foresta illegalmente.

Dal 1988, meno di 100 casi di omicidio sono andati in tribunale, secondo il CPT; circa 80 dei sicari sono stati condannati circa 15 degli uomini che li avevano assunti sono stati giudicati colpevoli, ma solo uno sta scontando una condanna ad oggi, un uomo colpevole di aver ordinato l'assassinio di una suora statunitense.

Nel caso dei da Silva, il CPT ha detto che gli uomini armati hanno tagliato l'orecchio di da Silva, probabilmente da portare come prova dell’avvenuta uccisione ai mandanti.

Le autorità non hanno ancora arrestato nessuno, è stato emesso solo un comunicato da parte del segretario della pubblica sicurezza dello Stato del Parà Luiz Fernandes Rocha afferma che lo Stato non tollera questo tipo di violenza nel nostro territorio che è stata mobilitata una squadra per indagare su ciò che è accaduto e arrestare i responsabili del crimine.

L’aria non è buona se le autorità brasiliane hanno dovuto portare in una località non rivelata due famiglie di contadini - in totale dieci persone, in gran parte bambini - minacciate di morte dai baroni della deforestazione.

lunedì 20 giugno 2011

IL TURNOVER NAUSEABONDO E L'ECONOMY


Ieri, con qualche difficoltà uditoria, ho voluto per un po' ascoltare Pontida.

Ho tratto queste conclusioni:

1) i dirigenti della Lega temevano il confronto con la base e avevano ragione: la base, fatta di gente perlopiù per bene e che lavora per vivere, gente con visione etica della politica come la base della sinistra o i grillini, NON NE PUÒ PIÙ delle stronzate del nano puttaniere.

2) i dirigenti della Lega sanno anche però che se vanno da soli adesso, come fecero nel 1994 quando stravinsero, non tornerebbero al Governo perché adesso, secondo il pendolo foucoultiano succintamente elencato da Bossi, è il turno della sinistra (ogni 15 anni si gira, si esegue un turnover, gli elettori nauseati della destra o della sinistra votano oramai anche poco speranzosi dall'altra parte, non per convincimento personale ed ideologico ma, appunto per PURA NAUSEA).

3) i dirigenti della Lega sono, a tutt'oggi, i politici più svegli che l'Italia abbia e infatti stanno già elaborando un contrattacco mentre con il micidiale volantino (FATTI IN TEMPI CERTI) fanno il "penultimatum" a B. e al PDL. Penultimatum perché il volantino non finisce con un "sennò”, quello è solo verbale, gestuale direi, da imperatore romano;

4) vestito da ministro, anche se da ministro non ha parlato (attaccare l'Europa, la Nato e la Magistratura sul tema dell'immigrazione clandestina è da comizio popolare o da bar sport, ma la Lega ha vinto anche così), Maroni, unico giaccocravattavestito in maree di lacoste e camice verdi, si è proposto come leader a livello nazionale e ha trovato la vena d'oro trasversale da proporre a tutti gli italiani: il tema lepeniano della sicurezza. Una rivisitazione moderata e intelligente rispetto a Le Pen. C'erano più cartelli pro Maroni che pro Bossi. Sindaci e presidenti di regione guardano a Maroni.

5) i dirigenti della Lega, come dicevo prima eccellenti annusatori politici, sanno che da soli non possono andare e quindi Maroni da solo non gliela farebbe. Serve un alleato.

6) Si tengono B. (PER ORA) e lo mettono in condizione di non farcela (i punti del volantino sono impraticabili) così eventualmente si può passare ad una alleanza con Bersani nel 2013. A meno che B. non molli tutto a un nuovo leader, più dotato di capacità politica (e ci vuole poco) e meno immorale e pagliaccione (anche lì ci vuole poco). Qualcuno pensa a Tremonti. Insomma la Lega ha bisogno di un alleato, e se rimane B. non può più allearsi pena l'inimicamento della base, per cui dovrebbe girarsi a sinistra. Se va via B. e la gestione del PDL cambia (meno troie e più esperti) forse l'alleato rimane quello. Il timore di Bossi è di non trovare un giusto interlocutore nel PDL.

I boati della base leghista sono stati per tre motivi:

1) avvertimento al governo di non mettere le zampe nelle tasche dei lavoratori, artigiani e agricoltori (avviso a Giulio);

2) il pollice verso B.;

3) andremo soli, soli, soli (GAMEOVER).

LA FRATTURA DELLA BASE LEGHISTA CON IL PDL E' PALESE.

