sabato 30 aprile 2011

Delirio o follia ?

Arrivo un po’ in ritardo: il giovedì sera, come di consueto, c’è Annozero, ma siccome di tanto in tanto ho una serata tra amici in birreria, non volendo rinunciare ad uscire lo registro, alla vecchia maniera, sul VHS. Potrei anche decidere, e qualche volta l’ho fatto, di guardarlo in streaming sul web, ma il videoregistratore mi dà più sicurezza, soprattutto a causa del servizio di banda larga che lascia a desiderare.
Decido di riguardarlo il venerdì seguente, alla sera, con comodo.
Inizio con Beppe Grillo nell’anteprima, incazzato nero, solite cose. Con le quali sono per altro d’accordo. Di Pietro, Travaglio, Bonelli dei Verdi, Lupi, e una new entry, mai visto prima, tale Franco Battaglia, distinto signore che sfodera una pelata simile alla mia…
Mi venisse un colpo!
Questo Battaglia sostiene cose assolutamente straordinarie, e ci ha pure scritto un libro con la prefazione, niente popò di meno che, di Silvio Berlusconi ! … !
«Acciderbolina!» mi son detto «ma B. si è messo pure a scrivere le prefazioni?!?»... Si, lo so che B. ha pure scritto un libro, ma lo avrà scritto veramente lui ?

Il signor Franco Battaglia sostiene che:
«le fonti di energie rinnovabili sono una truffa»
«le scorie radioattive, se adeguatamente trattate, non sono pericolose»
«tutti gli stati che ospitano centrali nucleari, hanno siti di stoccaggio sicuri»
«che a Fukushima non c’è affatto stato un incidente grave»
Ed infine, udite udite,
«nel disastro di Chernobyl ci sono state  zero vittime».

Tutto ciò è uscito dalla sua bocca, mentre la mia rimaneva costantemente spalancata, salvo poi, riformulare un po’ meglio sulle vittime di Chernobyl, dicendo che erano morte “solo” cinquanta persone, ma solo tra i soccorritori che hanno avuto contatto diretto con la parte più contaminata della centrale, ma che tra la popolazione, anche questo lo ha detto veramente «non ci sono state vittime a causa delle radiazioni».
Travaglio se la rideva, mancava solo che lo mandasse a quel paese; Bonelli era indignato, furibondo; Lupi era chiaramente in imbarazzo, e ‘tte credo! Molto bravo, a dissimulare, ma se me ne sono accorto io, spero che anche sti pidiellini che votano B. si siano resi conto (quelli che hanno seguito la trasmissione, e cioè pochi) di cosa sottoscrive Berlusconi: un libro che pretende di essere un saggio, ma che evidentemente è un delirio scritto da…
Franco Battaglia
Ma chi è Franco Battaglia ???

giovedì 28 aprile 2011

LA SPESA DEL PREMIER


Oggi ne ho sentita una nuova (si fa per dire).

Berlusconi, finto primo ministro degli italini e vero piazzista di se medesimo, ha firmato un accordo in francese con Sarkozy, senza la dovuta traduzione.

Non è che lui conosca a menadito il francese per cui può farlo, sono leggi diplomatiche.

In realtà qualcuno (dalla Lega...dai che ci siamo) sospetta accordi extra funzione, tipo consentire al vecchio buffone miliardario di allargare le sue merdose televisioni in Francia.

Da quando è in politica è palese il motivo per cui ci ha dovuto andare, molti di quelli che fan parte della sua corte dei miracolati stanno dietro alle sue puzze per raccogliere prebende e denari, molti di coloro che lo votano (e anche ahimè di chi non lo vota) lo fa per assomiglianza, perchè non paga le tasse, vuole trombarsi minorenni e nasconde desideri di fare soldi a palate infischiandosene del futuro anche dei propri figli e progenie.

Lui da vero venditore di auto usate ha saputo colpire la pancia degli italiani e grazie a quella ancora lo ascoltano e lo votano.

Passiamo alla testa o a ciò che ne è rimasto, dopo lo sfacelo delle scuola pubblica e l'invazione del Grande Fratello e delle Isole.

MANDIAMOLO ALMENO IN PENSIONE DEFINITIVA SE NON RIUSCIREMO A METTERLO IN GALERA.

mercoledì 27 aprile 2011

GLI OUTING DEL "PREMIER"


A quanto pare, appena arrivato a Parigi, Sarkosy l'ha cazziato.

Non gli era piaciuta la prima pagina di "PANORAMA" con lui vestito carnascialmente da Napoleone.

Questo deve aver destabilizzato il vecchio rimbambito miliardario che ci trasforma in zimbelli all'estero e che si definisce "premier".

Lui, venditore "DOOR TO DOOR", non sa nulla di come si comporta uno Statista, e sebbene in Europa non ci sia un granchè nemmeno dalle altre parti (Camerun, Sarkozy e Merkel in ordine di valore crescente ma in valore assoluto assolutamente mediocre), lui riesce sempre a fare delle figure di merda spettacolari.

Adesso ha fatto pure incazzare il Bossi.

Bossi (sarebbe l'unico ad avere idee peccato sprecate per uno spazio geografico/mentale così limitato), preoccupato della sua cazzo di Padania e di MILIONI di tunisini che vorranno invaderla a causa del limite posto da Sarkozy, ecco che sta pensando di far saltare il Governo.

Poi non è certo perchè B. ha sempre un sacco di soldi.

B. cede Parmalat alla Francia e gli regala pure Draghi (io non ho capito cosa succederà a me e a quelli come me in queste scelte, perchè nessuno me le spiega) e, dice il bossi, si becca tunisini (tra cui magari suppone di trovare qualche gnocca, unica sua fissa) e pure costi militari per andare a sbombardare in Libia.

E anche un licenziamento di un grosso papavero italiano per far posto a un francese.

Molti dicono Francia Italia 4 - 0, un motivo ci sarà.

