mercoledì 18 gennaio 2012

FLESSIBILITA'



Ultimamente è una parola molto utilizzata. Giornalisti e soprattutto politici e sindacalisti.
Per il ministro Fornero "non è un tabù", per il ministro Passera "deve essere migliorata la flessibilità in entrata, e resa più logica la flessibilità in uscita". Per Emma Marcegaglia l'articolo 18 è una "anomalia italiana". Per Susanna Camusso di flessibilità "ce ne vuole di meno".
Tutti a parlarne.

IN UNA SOLA DIREZIONE PERO'.
Tutti intendono la flessibilità solo per i datori di lavoro, non per il lavoratore.

Il caso del manager inglese licenziato perchè su Linked'in aveva aggiornato il suo curriculum per cercare nuove opportunità di lavoro è esemplare. E lui era dentro il sistema perchè avrebbe fatto firmare a centinaia di dipendenti documenti in cui si dichiarava la contrarietà di questi comportamenti.

Il datore di lavoro pretende la fedeltà del lavoratore, magari solo per cinque mesi di sostituzione di maternità a stipendio ricicolo, ma non ne offre.

Le aziende (la flessibilità è la scusa per dire che i giovani non trovano lavoro, intanto però si alza il tetto per andare in pensione, un controsenso) devono avere la garanzia della flessibilità, al lavoratore rimane la flessibilità estrema di quando è licenziato: adesso è liberissimo di cercare lavoro.

O la flessibilità è bidirezionale oppure non ce n'è per nessuno.

La fedeltà ha un prezzo, persino nella malavita (!).

Nei periodi di crisi (quelli nati dagli anni sessanta in poi, hanno pronunciato la parola "crisi" prima di "mamma"), c'è stata una inquietante alternanza di parole con due soli tipi di desinenze:
capitalismoproduttività
consumismo
competitività
liberismo
e adesso flessibilità.

Si rimane in attesa della prossima desinenza in "ismo": schiavismo.

Si sospetta un futuro cambio di desinenza in "zione": tipo "vessazione" o "prostituzione".

Di sicuro è scomparsa una parola insista nel Lavoro: la dignità.

In un sistema socioeconomico che ha peggiorato i rapporti lavorativi (ma anche quelli umani) si diventa NUMERI e nemmeno tanto importanti. Scomparso un NUMERO, questo è immediatamente sostituito da un altro numero, possibilmente meno esigente.

Ma c'è il contrappasso: siamo al Regno della INCOMPETENZA E DELLA SUPERFICIALITA'.

Si paga tutto, la Fedeltà come la Competenza e non si può chiedere a un NUMERO di essere competente.

Qualsiasi sia la retribuzione del NUMERO.

Che può essere un comandante di nave da crociera o un ministro di un governo nazionale.

Essere numeri svilisce la dignità, riduce la capacità decisionale, porta molti a diventare "furbetti" e distratti e soprattutto riduce il vero patrimonio dell'essere umano: la flessibilità del cervello.

25 commenti:

  1. Noi usiamo parole dolci per dire dose orribili, la flessibilità vuol dire lavorare come i cinesi, quindici ore al giorno per pochi dollari o euro, loro sono l'esempio per eccellenza della flessibilità\schiavitù, che sono la stessa cosa. La Marcegaglia? Una vergogna tutta italiana, padre e fratello condannati, hanno fabbriche che uccidono e pretendono pure di lasciarti a casa quando e come vogliono. La dignità è morta da parecchio tempo...

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  2. Ciao Dionisio. Hai ragione usiamo parole dolci per dire cose orribili. Hai colto un punto fondamentale. La falsa dolcezza serve a nascondere cosa ti stanno facendo relamente. Il lavoratore deve essere flessibile, il datore di lavoro deve poterlo usare come gli pare, e questo deve giurargli fedeltà eterna, fino al calcio nel sedere. La dignità di lavorare bene si genuFLETTE e così vediamo quotidiamente persone che lavorano male, se non peggio e con effetti disastrosi sulla società.

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  3. Appunto Daniela, rinunciare a vedere l'aspetto qualitativo dei numeri e vederne solo quello quantitativo porta immediatamente al totalitarirmo anche se marcherato dall'economia e dalla finanza.
    Siamo complici codardi di questa immensa baracconata.Complici di quel capitano che è stato lasciato condurre un transatlantico fino alla sciagura.
    Siamo inflessibili tutti quanti nel proseguire le abitudini che sorreggono questa civiltà evidentemente autodistruttiva.
    Quel capitano sarebbe stato un bravo intrattenitore, ma la logica di una perversa flessibilità l'ha trasformato in una orrenda chimera fatta delle membra di due esseri difficilmente compatibili.
    E' la nostra inflessibilità ad aver trasformato una crociera in una immonda via crucis.

