Il titolo non è mio, ma di Raitrenews.
Il titolo è scaturito dal Rapporto redatto per l'anno 2011 dall'organizzazione non governativa Transparency International sulla percezione della corruzione nel settore pubblico nei vari Paesi del mondo. Lo studio ha preso in considerazione 182 paesi.
Il primo paese in classifica, ovvero il meno corrotto, è risultata la Nuova Zelanda, davanti a Danimarca e Finlandia. Agli ultimi posti della classifica troviamo invece Somalia e Corea del Nord. L'Italia è risultata 69esima in graduatoria, la Grecia 80esima.
Secondo Transparency International le difficoltà economiche che attraversa l'Eurozona sono legate all'incapacità dei poteri pubblici di combattere la corruzione e l'evasione fiscale. Per cui Grecia e Italia risultano particolarmente sofferenti.
Nel video è detto un principio chiave: visto che adesso in Italia vige il pareggio di bilancio, se la variabile dell’entrata legata alle tasse diminuisce a causa di mancati introiti (il cui recupero costa moltissimo a tutti i cittadini italiani e mi piacerebbe sapere quanto incide), giocoforza le tasse aumenteranno su chi le paga già, determinando recessione e infelicità. Se il famoso PIL non cresce e se le entrate tributarie si riducono a causa dell’evasione e della corruzione devono aumentare i prelievi, perché i conti tornino.
Non è più possibile “crescere” a debito perché l’Italia non ha più la sovranità monetaria e inoltre è un Paese in recessione. Il Giappone, dove la corruzione non è un problema come per l’Italia (sono quattordicesimi), ha un rapporto debito - PIL stratosferico, vicino al 160%, ma ha anche un export stratosferico. E ha anche il suo yen. Infine va osservato che il 95% del totale dei titoli governativi nipponici risulta al momento detenuto da investitori giapponesi (rapporto ICE primo semestre 2010). Insomma sembra una situazione ben diversa da paesi poco “raccomandabili” quali Italia e Grecia.
In una modalità B.A.U. – che è quella prevalente – nessun investitore porta i suoi danari in un Paese che percepisce come “corrotto”; l’Italia in venti anni è passata dal 33esimo posto al 69esimo. La Corte dei Conti individua nella corruzione la principale patologia italiana, così emerge dal discorso tenuto dal procuratore generale della magistratura contabile Mario Ristuccia nella sua relazione in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario 2011.
I diritti dei cittadini, in una società corrotta, non sono solo calpestati, ma venduti come favori, e in un clima di arrendevolezza e di lassismo (come quello italiano e greco) gli arbitrii e il favoritismo imperano, risucchiando le risorse pubbliche, che non possono più, nell’Eurozona, affidarsi alla macchina del debito.
Economia ed ecologia sono legate in modo inafferrabile per molti, e per i governi la logica di come funziona il Pianeta non è ancora chiara. Siamo tutti collegati su un Unico Pianeta e quindi non esiste o tra breve non esisterà che ci possano essere economie in “crescita” su altre in depressione, perché le risorse naturali stanno diminuendo per tutti e per tutti stanno aumentando i costi energetici e i costi per prevenire e ripulire dai danni dell’inquinamento.
L’economia globale sta rallentando e non poteva essere che così, e quindi, a breve, nessun Paese potrà schizzare in alto il suo PIL, ma vedrà schizzare solo i suoi problemi sociali ed economici.
Chi ha evaso e corrotto ha “sprecato” le risorse pubbliche e queste sono le risorse di tutti che dipendono indissolubilmente dalle risorse naturali che stanno decadendo ed esaurendosi.
Un altro sintomo del collasso intanto europeo è la rinuncia del Belgio a tre mesi dall’inizio a maggio ad essere la sede dei campionati europei di nuoto e ciò a causa di problemi economici.
Ecco perché consiglio anche di vedere questo video del 2009 dove Dennis Meadows, uno degli autori di “Limits to the Growth”, inappropriatamente tradotto in Italia “I limiti dello sviluppo” (più corretto sarebbe stato “I limiti della crescita) parla della necessità di “svilupparsi” senza più consumare risorse fisiche. Una crescita immateriale che deve sostituire quella materiale, che invece è la stata la base della razzia legata all’evasione e alla corruzione. Al cambio di paradigma non può sfuggire la mentalità degli esseri umani, sennò sarà impossibile transitare verso nessun luogo. Riflettere su questi aspetti potrebbe ridurre di molto l’idea che siamo circondati da biechi complottisti, ma piuttosto da ladri e furfanti.
Il video è stato tradotto da Maxrupo che ringrazio per la gentilezza estrema di cui è estremamente dotato.
Se una buona metà del nostro debito pubblico fosse dovuta ad investimenti nella resilienza energetica e dei suoli, piuttosto che a mantenere in piedi ,( ancora per poco), il solito baraccone di servizi iniqui fra generazioni e buste paga, sarei meno preoccupato e meno arrabbiato; la corruzione alameno indica che abbiamo margini per migliorare la nostra efficienza di spesa, ma senza cambiarne la direzione è tutto inutile anziutto sul piano morale...Temo che una dichiarazione universale dei doveri dell'uomo sarà redatta solo in pieno runaway greenhouse effect : confido solo nei mezzi non pacifici che eviteranno un futuro alla soylent green.