Il gioco delle tre carte della dirigente Leghista:

1) il leader della Lega Nord è Bossi, incita la folla, parla di ciò che la gente vuole sentire e agisce di conseguenza alla pancia leghista;

2) il leader della Lega Nazionale è Maroni, parla da uomo delle istituzioni e si vanta di aver inventato i "respingimenti";

3) il legame con la Base è Calderoli, rossastro e accaldato, vuole mangiare padano e portare i ministeri al nord per cambiare la classe dei funzionari, sempre quella sia che il governo sia di destra o di sinistra (qui gli darei ragione, sul cambiare i burocrati fossilizzati, che sono dappertutto nell'apparato amministrativo e li hanno messi loro i politici, sono amici loro). Ammette che la Lega HA DOVUTO accettare "rospi" per la RAGION DI STATO.

Ok, Pontida ha tenuto, 180.000 persone, militanti della Lega, sono state, per ora calmate.

Ma poi?

Il dopo referendum non ha visto un sinistra risorta, ha ragione Bossi se vincesse lo farebbe solo per nausea da turnover. O da saturazione da Berlusconi come disse l’ottimo Montanelli.

La Lega attende adesso e lancia minacciosi richiami al premier (tra cui anche “potresti non essere più tu il premier”). Se il PDL dovesse smottare (è basato su militanze pagate e non ideologiche, su stipendi insomma e non amore della politica, se salta la cassaforte B. salta tutto) la Lega potrebbe anche aprire a sinistra.

PERÒ.

I cittadini italiani, destra o sinistra, sono veramente stanchi e con il voto referendario l’hanno detto, e anche con gli inaspettati ascolti di TUTTINPIEDI.

Vendola sbaglia dire che i leghisti sono tutti razzisti, non li conosce come non conosce i milanesi. Ha dovuto chiedere scusa a Pisapia e adesso ha fatto marcia indietro sui militanti leghisti.

Possibile che la sinistra ancora non capisca il Norditalia? Se esiste un rischio Grecia, quello è al Norditalia.

Tutto questo con la spada di Damocle di Moody’s. Ovvero Tremonti che blocca tutto e lo deve fare IN QUESTO SISTEMA: se non lo facesse i vantaggi economici di nuove risorse (tipo rivedere il patto di stabilità) cadrebbero nella voragine di un aumento degli interessi a causa del nuovo rating.

QUINDI NON COMANDA BOSSI (e tantomeno l’incapace e buffonesco clown che abbiamo come premier) o TREMONTI.

Comanda L’ECONOMY.

THE NEW ECONOMY.

Il monopensiero del neoliberismo cha fa sembrare la destra e la sinistra come se fossero due destre, che rende i capi di Governo una elite che fa pagare TUTTO ai cittadini, tutti gli errori, tutte le cazzate del neoliberismo. Non sono ministri delle finanze, sono ragionieri o tuttalpiù commercialisti che dicono al povero cliente/cittadino “devi pagare, ti faccio una rateizzazione ma devi pagare”.

Un monopensiero che ha riverberato ed esacerbato ciò che nella mente italiana è già troppo accentuato: IL BISIGNANISMO.

E anche se il cittadino risponde “io non ho più soldi (Grecia)” ripete “non so cosa dirti, devi pagare”. L’Europa, la Nato, Moody’s e tutto ciò che fa neoliberismo vogliono i nostri soldi e il nostro sangue, sia che siamo leghisti o di sinistra, sia del nord o del sud. Perchè c'è solo il bancomat del cittadino a fronteggiare i giochini di questi "potenti ignobili".

SERVE UNA IDEA NUOVA NON UN CONTABILE.

SERVE SEMPRE PIÙ UNA ALTERNATIVA AL MODELLO NEOLIBERISTA e ai suoi figli marci di finanziarizzazione, marchette e bustarelle.

E LA SINISTRA LO DEVE FARE SUBITO PRESTO PRESTISSIMO.


giovedì 16 giugno 2011

LADRI DI CAVALLI

Perché nel Far West venivano impiccati i ladri di cavalli?

La risposta è che nel Far West il cavallo era un bene essenziale. Lasciare uno senza cavallo era il peggiore dei crimini perché significava lasciare il cowboy alla mercé degli indiani o di altri nemici. Non poteva muoversi e circolare.

Noi non siamo nel Far West ma nella società dell’informazione, quindi cosa è il cavallo adesso?

Ovvio, le informazioni.

Nella nostra società è vitale controllare l’attendibilità delle informazioni e nel contempo, data l’enorme mole delle informazioni a disposizioni e la loro estrema mobilità nel tempo e nello spazio, diventa difficilissimo, soprattutto per chi non ha tempo e denaro a disposizione, verificare le fonti. Insomma per noi tutti comuni cittadini che possiamo e veniamo ingannati facilmente e continuamente da chi delle informazioni ha il controllo.

Ecco perché in questo tipo di società basata sull’informazione ciò che conta è la verità ovvero la corrispondenza ai fatti e non la sua rappresentazione.

Tuttavia siamo anche nella società dell’immagine che spesso devia dalla verità.

Non a caso il “premier” sta in piedi da 17 anni grazie al potere delle immagini deviate e devianti dei suoi media e dei suoi servi urlanti.

