mercoledì 28 novembre 2012

RESILIENZA: UNA NUOVA PAROLA D'ORDINE O UNA MIGLIORE COMPRENSIONE?



Articolo di Karl Wagner, Direttore delle Relazioni Esterne 
presso il Centro Internazionale del Club di Roma

La resilienza è un termine  che è stato utilizzato sempre più nel corso dell'ultimo anno e dintorni. Il suo uso attuale proviene dal dibattito sul clima, dove caratterizza la capacità di un sistema di adattarsi ai cambiamenti indotti dal riscaldamento globale.

In senso più generale la resilienza è la capacità di un sistema di rimanere entro certi limiti ovvero di mantenere l'equilibrio, nonostante le fluttuazioni causate dalle forze esterne. È un sinonimo per definire la capacità di ammortizzare gli attacchi esterni, e una caratteristica necessaria di qualsiasi tipo di sistema. I laghi dotati di un sistema tampone alcalino, per esempio, seppero resistere, negli anni ottanta, alla acidificazione causata dalle piogge acide, mentre laghi meno alcalini e sensibili della Svezia meridionale si acidificarono e divennero privi di forme di vita superiori.

Il nostro mondo è fatto di diversi sistemi interconnessi: i sistemi naturali, i sistemi sociali,  i sistemi finanziari, i sistemi economici,  i sistemi industriali e molti altri.

Quando il sistema finanziario è quasi collassato, si è visto cosa significhi quando un sistema globale non ha una resistenza intrinseca per agire da tampone contro le fluttuazioni. Il sistema finanziario ha dovuto essere salvato a spese della resilienza del sistema economico e dei soggetti interessati (perdita di risparmio significa perdere la resistenza contro le malattie e gli infortuni) e di (per lo più piccole) imprese. 

L'effetto del crollo del sistema finanziario è stato un grande maremoto che ha attraversato il mondo intero e che ha colpito le imprese più grandi: nel 2008, gli amministratori delegati di due delle tre grandi case automobilistiche degli Stati Uniti, General Motors e Chrysler, sono andati a Washington per chiedere aiuti finanziari per le rispettive società quasi fallite. E, stranamente, l'amministratore delegato di Ford, la terza casa automobilistica più grande degli Stati Uniti, li ha accompagnati supplicando il presidente perchè salvasse isuoi concorrenti, il tutto ben documentato nel bellissimo libro di Barry C. Lynn
Cornered- The New Monopoly Capitalism and the Economics of Destruction“.

Lynn è sconcertato: era stato allevato nella convinzione che la Ford sarebbe stata felice, quando i suoi concorrenti fallivano. Ma quello che era successo era che l'industria automobilistica era diventata "orizzontalmente integrata", in modo che tutti i costruttori di automobili potessero comprare le parti di automobili dagli stessi fornitori, per cui se due grandi case automobilistiche uscivano dal business, tale sorte sarebbe spettata anche alla produzione di componenti e di conseguenza  alla terza casa automobilistica.

Lynn ha svolto ulteriori ricerche e ha scoperto che questo "monopolio" ha avuto luogo nella maggior parte del settore nel corso degli ultimi 10-15 anni, soprattutto attraverso fusioni e acquisizioni, e in gran parte è passato inosservato da coloro che non hanno familiarità con uno specifico settore industriale. Ciò ha portato a un campo da gioco industriale dominato a ogni livello da un gruppo molto ristretto di aziende. Questa tendenza, di cui l'industria e il settore finanziario sono così orgogliosi, ha ridotto la diversità a tutti i livelli della produzione e del commercio, e con essa la capacità di recupero dei sistemi industriali. Questo ha creato una situazione, in cui  o tutti stanno in piedi o cadono tutti insieme, come abbiamo visto nel mondo della finanza. 

Lo stesso problema accade probabilmente nei sistemi sociali. Una volta che una forma sociale viene drenata tramite un attacco causato da valori essenzialmente egoistici, è soggetta al collasso e quando si blocca, i  tassi di criminalità, la diffidenza e la miseria umana crescono. La monopolizzazione e la centralizzazione hanno lo stesso effetto: se ci riscaldiamo con il gas russo, poi tutto quello che succede in Russia potrebbe portare a un inverno freddo in Europa. D'altra parte, un sistema energetico decentralizzato fungere da cuscinetto contro qualsiasi tipo di evento. Quindi si dovrebbe cercare di rendere il nostro sistema energetico resiliente. 

Stiamo probabilmente osservando un fenomeno potenzialmente molto pericoloso, e fino ad oggi,  nemmeno riconosciuto: il metodo attuale dell'umanità di trattare i sistemi è quello della continua riduzione della loro capacità di tampone contro le combinazioni di eventi, anche strane e insolite, e ciò aumenta la probabilità di incidenti globali, che interessano interi sistemi in tutto il mondo. 

