Le discussioni nei talk-show, le
filippiche inutili dei politicanti e leader da strapazzo. Su
economia-mercato-crescita...
A cosa porteranno queste discussioni?
Dove si vuole arrivare dissertando su crimini e ideologie odiose e razziste? Quale
obbiettivo si raggiunge dibattendo sterilmente di questioni politiche vuote
come vuote sono le menti che le partoriscono, che non vedono, o forse lo vedono
benissimo, nel loro sterile dibattito la mancanza di applicazione di quelle
regole di buon senso che dalle gole di chi soffre gridano vendetta? Soprattutto
quando si vede che chi parla è seduto sulla sua ragione così comodamente da non
ammettere critiche, da ritenersi al di sopra di tutto forte del suo
invalicabile ed inappellabile giudizio.
Non si può discutere su queste cose: se
non c’è un’unione tra le persone che si basi su principi di solidarietà ed
amore, senza confini geografici nazionali, la sconfitta del genere umano sarà
totale, annunciato da secoli, millenni di storia sanguinaria che nulla ci hanno
insegnato.
L’Uomo si è condannato da sé.
Lo dimostra ogni giorno non
occupandosi di risolvere i problemi che affliggono il mondo; rimandando al
piccolo contributo individuale di chi già fatica a tirar avanti, l’aiuto a chi
letteralmente muore di fame; mentre incuranti élite ultramiliardarie
gozzovigliano nell’ormai malcelato, e quindi goffo, gioco politico di arraffare
quanto più possibile da un Mondo che sta preparando il suo terreno per la
nostra morte.
Il profitto non è un punto di arrivo:
è una condanna futura!
Con le promesse di lavoro, negli anni
passati, il mercato ha assicurato, per gli anni seguenti, il degrado
ambientale; con la scusa del progresso tecnologico, si sono avvallate politiche
di sviluppo che non tenessero in conto, se non con espedienti falsamente
interessati, della salvaguardia ambientale, per di più non si è voluto
proseguire sulla strada della tutela del lavoratore, naturalmente a vantaggio
di un mercato sempre più liberalizzato, al punto di arrivare a configurare le
persone come merce: “risorse umane”.
Le regole del mercato sono regole che
non tengono minimamente in conto del loro impatto sulla vita in generale ma,
queste regole, si fondano unicamente sul profitto, sulla convenienza cioè, che
una determinata azione può avere per chi la compie, nel disinteresse totale
verso chi o cosa è al di fuori di questa logica. La logica del profitto.
Ci stiamo facendo dominare da qualcosa
che non rispetta ne la natura umana ne la natura in generale; figuriamoci se
può rispettare le idee di progresso legate al benessere collettivo, che sono
indissolubilmente legate alla salvaguardia dell’ambiente e della vita. In buona
sostanza, il mercato è l’antitesi, questo per sua intrinseca natura, di ciò che
può anche solo avvicinarsi al concetto di buon
senso.
Il mercato, la ricerca del profitto ad ogni costo, non ha altre regole che quelle che la società riesce a porgli e, soprattutto a fargli rispettare. Ma negli ultimi anni è passato il concetto che il mercato si autoregolava, portava benessere per tutti ed altre amenità su questa linea. Ora è evidente a tutti che non è così, ci sta portando verso la distruzione della nostra civiltà. Ma ora che ha pervaso tutto, che ha il controllo anche su chi dovrebbe controllarlo, chi può fermarlo? Una sua fine inevitabile è la fine di tutta la nostra società. Nella corsa cieca del mercato, se non viene in qualche modo fermato, la fine naturale è quella.
RispondiEliminaTu giustamente fai riferimento all'etica, all'umanità, al senso di giustizia, al buon senso, all'amore, al benessere collettivo, a tutto ciò che sta alla base dei rapporti umani e del convivere civile, ma il mercato non sottostà a questi principi; per esso vale solo il profitto.
Il profitto non è un punto di arrivo: è una condanna futura!
RispondiEliminaFrase da scrivere sui muri!
siamo dei "ciandala" che blaterano tutto il giorno e non fanno niente per cambiare la situazione che li rende inumani?
mentre i barbari avanzavano verso roma,
RispondiEliminai grassi e ricchi romani discutevano sul sesso degli angeli.
roma fù rasa al suolo.
mentre il popolo francese moriva di fame,
il re ed i nobili giocavano a scacchi nel lusso.
il re ed i nobili persero la testa.
la storia, ciclicamente, si ripete.
con il fuoco o con la ghigliottina,
i conti alla fine verranno fatti.
io so benissimo da che parte sarò,
quel giorno.......
ps:
buonasera, popolo!
Nel LIBERO MERCATO c'è una posizione POCO LIBERA: quella del consumatore.
RispondiEliminaA parte poche e rare possibilità di scelta, quell'individuo, il consumatore, si trova come l'ultimo di una catena di scelte economiche e ne subisce SOLO E UNICO le conseguenze.
Potrebbe far saltare Mercati e Governi, invece, poco organizzato come è, ecco che si trova a pagare tutti gli aumenti e sprechi effettuati a monte del suo acquisto.
Aumenta il carburante dei trasporti?
Ecco che le derrate alimentari, anche quelle necessarie, aumentano di conseguenza.
E il 2012 apre con aumenti su tutto.