Le immagini possono dire la verità?

Come tutto ciò che è neutro certamente si, dipende dall’uso che se ne fa. B. ne ha fatto un uso politico per coprire la verità.

Ieri Brunetta ha risposto a dei precari che volevano parlare con lui “siete la parte peggiore d’Italia”. A seguire, dopo migliaia di insulti sul Facebook (che coraggio però a usare quel mezzo signor Brunetta) ha detto di non credere a ciò che si vede.

Ma come, mette in dubbio il metodo padronale??

Oppure siamo, finalmente, alla fine di questo governo di incompetenti guidato dal re nudo?

In una democrazia le BUGIE NON VANNO DETTE, ma il governo berlusconiano ha deciso di dirle a noi tutti comuni cittadini, dicendo la verità a pochi eletti ovvero ai suoi servi, e anche con gradazione di importanza tra servi medesimi.

Ha manipolato il popolo così bene con le bugie che ora ci troviamo abbandonati dal governo sottoposti all’oltraggio dell’inganno, allo sberleffo internazionale e al tracollo economico - sociale.

Ha trasformato una democrazia rappresentativa in una palese oligarchia monarchica.

Poi ha esagerato, ha pisciato fuori dal vaso, credendoci ancora più stupidi di quello che pensava all’inizio del suo mandato.

Si è disinteressato a tutti noi, occupandosi di problemi personali, troie e collanine.

E quindi siamo arrivati a un modo assai anomalo di protesta dei precari e lo dico dal punto di vista tecnico: i precari che dovrebbero andare direttamente dal ministro, nelle moderne democrazie l’organizzazione amministrativa e giudica consentirebbe altre forme di ascolto, ma qui siamo un paese da operetta, tipo quelli che ogni tanto gli americani utilizzano per fare film idioti come Slovezia, quasi tutti sulle Alpi con nomi improbabili e governati da cattivoni che diventeranno buoni e bravi a anche belli.

Ma qui siamo in Italia, un paese bello e importante depredato da chi avrebbe dovuto assicurarne un Futuro migliore. Brunetta qui, anche se impropriamente dal punto di vista tecnico, avrebbe dovuto rispondere del suo operato ai precari che solo così facendo hanno riportato il loro dramma sulle prima pagine dei giornali.

Nessuno ci ascolta e sicuramente i precari sono tra i meno ascoltati, hanno dovuto fare così, ma così è solo un indice di decadenza da democrazia rappresentativa a paesuncolo da operetta. Un ministro inetto e presuntuoso che attacca ciò che deve difendere ovvero la pubblica amministrazione. Un ministro che ha deciso che su quattro dipendenti della P.A. di sicuro uno su quattro non fa nulla. Così spingendo al nulla.

Da questo deprecabile episodio possiamo sperare nella fine del paese da operetta e passare finalmente alla bella e gentile Italia?

Stiamo assistendo forse al crollo del re nudo, un premier e un governo senza alcun qualità che non sia quella di dire bugie e rubare informazioni e vita al popolo ritenuto bue.


martedì 14 giugno 2011

La politica dei cittadini



Per la maggioranza, il governo e soprattutto il padrone di quasi tutto sono tempi duri.
Dopo la batosta delle aministrative ora arriva quest'altra dai referendum.
Se avesse mantenuto la posizione iniziale di non indicazione del voto, poteva esserlo di meno (lo era comunque perché si abrogano leggi volute da questo governo a parte dettagli). Ma considerando l'indicazione di non andare a votare (secondo me non legittima quanto lo sarebbe stato indicare di votare no), più, soprattutto, tutti i mezzucci utilizzati per far andare male il referendum (non accorpamento con le amministrative, con conseguente maggiore spesa di 350 milioni di euro, divieto di parlarne fino ad un paio di settimane fa ed anche dopo tribune messe in orari impossibili, telegiornali che ne parlavano pochissimo e male, dando anche indicazioni sbagliate sui giorni del voto). Considerando tutto ciò è una sonora sconfitta. 
Questa volta non hanno margini per buttarla in caciara!
Hanno straperso!