Eppure in due non arrivano ai tre metri.

Eppure sono I CAPI.

Sgridato e preso per il culo, il nostro paralitico ultrasettantenne rincoglionito premier, ha creduto di fare lo Statista con il nostro futuro e le nostre vite.

Ha accettato tutto da Sarkozy (basso uguale ma più giovane di ventanni), Schengen, tunisini, Libia, Parmalat, Draghi.

Tutto pur di comparire sorridendo falso su tutti i giornali.


MA HA ANCHE FATTO OUTING.
SUL NUCLEARE.


I SOSPETTI DELLE OPPOSIZIONI ERANO VERI.

Sarkozy, in cambio di un accordo sull'immigrazione e di una posizione comune su Schengen, gli ha chiesto di onorare l'accordo capestro sui reattori francesi Epr e allora Berlusconi ha sputato la verità sul nucleare:

«Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo. La gente era contraria, fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare. Coaì abbiamo deciso di aspettare "uno o due anni" perché si tranquillizzino. Abbiamo appreso che la tragedia di Fukushima in Giappone ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire. Il governo quindi responsabilmente ha ritenuto di introdurre questa moratoria sul nucleare per far sì che si chiarisca la situazione giapponese e per far sì che magari dopo un anno o due si possa ritornare ad avere un'opinione pubblica consapevole della necessità di tornare all'energia nucleare».


UN VERO BASTARDO.

MA ANCHE IDIOTA.

ALMENO SPERO.

domenica 24 aprile 2011

Il Primo Cerchio





Un augurio di vera rinascita, di riscatto dalla corruzione che ci attanaglia, riscatto dai falsi ideali e dalla loro assenza, come in un primo, nuovo circolo di speranza, prendiamoci la mano, anche solo virtualmente e diffondiamo e facciamo si che si diffonda la capacità di discriminare ciò che è giusto da ciò che è sbagliato perché distruttivo, la consapevolezza e la coscienza di unità tra popoli che solo a loro favore può andare. Un circolo di rinascita intellettuale che spazzi via ogni dubbio sull’appartenenza dell’uomo alla natura e, quindi, tornare ad essa, senza rinnegare ciò che di buono si è conquistato, ma con rinnovato e profondo rispetto per essa; con rinnovato e profondo rispetto per la Vita. Auguro all’umanità ad al mondo intero un primo passo verso l’azione che chiuderà il cerchio delle nefandezze perpetrate da pochi ed apra il primo cerchio di azioni volte al bene di tutto l’universo, al quale, ne sono certo, ne seguiranno altri.

venerdì 22 aprile 2011

Cui Prodest?


Una delle leggi più assurde degli ultimi anni (ed è una gara dura perché di leggi assurde ne sono passate molte negli ultimi anni), è quella approvata qualche giorno fa (il 13/04/2011) al senato e detta impropriamente del processo breve (in verità sarebbe più corretto chiamarla del processo troncato). Tra i votanti ci sono stati anche 6 senatori dell'opposizione, ma questi con chi stanno realmente?
La stessa cosa è accaduta in molte altre occasioni, ci ricordiamo soprattutto di quella del 14 dicembre, quando alcuni, che teoricamente erano all'opposizione, hanno votato a favore del governo; oppure quando si doveva decidere di accorpare i referendum con le amministrative (risparmiando oltre 300 milioni e rendendo molto più probabile il raggiungimento del quorum), sarebbe bastato un solo voto per farcela e quel giorno mancavano ben 10 deputati dell'opposizione, ma questi da che parte stavano in realtà?
Pochi giorni fa è stato sequestrato e poi ucciso il pacifista Vittorio Arrigoni, da chi? Ufficialmente da cellule impazzite di un'organizzazione ultraislamica. Ma come stanno realmente le cose? Queste persone con chi stanno realmente?
Negli anni di piombo in Italia ci sono stati terroristi che si sono dichiarati di parti politiche diverse, che sembravano perseguire obiettivi diversi tra loro, che sono stati sconfitti alla fine, ma che hanno comunque influenzato molto la politica italiana e in quale direzione?
Alcuni sindacati lasciano che vengano ridotti diritti acquisiti, invece di contrapporsi alla controparte accettano le istanze di quest'ultima e contribuiscono a farle accettare ai lavoratori, firmano accordi in cui coloro che dovrebbero essere tutelati da loro lo sono sempre meno. Ma da che parte stanno realmente costoro?
La sinistra, i partiti che (in teoria) sostengono le ragioni della solidarietà, della giustizia sociale, dunque dei non privilegiati, della quasi totalità delle persone, è divisa, scomposta in un partito dove c'è di tutto (da persone che ricordano più o meno vagamente qual'è il ruolo del loro partito ad altri che non sembrano entrarci niente) ed un nugolo di partitucoli che non consentono neanche loro di arrivare ad essere rappresentati in parlamento, ma allora da che parte stanno realmente?

Potrei continuare a lungo con esempi di questo tipo, siamo pieni di situazioni in cui non è facile capire chi sia realmente colui che compie una determinata azione o dice una certa cosa.

L'unica via di uscita da questa confusione mi pare quella di chiedersi sempre:
a chi giova?
Ogni volta che non si capisce bene da che parte sta realmente qualcuno, non rimane che porsi questa domanda e tutto risulta più chiaro. Magari a volte si potrà anche sbagliare (se si prende in considerazione solo una singola ininfluente azione e non il comportamento tipico, quello attuato nelle occasioni più importanti e determinanti), sarà anche un metodo eccessivamente rozzo, ma mi pare l'unica via d'uscita. Potrà essere di difficile applicazione nei confronti di persone che a volte prendono posizioni difficilmente valutabili, che seguendo propri alti e rigorosi principi evitano volutamente di schierarsi non per timore, o per stare con il piede in due staffe, ma proprio per rigore morale. Ma anche in questo caso, può essere utile valutare l'effetto delle sue azioni più clamorose o importanti e quella possiamo dire che è la sua posizione, al di là perfino della sua percezione e volontà.