    Marco Sclarandis

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  4. Esatto Marco, il capitano è "stato lasciato condurre". Qualcuno l'ha messo lì a gestire un grattacielo galleggiante, con 4000 persone. E' stato valutato per essere COMPETENTE anche, e soprattutto, in caso di emergenza e non solo come intrattenitore?
    Ricordo che B. era INTRATTENITORE sulle navi da crociera e AHINOI è stato lasciato COMANDANTE dell'Italia. Una chimera realizzata?
    Siamo abbruttiti dalla mancanza di pensieri profondi e dalla mancanza di umanità, e ci si sta sfogando solo sull'unico incompetente e superficiale a cui possiamo dare nome e cognome, come se tutti noi fossimo gigli.
    L'immonda via crucis è appena iniziata, ma ci stanno distogliendo appunto con il comandante Schettino.

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  5. Senza dignità, quella vera, non il 'lei mi deve rispettare', siamo solo un branco male organizzato, senza coraggio e alla merce' di qualsiasi bullismo, da quello infantile a quello 'di stato'

    Daniele

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  6. Si Daniele. Assomigliamo ai 4000 che han cercato di salvarsi sulla Costa Concordia. Il si_salvi_chi_può più inutile e deleterio che trova sempre un capro espiatorio ma mai il vero colpevole.

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  7. Trlascindo i preamboli, sai cosa ne penso io del mondo del lavoro e dell'articolo uno della costituzioe italiana. Per come siamo messi ora sarebbe meglio cancellarlo. Almeno non si fa brutta figura... infatti il lavoro nobilita l'uomo (anche se su questa afferazione ci sarebbe da discutere a mio avviso) ma la flessibilità "unidirezionale" l'uomo lo uccide, se non fisicamente, moralmente di sicuro. Per il resto quoto il ragionamento di Marc Scalndris.

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  8. L'articolo 1 è la prima grande bugia italiana.
    Concordo con questa affermazione. I lavoratori infatti sono ESCLUSI dall'articolo 1...

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  9. PS a proposito di lavoro e di cateorie, qualcuno mi spiega per cortesia la gravità del problema della protesta dei tassisti? in piu' , come mai non vengono picchiati come gli studenti e i terremotati?

    magari io non capiro' molto ma avverto qualche differenza

    Daniele

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    1. Io non so nulla, a parte che c'era il traffico delle costose licenze. Indebitarsi per una licenza era normale per un tassista. Ma in radio qualcuno ha affermato che il debito (anche consistente) er apresto saldato in 4/5 anni. Debito tipo mutuo (200.000 euro almeno), non robetta. Il che si scontra con la dichiarazione media di reddito del tassista (14.000).
      http://www.businessonline.it/news/15029/Dichiarazioni-dei-redditi-2010-2011-quanto-guadagnano-gli-italiani-in-media.html

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  10. Per chi ha voglia di leggerselo, un articolo che smaschera la disinformazione sulla lobby dei taxi.
    http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/6279/
    Siamo diventati peggio dell'americano medio che vive, ma ormai viveva, secondo il credo che il suo stile di vita non si può e non si deve mettere in discussione.
    Una volta arraffato il privilegio questo diventa una legge di natura, questo è da troppo tempo diventato l'articolo di pietra, come il convitato di pietra, della costituzione italiana.
    Uno come il mascelluto in camicia nera sarà lì a rivoltarsi nella tomba, chiedendosi ancora se gli italiani imparano solo quando la tragedia s'è ormai trasformata in farsa.
    E come capocomico bisogna riconoscergli avesse un'attitudine assoluta.

    Marco Sclarandis

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  11. Ovvero il tassista non sa chi sia il vero nemico.

    Il nemico è la lobby delle grandi finanziarie che cercano di fregare lui e tutti quelli che non sono impresa capitalistica di livello globale, non il costo della licenza.

    Taxi ecosostenibli da connettere e interpolare al trasporto pubblico (sempre più depresso in Italia) direi che è invece la strada giusta. GRAZIE DELL'ARTICOLO MARCO!

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  12. Concedetemi una battuta.