Ma più che degli sconfitti vorrei parlare dei vincitori che sono di certo i cittadini.
C'è una giustissima contestazione di tutti i partiti che è esplosa con tangentopoli (ma probabilmente covava anche da prima), che ha cercato rifugio più o meno momentaneo in nuovi o rimodernati partiti, ma che non ha trovato soddisfazione spingendo molti, sempre di più, verso l'astensione. Questa insofferenza verso i partiti, ogni tanto ha avuto manifestazioni visibili: nei girotondini, nell'onda, nel movimento 5 stelle, nel popolo viola, ma non trova rappresentanza vera in nessun partito. Sono persone attente che hanno capito molto della politica, molto più di quanto i politici credano ed altre che vanno dietro sentendo a pelle l'ondata. Sono soprattutto cittadini consapevoli dei propri diritti, stanchi di essere ingannati e strumentalizzati dai partiti, che vogliono fare politica (nel senso alto, più vero della parola) in prima persona, che non vogliono delegare, che si danno da fare per cose concrete, indipendentemente da ideologie e visioni più ampie che ognuno ha personalmente.
Mi pare che prima a Milano e Napoli e poi, soprattutto, con i referendum abbiamo vinto NOI.
Ha vinto ognuno di noi, sia chi si è dato più da fare, chi ha raccolto a suo tempo le firme, organizzato le associazioni, sia chi è tra i molti che ne ha parlato nei blog e su facebook, che è andato ad attaccare i volantini che si era stampato a casa propria, che li ha messi nelle cassette della posta dei vicini, che ha sensibilizzato familiari, amici e colleghi, che è andato a spronali fino al giorno del voto ed anche chi è semplicemente andato a votare. Abbiamo vinto tutti, ma soprattutto abbiamo preso coscienza che SI PUÒ FARE!
Questo mi pare più importante ancora dei risultati raggiunti che già sono importanti!
Non avremo il nucleare in Italia (forse non lo avremmo avuto comunque? magari si, ma a che costo? ci avremmo buttato comunque bei miliarducci, che poi era l'interesse principale di chi lo voleva), i comuni non saranno costretti a svendere ad ogni costo l'acqua (si privatizza anche ora ed io, per esperienza personale, ho visto come non convenga sotto nessun punto di vista, ma i comuni non saranno costretti a farlo e potranno scegliere), i presidenti del consiglio (così in generale ;-) ) avranno meno pretesti per non presentarsi in tribunale quando incriminati.
Dunque ce n'è di che festeggiare, ma soprattutto, credo che sia da festeggiare la presa di coscienza che SI PUÒ FARE, che ce la possiamo fare, che se ci organizziamo con obbiettivi ben chiari e condivisi possiamo prevalere sui partiti affaristi. Saranno loro, poi, a seguire (come è avvenuto ora), se faranno quello che i cittadini gli chiedono.
Come deve essere e come speriamo che sempre più sarà!



lunedì 13 giugno 2011

SI per dire NO

PER QUANTO ANCORA RIUSCIREMO A SOPPORTARLI???



FINO A QUANDO I LORO SERVI BLATERERANNO COME QUI "L'affluenza è alta ma fino all'ultimo il quorum è incerto".

FINO A QUANDO TERRA' DURO DICENDO CHE CI SONO I NUMERI?
Per cosa?Berlusconi dice che il referendum non è un test su di lui. invece è proprio un test su di lui e sul suo governo, il risultato è: TE NE DEVI ANDARE (possibilmente in galera, dopo averti finalmente processato)

I conti non sono ancora stati fatti, ma i comportamenti del Governo dicono INDISCUTIBILMENTE che il timore che il quorum sia stato raggiunto serpeggia forte.

ASPETTIAMO I RISULTATI FINALI.



BATTIQUORUM...


DAI CHE GLIELA FACCIAMO...
NON IMPORTA SE E' ANTIPATICO...
NON IMPORTA SE NON SALUTA...
NON IMPORTA SE E' TROPPO FIGHETTO...
DILLO A TUTTI....

BATTIQUORUM...a Napoli si fa così...

venerdì 10 giugno 2011

ITALIANI MALTRATTATI


Il Brasile ci sputa in faccia.

Questa è la sensazione dopo la liberazione di Cesare Battisti.

Alessandro Santoro, il figlio di Antonio Santoro, Maresciallo capo dell'allora Corpo degli agenti di custodia, ucciso il 6 giugno del 1978 in un attentato a Udine da parte dei Pac, ha dichiarato ai giornalisti che ''dal punto di vista internazionale il Brasile ha fatto una infrazione gigantesca. Ha vinto l'arbitrio affermando il suo potere sul piano internazionale. E per me questa è la cosa più grave che potesse succedere, in quanto non c'e' stato spazio neppure per una mediazione diplomatica”.

Santoro ha riferito di aver seguito fino a notte inoltrata il dibattimento: "un'esperienza difficile", ha commentato, ricavando l'impressione che "si svolgesse all'interno dell'assise una lotta, un confronto. Da un lato c'era il diritto e i principi basilari, anche di buon senso, della giustizia, del diritto internazionale e del diritto brasiliano. Dall'altro, sempre con il vestito giuridico, ma neanche tanto coprente, si affermava la forza, l'autorità del potere bruto, dell'arbitrio che il presidente di un grande Paese come il Brasile si riserva anche a dispetto dell'evidenza".

La decisione, ha detto ai giornalisti, rappresenta "un grande peso che si e' aggiunto a questa vicenda che tocca i mieti familiari e altre persone".