La Terra era un mondo meravigliosamente complesso prima che l'uomo diventasse la specie dominante. Sembra che questa specie dominante stia cercando di eliminarsi sostituendo la naturale complessità, che garantisce la stabilità, con una banalizzazione seguita da una complicazione, che danno luogo a instabilità.


lunedì 26 novembre 2012

IL COLLASSO FINALE



Mi spiace vedere che nessuno abbia commentato il post sulle DONNE, spiace ma dimostra che siamo un argomento di nessun interesse, a meno che non serviamo a fare profitti & potere.

Tuttavia devo procedere con un altro argomento, suggerito dal dottor Pietro Cambi ex di Crisis, ora seguito dalla assai competente giornalista Debora Billi.

Il dottor Cambi mi ha già autorizzato a fare un post con il suo dolente eloquio.
Una elucubrazione puntata su come stanno andando male le cose...e potrebbero anche peggiorare.


Diario doloroso di un assimilato:
Oggi ho appena scoperto che non basta essere assimilati, per scamparla.
Sono andato a rivedermi l’origine del famoso ( ehm almeno tra noi gente bislacca) principio di Peter: In una data gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello di incompetenza.
Come FORSE sapete, questo primo e famoso principio si accompagna a tre un poco meno famosi, ma strettamente connessi:

1) In una data gerarchia ogni singola posizione tende ad essere occupata da un individuo inadeguato al lavoro che deve svolgere;
 
2) Con il tempo ogni posizione lavorativa tende ad essere occupata da un impiegato incompetente per i compiti che deve svolgere;
3) In una data gerarchia il lavoro tende ad essere svolto prevalentemente da coloro che non hanno ancora raggiunto il propro livello di incompetenza.
Ho sempre pensato che questo sia in realtà un BEST case, perchè postula, ad esempio, l’esistenza di un sistema meritocratico.
Mediamente parlando le cose vanno peggio di cosi.
Ma c'è qualcosa di piu’ interessante: poichè ovviamente i compiti o almeno le competenze necessarie per svolgerli decentemente sono sempre piu’ complessi, via via che si sale i gradini, anche nel migliore dei casi, IN UNA GERACHIA I POSTI DI VERTICE SONO STATISTICAMENTE COPERTI DA INDIVIDUI INCOMPETENTI.
Che questo sia sostanzialmente vero, l’abbiamo sotto gli occhi tutti, almeno di chi li tiene aperti.
Ma c’è di più: Il sistema NEL SUO COMPLESSO è destinato al collasso.
Infatti il quarto e meno noto principio di Peter recita:
«Ogni cosa che funziona per un particolare compito verrà utilizzata per compiti sempre più difficili, fino a che si romperà.»
Notate che è un principio più generale che COMPRENDE gli altri tre.
Soprattutto notate come si lega a quel che ha scritto Tainter sui sistemi complessi o comunque ai casi NOTI di collasso di sistemi complessi.
Le cose stanno proprio cosi. Ad ogni livello del sistema, QUALUNQUE sia il sistema preso in considerazione, umano o naturale, ad ogni livello COMPLESSO formato da sistemi di sistemi ed ovviamente anche al livello massimo, al sistema dei sistemi dei sistemi chiamato Terra.

Stiamo adoperando la nostra società per compiti sempre più difficili e non funziona più. In più chi è ai vertici non è in grado di gestire la cosa, essendo incompetente.
Stiamo adoperando IL NOSTRO PIANETA allo stesso modo.
Come si può scappare dal collasso?
O con la decrescita ( fare cose piu’ semplici, in minori quantità).
O con la sostituzione dei vertici ( mettere persone più brave che non hanno ancora raggiunto il loro livello di incompetenza).
O con tutti e due.
Abbiamo poco tempo, direi la terza che ho detto.
Ma, per la legge di Peter, questa evenienza è estremamente remota.
Colui che arriverà a poter decidere cosa fare, NON SAPRA’ FARLO.
Se ci pensate, diecimila anni di civiltà ci danno proprio questa risposta: i casi di competenti al comando è cosi rara che questi pochi sono GLI UNICI che fanno avanzare le cose.
Per davvero: quelli di Peter sono dei postulati .
Come quelli euclidei.