    Idea Fornero. Posto garantito dopo 3 anni... ed io ti licenzio dopo 2!!!

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  13. Bonobo, me la spieghi? Oppure è come il fatto dello scivolo al prepensionamento che la prof. Fornero si "era dimenticata"?

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  14. Per ora c'è poco da spiegare. La cosa è fumosa... ho solo fatto una battuta doverosa visto chi fa le riforme...

    Qui l'articolo. E cmq continuare a sentir parlare di crescita ed equità fa già intuire che è meglio mettersi la conchiglia, davanti e dietro.

    http://www.repubblica.it/economia/2012/01/19/news/lavoro_ecco_piano_fornero-28395625/

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  15. Ho letto l'articolo e devo dire che ci ho capito pochissimo. E concordo: la parola crescita è ERRONEA E FUORVIANTE (rispetto alla realtà fisica, tu sai che io qui ne scrivo in continuazione), mentre la parola EQUITA' mi fa venire voglia di comprarmi una tuta da palombaro, altro che conchiglie...

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  16. Giustissimo, la flessibilità è sempre in una direzione.
    Il massimo della flessibilità possibile (non è così lontana, ci siamo quasi), sarebbe che ogni mattina chi ha bisogno di braccia passa da qualche parte e raccoglie chi è disposto, o meglio costretto, ad accettare un qualunque lavoro per sopravvivere. Questo in verità già esiste, è quello che accade la mattina in molte località dove passano i cosiddetti caporali a raccogliere braccianti disposti a lavorare nei campi o nei cantieri in cambio di pochi euro. Per ora è lavoro nero, in futuro, se li lasciamo fare, potrebbe essere una nuova forma di contratto, magari chiamandosi shifting side, o roulette job. Certo per altri impieghi che richiedono competenze più specifiche potrebbe non funzionare, ma si organizzeranno. Ovviamente esagero, ma la direzione mi pare sempre più quella, da un lato caste che difendono con i denti le proprie posizioni chiuse a chiunque altro, indipendentemente dalle competenze, dall'altro una massa indistinta di persone comuni, che indipendentemente dalle loro competenze si ritrovano a fare cose diverse, senza avere modo di affinare le proprie capacità, di imparare da chi ha più esperienza, di mettere a frutto il proprio talento.
    Alcune società cercano di affrontare la crisi puntando sulla qualità, dunque necessariamente sulle capacità delle persone, sulle loro competenze, sull'istruzione, altre puntano solo ad abbassare i costi, curiosamente (chi l'avrebbe mai detto?) le prime vanno bene (vedi Germania), le seconde affondano (vedi Italia).
    Con questo non voglio certo dire che altrove vada tutto bene e da noi tutto male, ma è la direzione, le scelte che si fanno, che prima o poi portano verso uno scoglio o alla meta che si si prefigge. Da noi invece che rispettare scrupolosamente le regole e calcolare meticolosamente la rotta da tenere e prevedere gli ostacoli, si preferisce spacconare, tanto poi alla fine le cose si aggiustano. Ma non sempre.
    Ora è facile anche dare addosso al capitano Schettino, ma il suo esempio si presta troppo bene ad esemplificare la situazione attuale. Invece delle sue competenze, capacità e caratteristiche, probabilmente sono state 'valutate' le sue conoscenze, capacità di intrattenimento e simpatia. Quegli stessi che ora prendono le distanze, probabilmente fino ad una settimana fa sapevano, ma accettavano il rischio.

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    1. Ecco, la risposta è già data: la Germania ha scelto di "affinare" competenze e ricerca, l'Italia sempre lì sui costi, senza mai avere uno sguardo d'assieme, magari sulla sostenibilità e sul lungo periodo.
      La gestione della Concordia concorda con la gestione tipica italiana: poche idee e ben confuse.
      Le certezze (pochissime) sono che Schettino era stato nominato dalla Costa per fare il comandante di una nave, e su una nave può capitare che ci sia uno stato di emergenza (anche provocato dall'errore umano). Lui non ha saputo gestire l'emergenza, e la Costa neppure. Adesso è il capro espiatorio (e lo aveva capito fin da subito). Che possa essere un irresponsabile è quasi palese, come il fatto che non abbia ancora (e non solo lui) capito che razza di danno ha prodotto per una distrazione. Un danno ambientale, un danno all'immagine già fragile del nostro Paese, morti, feriti, danni economici.