Applicando questa semplice tecnica dovremmo evitare facilmente molti inganni che vengono perpetuati regolarmente nei nostri confronti.

Ma a questo punto mi chiedo anche un'altra cosa, chi siamo noi e chi sono loro? Da che parte stiamo noi stessi?
Prima di tutto stiamo dalla parte dell'uomo e qui direi che difficilmente qualcuno potrebbe dirsi da una parte diversa, dire che è contro l'uomo, anche se i comportamenti di alcuni sembrerebbero tali.
Siamo anche dalla parte della natura ed anche qui credo che si possa essere tutti d'accordo, perché qualcuno dovrebbe essere contro? Significherebbe essere contro se stessi in ultima analisi, perché la nostra stessa esistenza è legata al mantenimento di certi equilibri, perché chiunque preferisce un'ambiente il più possibile 'naturale' ad uno degradato (certo la perversione umana non ha limiti, ma comunque in linea di massima). Posso capire però che alcuni preferiscano perseguire comunque i loro interessi, fregandosene delle conseguenze delle loro azioni sia sull'uomo che sulla natura. Però, a ben guardare, anch'essi, se non fossero accecati dall'avidità, dovrebbero stare dalla nostra stessa parte, non dovrebbero esserci parti diverse riguardo a questo, ma prendiamo atto della situazione attuale e del fatto che ci sia questa minoranza. Comunque dovrebbero essere pochissimi. Invece vediamo che gli interessi di costoro sono tutelati da molte più persone, da moltissimi che pure ne traggono solo svantaggi, ma che ciononostante li appoggiano, avendone evidentemente altri vantaggi reali o supposti (secondo me solo supposti, anzi suppostoni).
Continuando con questo ragionamento, con questa raccolta di ovvietà direi, mi pare che un'altra categoria di divisioni potrebbe trovarsi tra l'essere a favore di alcuni privilegi e/o rendite di posizione, o essere per l'abolizione di queste. In questa categoria mi pare che rientrino la maggior parte delle diatribe della politica nostrana. Quando si discute (per rimanere alle più recenti azioni del parlamento) se abbreviare la prescrizione dei processi (non abbreviarli realmente, perché per quello sarebbe necessario individuare le cause dei rallentamenti ed agire su quelle) si favorisce chi ha commesso reati (e con questo sistema la fa franca) nei confronti di chi li ha subiti (che quindi non trova giustizia); chi corrompe (uno dei reati che trarrà maggiore giovamento da questa legge) rispetto al resto della popolazione che subirà invece un danno economico (già oggi quantificato, da stime prudenti, in oltre 60 miliardi di euro!); si aiuta chi mette al rischio la sicurezza a danno di tutti noi che non siamo tutelati.
Quando si ricorre a delle astuzie per evitare che i referendum popolari raggiungano il quorum, si stanno favorendo gli interessi che venivano messi in discussione dai referendum (quelli delle multinazionali dell'acqua, quelli di chi costruirà le centrali nucleari, quelli di chi trarrà beneficio dal legittimo impedimento), dunque gli interessi di pochi, nei confronti di quelli di quasi tutti i cittadini.
Quando si tagliano i fondi per la scuola pubblica e si danno alle private, si stanno danneggiando i molti che mandano i figli alla scuola pubblica, per favorire i pochi che li mandano alle private.
Quando è stato fatto lo scudo fiscale (permettendo a chi aveva evaso le tasse, o aveva fondi neri, o comunque di provenienza più o meno illecita, depositati all'estero, di riportarli in Italia pagando solo il 5%), sono stati favoriti pochi (magari anche molti, ma comunque pochi percentualmente) rispetto a tutti gli altri che avevano pagato regolarmente le tasse.
Quando subiamo tutti i danni della crisi e vengono prospettati nuovi sacrifici, ma coloro che ne sono responsabili non subiscono alcun danno e non vengono attuate strategie per evitare che si ripetano situazioni del genere, si tutelano i loro interessi ai danni di quelli di tutta la popolazione.
Quando viene fatta una legge per cui coloro che saranno eletti vengono scelti da pochi, invece che da tutti i cittadini, si stanno favorendo appunto quei pochi a discapito di tutta la popolazione.
Quando si cerca di modificare la costituzione per togliere la sovranità al popolo e darla al parlamento (anche prima era al parlamento di fatto, ma in quando rappresentati del popolo e vengono riconosciute, con pari dignità, le altre istituzioni) si sta passando in maniera esplicita da una democrazia ad un'oligarchia (lo siamo anche ora di fatto, ma in quel caso lo saremmo legalmente), si stanno favorendo quei pochi e gli interessi che stanno loro dietro nei confronti di tutti gli altri.