venerdì 23 novembre 2012

PIANETA SENZA DONNE





Il Corriere della Sera ha scritto un articolo IMPORTANTE che si chiama LA STRAGE DELLE DONNE. Le donne uccise in Italia, ogni anno.
Prima di far seguire l'articolo, dico solo una cosa:
CLICCATE SU STRAGE DELLE DONNE e leggetelo là, perchè là ci sono tutte le foto di tutte le donne uccise e cliccando su ogni volto avrete la loro personale storia di orrore e violenza.
In India nel 2011 sono scomparse tre milioni di bambine, per infanticidi o aborti selettivi. E non solo nelle "misere campagne". A fare questi orrori da mentalità maschiocentrica sono anche le ricche e laureate cittadine indiane.
Inutile andare verso il TERZO MILLENNIO, con propositi roboanti di crescita (MAH) trattando le donne come OGGETTI. O peggio, meno degli oggetti.
ECCO L'ARTICOLO, ma poi andate sulla ventisettesima ora del Corriere e leggete le storie.
Una donna uccisa ogni due giorni e mezzo. Da un fidanzato o un marito incapace di vivere senza di lei o di accettare la richiesta di maggiore libertà e autonomia. Oppure, in percentuale minore, per motivi che non nascono all’interno della coppia. Questo dicono i dati della nostra inchiesta. 115 donne dall’inizio dell’anno e di queste 74 vittime di mariti e fidanzati. L’anno scorso erano 127. Su tutti i numeri dominano quelli svelati dalla relatrice Onu Rashida Manjoo: in Italia la violenza domestica è la prima causa di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni.

Ma il 2012 potrebbe essere un anno speciale grazie alle iniziative anti-violenza nel nostro Paese. La Convenzione «No more violenza sulle donne», per esempio: promossa da un cartello di associazioni, e aperto all’adesione dei singoli, da sempre impegnato perché le donne smettano di essere protagoniste della cronaca nera. I gruppi della Convenzione chiedono di poter incontrare il premier Mario Monti domenica 25, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Un incontro per chiedere il suo impegno affinché il binomio violenza-donne sia fra le priorità dell’agenda di governo e perché si promuovano politiche attive di prevenzione e di sostegno alle iniziative anti-violenza. Le associazioni che hanno firmato la Convenzione hanno il plauso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che le ha ringraziate «per l’impegno profuso».


Fra i molti temi sui quali secondo la Convenzione è necessario lavorare per creare più diritti e più protezione per le donne ce ne sono quattro molto importanti: giustizia, mass media, diritto di famiglia e centri contro la violenza. Tutti e quattro affrontati dalle inchieste condivise che le giornaliste del Corriere della Sera hanno scritto e pubblicato nei mesi scorsi. La «27esima ora», il blog al femminile del Corsera, ha raccontato e amplificato le storie delle donne che sono finite sul palcoscenico della cronaca per le violenze subite, ha approfondito le esperienze dei centri contro la violenza, ha prodotto idee e contributi sulla questioni culturali oppure su quelle pratiche perché non si ripeta ogni anno la strage delle donne.






giovedì 15 novembre 2012

VIVA L'ITALIA



Il governo tecnico è troppo occupato per accorgersi delle sofferenze italiane.
Tira dritto, ha lo spread come traguardo...non si occupa del terremoto dimenticato dell'Emilia Romagna, delle alluvioni dimenticate del Veneto e della Liguria di due anni fa sempre a novembre, 2010 il Veneto, 2011 la Liguria.

Anche questo novembre 2012, la bellissima Toscana sta soffrendo le pene dellinferno.

Ma non dite che è la Natura maligna, queste sono scemenze da giornalisti generalisti, da fighette mediatiche, le stesse che dicono "OH FA CALDO ALLORA E' BEL TEMPO". Ma il caldo eccessivo del 2012 non è assolutamente da definirsi BEL TEMPO.

Siamo a novembre e ci sono temperature MOLTO sopra la media stagionale.
Cambiano i cicli dell'acqua e dell'aria, ovvero cambia tutto quello che è l'ambiente fisico, quello da cui prendiamo TUTTO. 
Non siamo un'isola come l'Irlanda, dove esaurita quella, si sbarca in altri luoghi a trovare risorse per vivere.

Abbiamo solo questo pianeta, e anche se ci fossero altri pianeti simili a questo, COME CAVOLO CI ARRIVIAMO?

Usando il petrolio???

lunedì 5 novembre 2012

GUARDATI LE SPALLE








Dobbiamo preoccuparci del cambiamento climatico e non della crescita economica o di al-Qaeda.

L'uragano Sandy sembra proprio un fatto "calzante" per gli States.

La Nazione che utilizza la maggior parte del petrolio, che ha prodotto la maggior quantità di emissioni di biossido di carbonio, e che, per decenni, ha sempre negato l'esistenza del cambiamento climatico, ha ricevuto lo schiaffo necessario. Con decine di morti, le principali infrastrutture crollate e miliardi di dollari di danni, l'uragano Sandy è stata la sveglia di cui l'America aveva bisogno. Più di tutto, è stato un evento su cui tutti noi dobbiamo prestare attenzione. E' ora di smettere di sprecare soldi per le guerre finte e di iniziare a spendere per proteggerci da una minaccia assai più grave.

