Premessa – Prima che qualcuno legga il post sottostante, devo fare una precisazione. Quando ho scritto le parole riportate qua sotto, non avevo ancora visto la puntata di "in ½ora" di domenica 3 gennaio. Puntata per altro registrata. Nello studio, di fronte a Lucia Nunziata, compariva Stefania Craxi, figlia del noto uomo politico che decise di andare a finire la sua vita in Tunisia, anziché farsi carico, come io o qualsiasi altro povero mortale sarebbe costretto a fare, dei crimini che ha commesso. Nel sentire le parole, con la voce rotta, a tratti, dall'emozione, per l'ingiustizia subita dal padre – che non chiama mai così, ma parla di lui chiamandolo per cognome – ho dovuto, necessariamente sentirmi indignato. Concludo questa breve nota con le parole tratte da "il Fatto Quotidiano, l'articolo di riferimento è di Gianni Barbacetto e si chiama "quegli incontri con la P2", sabato 2 gennaio 2010, pag. 7: "...l'interesse della P2 aumenta dopo il settembre 1979,quando Bettino lancia la sua grande riforma, che prevede il presidenzialismo: Craxi viene allora indicato da Gelli come l'uomo che può realizzare il "piano di rinascita"[...] Craxi "lo statista" continua la strada intrapresa nel 1980 anche dopo la scoperta delle liste P2[...] Accanto al conto protezione, ha via via aperto una ragnatela di conti, da Vaduz fino a Hong Kong. Il sistema delle tangenti diventa scientifico, totale. E Craxi, riformista senza riforme e statista senza senso dello stato, è ormai uno dei pilastri di Tangentopoli. Fino al fatidico 1992 di Mani Pulite." Questi sono fatti, checché ne dica la figlia sconsolata. Ed i fatti non si possono cambiare, si può solo tentare di manipolare i ricordi di un popolo distratto come quello Italiano. Cosa che stanno dimostrando di fare molto bene. Fabio è un puro di cuore.
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La constatazione è un processo che ci porta a renderci conto effettivamente, ed in maniera inequivocabile, di qualcosa . Ad esempio, se qualcuno ci dice che fuori c'è il sole, o gli crediamo a priori, oppure, se non ci sembra credibile - per qualsiasi motivo – non ci resta che constatarlo di persona, guardando fuori dalla finestra.
Siccome da che mondo è mondo, viviamo insieme ad una moltitudine di persone interessate a far si che si creda a ciò che fa comodo a loro, è sempre meglio verificare le notizie che ci danno prima di farsi un'idea dell'argomento che esse propongono. Andrò avanti con qualche esempio. Hugo Chavez
è stato demonizzato per anni come un dittatore, in prima fila dagli americani. Ma il resto del mondo, Italia compresa, non ha fatto gran ché per portare alla luce il reale operato di quest'uomo. Andare contro una lobby potente (petrolifera) può costare molto caro, e Chavez lo sa. Consiglio a tutti il documentario di John Pilger: "La guerra alla democrazia"(The War on Democracy, ndr). Ma soprattutto di constatare personalmente, attraverso la ricerca di notizie, ciò che realmente accade in Venezuela o altre parti del mondo.
Altro esempio: Craxi. Dimmi tu, se il voler intitolare anche solo una strada a questo noto furfante, non sia uno schiaffo alla legalità. Basterebbe constatare attraverso la lettura delle sentenze definitive, le colpe, commesse senza ombra di dubbio, dal "noto statista". Non si discute sul fatto che sia più facile ascoltare una voce e prendere per buono ciò che dice, ma se quel che dice non fosse vero, o avesse uno scopo diverso dalla semplice informazione? Mi spiego. A volte sentiamo una notizia, e prendendola per buona, non ci facciamo particolarmente caso. Ma se invece di ascoltarla passivamente, abbiamo più voci con le quali metterla in relazione, la notizia può assumere la forma di un reticolo, che scopriamo va a formare un'opinione complessa anche su un singolo fatto. Senza contare l'implicazione - completamente diversa, ma complementare – che alcuni tipi di notizia, attraverso un bombardamento continuo, fanno subire all'informazione un appiattimento, che tende a rendere il fruitore di tali notizie insensibile. C'è anche l'omissione che regolarmente viene fatta dagli organi di informazione, a manipolarci, e questo non bisogna mai scordarlo. Poi, parlando di giornalisti, c'è quello che ti rende la notizia interessante anche se inutile, e quello che ti rende la notizia noiosa anche se importante. Tutto viene giocato nel campo della convenienza.
Un esempio che non posso lasciarmi sfuggire è quello del così detto affare Telekom Serbia. Questa bufala colossale che parla di tangenti alla sinistra di Prodi, e rivelatasi completamente falsa, nel gettare discredito sulla parte politica avversaria, è servita, soprattutto, per distogliere l'attenzione pubblica dal vero avvenimento di quell'anno (2003, ndr) : la condanna di Cesare Previti per corruzione e compravendita di sentenze, assieme ad altri soci che non sto qui ad elencare. Cioè, nel 2003, hanno costituito (parlo della maggioranza di quell'anno) una commissione d'inchiesta, per indagare su un affare che ha avuto luogo nel 1997. A coprire, per spiegarmi, "il più grave caso di corruzione d'Itala, e non solo", tanto per citare le motivazioni della sentenza, poi divenuta definitiva. Così hanno ottenuto il doppio scopo di distogliere l'opinione pubblica da un fatto estremamente importante (che coinvolgeva qualcuno del governo), e gettare fango sull'avversario politico, che, nel sentire comune, rimarrà sempre poco chiaro come abbia fatto a cavarsela da quella brutta storia, poco importa se falsa. Vere e proprie rettifiche e/o scuse non furono mai fatte con il dovuto rilievo.
L'unica via è quella del constatare di persona la veridicità della notizia, confrontando i documenti che ci sono messi a disposizione, e combattere per la pluralità che permette di averne a disposizione una varietà sufficiente per il confronto. Ancora non si sa come andrà a finire, ma la vicenda mediorientale dell'Iran, non mi convince per nulla, troppo facile è il gioco americano di rendere detestato chi non vuole dargli il petrolio. E in questa parte del mondo, è ancora più facile, perché si fa leva sulla contrapposizione di religioni. E come mai, sempre per rimanere in medio oriente, l'informazione sul conflitto israelo/palestinese è così blanda? A tutt'oggi, di tre canali nazionali, solo uno si addentra ogni tanto, con qualche notizia dettagliata, e non è il più seguito, anzi, semmai il più boicottato. Su quest'ultimo argomento, invito alla visione del filmato pubblicato su SCHIAVI O LIBERI, filmato presentato da Vittorio Arrigoni di guerrilla radio.
Questo qua sotto invece è il documentario "Guerra alla Democrazia" di John Pilger, racchiuso in una playlist di 10 spezzoni che compongono il film, con la traduzione ed i sottotitoli di NoOneWorldGovernment.