Alessandro Santoro è anche scettico sull'appello alla Corte dell'Aia: ''Sarà molto importante vedere come verrà congegnato e strutturato questo appello, sperando sempre che l'Aia lo accetti”.

Non posso immaginare il dolore aperto di queste persone che hanno visto i loro cari morire durante gli anni del terrorismo. Io ero molto giovane e mi ricordo solo una grande tensione nell’aria.

Deduco solo un po’ di cose che elenco così , a sentire comune:

1) se delinqui ti salvi il culo non solo in Italia, ma anche in Francia da dove Battisti è evaso con molta solidarietà e in Brasile dove non si rispettano i patti internazionali.

2) Se sei onesto e probo paghi per tutti , ma proprio tutti gli errori di quelli che stanno sopra di te, e a te non rimane nulla, nemmeno l’acqua degli occhi per piangere.

3) Gli italiani onesti e probi sono la maggior parte ma non hanno voce, ecco perché andare a votare per i referendum sarà un buon momento per queste persone. Non a caso B. ha detto che non andrà a votare e, a parte il fatto che sarebbe, come ha detto Di Pietro “come se il “prete dicesse di non andare a messa” a parte questo, il fatto dimostra che B. non è tra quegli italiani probi che vogliono vivere il referendum come momento di partecipazione. Casomai a lui darà molto fastidio un eventuale risultato a suo sfavore.

4) L’Italia è un paese in declino generale, non solo economico ma anche come politica estera. Contiamo come il due di picche a briscola denari, tanto che, come preciso nel titolo, anche il Brasile ci sputa e se ne sbatte degli accordi internazionali.

5) Ma l’Italia sarebbe un Paese importantissimo per tutto ciò che ha fatto e che può fare. È stato l’Istituto Superiore della Sanità Italiana a escogitare un sistema per scoprire il batterio killer tedesco in 48 ore e non in 6 giorni. Il ringraziamento dell’UE chiarisce il punto. L’Italia rimane il paese della cultura e della scienza, ma per chi ci governa siamo solo tifosi di calcio e utenti di reality.

6) A completamento serviva proprio che Calderoli dichiarasse guerra al Brasile dicendo che l’Italia non farà i mondiali di calcio?

giovedì 9 giugno 2011

IL QUORUM


Oggi ne ho sentita una che mi ha fatto un po' impensierire.

Il quorum da superare comprende tutti gli elettori, anche quelli residenti all'estero (che ne so in Nuova Zelanda).

Quindi oggi alle 16 con valigia diplomatica e con una serie di errori (siamo italici e persistiamo nell'utilizzare gente raccomandata non capace...RACCOMANDATA) arriveranno i voti degli italiani all'estero che sono più di 3 milioni...e quindi occorre aggiungere quel milione e mezzo di 50% degli italiani all'estero al quorum degli italini votanti in Italia...

Un casino, come al solito...

Tra tutte le migliorie da fare alla Costituzione pare che questa del quorum riescano a dimenticarla un po' troppo spesso.

I padri della Costituzione avranno avuto dei buoni motivi per metter eil quorum, motivi che ignoro e che mi piacerebbe conoscere.

martedì 7 giugno 2011

CENSIS: TROPPA AUTOREFERENZIALITÀ E MANCATO RISPETTO DELLE REGOLE


Ieri il Censis ha presentato a Roma un documento che riguarda la crescente sregolazione delle pulsioni.

Il Censis ha proposto una interpretazione di questo fatto evidenziando come le cause, complesse e trasversali, possano essere la crisi dell’autorità, il declino dei desideri, la riduzione del controllo sulle pulsioni.

In una società sempre più orizzontale, i riferimenti etici e gli ideali comuni diventano sempre più labili, e deboli diventano i legami e le relazioni sociali. Un tessuto sociale “molecolarizzato” dove crescono comportamenti quali la pervasiva sregolazione delle pulsioni.

La legge è stata depotenziata e così si sentono spesso frasi del genere:

  • Per divertirsi davvero bisogna perdere un po’ il controllo;
  • Nella sfera privata ogni comportamento è lecito;
  • Ci sono dei momenti di svago in cui è lecito trasgredire;
  • E’ legittimo che una bella donna usi anche il suo corpo per avere successo;
  • Gli amici e i parenti vanno sempre aiutati, anche a costo di infrangere qualche regola;
  • Per raggiungere i propri obiettivi bisogna sfruttare le occasioni, e accettare qualche compromesso;
  • In un mondo di furbi ci si deve adeguare e diventare come gli altri;
  • A volte è giusto difendersi da sé, anche con le cattive;
  • Se non ci si fa rispettare, non si otterrà mai il rispetto;
  • Si può essere buoni cattolici anche se non ci si adegua alla morale sessuale della Chiesa e si agisce secondo coscienza;
  • Le regole non devono soffocare la libertà personale.