Nel mese di ottobre 2012, ho partecipato alla Assemblea Generale del Club di Roma, a Bucarest. Sono stati presentati i dati più recenti sugli effetti del cambiamento climatico, ed erano terrificanti. Previsioni fatte solo cinque anni fa si sono rivelate completamente sbagliate. Nel 2007, gli scienziati avevano stabilito che l'Artico sarebbe stato privo di ghiaccio entro la fine di questo secolo. Tuttavia, al ritmo attuale di fusione, l'Artico sarà privo di ghiaccio durante l'estate, a partire dal 2015, e sarà completamente privo di ghiaccio, tutto l'anno a partire dal 2030.

Ad ogni buon conto, questa non è la preoccupazione principale, poichè si parla di ghiaccio galleggiante. Quando si scioglie non aumenta il livello del mare. La vera preoccupazione è la banchisa della Groenlandia, il cui tasso di scioglimento è senza precedenti. Se scompare anche gli effetti saranno catastrofici. I livelli dei mari di tutto il mondo si alzeranno di sei o sette metri, distruggendo città come New York, Londra e Shanghai. L'aggiunta di tanta acqua fredda dolce nei mari modificherà le correnti oceaniche e i modelli metereologici in modi che si riesce a malapena ad immaginare. Nello stesso tempo, l'aumento delle temperature nell'emisfero settentrionale portano a rischio di fusione gran parte del permafrost siberiano, e questo porterà al rilascio di enormi quantità di metano intrappolato nei ghiacci, accelerando ulteriorimente la velocità del cambiamento climatico. Questo rischia di avviare una reazione a catena, che non potremo fermare.

Gli effetti di ciò che stiamo facendo al Pianeta sono tutti intorno a noi. Dalle tempeste e inondazioni di quest'anno, alla siccità record. Dal 1980, il numero di catastrofi naturali è aumentato da una media di 400 volte l'anno, adesso quasi 1000, secondo Munich Re. Ironia della sorte, il Nord America è uno dei luoghi più colpiti dagli  "eventi meteorologici estremi" rispetto altrove.

Abbiamo bisogno di apportare modifiche urgenti al nostro modo di vivere, se si vuole evitare una crisi. I cambiamenti previsti adesso non riguardano soltanto i nostri figli e nipoti, riguardano tutti noi.

Quando pochi anni fa si fecero delle previsioni, gli scienziati dissero che sarebbe andato tutto più o meno bene se potevamo limitare l'aumento della temperatura media globale a 2° C. Eppure, quel bersaglio l'abbiamo già mancato, perchè non abbiamo fatto nulla per fermare il danno che stiamo facendo, con la conseguenza che la quantità di gas effetto serra che viene rilasciato in atmosfera ha continuato a crescere. Senza un cambiamento, ora stiamo andando verso una 4° C di aumento, ovvero la temperatura media della Terra tornerà ai livelli di 40 milioni di anni fa. Questo farà sì che l'Antartide si sciolga un po' troppo e il livello del mare cresca di 60-70 metri. Le siccità e inondazioni che intanto si verificheranno durante questa strada, renderanno il Pianeta virtualmente inabitabile.

Questi cambiamenti sono accaduti e stanno accadendo, sebbene ripetutamente negati e ignorati,  e nel frattempo abbiamo combattuto due guerre senza senso. La prima è stata la lotta per la Crescita. I governi di tutto il mondo hanno speso migliaia di miliardi, cercando di sostenere le loro economie, per farle crescere e mantenere i consumi. Nel fare ciò siamo stati indirizzati a scavare sempre più materie prime nel Mondo e consumare cose di cui non avevamo bisogno, così facendo abbiamo apportato modifiche al clima anche peggiori.

La seconda guerra senza senso è stata la guerra al terrorismo. Secondo uno studio condotto dalla Brown University lo scorso anno, il costo in America nei primi dieci anni dopo l'unidici settembre è stato intorno ai quattro trilioni di dollari (un trilione è un miliardo di miliardi n.d.r.). Ancora più trilioni sono stati spesi in Europa e altrove. Durante tutto questo tempo, ci sono stati solo 251 decessi legati al terrorismo nel mondo sviluppato e nessuno negli Stati Uniti.

Nello stesso periodo, decine di migliaia di persone sono state uccise dai cambiamenti climatici. Secondo Munich Re, 30.000 persone sono state uccise nel solo Nord America, tra il 1980 e il 2011 a causa di eventi meteo correlati.

Per più di un decennio siamo stati a caccia del demone sbagliato. La più grande minaccia alla nostra esistenza non è la mancanza di crescita economica, né al-Qaeda.

