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Tentiamo, in un mare di informazioni spesso contrastanti, di osservare la realtà con senso critico, con onestà e senza sentirci depositari della verità.
lunedì 23 maggio 2011
Qualunquismi
Basta con il qualunquismo grillesco!
Ci vogliono proposte concrete, utili al paese, di ampio respiro.
Si potrebbero portare un paio di ministeri a Milano! Questa si che sarebbe una proposta intelligente.
Se ne potrebbero portare altri due a Napoli, questo sarebbe perseverare intelligentemente sulla strada giusta.
Si potrebbero poi riportare a Roma, magari in occasione di eventuali ballottaggi futuri nella capitale ed il ritorno dei ministeri avverrebbe in quel momento solo per un caso, sia ben chiaro.
Si potrebbe aprire un bel casinò in ogni comune!
Si potrebbero azzerare tutte le multe e magari azzerare anche tutte le tasse perché no? Lo stato si potrebbe alleggerire molto licenziando in blocco tutti i suoi dipendenti assenteisti (a parte i politici che devono portare avanti questa ed altre riforme per il paese) offrendo i loro posti ai disoccupati (momentaneamente non sarebbero pagati, ovviamente, ma d'altronde non lo erano neanche prima, dunque di cosa si dovrebbero lamentare? Almeno avrebbero un lavoro e contribuirebbero al miglioramento dei conti dello stato). Con questo si risolverebbe il problema delle tasse e quello della disoccupazione a costo zero! Gli altri costi verrebbero pagati con offerte volontarie da parte di privati. Ci sono tanti privati che smaniano dalla voglia di offrire denaro ai politici, oggi lo devono fare nascostamente, domani potranno farlo liberamente, alla luce del sole! Loro sarebbero contenti di questo, il popolo sarebbe contento di non pagare tasse!
Si potrebbero chiudere le scuole facendo la gioia di tanti bambini e ragazzi e questa sarebbe la più grande riforma della scuola, addirittura superiore a quella della Gelmini che era già di tutto rispetto!
Si potrebbero chiudere gli ospedali, abolendo per decreto le malattie, si sta pensando ad una legge chiamata provvisoriamente della malattia breve, per ora si preferisce non divulgare i dettagli, ma è una soluzione veramente innovativa e risolutiva. Basta con le malattie, i malati, gli ospedali ed altre cose del genere! D'altronde dopo la risoluzione del problema del cancro, è rimasto ben poco da curare ed infatti si stanno già da qualche tempo chiudendo molti ospedali e reparti.
Un'altro bel taglio si darebbe abolendo polizia e carabinieri, che sarebbero sostituiti da ronde padane e polizie private. Si potrebbero chiudere i tribunali evitando così tutte le lungaggini dei procesi che sappiamo, tanto si sa che i giudici sono in mala fede, lasciamo decidere al popolo con elezioni, televoto e manifestazioni di appoggio chi è innocente e chi colpevole, d'altronde, come dicevano i latini: 'Vox populi, vox Dei' (o Die)! E poi, ormai, bloccato l'ingresso degli stranieri nel nostro paese, non ci saranno più crimini e non ci sarà più bisogno né di polizia, né di tribunali, né di carceri! Sia ben chiaro questo finché non riandranno al governo i comunisti, che se accadesse, quelli riaprirebbero le porte, costruirebbero moschee ed inviterebbero gli africani a stuprare le vostre donne!
D'altronde si è già dimostrato che la volontà di combattere il qualunquismo è concreta, quando si è tolta ai cittadini la possibilità di scegliere i candidati, è stato proprio per evitare che si scegliessero candidati qualunque. Si è trattato di una lungimirante mossa contro il qualunquismo.