L’85,5% degli italiani ritiene di essere l’arbitro unico dei propri comportamenti, e tuttavia va ricordato che una ricerca del soddisfacimento immediato del bisogno di provare sensazioni piacevoli aiuta a sottrarsi alla realtà, spesso opprimente e infelice.

La pericolosità sociale del consumo di droghe non è diminuita ed è cresciuto il consumo di bevande alcoliche da parte dei giovani consumatori. Sono anche raddoppiati i consumi di antidepressivi dal 2001 al 2009.

Sono state rilevate nuove forme di dipendenza quali il gioco e internet. Il gioco non serve più a socializzare ma è effettuato in solitudine, uno di fronte alla slot machine.

La dipendenza da internet/computer, nelle sue varie articolazioni (dalla dipendenza dal sesso virtuale a quella relazionale, da quella per il gioco online al sovraccarico informativo) sta per essere inserita nel DSM-V, la nuova versione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, e classificata come disturbo ossessivo-compulsivo.

La stima dei soggetti dipendenti dalla rete si attesta tra il 6-11% degli utenti. Per questi soggetti l’uso di internet assume i caratteri di una pulsione irrinunciabile che produce un progressivo distacco dalla vita reale, un diradamento delle relazioni concrete a vantaggio di quelle virtuali, il prevalere di una dimensione quasi esclusiva di autoreferenzialità che preferisce fare a meno del rapporto con l’altro, anche nella sessualità.

Non è dimenticata la dimensione più prettamente narcisista delle pulsioni, quella legata al bisogno di apparire. Il modello estetico di riferimento è un modello culturalmente imposto ed anzi sempre meno differenziato da canoni estetici locali e ha modificato il rapporto con il cibo, tramite malato per la costruzione totalmente autoreferenziale della propria immagine.

L’offerta ininterrotta, tratto costitutivo della società dei consumi, è un meccanismo potente che offre a tutti la possibilità di possedere oggetti, relazioni, notizie e conoscenze mai desiderate, che determina una domanda obbligata di qualcosa che non si è veramente mai desiderato. Lo shopping compulsivo, non si è mai interrotto; infatti tra il 2005 ed il 2010, nonostante la crisi economica, sono cresciuti dell'81,8% i consumi di apparecchiature per la telefonia e del 32,9% quelli per articoli audiovisivi, fotografici, computer ed accessori.

Nelle conclusioni però c’è una dichiarazione di positività della rete.

Nel crescente utilizzo di internet si segnalano forme nuove di interconnessione e diffusione delle informazioni in cui prevale la comunicazione tra pari e la diffusione orizzontale dei contenuti trasmessi.

Internet poi è sempre di più il luogo ideale della rappresentazione di sé, il vero luogo globale dove sempre più persone non possono fare a meno di raccontarsi ma dove si sperimentano forme nuove di connessione e riconoscimento.

Gli italiani sono tra i maggiori frequentatori dei social network: dal settembre 2008 al marzo 2011 gli utenti di Facebook sono passati da 1.300.000 a 19.200.000. I social network sono uno dei fenomeni sociali più rilevanti degli ultimi anni, si presta ad una duplice lettura:

§ una forma avanzata di narcisismo di massa, una sorta di compulsione collettiva verso la rappresentazione pubblica di sé;

§ nuove forme di socialità orizzontale, fortemente paritarie (in cui se tutti appaiono nessuno è davvero famoso) che, con ogni probabilità, vanno al di là della dimensione pulsionale e rispondono ad un bisogno, ad un desiderio, di ricondensazione sociale e di ri-condivisione di significati e di aspirazioni, e che soprattutto hanno dimostrato di avere un grande potenziale di mobilitazione nel “mondo reale”.

Forse la pulsione dell’appartenenza alla rete, la risposta compulsiva all’eccesso di offerta di informazioni e di presenza comincia a configurarsi nella forma più strutturata del desiderio, desiderio di riappropriarsi di uno spazio di significato condiviso su cui cominciare a costruire il cambiamento.

lunedì 6 giugno 2011

Referendum, muro contro muro La Consulta decide sul nucleare


A quanto pare non mollano...
Dopo l’ammissione del quesito referendario sul nucleare da parte della Cassazione la maggioranza ricorre alla Consulta per cercare di mettere in difficoltà il referendum del 12 e 13 giugno.


CLICCARE SUL TITOLO!!!

NON SONO D'ACCORDO CON TE, MA DAREI LA VITA...VOLTAIREarei la vita per consentirti di esprimere le tue idee. Voltaire




Se Voltaire avesse avuto Internet l'avrebbe usata per conoscere e comprendere non certo per inutili litigi, parole spesso pesanti e insulti sulle qualità delle persone.

Se non ci si trova d'accordo non si passa, per carenza di argomenti e senso di superiorità, a dare frettolosi giudizi sulle qualità personali di altri che nemmeno si conoscono fisicamente e quindi non si sa nemmeno se esiste una anche leggera forma di empatia chimica.