E' la Terra stessa.

A meno che non si impari a trattarla con rispetto, e a iniziare a rispondere ai segnali che ci sta inviando, la Terra ci estinguerà tutti.
Graeme Maxton


Siamo a pochi giorni dalla elezione del nuovo presidente degli U.S.A. (il 45esimo). Nè Obama, nè Romney brillano molto per attenzione al PROBLEMA del cambiamento climatico.

Non sembrano possedere il senso della realtà.

Monti era in Afghanistan il 4 di novembre, per facilitare relazioni economiche, visto che quel Paese è pieno di materie prime (ancora scavare e scavare e scavare...).

Non so se qualcuno di voi, per causa di malattie è stato obbligato a stare a casa, e non potendo fare altro (se uno sta male, sta male) si è messo a  guardare i telefilm tedeschi di Rosamunde Pilcher

Dei disgustoni papponi inguardabili, una specie di aggiornamento delle storielle di Liala.

Storie con problemi di ricchi, un Mondo fatato, dove i lussi e gli agi sono sempre previsti come dati di fatto.

Il Mondo da DUE MILIARDI, non quello da oltre sette miliardi, dove, forse la Cina ci sta ripensando sulla legge sull'unico figlio.




domenica 28 ottobre 2012

CLIMA ESTREMO? ESTREMI RIMEDI...



Molto B.A.U. ma molto interessante questo breve filmato del Munich Re Geo Risk Resaerch.
I rischi meteorologici stanno aumentando in Nord America molto di più che in qualsiasi altro luogo del mondo. Le conseguenze sono drammatiche. Ogni anno gli eventi climatici estremi causano danni sempre più ingenti.

Il professore Peter  Hoeppe, capo del Munich Re Geo Risk Research al Corporate Climate Center, studia i pericoli e i rischi che stanno sotto questi fenomeni naturali. In Nord America si trovano TUTTI i fenomeni climatici estremi (tornado, grandine, siccità, incendi, tempeste invernali e uragani) che portano a fortissime perdite economiche.

Tra il 1980 e il 2011 il numero di perdite legate a fenomeni climatici estremi è quasi quintuplicato in Nord America, a fronte di un fattore di perdite pari a 4 in Asia, 2,5 in Africa e 2 in Europa. Solo nel 2011, anno dei tornado, i grandi temporali hanno causato perdite complessive per 47 milioni di dollari.

Uno dei maggiori pericoli è rappresentato dai cicloni tropicali, come l'uragano Andrew. Il 2012 è il ventesimo anniversario di questo uragano devastante. Il continuo aumento dei fenomeni climatici estremi non è causato solo dall'aumento della popolazione, ma anche da variazioni climatiche come El Nino e La Nina che modificano la temperature della superficie degli oceani.

Per le tempeste tropicali è molto importante la temperatura di superficie del mare perchè determina l'evaporazione dell'acqua in atmosfera. Questo vapore acqueo è il combustibile degli uragani. Più alte sono le temperature dei mari e maggiore il rischio di uragani intensi. Il riscaldamento degli oceani è globale ma in questo report hanno valutato l'aumento significativo delle temperature dell'Oceano Atlantico. Il motivo?

Problemi per i premi assicurativi.

Per le compagnie di assicurazione, con il cambiamento climatico, aumentano le incertezze sui rischi naturali. Gli eventi climatici estremi portano a enormi perdite di denaro per le assicurazioni che a loro volta aumentano i loro parametri assicurativi. Il tutto ricade sui consumatori che pagheranno premi assicurativi sempre più alti.

Il Munich Re Geo Risk Research, forte di 40 anni di esperienza alle spalle di studi nel settore dei cambiamenti climatici, ha proposto un report sugli eventi climatici estremi in Nord America fornendo una analisi complessiva sulle perdite condizionate dalle variazioni climatiche naturali antropogeniche; il tutto ai fini assicurativi.

Nel report emergono principi e concetti di base che stanno dietro ai rischi atmosferici e quindi sull'impatto che avranno nelle assicurazioni contro i rischi naturali.

Ricordo che lo Stato americano del North Carolina con governo repubblicano ha vietato per legge il cambiamento climatico al fine di agevolare le compagnie assicurative.  Con la famosa Legge Struzzo (così chiamata dall'opposizione democratica) fu imposto di ignorare il parere della Commissione sulle risorse costiere che, in base a studi climatici, avvertiva del possibile rialzo di un metro del mare entro il 2100 e di considerare, invece, come limite massimo, i 20 cm relativi al precedente secolo. Tutto questo, molto Bretton Woods, per tenere bassi i premi assicurativi e i costi della costruzioni costiere. Una legge confermata a fine luglio 2012 dal Governatore, divenendo esecutiva. 