Insomma in tutti questi casi dovremmo stare tutti dalla stessa parte, o almeno quasi tutti dalla stessa parte. Solo pochi privilegiati, ingiustamente favoriti, avrebbero motivo di non essere dalla nostra parte, da quella della quasi totalità della popolazione. Addirittura loro stessi potrebbero stare comunque con noi, se prevalesse in loro il senso di giustizia sull'interesse personale! Mi rendo conto che questa ipotesi sembra assurda, però, curiosamente, non ci sembra assurdo quando avviene il contrario, per cui chi è sfavorito da certe scelte accetta pazientemente l'ennesimo sopruso come inevitabile, come se non ci fosse scelta.
Dunque perché ci sono tante contrapposizioni e spaccature? Non hanno senso lotte e divisioni, se non quella tra il privilegio e la giustizia, tra i pochi privilegiati e la quasi totalità della popolazione. Tutte le altre divisioni non hanno una vera, profonda, ragione di essere e dovrebbero sempre insospettirci.
Ora questa contrapposizione, l'unica che avrebbe ragione di essere, è invece invisibile, sembra che non ci sia, al contrario tutti dicono di fare gli interessi dei cittadini. Nessuno ammette di fare gli interessi particolari di pochi (ci mancherebbe!), ma poi di fatto è così. Tanti piccoli interessi di minoranze potenti sono tutelati e quelli della maggioranza, della quasi totalità dei cittadini no!
Questo per essere chiaro, per farmi capire, poi le cose sono un po' più complesse. Le varie fazioni tutelano magari gli interessi di alcune categorie di persone rispetto ad altre, in alcune questioni su cui vengono puntati i riflettori, si cercano di mettere in contrapposizione interessi particolari invece di trovare soluzioni che accontentino tutti (ma fare regali a qualcuno), ma tutto questo accade sempre su cose secondarie, di effetto ma non di sostanza, ci spacchiamo sugli anni di Ruby,; sulle case a Montecarlo; su dove smistare coloro che arrivano con i barconi (una piccola percentuale di coloro che ogni anno arrivano nel nostro paese); sul colore dei calzini di un magistrato; sull'appendere o meno il crocefisso; sul come tassare di più o di meno, togliendo da una parte ed aumentando da un'altra (ma sempre e comunque gli stessi, senza veri tentativi di far pagare tutti).
Coloro che detengono realmente il potere (i beneficiari delle leggi che favoriscono pochi a discapito di molti), sono riusciti a confondere le acque, a creare spaccature dove non hanno reale motivo di esservi, dunque dobbiamo dotarci di strumenti che vadano nella direzione contraria.
Uno strumento fondamentale per iniziare a fare chiarezza mi pare proprio quello di chiederci sempre:
CUI PRODEST?

giovedì 21 aprile 2011

La parola plasma le coscienze

“Sulla lingua del tempo presente” di Gustavo Zagrebelsky - La mia recensione

Indagare la dialettica propria di un dato periodo storico, ci rivela questo libriccino di poco più di cinquanta pagine, è tutt’altro che un esercizio inutile. Devo dire, da parte mia, che, soprattutto negli ultimi anni, avevo notato un ripetersi delle formule, dei modi di dire, financo delle singole parole, nella bocca di cotanta classe politica. Ma, non fosse che per il significato vero che la parola ha, non ci sarebbero obiezioni. Proprio qui entra in ballo l’analisi di Zagrebelsky, che svela, con parole comprensibili a tutti, il cambiamento dei significati, spesso uguali e contrari, attribuiti a ciò che viene detto; e lo fa in maniera esemplare, mettendo su carta concetti di difficile spiegazione, che diventano, qui, chiari, apparendo nella loro drammatica realtà: quella di un potentato che cerca, attraverso il linguaggio, di far pensare al popolo quello che fa più comodo a chi sta al potere, ricacciandoci così verso un ventennio mai pienamente compreso nel suo fallimento costato sempre troppo in termini umani, soprattutto, ma anche, e non meno importante, in termini politici.

Il parallelo che Zagrebelsky fa con il linguaggio usato dalla propaganda nazista, centra pienamente il problema. Egli cita Viktor Klemperer, dal suo saggio sulla lingua del nazismo “La lingua del Terzo Reich”, dove Klemperer chiama quel linguaggio LTI (Lingua Tertii Imperii, che sarebbe lingua del terzo impero, reich in tetedsco), e lo traduce in LNAe (Lingua Nostrae Aetatis, la lingua del nostro tempo), meno tragico, ma non meno significativo, e drammatico, nel tentativo coercitivo di una classe dirigente di imporre, attraverso il linguaggio, un’omologazione del pensiero e del sentire comune, una vera espropriazione dei significati delle parole, con la relativa generazione di contrasti violenti che esulano totalmente dal normale conflitto che ci deve essere in una Democrazia, ma che non dovrebbe mai avere connotati tali da determinare fratture insanabili tra la gente, la quale si trova ad essere o dalla parte dell’odio o da quella dell’amore (LNAe). A volte basterebbe soffermarsi sui toni con i quali, certi proclami, vengono enunciati. Molto significativo il capitolo sui “doni”, strumento inequivocabile per far cadere in una situazione di sudditanza qualsiasi soggetto, tanto più se ignorante, ma, ancor più esemplare, se ricattabile.
G. Zagrebelsky
Tutti gli esempi di questo libro sono volti a far comprendere quanto subdola ed affilata sia l’arma del linguaggio, e quanto sia semplice metterla in atto nei confronti di una popolazione impreparata; ancor più grave si prefigura il quadro storico se si pensa, forti dei fatti che ci vedono protagonisti in esso, a come si stia operando per affossare tutte le armi principali atte a difendersi che una persona può maturare nel corso della propria vita, a partire dall’istruzione e dall’informazione, ma arrivando a mortificare i beni culturali e la cultura in genere, attraverso l’affermazione forzata di falsi modelli culturali e individuali, mortificando lo status sociale, ben sapendo che menti poco reattive sono molto più facilmente plasmabili.
Grazie a Gustavo Zagrebelsky, per questo vademecum sulla lingua del tempo presente.

mercoledì 20 aprile 2011

1945 -2011 TUTTO UGUALE



"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.
Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?
Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale.
La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.
Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.
Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente a causa del suo stile enfatico e impudico.
In Italia è diventato il capo del governo.
Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza,venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori.
Mimo abile e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Elsa Morante
Si riferiva a Benito Mussolini, anno: 1945.

mercoledì 13 aprile 2011

L'EUROPA E LE ZUCCHINE





Ieri, girovagando tra i blog che il nostro blog segnala, ho letto riflessioni molto interessanti dal punto di vista politico.

L'Europa domina le nostre scelte economiche, impone Direttive che spesso noi italiani non rispettiamo con pagamento delle relative sanzioni; dal 1985 al 2010 ne abbiemo ammontate 140 e solo nel 2010 ne sono arrivate circa 20.
Discariche, qualità dell'aria, norme ambientali in genere, sono le nostre sanzioni preferite.