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Questo tuo post, che si ispira al personaggio di Cetto La Qualunque, mi sembra porti il paradosso della vita politica italiana di oggi alle sue estreme conseguenze, seguendo un percorso rigorosamente logico e partendo da (altrui) premesse sbagliatissime. Una cosa mi ha incuriosito: il qualunquismo. Perciò ho fatto una rapida ricerca: "“Con il termine qualunquismo si indica un atteggiamento vagamente ispirato dalle azioni del movimento dell'Uomo qualunque, e che rinnega o almeno intenzionalmente ignora l'aspetto politico del vivere associato. Comparve in Italia nell'immediato dopoguerra. È caratterizzato da una generica sfiducia nelle istituzioni, nei partiti, nei vari soggetti della politica, veduti come distanti, perniciosi o comunque di disturbo, di intralcio, nell'autonomo perseguimento delle soggettive scelte individuali. Questo atteggiamento è in genere considerato negativamente dagli individui politicamente attenti, che ne sottolineano i rischi connessi al rifiuto della partecipazione in un sistema democratico. Spesso l'attributo "qualunquista" è usato con senso spregiativo nel dibattito politico.
RispondiEliminaSul qualunquismo si sono svolte analisi a diversi livelli, ad esempio in sociologia e in storia, partendo dall'assunzione dei contesti fattuali in cui ebbe a svilupparsi subito dopo l'instaurazione in Italia di un regime democratico. Le evidenze del tutto negative del mondo politico, subito dopo la sconfitta, offrivano molti spunti per lo sviluppo di sensazioni diffuse di insufficienza dei sistemi sociali, talvolta sfociando in non isolati casi di "depressione collettiva" per i quali il rigetto aprioristico della rappresentanza politica passiva ben poteva essere uno degli esiti. Fra i motivi di maggior disdegno della funzione di rappresentanza, vi erano certamente aspetti materiali come i lutti, le macerie, l'impoverimento, la perdita di status precedentemente acquisiti; e vi erano anche aspetti ideali come la guerra persa, la ferita gravissima all'immagine dell'appena costituita nazione, i tradimenti e le fronde, le riproposizioni e le camarille, l'attribuzione di potere a soggetti rivelatisi insufficienti (anche vista come causa delle negatività), e molti altri simili argomenti.”(Wikipedia).
La sfiducia di Grillo verso le istituzioni non è generica, egli non un qualunquista. Ciò che disturba è il fatto di non volersi esporre ad alcun confronto, pubblico o privato, non scende mai nell'arena. Le sue apparizioni sono senza contraddittore e somigliano molto a una recita, a uno che recita un ruolo. Io ciò e solo in questo è uguale a mr. B., a mio avviso. Bada che lo trovo simpatico, inizialmente ero affascinato da questo ciclone che agitava le acque della politica (e non solo la politica) italiana. Successivamente, avendo io una bella età e una non insignificante esperienza di lavoro, mi sono un po' allontanato.
Da notare coma la Parola "die", come messa tra parentesi al posto di "dei", in inglese potrebbe significare "morto" anziché "dio".
RispondiEliminaPer il resto, mi ha divertito molto il post, e concordo con quasi tutto quanto detto da Luigi; posso fare solo un'osservazione mia personale riguardo al rifiuto del contraddittorio: Grillo rifiuta il contraddittorio non a priori, ma in quanto sostiene, e secondo me a ragione, che gli argomenti sono indifendibili dalle parti politiche, e se in alcuni casi potrebbe starci il contraddittorio, nella maggior parte, invece, si tratta di dati acquisiti ed incontestabili, come ad esempio sul nucleare o sui finanziamenti ai partiti, dove un contraddittorio sarebbe inevitabilmente una farsa; come dire, un tentativo da parte dei politicanti che lo vogliono, di costruire un alibi su pretesti che non esistono.
Non mi sento di dargli torto.
Quello di Obbie è un gioco di parole sul proverbio latino e sul termine die.
RispondiEliminaDie: ablativo singolare della quinta declinazione del sostantivo dies, che significa giorno, nell’uso comune è preceduto dalla particella pro.