Aggiungiamo, a tutto questo, le preoccupazioni della Banca Mondiale (sorella di latte del FMI).

In questo articolo del 24 ottobre 2012, la Banca Mondiale ha invitato i produttori di petrolio di tutto il Pianeta a ridurre il flaring gas associato alla produzione di petrolio del 30% entro il 2017. 

Il flaring gas è il gas prodotto in eccesso nei giacimenti petroliferi che usualmente era bruciato in torcia.

La Banca Mondiale guida una partnership mista pubblico/privata denominata GGFR (Global Gas Flaring Reduction) per ridurre tale modalità di uso del gas naturale. La partnership è stata lanciata nel 2002 al Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, assieme al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e promuove normative che possano superare le difficoltà legate alle infrastrutture insufficienti di distribuzione del gas e quindi allo scarso accesso ai mercati energetici locali e internazionali, in particolare nei paesi in via di sviluppo.

In sintesi questa era una pratica comunissima fino a pochi anni fa. Si vedevano sin da lontano le fiamme perenni sulla sommità delle torri petrolifere.

Tale pratica ha portato a bruciare ingentissime quantità di gas (che poteva invece essere diversamente utilizzato) con conseguente produzione di enormi quantità di biossido di carbonio, di anidride solforosa e di protossido di azoto, che hanno contribuito notevolmente all’inquinamento atmosferico del pianeta.

Per rendersi conto del problema a livello planetario, basterebbe osservare la Terra in un’immagine da satellite notturna: i fuochi che ardono in corrispondenza delle principali aree petrolifere sono un’evidenza che non passa inosservata!

La riduzione del SOLO 30% del flaring gas entro il 2017 porterebbe a una riduzione delle emissioni di CO2 pari alla sparizione di 60 milioni di automobili dalla strada. 

Rachel Kyte, Vice Presidente della Banca Mondiale per lo sviluppo sostenibile (N.D.R. eh, si hanno anche questo) sostiene che serve energia in molti paesi, che una persona su cinque del pianeta non ha elettricità e quindi non ci si può più permettere di sprecare questo gas. Di conseguenza dovranno prendere decisioni che  riducano la pratica del gas flaring lungo intera catena del gas. Ovvero dovranno essere aumentate le infrastrutture di distribuzione soprattutto nei paesi in via di sviluppo. E cogliere (oh yeah) opportunità di business (mica solo ridurre le emissioni).

Sono tre gli obiettivi da centrare entro il 2030, vale a dire, fornire l'accesso universale all'energia, compresa l'energia elettrica e combustibili puliti per cucinare, arrivare al doppio della quota rinnovabile di energia dal 15% al ​​30% del mix globale, e raddoppiare il tasso di efficienza energetica. 

L'energia a basso costo diventerà sempre più una rarità. 
Gli eventi climatici estremi che abbiamo causato con l'energia fossile a basso costo bruciata da oltre due secoli però non sembrano fermarsi.

ANZI.

martedì 23 ottobre 2012

TRANSIZIONE IN GERMANIA

 


Grazie a Max Rupo.

Ultimamente i tedeschi sono circondati da vapori d'odio europei.
Troppo primi della classe, sempre con il ditino in alto similfornero. Antipatici.

Però.

Loro non hanno Fioriti e Formigoni, non hanno avuto Berlusconi con truppa d'assalto minettisapiens.


Loro, i loro politici intendo,  chiedono al Parlamento sovrano se possono o devono modificare leggi e Statuti.


Qui, nei nostri media, si parla di cronaca nera, gossip, un po' di economia spicciola (quella delle crescita e dello sviluppo), MA COMUNICAZIONE AMBIENTALE no, non sia mai.

Meglio fare ALLARMISMO, meglio avere un esercito di NYMBY causati dalla mancanza di comunicazione seria e scientifica.

Così la gente si sfoga e perde di vista la realtà.

In Germania invece fanno VERA comunicazione.

Come dice questo blogger, Emilio D'Alessio,  da cui è stato tratto il video poi sottotitolato IN ITALIANO da Max Rupalti:

L'ONG tedesca /e-politik.de/ ha realizzato un video in inglese sul tema della Transizione Energetica in Germania. Semplice e diretto. Molto tedesco, molto concreto. Dura nove minuti. Raccomandato.

Daniela 

venerdì 12 ottobre 2012

Take AIM at climate change

 

Traduzione di Massimiliano Rupalti che ringrazio tantissimo per l'eccellente lavoro!!


Un piacevolissimo video rapper della NASA che spiega perchè dobbiamo MIRARE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO.