La visione centroeuropea delle Direttive fa si che in Italia non siano accettate e rigorosamente si attua il tentativo di raggirarle.
Il clientielismo che è la base dei partiti italiani e soprattutto di quelli di governo rischia spesso di far pagare a tutti sanzioni europee che hanno portato vantaggio a pochi.
Tipo le quote latte.

L'Europa non è un corpo unico, non agisce con un solo pensiero, ma è una sommatoria di Stati dove vincono i più forti, sia politicamente e sia economicamente.
Tra questi Stati l'Italia, macchietta d'Europa non c'è.

In Europa mandiamo spesso persone poco preparate che vanno "benone" nel marasma delle raccomandazioni italiche ma lì, ahimè, non funziona.
Siamo così poco preparati che ci siamo fatti spesso "sotterrare" da norme avverse per esempio in agricoltura (gli zuccherifici di Alemanno quando era ministro), o sulla qualità dei cibi, o anche sul fatto che abbiamo, probabilmente a causa di una migliore insolazione e terreno, zucchine fuori norma.

Un governo così tanto concentrato sul premier, da troppo tempo, ha perso di vista l'aspetto "economico" e "dispositivo" dell'Europa.
Maroni, ministro degli esteri della Padania e facente funzione del ministero dell'Interno italiano, si è ben accorto che ultimamente il peso "politico" della macchietta Italia stava facendoci sprofondare in un "dileggio" inenarrabile.

Spagnoli che fanno respingimenti a colpi di pistola (Zapatero è di sinistra), francesi che non accettano i "permessi temporanei" (e Maroni lo sapeva benissimo) e tedeschi che non perdono mai l'occasione per aiutare i colleghi francesi.

L'Europa ricca e vecchia ha "già" dovuto sopportare il mutamento del 1989 e comunque si trattava di europei, ma non gliela farebbe, in questa crisi globale e con le armi spuntate che si ritrova, a "sopportare" il nord Africa (di cui però a contribuito a mantenerne le popolazioni sotto dittature odiose a poche miglia marine dai confini).

Il confine sud però è labile, è quell'Italia furbina e barzellettara, dallo sguardo greve e corto, da oste che vende vino scarso, e che non riesce nemmeno per sbaglio ad essere coerente.
Gheddafi infatti ha assaggiato la "furbizia" italiana e per quanto mi riguarda gli sta anche bene.

Un paese degradato dal punto di vista morale, che non esprime più nessuna novità, i cui figli migliori se possono, scappano, cambiando nazionalità, un paese dove solo un partito riesce a mantenere coerenza, per quanto io non sia assolutamente d'accordo.

E Maroni è il vice di quel partito, che non ha tolto dallo Statuto l'impegno di creare la Padania.
Per un po' ha lasciato gli immigrati a Lampedusa, posto stretto, a bollire e a far evidenziare quanto "il rischio" fosse presente.
I media italiani poi, anche quelli "intelligenti" come Mentana, si sono subito messi a vendere il prodotto "attentato rischio paura e pericolo" narrando di ipotetici arrivi di oltre 1,5 persone dal nord Africa.
Così si prende voti al nord, e ripeto, non tutti quelli che votano Lega sono idioti razzisti e buzzurri.
Volendo essere precisa lo sono molto di più quelli che votano accecati e ridicoli (perchè contro i loro interessi) il PDL, asserendo che è non sono fatti loro quelli sputtannanti del premier.
Sputtananti per il Paese, il premier se ne fotte.

Il buco della sinistra in Italia del nord è stato occupato dalla Lega e sebbene molti di coloro che la votarono nel 1994 non la votano più, sono voti che ancora non si sa dove andare a posare.

Tornando a Maroni la sua mossa dei "permessi temporanei" ha costretto l'Europa delle zucchine e delle sanzioni a mettere fuori la VERA faccia. Nessun li vuole i nordafricani.
Nessuno, tantomeno i francesi e gli spagnoli.
L'Italia se voleva poteva tenerseli (Berlusconi è talmente incapace dal punto di vista politico che ha messo nei guai il suo ministro costringendolo a dire una cosa enorme: uno dei Paesi fondatori dell'Europa se ne vuole andare), ma non scaricarli su di noi.

L'Europa ci dice che dobbiamo essere umanitari a patto che non obblighiamo gli altri Stati a diventarlo.
Ecco l'Europa, inutile dal punto di vista della politica estera (vorrei sapere perchè una inglese sia il ministro degli esteri europeo, una che ha attribuito all'Italia però il valore che all'estero le danno: zero. Infatti noi rappresentiamo l'Europa in Albania e in Uganda, la Cina per esempio è tedesca) e difficile da comprendere come disposizioni legislative (ma che cosa vogliono questi rompini sull'ambiente sempre a scocciare su Kyoto e sulle emissioni, eppoi ci vogliono impedire di lucrare sul territorio obbligandoci a fare norme di controllo e trasparenza ambientale...uffa, ma non lo sanno che le risorse sono INFINITE?).

Ridotta a misurare zucchine perchè impossibilitata a fare altro, a fare politica estera.

L'Italia sempre più provincia, sempre più macchietta (il turismo da noi si sta spogliando, Spagna e Francia ci hanno superato da tempo, eppure l'Italia ha il più grande patrimonio artistico europeo se non mondiale), sempre più eterogovernata.

Se ancora ci calcolano a livello estero è perchè siamo una deliziosa portaerei sul Mediterraneo, piena di armi U.S.A.
Lo sa Obama e anche Francia e Germania.


Sarebbe bello avere governanti meno flebili, capaci di dare forma e peso al nostro Paese, ma non è stato possibile formare nuove classi dirigenti visto che sono decenni che governano gli stessi, che non si insegna nulla a scuola e soprattutto che si impedisce di crescere alle nuove generazioni.