RispondiEliminaGrazie Francesco dell'intervento, mi è piaciuto molto, anche se sento dolore dietro le tue parole.
RispondiEliminaVero, abbiamo, o meglio, se volessimo, noi italiani avremmo margini di ripresa, vista l'evasione e la corruzione dilagante che divora risorse pubbliche.
Se fossi Monti, ma non lo sono, avrei immediatamente vietato ulteriore uso di suolo, creato posti di lavoro per la manutenzione idrogeologica e spinto al recupero urbano ed architettonico e all'uso di energie rinnovabili.
Si, lo so, sembra che io spinga all'assunzione di altri vituperati lavoratori dipendenti, ma credo che sia meglio ricordare che lavorare nel settore pubblico con quegli obiettivi sia una delle cose più belle che qualcuno possa desiderare.
Certo non si guadagna come calciatori e veline e stupididità televis_mediatiche, ma almeno si pulisce casa.
E la casa è sporca e opiena di rifiuti e sta cadendo a pezzi.
Bellissimo il riferimento al film "2022: i sopravvissuti" da cui citi l'orrida e rabbrividente razione soylent green (fatta con i morti, ultima risorsa di un mondo sovrapopolato).
Un film che prese spunto da LIMITS TO THE GROWTH del club di Roma. A quanto pare quel libro colpì parecchio fin dall'inizio.
Vorrei finire con una considerazione: forse riusciremo a salvarci dall'estinzione se l'Umanità smetterà di fare i guelfi e i ghibellini. Siamo sempre in trincea contro qualcun'altro, invece che sopra il suolo (devastato) assieme a tutti gli altri.
Trovo molto difficile spiegare che non è giusto fare la carità, mentre sarebbe più corretto condividere gli obiettivi strategici. E come può non essere strategico fare in modo di avere ancora un pianeta su cui vivere decorosamente TUTTI? Si lo so, sono una sognatrice solitaria...
...Non credo molto nel vietare tout court nuove costruzioni : basterebbe rendere obbligatoria la loro autosufficienza energetica ( altro che classe A) !...Disperante il servizio sul 3 di domenica sera sulle speculazioni edilizie nel reggiano, con molti alloggi invenduti,costruttori sull'orlo del fallimento, d in compenso miniquartieri nel bel mezzo della campagna a 10 km dal centro città a rubare terra ai produttori di parmigiano che infatti si lamentavano: peggio ancora le dichiarazioni del sindaco, raprresentante dei sindaci italiani, che si difendeva dicendo che d'ora in poi non si avrebbero avue altre speculazioni edilizie...( Molti terreni erano di ex produttori agricoli che hanno preferito chiudere baracca vendendo i loro terreni passati ad edificabili alle cooperative per farci le famigerate casette a schiera in piena campagna )..Il sindaco poi ha 7 od figli : bell'esempio di sostenibilità!..Se poi nel tuo commento parlavi di forestali, certo oggi sono più utili dei dipendenti comunali od anche dei medici: allora però non possiamo assumerne di altri, ma prima di tutto spostare qualche migliaio di quelli assunti al sud al centro nord...( Ho fatto il calcolo che la mia cittadina di 40000 abitanti nelle Marche avrebbe "diritto" a 400 forestali fatte le debite proporzioni coi 16000 della Calabria se si trovasse appunto nella punta dello stivale)...Se i settori fondamentali della spesa pubblica, e quindi anche chi vi lavora, non possono essere modulati in maniera apprezzabile, fintanto che dura questo malinconico plateau petrolifero, la macchina statale è destinata al collasso e si tornerà ai granducati....( Naturalmente una parte minore ma non minoritaria dei lavoratori del pubblico impiego deve cambiare destinazione quando possbile se non il posto di lavoro tout court, questo sempre nell'interesse collettivo.)
RispondiEliminaCiao Francesco. I dati mi dicono che è meglio vietare nuove impermeabilizzazioni per nuove costruzioni o infrastrutture. Di edifici ce ne sono anche troppi, come sottolinei tu, e di infrastrutture prima si deve migliorare la gestione, poi, se proprio serve, se ne costruiscono altre. E comunque nel recupero urbano si intende un riutilizzo di aree già infrastrutturate per eventuali nuove costruzioni e anche per rigenerazioni di aree verdi, necessarie alla vita delle città.
RispondiEliminaMagari occorrerebbe valutare l'idea di un trasporto pubblico pensato caso per caso (una città grande ha un trasporto pubblico diverso da una pianura di cittadine piccole). Magari elettrificando strade.
Se non l'hai già fatto vediti IL SUOLO MINACCIATO un film con Luca Mercalli e che trovi nel blog roll di questo sito. In fondo.
Parla proprio della depredazione del suolo delle zone del parmigiano.
Su chi continua a vedere la procreazione infinita come metodo riequilibratore mi pare di averti risposto già ringraziandoti per il film del 1973 da te evocato.
I pubblici dipendenti possono essere una risorsa, spesso sono solo molto male organizzati da dirigenti o direttori amici dei politici. E l'eccesso di pubblici dipendenti non credi sia un fenomeno politico? Qualcuno pensava di aver inventato il pozzo senza fondo con l'indebitamento, ma in realtà le risorse pubbliche si sono fermate (un picco anche lì). Meglio considerare una sostenibilità delle risorse pubbliche anche rivedendo le professionalità necessarie dentro la pubblica amministrazione.