MIRARE, ovvero
adattamento
innovazione
mitigazione.
Perchè DEVE ESSERE LA NOSTRA UNICA PRIORITA', perchè la nave Terra sta morendo e con lei moriremo tutti.

Kyoto aveva previsto che avremmo dovuto fermare il riscaldamento della temperatura media della Terra (quella stabilizzata da millenni è di 14°) al massimo entro 2°. Siamo intorno a 1° di aumento e già ci sono implicazioni globali evidenti e palesi. In realtà rischiamo di superare quei 2° con rischi ed effetti assolutamenti non prevedibili, se non che sarà un disastro globale.
Il clima della Terra è cambiato molte volte in risposta a cause naturali. Tuttavia, dal 1900 (non due giorni fa, ma quando la pressione dell'uso dei fossili causata dalla rivoluzione industriale ha cominciato ad essere significativa), il nostro clima è cambiato rapidamente a causa di persistenti artificiali cambiamenti nella composizione dell'atmosfera e di uso del suolo.

Che ognuno di noi può fare MOLTISSIMO, diffondendo queste informazioni, può pensare al Futuro, alle prossime generazioni.
Tale presa di coscienza dovrà, prima o poi,  fare massa critica contro chi nega l'evidenza e continua a usare fonti fossili con il noto impatto sulle temperature globali.

Scusate non vi da la nausea sentire qualcuno che sostiene che l'Olocausto non sia mai esistito?

Olocausto è una parola derivante dal greco ὁλόκαυστος (olokaustos, "bruciato interamente"), a sua volta composta da ὅλος (olos, "tutto intero") e καίω (kaio, "brucio"), ovvero BRUCIO TUTTO INTERO.

Mi pare applicabile al caso
del cambiamento climatico.

Quindi speriamo che prestissimo venga la nausea a tanti quando qualcuno dirà che il cambiamento climatico non c'è, che si può continuare a consumare fossili allegramente (il mefitico B.A.U.) che lo sviluppo e la crescita infinita sono possibili come le cavolate finanziarie fatte di bit e non di cose fisiche, con gli occhi rivolti solo a quel billion di fortunelli a cui apparteniamo.

La Terra però è una sola, se brucia la cucina a breve brucerà il  soggiorno.




mercoledì 26 settembre 2012

CLIMATE CONSENSUS


Ci sono tre stadi per arrivare a fornire una risposta al cambiamento climatico detto anche Climate Change.

Il primo stadio è quello della rilevazione e analisi del problema: sono più di cinquantanni che tale analisi  prosegue da parte di un vasto esercito di scienziati.
Si può affermare, con certezza, che il problema esiste ed è grave.
Il clima sta cambiando, rapidamente, troppo rapidamente.
Gli scienziati non si aspettavano un cambiamento così esponenzialmente rapido. Le temperature globali sono troppo alte. Una evidenza globale degli effetti del Cambiamento Climatico è che l'Artico si sta sciogliendo oltre a fenomeni meteorologici estremi, desertificazione, innalzamento dei mari, diffusione di malattie tropicali.

Il secondo stadio, molto difficile, è quello del consenso, ovvero di trovare strade che rendano chiaro alla maggior parte delle persone e soprattutto dei decisori politici assieme ai loro forzanti economici che occorre risolvere il problema del cambiamento climatico.
Occorre il consenso dei decisori politici e poteri economici di tutto il Pianeta, perchè il Climate Change non è un problema locale, anzi. L'energia primaria globale utilizzata dalla civiltà umana è ancora quella fossile. Nel 2009 l'energia è stata all'88% derivata da petrolio (35%) carbone (29%) e gas naturale (24%), un flusso venti volte superiore di quello del XX secolo.
I paesi emergenti o poveri hanno un consumo di energia procapite decisamente basso rispetto ai consumi procapite di U.S.A. e Canada: 300 gigajoule verso i 70 gigajoule della Cina raggiunti nel 2010 che nel 1976, alla morte di Mao erano 20, o l'Etiopia con meno di 2 gigajoule. L'Europa e il Giappone consumano circa la metà degli USA  e Canada, eppure non hanno meno salute, ricchezza, sicurezza e istruzione. E' solo spreco, senza miglioramenti di Civiltà.
La spinta verso il consumo energetico è uno scoglio difficile da abbattere, eppure sarebbe il suo abbattimento il modo più veloce per arrivare al consenso.
La ricerca di soluzioni come nuove fonti energetiche non ha risolto il problema principale ovvero che la transizione a un nuovo regime energetico non è fattibile in pochi anni, ma in generazioni, e richiede un cambio di paradigma, per un uso più oculato dell'ennergia.
Propaganda e media non fanno chiarezza sul rischio per la civiltà umana. Molti scienziati  sostengono che si sta avvicinando il punto di non ritorno (superamento del biossido di carbonio oltre le 450 ppm), un limite di concentrazione atmosferica di CO2 per non superare un incremento di temperatura di 2°, un limite oltre il quale potranno esserci effetti disastrosi dei cambiamenti climatici.
Quattro o cinque anni, non di più.
Nell'Antropocene ci fu un consenso globale ma si trattò di  un consenso imposto dai Poteri economico e finanziari. Fu nel 1944 a Bretton Woods, dove i capitalisti di tutto il mondo vollero aprire un mercato globale, cautelandosi con l'imposizione di precise regole del gioco. Questa imposizione fu poi rinominata nel 1989 il WASHINGTON CONSENSUS. Una modalità di rapina delle risorse planetarie parte in causa del cambiamento climatico. Ci sono già i RIFUGIATI AMBIENTALI.