Il virtuale ha questa caratteristica, non consente di CAPIRE completamente chi hai "di fronte" e a meno di EVIDENTI INSULTI , non si passa a dare GIUDIZI PERSONALI.

Non si conosce la vita delle persone che scrivono e quindi dare giudizi sulle capacità relazionatorie piuttosto che sulle attitudini a sconcertare o a sorridere, oppure se la vita che ognuno segue è più o meno pesante lo trovo squalificante.

Rispondere ai commenti, allargare la conoscenza con informazioni che ognuno porta è invece bello perchè questo blog, per esempio, era nato proprio così come "quattro amici al bar".

Andare O.T. non è lesivo di nessuna supposta maestà, perchè al Bar spesso si va O.T. e spesso così facendo si cambiano i pensieri propri e degli altri.

Le parole, in libertà in tutti i sensi devono essere filtrate da noi stessi e non da un eccesso di regole. Continuo a non essere d'accordo sul FILTRO perchè credo nella immediatezza e nella originalità di questa immediatezza della rete, inoltre penso che si può dare tranquillamente corda a chi vuole impiccarsi e pazienza se ci sono i nick name, il lui/lei, il diseducato/a dietro tale nick, lo sa che è un intervento insensato -

La regola qui era capire e cercare di capire, senza giudicare e senza aggredire.




venerdì 3 giugno 2011

Amo Grillo fisicamente!


Di Jacopo Fo

Amo anche mia moglie fisicamente. Anche se a volte non sono d’accordo con lei.
Anche con Beppe a volte non sono d’accordo, ma meno che con mia moglie.
E visto che nonostante questo, con mia moglie ci faccio persino l’amore, perché non dovrei amare anche Grillo?

In questo momento molti sono furenti con Beppe perché ha criticato Pisapia dicendo che non cambierà nulla e che è un uomo dell’inciucio.
Io non la penso uguale: penso che Pisapia sia una grande possibilità per il cambiamento e l’ho sostenuto con tutte le mie forze.
Penso che il Pisapia che si è presentato alle elezioni sia diverso dal Pisapia che ha vinto. Quando si è presentato Pisapia credo sapesse che aveva solo una possibilità su 100 milioni di vincere veramente…
Ma credo che la vittoria stia provocando in lui una mutazione chimica. Credo che la tentazione di cambiare veramente Milano stia esplodendo in lui e credo che ci siano delle grandi probabilità che decida di pazziare e di incarnare veramente il grande sogno di nuovo e di giusto che ha animato i suoi elettori. Se lo farà passerà alla storia, sennò sarà solo uno dei tanti che sono stati divorati dallaCasta.
Ma capisco Grillo perché il suo pessimismo non è campato in aria, ad essere pessimisti si sbaglia poco.
E rispetto doppiamente Grillo perché sapeva benissimo che si sarebbe trovato contro molti dei suoi sostenitori…
Tirar fuori opinioni facili è sempre meglio.
Ma Beppe è uno vero e preferisce annegare da solo che fare scelte di interesse.

Io credo che il drammatico problema dei progressisti italiani sia il monoteismo, padre di tutte le guerre.
Abbiamo un riflesso condizionato che ci induce sempre a cercare il grande leader PERFETTO.
Possiamo avere un solo Dio. E se uno non è Dio allora è il Diavolo.
Altre culture, come quella egizia, ragionavano in modo diverso: ad esempio, davano diverse spiegazioni del fatto che il sole attraversasse il cielo. Lo spiegavano con un carro trainato da cavalli, con la storia di un innamorato che seguiva la sua amante (la Luna) e come una questione di corpi celesti.
E tutte queste ragioni non si escludevano, concorrevano ugualmente a testimoniare il fatto che il sole attraversa il cielo.
Poi è arrivato il monoteismo, il dogma che pretende che chi è eretico venga bruciato sul rogo: la verità è una. Balle.

Forse che non dobbiamo ringraziare Beppe per il trionfo di Pisapia? Qualcuno può dire che non ha pesato nel Pd la paura della forza dei Grillini, nella decisione di fare le primarie?
E se Grillo non avesse rotto le scatole per 20 anni, avremmo avuto altrettanti cittadini desiderosi di cambiare?
E se Pisapia sarà veramente l’uomo del cambiamento, della rivoluzione arancione, lo dovremo anche a Grillo che gli terrà gli occhi addosso. E soprattutto gli darà potere.
Già ora gli uomini della Casta stanno tessendo l’ordito che potrebbe invischiare Pisapia.
L’esistenza di Grillo sarà un punto di forza del Pisapia rivoluzionario. Potrà dire: “Uomini della Casta, non rompetemi le scatole, io sono l’ultima possibilità prima che le orde grillesche assaltino il palazzo e facciano scempio di voi. Se volete con me avrete un cambiamento morbido se non ci riesco io vi sbraneranno loro”.
Pisapia se vuole essere il cambiamento, dovrà per forza trattare con i poteri forti. E solo uno sciocco potrebbe pensare che oggi si possa cambiare Milano con due colpi di scopa. E tanto più Grillo sarà forte e cattivo tanto più potere avrà Pisapia.