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  17. Che la flessibilità è solo a favore dei datori di lavoro si sa da quando è stata anche solo pensata, la vergogna sta nel fatto che non ci si sia mai mossi per migliorare effettivamente il trattamento del lavoratore, sempre considerato e trattato come l'ultima ruota del carro; ruota che se si spezza il carro si ferma! La forza dei datori di lavoro (chiamiamoli così anche se non sarebbe neppure giusto, visto che chi da' il lavoro è proprio l'operaio) risiede nell'enorme disponibilità di ruote in sostituzione di quelle "rotte", sempre più disposte a vendere a buon prezzo il di dietro, visto che impegnarsi civilmente in lotte di classe risulta troppo difficoltoso... hai visto mai che per partecipare ad un'assemblea o ad una riunione ci si perda il grande fratello ed altre menate del tipo. Come mai non è mai stata presentata una proposta di legge sul mobbing? E se lo è stata, dov'è?

    L'articolo del Manifesto l'ho trovato piuttosto bello in quanto propositivo. Altri articoli proposti non ho tempo per ora di consultarli.
    Mi spiace di essere così assente, ma più che dare qualche scorcio a Facebook, per coordinarci, con l'ausilio di GTalk, tra il lavoro il sindacato e ora Il Movimento 5 Stelle, ho veramente poco tempo, e sono costretto a brevi incursioni.

    Bello lo sviluppo delle risposte ai singoli commenti implementato da Blogger. Non avevo avuto ancora occasione di vederlo.

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    1. Non sono d'accordo che "si sappia" che la flessibilità sia solo dalla parte dei datori di lavoro. Se così fosse, i sindacati che "c***o ci stanno a fare?
      I datori di lavoro sono correttamente chiamati così perchè OFFRONO lavoro, mentre i lavoratori offrono le loro competenze e capacità e dunque CERCANO lavoro. Sembra un caso esemplare di "libero mercato" ma abbiamo esaminato che di libero non c'è proprio nulla. Come nel caso del consumatore: lui può solo acquistare al prezzo che gli viene dato e paga per tutti i costi (ecco di nuovo la parola sconsiderata) che sopra si assumono, tipo quelli energetici.
      I GAS (gruppi di acquisto solidale) hanno poco potere di più. Quindi torniamo al neoliberismo, neo perchè ancora più liberisticamente spinto a favorire chi ha potere e denaro (Von Hayek era un dilettante rispetto a Kissinger).
      E in mezzo, tra i due liberismi, anni di governi anche di sinistra che li hanno favoriti.
      E nessun interesse per l'aspetto ambientale, che pare quasi che abbiano un altro pianeta dove andare a respirare e bere e mangiare.
      Non so con chi ti coordini su FB, con me non di sicuro, ma mi vanno bene anche le tue "brevi" incursioni che sicuramente portano il frutto di tutto il lavoro che stai facendo.

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  18. E' stupefacente che di flessibilità parlino sempre e solo quelli che o non avranno mai il piacere di sperimentarla, oppure hanno occupazioni che in uscita prevedono compensi talmente elevati da permettergli di campare senza lavorare per il resto dei loro giorni.
    O forse a ben pensarci, non è poi così strano: solo chi non ne subisce gli effetti può pensare delle cagate così grandi...

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  19. E' stupefacente che questa evidente unidirezionalità sia accettata dai sindacati e dalla sinistra. O molti si sentono al di sopra, o molti non capiscono e quindi chi decide ha vita facile.

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  20. Guarda che flessibilità etimologica hanno mostrato i notiziari di ieri:
    L'Italia avrà due anni di recessione, con il PIL diminuito del 2,2 per cento.
    Invece di chiamarla decrescita forzata, che sarebbe stato più vero, date le condizioni in cui versa la nostra economia.
    Parleranno mai in prima serata,del significato
    della crescita di cui concionano ormai da cinquant'anni tutti i rappresentanti della classe dirigente e delle classi dirette?
    C'è qualcuno che abbia ancora il coraggio di dire che qualsiasi cosa che cresca del 3% all'anno costantemente raddoppia inesorabilmente ogni 23 anni?
    Possiamo concepire delle Concordia da 10.000 o ventimila passeggeri che risalgano pure il Po e il Tevere per inchinarsi al popolo padano e a quello vaticano e e che siano manovrate da dei capitani flessibilmente tuttofare?.
    C'è qualcuno che sappia ancora distinguere tra le cose che possono raddoppiare e quelle che devono dimezzarsi?
    Quanto deve ancora crescere la massa critica della saggezza della folla, che pure esiste,affinchè produca il cambiamento desiderabile per tutti?
    Dobbiamo per forza passare per l'ecatombe, parola che deriva dal l'antico sacrificio di cento buoi?.
    E' troppo chiedere un armistizio in questa guerra tra idioti ed imbecilli?
    Sto quasi cominciando a desiderare di diventare cieco e sordomuto.