Il terzo stadio è quello della risposta. Più tempo si aspetterà al secondo stadio e più difficile e ingegneristica sarà la risposta. Anzi geoingegneristica.
Secondo Vaclav Smil, distinguished professor all'università del Manitoba, studioso delle interazioni tra energia, ambiente, cibo, economia, popolazione e tecnologia, non è stata trovata nessuna nuova vera soluzione energetica che sia una vera risposta per fermare il cambiamento climatico. Il nucleare no, oltre ai rischi e alla diffidenza post Fukushima, non è modulabile, le rinnovabili sono intermittenti e ancora con un differenziale di fattore di capacità con il fossile assai elevato; il fattore di capacità misura la percentuale di tempo in cui un impianto di produzione di energia è alla massima potenza. Nel 2009 le centrali a carbone degli USA avevano una media del 74% mentre le centrali nucleari del 92%. Le turbine eoliche arrivano al 25%, e in EU, tra il 2003 e il 2007, erano sotto al 21%, mentre il più grande impianto fotovoltaico spagnolo arrivava al 16%. Poi servono reti di trasmissione e costano tempo e denaro per essere costruite. Nemmeno la CCS (carbon capture and sequestration) è una soluzione perchè, dice sempre Vaclav Smil, per immagazzinare solo un quinto delle attuali emissioni di biossido di carbonio si dovrebbe creare una filiera industriale mondiale di assorbimento-raccolta-compressione-trasporto-stoccaggio la cui capacità produttiva dovrebbe essere più grande del 70% rispetto al volume attuale di greggio gestito deall'industria petrolifera, la cui immensa infrastruttura di pozzi, oleodotti, stazione di compressione e di stoccaggio è stata costruita nell'arco di generazioni.
Tecnicamente è possibile, ma non in tempo utile a prevenire un aumento della CO2 oltre le 450 ppm.
E l'industria petrolifera ha costruito tale enorme e vasta infrastruttura PER PROFITTO, mentre l'immagazzinaggio sarebbe UN COSTO che i contribuenti delle Nazioni Ricche dovrebbero accollarsi. 
Se la CCS non aumenterà di scala verrà proposta l'OPZIONE ESTREMA dei progetti di GEOINGEGNERIA.
Si può prevedere che un intervento di geoingegneria come l'immissione deliberata e prolungata (decenni? secoli?) di milioni di tonnellate di gas dello zolfo in alta atmosfera, in modo da creare aerosol che abbassa la temperatura, solleverà molti dubbi.
E non solo dubbi da complottisti tipo "scie chimiche", soprattutto dubbi di ragione geopolitica, quali, sostiene Smil, far digerire ai mussulmani radicali flotte di aereocisterne americane che spruzzano goccioline solforiche sui loro territori e le loro Moschee.

Quindi l'unica risposta fattibile appare essere IL RISPARMIO ENERGETICO  e l'USO DELLE ATTUALI TECNOLOGIE DI EFFICIENZA ENERGETICA.


Una nota sorprendente per finale: lo Stato americano del North Carolina con governo repubblicano ha vietato PER LEGGE il cambiamento climatico. La Legge Struzzo (così chiamata dall'opposizione democratica) impone di ignorare il parere della Commissione sulle risorse costiere che, in base a studi climatici, avvertiva del possibile rialzo di un metro del mare entro il 2100 e di considerare il valore massimo di 20 cm, come quella del secolo scorso. Tutto questo, molto Bretton Woods, per tenere bassi i premi assicurativi e i costi della costruzioni costiere. Una legge confermata a fine luglio da Governatore, divenendo esecutiva.


FONTI.
Le Scienze - settembre 2012:  Energia: l'illusione delle soluzioni facili di Vaclav Smil. 
Le Scienze - settembre 2012:  L'energia di domani di Marco Cattaneo.
Le Scienze - settembre 2012:  Il North Carolina ferma il mare per legge di Alex Saragosa.

Daniela