Die: Infinito del verbo inglese che significa morire, preceduto dalla particella to.
Il gioco di parole suggerito da Obbie è in realtà una piccola tortura mentale perché il proverbio latino non si presta agevolmente alla sostituzione di Dei, genitivo della parola Deus, con l’altra “die”. Di conseguenza la storpiatura è inevitabile, ma il significato è chiarissimo e io lo condivido: la psicologia di massa è molto pericolosa perché nella massa si confonde la individualità, per cui il soggetto viene annullato.
È questo il motivo per cui gli incantatori di serpenti hanno avuto ed hanno tutt’oggi tanta presa sulla massa. Il lato peggiore della situazione consiste nella circostanza che quando la massa di scompone nelle individualità ogni singolo soggetto continua a pensare come la massa ed è difficilissimo per lui riprogrammare i propri convincimenti.
Quanto a Belle Grillo, le tue affermazioni caro Roby sono pretestuose, nel gergo giuridico si direbbe inconferenti. Infatti non giustificano il rifiuto totale di confronto, che a mio giudizio è motivato dalla consapevolezza che il rischio di essere messo con le spalle al muro, con relativa figuraccia, potrebbe svuotare i teatri dove Grillo simula di fare il comico prestato alla politica e si sa che per entrare in quei teatri si paga il biglietto.
Alcune precisazioni.
RispondiEliminaIl comico cui mi sono ispirato non è Cetto La Qualunque (è solo alla fine quando pensavo a quale immagine mettere che mi è sembrato simpatico utilizzare la sua), ma un altro di ben più alta levatura ( ;-) ) e devo confessare che la maggior parte delle battute non sono mie, ma le ho copiate a questo comico (ed anche ad una sua spalla) ed infatti sono state riprese da tutti i giornali di questi giorni, in particolare quella dei due ministeri a Milano.
Volevo semplicemente mostrare come fossero strampalate le proposte che vengono fatte (purtroppo seriamente) sopratutto in questi giorni, ma anche in precedenza, in ogni occasione in cui si presenti la necessità di raccogliere consensi facili.
È ogni volta sorprendente come abbiano effetto, almeno su una certa fetta di persone, ma è così, comunque se ne parla, si porta l'attenzione su di sé, si dà l'impressione che ci sia la volontà di fare (poi ci sono altri che frenano, che impediscono) e, soprattutto, si evita di parlare di altro che potrebbe risultare perdente. Sono strategie che ormai conosciamo, ma che continuano ad avere la loro efficacia, specie se si ha la collaborazione del grosso dei mass media, che non ridicolizzano e smascherano queste cose.
Quando sento queste cose, la prima reazione è di rabbia, per come continuano a ridicolizzare il nostro paese, per come non si farebbero scrupolo a sfasciare niente purché ne potessero ricavare un qualche vantaggio, poi, quando va bene la canalizzo in battute, provo a riderne.
Anche l'uso dispregiativo del termine 'qualunquismo' mi irrita proprio per questo motivo, perché è l'ennesimo modo per etichettare (come il termine 'comunisti' rivolto a sinistra, centro-sinistra o qualunque cosa che non sia populismo becero e destrorso) e distogliere l'attenzione dalle reali proposte.