La mia generazione, quella dei nati negli anni sessanta, si è sentita chiamare giovane fino a aoltre 40 anni solo per tenerla fuori dai bottoni del comando, e in più se pure eri donna era meglio stare al tuo posto. Cucina e camera da letto. Le generazioni successive alla mia anche peggio.

Non dico che rimane Maroni (che però ha fatto bene, perlomeno nei giochi europei a far uscire allo scoperto la volontà degli altri Stati sugli immigrati), ma poco ci manca.

E' che adesso mi sento peggio che quando ho iniziato a scrivere questo post.




martedì 12 aprile 2011

LA VITA REALITY


Se vuoi lavorare devi andare in televisione.

Se vuoi guadagnare devi andare in televisione.

Se vuoi diventare primo ministro devi possedere le televisioni e riempirle di tuoi servi strapagati.


Se vuoi vincere le elezioni devi inventarti un nuovo modello di rapporto governo/governati e trattarli da deficenti instupiditi da reality e quindi comportarsi di conseguenza.

Salire sul predellino, inventare la claque davanti ai tribunali facendo pervenire 1000 panini al salame (poi perchè salame? non potevano fare un misto?).

Fare finta di subire attentati per alzare audience e preferenze in picchiata, tamponarsi la faccia con cipra e cerone, mettersi i tacchetti (ma come fa, io che sono una signora non riesco a tenere i tacchi per più di un paio d'ore, mah sarà la Santanchè che gli fa lezioni private di tacco dodici).

Andare da giovani laureati a raccontare barzellette idiote e ricevere un gelido sguardo. e dire che è stato un successone.

Occupare militarmente tutte le trasmissioni televisive e non capire un accidenti di rete se non per invaderla con messaggi pubblicitari.

Avere un ministro dell'interno e un governatore del suo partito (Zaia, ma i poveri veneti non si meritavano di meglio?) che vuole uscire dall'Europa (che abbiamo inventato noi e altri cinque Stati con la CECA nel 1958 ovvero Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Germania), ma non dice per andare dove - Nord Africa o Svizzera per contiguità territoriale sennò?

Inventarsi un finto federalismo per placare il cagnaccio leghista (che lo sostiene in termini di voti) e girare pomposo e tronfio come un comodino rococò con il fazzoletto verde nel taschino.

Andare a Lampedusa per raccontare l'ennesima balla pubblicitaria (la pubblicità è l'anima del commercio finchè dura perchè se il prodotto è scarso occorre di sicuro ridargli un nome diverso...e non ci ricorda nulla questa tattica?) e raccontare idiozie mentre, non calcolati, sbarcano tunisini convinti di essere capitati in un Paese civile?

Il venditore porta a porta, un vecchio basso, grasso pelato, lucido come le scarpe della prima comunione, che si spaccia per governante e che si atteggia per capolavoro delle istituzioni (di cui ignora il significato) appena esce dall'enorme Grande Fratello che è diventato questo povero Paese si incontra con la realtà.

Dal REALITY alla REALTA'.
Si lo so che hanno lo stesso significato, ma non in italiano.

Nella REALTA' il venditore door to door viene tenuto a distanza, non entra nei Conclavi (sono tempi duri non si può perdere tempo con presunti comici di quart'ordine), Obama gli liscia le penne solo per farsi i cazzi suoi (a Obama serve la posizione strategica dell'Italia nel Mediterraneo e inoltre in Italia c'è la più alta concentrazione di truppe americane fuori dagli USA, e infine Obama ottiene ancora truppe italiane in Afghanistan alla fine del 2010...e quindi perchè rinunciare al giochino del reality stando in Italia?) e a Frattini domandano dal THE TIMES come si sente a rappresentare un governo capitanato da un uomo riconosciuto come pagliaccio internazionale.

Frattini balbetta, in fondo lui cosa è di diverso nel REALITY??

Frattini dry, rimarrà un nome di aperitivo, mentre il pagliaccio probabilmente darà il nome a un virus o anche a un parassita.

L'Italia sta male e lui racconta barzellette.

I suoi soci gli leccano il culo per pararsi il proprio.

Povera gente ipnotizzata nemmeno si accorge delle ENORMI incongruità di ciò che fa e dice.


Come mai dice davanti ai giudici di "avere dato dei soldi a R. per toglierla dalla strada"?

Ma non era la nipote di un uomo ricchissimo come Mubarak?

Delle due l'una o mente sullo zio o mente sui soldi.

Intanto la Lega imperversa con la sua ideologia del menefreghismo e dell'ignoranza, ottimi metodi per attirare menti seccate da astinenza da SANI PRINCIPI E ONESTA' INTELLETTUALE.

lunedì 11 aprile 2011

VOMITO E BASTA....



Non so voi, ma io quando la sera torno a casa e riesco finalmente a trovare due minuti per parlare con il mio Amore, magari preparando insieme la cena, per pura abitudine accendiamo il telescherno.

Non ascolto più i tiggì, nemmeno quello di Mentana (dopo la balla di 1,5 milioni di nordafricani che avrebbero dovuto "invadere" l'Italia).
Le trasmissioni URLATE dai politicanti mezza tacchetta di questa povera disperata Italia, figuriamoci.

Io ho molta stima e rispetto delle mie orecchie, perchè oramai si fermava lì l'urlo, non compenetrando affatto nel cervello che si barricava in un "bzzz,bzzzz,bzzzzz".

Come quando stiro, cerco solo telefilm o film, sperando di trovarne di accettabili.
Riesco a sopportare quelli polizieschi o lawyer thriller o fantascienza, soprattutto catastrofistica, magari solo per dirmi "tanto quando arriverà la fine noi saremo dust in the wind".
E' solo che faccio sempre più fatica.

La pubblicità, che da sempre anticipa la realtà con le sue insane proposte egoistico consumistico patetico senso di superiorità, ecco NON LA REGGO PIU'.

Ed è la maggior parte del tempo.
E anche se rincorri tutti i canali del digitale non riesci a trovare nulla di sensato.
Televisioni che vendono tappeti, o gioielli, o vaccate di varia natura e di costo basso (così è di sicuro acquisto).