    Marco Sclarandis

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    1. Avevo già citato lo psicologo statunitense Jerome Bruner che spiega perchè NEGHIAMO l'evidenza (del cambiamento climatico, della scarsità di risorse, della crescita demografica, del fatto che ci lasciamo dirigere da degli incompetenti presuntuosi, ecc. varie sono le cose reali che tendiamo a non voler vedere).
      Credo sia utile RIBADIRE perchè siamo così NEGAZIONISTI.

      "Ci sono due fattori coinvolti nel nostro fallimento (o nella nostra mancanza di volontà) nel riconoscere i pericoli a lungo termine per il nostro ecosistema, determinati dalla nostra attuale negligenza (o completa mancanza) rispetto le pratiche di controllo ambientale. Il primo fattore ha a che fare con l'arco temporale d'attenzione limitato, tipico della natura umana. Noi esseri umani, in conseguenza di tale limitazione, concentriamo la nostra attenzione sulle questioni immediatamente rilevanti, riguardanti il qui-e-ora e, naturalmente, lo stesso fanno i mezzi di comunicazione, per i quali tutti noi dipendiamo per quanto concerne le notizie. Di conseguenza, viviamo la nostra vita prestando la nostra attenzione ad un arco di tempo e di spazio molto limitato. E questo significa, naturalmente, che siamo relativamente "ciechi" per quanto riguarda sia la storia del nostro passato, che le previsioni per il nostro, distante futuro. Sia la nostra cultura che le nostre tendenze individuali rafforzano queste tendenze.Il secondo fattore attiene ad una sfera più individuale. Gli esseri umani sono molto abili ad evitare l'ansia, e lo fanno principalmente tramite ciò che i nostri colleghi psicoanalisti chiamano "negazione" - ovvero tenendo fuori dall'area della consapevolezza tutto ciò che potrebbe destare ansietà."

      Le ansie provocano un ritardo alle nostre reazioni al pericolo (soprattutto se lontano nel tempo) e noi (inteso un noi generale) ricchi e viziati occidentali ci isoliamo davanti allo schermo catodico che genera ansie per generare ricompense (spesso sotto forma di marketing).
      La tua, Marco, non è ansia, la tua è lucida visione della realtà.
      La rabbia di sentirti isolato in questa guerra tra idioti ed imbecilli ti porta al furor bianco di voler divenire cieco, sordo e muto.
      Fallo, ma con lucidità, fallo per risparmiare energia.
      Io lo sto cercando di fare.
      Muta se davanti a me ho persone che non vogliono e non sanno capire: non ho più la forza dei ventanni. E sapessi quanti SACCENTONI incontro quotidianamente. Loro sono i peggiori, loro che sanno tutto, loro che hanno il loro ristretto gruppetto di saccentoni con cui comunicano in modo autoreferenziale. Se poi hanno potere...siamo fregati.
      Sorda alle continue sciocchezze e alle continue inutili lamentale senza scopo: se pensi che non vada bene AGISCI una buona volta. Io lo faccio, per qunato posso e in totale solitudine.
      Cieca per le rutilanti e colorate dispersive false emotioni che danno la televisione e la rete. Quest'ultima è difficile e ancora più solitaria.

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  21. Noi siamo già di là
    dal cui versante chiari
    emergono gli errori i guasti
    di avi genuflessi
    all’ingorda onnipotenza
    per questo di qua
    sembriamo monchi
    ma i monti enormi
    li abbiamo scavalcati
    forse perdendo piedi
    avambracci padiglioni
    non di questo c'importa
    con pròtesi vi diremo
    protèsi cosa vedemmo
    anche mezzi ciechi
    siamo tornati indietro
    abbagliati dalla visione
    di deserti rinverditi
    di asili risorti da rovine
    abbigliati come superstiti
    siamo noi qui per voi
    offerti senza compenso
    l'ascolto di voi integri
    l’attenzione di voi integrati
    il vostro stupore in volto
    remunera il nostro transito
    più che cascata d'oro
    difficile sarà un domani
    essere così grati
    quanto lo siamo ora.

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