RispondiEliminaRingrazio Luigi, infatti, per le definizioni di qualunquismo che riporta da cui si può vedere che, appunto, non si tratta di qualunquismo, l'aspetto politico del vivere associato non è rinnegato, al contrario incoraggiato, si spinge proprio verso una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, si utilizzano i pochi strumenti di democrazia diretta che ci sono e si spinge affinché ce ne siano altri, si studia come far partecipare maggiormente i cittadini alle decisioni. C'è sfiducia verso i partiti certo, ma non è il generico 'sono tutti uguali' (che fa comodo a chi vuole continuare a farsi gli affari propri), ma conseguenza di valutazioni precise su fatti. L'idea di togliere denaro dalla politica non è generica o ideologica, o perché si pensi ingenuamente che ne deriverebbe un risparmio risolutivo (che comunque ci sarebbe), ma deriva proprio da una valutazione dello stato attuale delle cose. Se girano molti soldi, chi è in cerca solo di soldi, chi non è mosso da ideali, da spirito di servizio per il prossimo, da senso di giustizia, finirà per prevalere ed è esattamente quello che è avvenuto. Se invece, fare politica non ti da alcun guadagno, lo fai solo se ci credi. Anche questo ha dei limiti, me ne rendo conto, non esclude che ci siano pressioni da parte di lobby, più o meno palesi, i guadagni potrebbero derivare comunque da lì, una parte del problema rimarrebbe, inoltre sarebbe maggiormente favorito chi ha più soldi da 'investire' in politica, ma questo avviene comunque, il nodo rimane sempre quello di limitare o togliere l'influenza delle lobby, se non ci fosse quello non ci sarebbe neanche la convenienza ad 'investire' in politica. Una soluzione è proprio quella di aumentare la partecipazione dei cittadini, se i politici sono solo portavoce di proposte e valutazioni fatte da un gran numero di persone, diventa più difficile, se non impossibile 'comprare' costoro, fargli fare gli interessi di una multinazionale o di una cosca. Poi nessuno ha la soluzione risolutiva e definitiva, si tratterebbe solo di avviare un processo virtuoso, in cui ci sia la volontà di risolvere certi nodi. Quello degli interessi che si intrecciano con la politica attuale, è proprio lo snodo centrale e non c'è, evidentemente, alcuna volontà di risolverlo da parte degli attuali partiti, con l'eccezione dell'IDV, secondo me, ma l'IDV è andato avanti con i metodi tradizionali, permettendo che si infiltrassero in esso i soliti terminali affaristici. Dunque non possiamo chiedere al cancro di curare se stesso, per curarlo ci vuole qualcosa di diverso. Io credo che sarebbe la medicina giusta, poi se non la proviamo non possiamo saperlo, ma di certo non è qualunquismo, come si cerca di dipingere.
Vi ringrazio poi per le belle interpretazioni che avete dato della storpiatura della frase latina, io non l'avevo pensata così acuta, volevo solo simulare un citare incerto, ma con le vostre interpretazioni, sopratutto quella di Luigi, diventa strepitosa!
Sul rifiuto del confronto ci sarebbero molte giustificazioni possibili, ma l'obiezione di Luigi mi pare validissima. Non so però se ci siano stati veri inviti, con chi doveva confrontarsi? Quando? Gli esponenti del M5S sono andati ad ogni dibattito in cui hanno potuto, pochissimi, ma non certo per loro volontà. Grillo è l'ispiratore, il catalizzatore del movimento, ma non è candidato, dunque non è lui che deve confrontarsi. Non escluderei comunque, che, se ci fosse un richiesta di confronto, magari con Berlusconi e/o Bersani, con un moderatore imparziale, non accetterebbe di andarci, anzi io scommetterei che ci andrebbe, ma è stato mai proposto? Vi risulta? A me no.
RispondiEliminaAh si! Io ci avrei messo B. & C., come li chiama Bruno Tinti.
RispondiEliminaTi piaccia o meno, ma il qualunquismo era quello. Ovviamente, lo ribadisco, non ritengo Beppe Grillo un qualunquista, tutt'altro.
Quanto agli inviti ci sono stati, in trasmissioni che non si possono considerare 'nemiche': Annozero, Ballarò, Otto e mezzo, In onda, In mezz'ora, su Rai 2, Rai 3, La 7.
Solo in Annozero è intervenuto più di una volta, ma con una intervista registrata che Santoro ha accettato perché funzionale alla sua puntata. Insomma, non ci mette la faccia. Era lui la 'preda', non i grillini (passami questo neologismo), che, ovviamente, non erano certo ambiti.
Goodd blog post
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