Io vedo all’opera una grande squadra, che va da Vendola a De Magistris, da Zanotelli a Don Gallo, da Gesualdi a Grillo, Pisapia e tanti altri.
Io credo che ognuno stia dando il massimo di sé stesso e che se uno fa goal è perché gli hanno passato la palla giusta.
E soprattutto credo che questi nostri campioni vinceranno se sugli spalti i tifosi iniziano a capire come funziona la partita.
E’ la gente, quel che fa e che pensa, che determina la forza del cambiamento.
I nostri leader vinceranno se gli daremo il carburante: ci servono i gruppi di acquisto, il commercio equo e solidale, la finanza etica, la cultura della satira, del gioco, e un modo di pensare concreto e fattivo, basato sull’idea della cooperazione, dell’unione che fa la forza, dell’amore per la vita, del desiderio di eccellenza, del rispetto per gli altri.

E allora iniziamo a rispettare Grillo che ha sempre avuto il coraggio di dire quel che pensa e continua a farlo. Viva Grillo!!!!

RINNOVO APPELLO REFERENDUM CON FIBRA

Io sono come due persone nello stesso corpo
"Controlla bene, per favore", dicono il terzo e il quarto




Manteniamoci lucidi...siamo circondati da troppe informazioni e da troppi profeti.
IL REFERENDUM E' DA VOTARE SI SI SI SI .

mercoledì 1 giugno 2011

INFO REFERENDUM


Su una cosa ha ragione Grillo: non dimentichiamoci dei Referendum del 12 e 13 giugno 2011.

Segue una nota dal sito di e-gazette.

Napolitano ha detto sì al Dl Omnibus: il nodo nucleare passa alla Cassazione
Roma 31 maggio – Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha promulgato la legge di conversione del Dl Omnibus, non avendo riscontrato motivi di incostituzionalità.

Quanto agli effetti che la nuova normativa potrà avere sullo svolgimento del referendum sul nucleare, negli ambienti del Quirinale si fa osservare che la valutazione spetta alla Corte di Cassazione, e al suo ufficio centrale elettorale, valutare se sia possibile o meno il trasferimento degli effetti delle nuove norme sui quesiti referendari.

In parole povere: se le nuove norme rendano inutile o meno lo svolgimento del referendum sull’energia atomica.

L’ok della Camera era arrivato il giorno precedente, con 301 voti a favore, tra l’ira dei partiti di opposizione e delle associazioni ambientaliste che tuttora gridano all’imbroglio e allo “scippo di democrazia”, quando non alla “truffa”, visto che in questo modo il Governo si tiene la porta aperta per riprendere il programma nucleare quando, come ha detto lo stesso presidente del Consiglio, i cittadini “si saranno tranquillizzati”.

E se Il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni, in una lettera al Capo dello Stato ha denunciato “la disattivazione strumentale del referendum sul nucleare attraverso un emendamento e il voto di fiducia del Governo, eludendo così il vaglio preventivo del Quirinale”, Greenpeace ha operato un blitz in occasione della finale di Coppa Italia tra Inter e Palermo facendo sventolare un manifesto con un “No al nucleare”.

Le opposizioni, invece, si stanno organizzando per il contrattacco.

L’Idv, come ha sottolineato Antonio Di Pietro, ha preso atto, rispettandola, della decisione di Napolitano (“non poteva fare altrimenti”) e ha fatto sapere che ha “già presentato un’istanza alla Corte di Cassazione e l’abbiamo rinnovata con una ulteriore memoria esplicativa. La Cassazione ha già fissato l’udienza per il 1° giugno”.

Per il Pd e per il Movimento difesa del cittadino ha parlato l’avvocato Gianluigi Pellegrino, che sta presentando in Cassazione le memorie per la conferma del referendum:
“La legge appena approvata dalla Camera non vanifica il referendum sul nucleare. Anzi, lo rende ancora più necessario” ha detto in un’intervista a Repubblica.
“Il trucco più eclatante è al comma 5 che, abrogando una norma del 2010, rende di nuovo possibile fare ricorso agli espropri per realizzare centrali nucleari anche da parte di imprese private. Così il governo mantiene vivi i meccanismi che gli servono a costruire nuovi impianti, e tutela gli interessi delle lobby”.
Il referendum, prosegue Pellegrino, “chiede agli italiani di esprimersi contro le norme che rendono possibile l’installazione di una centrale nucleare. Così ha chiarito la Corte costituzionale nella sua sentenza di gennaio. La domanda che dobbiamo porci è: con questa legge sarebbe ancora possibile? La risposta è sì”.