Insomma televisioni di pubblicità che sono facilmente riconoscibili e quindi evitabili a contro di poveri vecchi film tagliuzzati brutalmente (nemmeno avvisano se uno è distratto pensa di stare vedendo il film) da SCEMEMZE inaudite.

Problemi di sopravvivenza di unghie, capelli, odori di parti intime che mettono in luce come la donna debba solo pensare all'aspetto fisico. Senza contare che, secondo la pubblicità, già a 30 le donne se la fanno addosso (occorre vendere assorbenti per problemi urinari visto che le donne italiane stanno invecchiando e quindi gli altri assorbenti sono meno acquistati...non so, è una ipotesi).

Biscotti, dolcetti, yogurt, muesli per la colazione, con false famiglie felici (la "madre" credo che abbia tre anni di più della "figlia") oppure bistecche impanate, hamburgher fatti con i resti macinati e gli scarti di carni di indistinta natura, mangiati con gusto estremo (impossibile: mi è capitato di mangiarli...fanno schifo), una famiglia (quella con lei di 25, lui di 27 e i figli di 15 e 12...) che vive con una insalatina e un formaggino diviso in quattro dal quale sgorga la fragrante goccia di latte.
E cazzo dobbiamo essere tutti di taglia 38/40, sennò nemmeno ti assumono al bar sotto casa.

Le "pubblicità telenovela" delle aziende telefoniche che per quanto mi riguarda non serve a nulla. Come capire le offerte tra i frizzi e i lazzi dei coniugi Totti, o la impensabile storia d'Italia (sparita finalmente Belen che aveva nauseato insieme a De Sica) oppure il trio AGG che sembra sempre più ispirato al muto "ridicolo"?
Qualcuno ricorda di che offerta si sta parlando?

Poi le auto.
Forse sono le migliori pubblicità (almeno alcune) visto che lì spendono, anche perchè l'auto non la cambi come gli assorbenti.

E tutte quelle offerte di "finanziamenti" (tipo quella con il nome femminile del dito centrale delle mani davanti che induce a spendere 21.000 euro per averne 15.000) visto che gli stipendi fanno acqua ma bisogna pur comprare tutte le altre cagate che ci imboniscono in pubblicità?

E Pasqua?
Le Uova con "regali veri"?
Da quanto tempo la sentiamo??
E le famiglie felici che mangiano pessima cioccolata tirando fuori orrende cravatte e inutili pupazzetti che faranno solo aumentare l'entropia dei rifiuti?

Quelle che odio di più però sone quelle dei profumi. Sempre più cretine. Ho capito che devi far ispirare, sognare ecc. ecc. ma cazzo quelle facce da culo di ritoccati del cavolo che sgambettano tutti come se fossero dei/dee e poi perlopiù sono profumi IDENTICI?

Noi occidentali occupati al più deleterio egoistico e vanesio desiderio di BELLEZZA/GIOVENTU'/RICCHEZZA come se fosse le fonte della felicità avere un paio di certi jeans o un profumo da supermercato (si perchè il bello è proprio lì, ti prendono per il culo per farti sentire "diverso" "altolocato" con quella robaccia e poi la trovi all'IPER sotto casa...).

Rimbambiti.
Ecco perchè poi votano in massa il pagliaccio internazionale.
Con queste sottili manipolazioni di massa credono di farcela come lui.

IL VORREI MA NON POSSO.

Condito da un CHISSENEFREGA.

Chi se ne frega se ci sono persone che muoiono, soffrono, e non hanno speranze a pochi metri da noi.

Eppure così facendo ci stiamo scavando la fossa.

E io intanto continuo a vomitare...




Daniela



giovedì 7 aprile 2011

DOLORE E VOMITO



Ecco quello che ho provato, dopo aver saputo della morte di DUECENTOCINQUANTA MORTI.

Un enorme dolore per chi sperava con quella nave di andare a trovare una vita migliore.


Un dolore che riesco a immaginare poco anche se sono figlia di emigranti COME LA MAGGIOR PARTE DEI NORDESTINI.


Il dover abbandonare il tuo punto di riferimento, la tua vita, le tue abitudini, i tuoi amici e tuoi familiari, il tuo Amore per cercare di migliorare uno status di povertà inaudito.


Occhi giovani di sopravvissuti ci guardano e noi ci giriamo dall'altra parte, quasi sordi a un dolore immenso.


Occhi che non sono più capaci di piangere, tanto è lo sbalordito dolore.


Nessuna musica, nessuna gioia li attende, sono spariti da questo Pianeta.



E dal dolore di queste PERSONE emerge il mio stato d'animo:

UN SENSO DI NAUSEA UN VOMITO ...

Per l'orribile insensibilità di una "classe" politica sempre più chiusa in se stessa indifferente a tutto, addirittura (la battuta sul
bungabunga di B. è inaudita...non solo inudibile) INCIVILE.

Da loro non mi aspetto nulla, sto solo attenta e spero che tanti, tutti noi, parte sana e sofferente di questa Italia cattiva insensibile egoista vecchia stronza cattiva assassina puttana e puttaniera ricattatrice, INSIEME, come un sol corpo e una sola anima EMERGA dal fango e dalla merda e riattivi la circolazione di idee e di volontà di MANDARLI FUORI DALLA PALLE!


E MAGARI IN GALERA!



Daniela 


domenica 3 aprile 2011

Lavoro, immigrazione & finanza


Leggendo su un blog, un commento mi ha suggerito una prospettiva che ci induce a pensare in che maniera possano le grandi aziende comprimere i diritti senza che nessuno, a parte i lavoratori e CGIL, un sindacato su 3 dei più importanti, abbia da ridire. A parer mio, il fatto che ci sia un numero crescente di immigrati che cercano di venire a lavorare da noi, è strumentalizzato a scopi propagandistici, ma non rappresenta un dato negativo sul fronte lavorativo; il governo ha la parte più grande di responsabilità se non c'è una regolamentazione vera nel settore che impedisca alle aziende di delocalizzare impoverendo lo Stato, ed usando sostanzialmente questa minaccia a scopo contrattuale. Oltretutto non capisco come si possano usare gli immigrati per comprimere i salari. Nel mio settore (commercio) ad esempio, si è usata la scusa della crisi dei consumi per giustificare una recessione dei diritti ed un rallentamento molto significativo dell'incremento salariale; tutto ciò a fronte di un'espansione continua e crescente delle aziende operanti nel settore, che non giustifica, quindi, questa presa di posizione: se non vuoi aumentare adeguatamente i salari perché c'è crisi, come mai costruisci di sana pianta un centro commerciale dopo l'altro? Il quadro risulta semplice in un'ottica di incremento del fatturato che non tiene conto di alcuna politica del lavoro, grazie anche al ministro Sacconi, perfettamente immobile di fronte al problema, e schierato, assieme a sindacati compiacenti, dalla parte dei padroni. Il problema, è evidente, è politico ancor prima che economico: siamo in balia della finanza, che fa soldi sui soldi senza produrre nulla, di conseguenza impoverendo lo Stato, cioè noi; ed il fatto che la cosa sia legale è dovuto all'intreccio politico/affaristico che si è creato togliendo alla proprietà statale, cioè privatizzando, tutti quegli enti che prima garantivano una certa equità perché non avevano come scopo il profitto, a partire dal denaro, dandolo alle banche, le quali prima non ne erano proprietarie (il signoraggio ne è una nefasta conseguenza), ma che sta proseguendo con il tentativo, ad esempio, della distribuzione dell'acqua, ma che già ha segnato il nostro declino con la compagnia elettrica, quelle del gas e telefoniche, e che ebbe inizio alla fine degli anni '80 col gesto sconsiderato di Margaret Thatcher di tramutare in azioni private il patrimonio di enti pubblici che fino ad allora aveva garantito a tutti una certa equità; subito preso ad esempio da tutto il mondo occidentale, a favore di un capitalismo sfrenato che ci sta portando verso il baratro.
Ecco dunque la rincorsa al ribasso del costo del lavoro, che non produrrà altro che un impoverimento progressivo dei ceti medi senza per questo intaccare minimamente i grandi gruppi, le multinazionali, che non dovranno fare altro che delocalizzare, ribassare. Ma fino a quando? A tutto c’è un limite.

venerdì 1 aprile 2011

GREZZI



In Italia è nata la Cultura occidentale, quella che fa da base a tutti i paesi cosiddetti occidentali.
Architettura, ingegneria, urbanistica, scienze umane, scienze politiche, scoperte scientifiche, scoperte di nuovi territori, arte come pittura scultura, la musica, la poesia, la letteratura.

E mi sono sicuramente dimenticata di qualche cosa.


Per quello e per la posizione geografica siamo stati terra di conquista, da sempre.


Dante parlava di Italia già mille anni fa, parlava dell'italiano come lingua e dei suoi vivaci e innumerevoli dialetti.


Un territorio difficile, praticamente una catena di monti da nord a sud, inframezzata da poche pianure, e circondata da diversi mari.


Un paesaggio ricco sia dal punto di vista naturale (montagne bellissime, colline, pianure diverse, fiumi laghi torrenti foreste, ricca fauna ricca flora ecc.) e sia dal punto di vista antropico (città meravigliose, opere d'arte, sculture nel territorio).


GUERRE l'hanno modificata, cambiata, ma mai veramente distrutta.


Il dopoguerra è stato un momento di inizio di vera unione di questo paese, ma anche l'inizio della sua perdita di identità.


Sebbene prima fosse terra di conquista ESTERNA adesso è diventato TERRENO DI CONQUISTA INTERNA.


Ci stiamo cannibalizzando, o meglio una piccola parte di italiani manipolando gli uni e comprando gli altri sta mangiandosi il Paese.


La sua storia, la sua arte, il suo paesaggio e soprattutto il suo patrimonio umano.


Stiamo diventanto o egoisti o imbecilli incolti, pronti ad applaudire merde umane che si identificano come onorevoli mentre si fanculizzano nel PARLAMENTO (!!!!!!!!!!!) e un presidente del consiglio universalmente descritto all'estero come "clown internazionale" che va a conquista di voti vendendo vendendo false promesse e inutili premi a cittadini sempre più stremati.


Forse la cosiddetta prima Repubblica ha covato i danni della seconda, ma pare che la seconda della prima non abbia ereditato che i difetti moltiplicandoli. Almeno erano presentabili, non tutti ma una discreta maggioranza. Avevano modi e linguaggi attenti almeno superficialmente al ruolo che svolgevano.


Il senso della collettività, base e fondamento di ogni società si è perduto, l'educazione non esiste più, il senso delle Istituzioni si è perso nella volgarità del linguaggio leghista e degli atteggiamenti dei pidiellini.


Le leggi sono sempre meno, e quelle che ci sono complicano l'esistente (vero Calderoli e il tuo inutile ministero?).


Svariati inutili ministri, buoni come carne da cannone per il voto. Per non parlare dei sottosegretari.


Un modo ingiusto e indegno di fare pubblica amministrazione che si è diffuso fino all'ultimo comune d'Italia (sono circa 8100).


Parlamentari orribili, indesiderabili anche solo come vicini di bagno nel momento della pipì.


Parole inaudite come "handicappata", minacce, lanci di oggetti, Napolitano che fa il capo classe a 80 anni suonati di 50/60/70 astiosi e desiderosi di risolvere il mutuo e il prossimo SUV.


Speranze di livello istituzionale o nazionale o comunitario che mai entrano nell'anticamera del "cervello" di questi puzzolenti personaggi.


Loro ci rappresentano.


Noi siamo grezzi come loro?


Daniela