Nel comporre questo post ho avuto
la gentilissima collaborazione
del dr. Toufic El Asmar
vice presidente ASPO Italia.
I sogni collettivi più rilevanti dell’Occidente sprecone, razzista e autoreferenziale sono quello “americano” e quello “europeo”.
E’ necessario vederli appaiati per distinguerli e capire se il fallimento di uno (sogno americano) non abbia inficiato ed eroso la possibilità dell’altro (sogno europeo) di realizzarsi.
Il sogno americano è quello dei Padri Pellegrini sbarcati a Plymouth Rock nel 1620, felici di essere sfuggiti all’oppressione religiosa in Europa. Il loro capo spirituale, John Winthrop, mettendo piede nel “Nuovo Mondo” autoproclamò quel risibile numero di persone “il popolo eletto”. Erano lì per sottomettere la Natura con la forza del loro credo religioso. Ancora adesso il credo religioso è interconnesso alle vicende politiche, gli U.S.A. mettono Dio sulle monete (In God We Trust) e fondano campagne elettorali sul senso religioso: alcuni di loro sono creazionisti, per questi la Terra ha 12.000 anni come la somma di tutti quelli che sono citati nella Bibbia. Ai Padri Pellegrini della salvezza dell’anima si aggiunse, nell’era industriale, con Benjamin Franklin, la potente fiducia nei propri mezzi, per emanciparsi e diventare ricchi e di successo, unica modalità questa per raggiungere la Felicità che gli U.S.A. hanno nella loro Carta dei Diritti.
Fede e Perseveranza sono dunque le caratteristiche del primo sogno americano che passato al secondo stadio è miseramente fallito nel turbocapitalismo del “tutto e subito”. L’etica del lavoro frankliniana si ritrova in una nazione immersa nella cultura consumistica della gratificazione immediata, senza sforzi e senza merito. La pubblicità convince che si può essere felici solo se si ottengono una infinità di beni materiali, anche facendo debiti e magari facendo soldi con il gioco d’azzardo e i reality show. Il debito è non solo finanziario, ma anche di cultura e di etica.
Noi europei abbiamo voluto imitare il “sogno americano”. Film, musica, moda. E poco importava se, intrecciati nel sogno americano, c’erano il razzismo e la povertà, figli dell’eccesso di individualismo liberista che domina la società americana. Solo il mercato può regolare i rapporti tra i cittadini, nessuna idea di moderazione da parte dello Stato, ma è proprio questo che ha determinato il declino un Paese pieno di risorse naturali, di spazio e per di più con una lingua comune.
L’Unificazione Europea è il sogno europeo.
Un sogno basato su principi diversi da quelli americani, perseguiti con metodi ancora più diversi. L’Europa non ha una lingua comune, anche se comuni sono le radici delle lingue europee, è composta da Stati di diversa dimensione, diverso livello di ricchezza ed equilibri sociali e diverse organizzazioni politiche. Ma il patrimonio spirituale e morale europeo di cui parla la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea fa si che i due sogni siano quasi opposti.
Tanto il sogno americano è individualista e spinto, dalla presunta onnipotenza del singolo, alla conquista illimitata e al successo personale, tanto il sogno europeo punta alla coesione, all’inclusione, allo sviluppo sostenibile, facendo entrare il principio dell’uso della risorsa Ambiente in modo equilibrato anche nella carta dei Diritti.
La Carta dei Diritti Fondamentali comprende un preambolo introduttivo, dove precisa che si rende necessario rafforzare la tutela dei diritti fondamentali rendendoli scritti in una Carta, a cui seguono cinquantaquattro articoli, suddivisi in sette titoli come segue:
• Titolo I: dignità (dignità umana, diritto alla vita, diritto all'integrità della persona, proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, proibizione della schiavitù e del lavoro forzato);
• Titolo II: libertà (diritto alla libertà e alla sicurezza, rispetto della vita privata e della vita familiare, protezione dei dati di carattere personale, diritto di sposarsi e di costituire una famiglia, libertà di pensiero, di coscienza e di religione, libertà di espressione e d’informazione, libertà di riunione e di associazione, libertà delle arti e delle scienze, diritto all'istruzione, libertà professionale e diritto di lavorare, libertà d'impresa, diritto di proprietà, diritto di asilo, protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione);
• Titolo III: uguaglianza (uguaglianza davanti alla legge, non discriminazione, diversità culturale, religiose e linguistica, parità tra uomini e donne, diritti del bambino, diritti degli anziani, inserimento dei disabili);
• Titolo IV: solidarietà (diritto dei lavoratori all'informazione e alla consultazione nell'ambito dell'impresa, diritto di negoziazione e di azioni collettive, diritto di accesso ai servizi di collocamento, tutela in caso di licenziamento ingiustificato, condizioni di lavoro giuste ed eque, divieto del lavoro minorile e protezione dei giovani sul luogo di lavoro, vita familiare e vita professionale, sicurezza sociale e assistenza sociale, protezione della salute, accesso ai servizi d’interesse economico generale, tutela dell'ambiente, protezione dei consumatori);
• Titolo V: cittadinanza (diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali, diritto ad una buona amministrazione, diritto d'accesso ai documenti, Mediatore europeo, diritto di petizione, libertà di circolazione e di soggiorno, tutela diplomatica e consolare);
• Titolo VI: giustizia (diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale, presunzione di innocenza e diritti della difesa, principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene, diritto di non essere giudicato o punito due volte per lo stesso reato);
• Titolo VII: disposizioni generali che riguardano le modalità di interpretazione e di applicazione della carta medesima.
L’attuale Carta dei Diritti Fondamentali dell’unione Europea è entrata in vigore con la ratifica del Trattato di Lisbona (Legge 2 agosto 2008, n. 130 pubblicata in G.U. 8 agosto 2008). Anche il Trattato di Lisbona riporta i Diritti Fondamentali scritti nella Carta. L’articolo 1 bis recita:
L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.
Diritti universali, laici e completamente condivisibili.
All’articolo 2 un altro esemplare elenco di principi:
L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico.
Dunque cooperazione, collettività delle azioni sociali e con valori economici basati sulla qualità dell’ambiente e della vita dei singoli. Il tutto parrebbe proiettato verso una società con economia stazionaria e senza ambizioni di potere sul globo come fuoriesce dalle parole e dalle intenzioni degli U.S.A. Non un corpo unico ma un insieme di corpi da mettere a sistema, da organizzare a rete, per il benessere complessivo del Pianeta.
Ma il sogno europeo sta deludendo innanzitutto i suoi cittadini e si infrangendo sugli stessi scogli che hanno determinato l’arenarsi del sogno americano: i danni provocati dall’azione sfrenata del mercato economico e finanziario.
Il liberismo e il neoliberismo hanno pervaso anche le politiche europee, seppure con modalità diverse. In Europa il concetto socialdemocratico dell’equilibrio statale sulle forze del mercato ha sicuramente impattato sulla possibilità di manovra delle succitate forze, che tuttavia sono riuscite ugualmente a contagiare i meccanismi dei bilanci dei singoli Stati europei. Le agenzie di Rating (tutte americane) hanno giocato e stanno giocando con i bilanci degli stati europei attaccando innanzitutto i PIIGS.
Un momento duro, dove l’Europa avrebbe dovuto agire come un sol corpo, e invece ha mostrato l’aspetto aggressivo ed egoista dei suoi membri più ricchi e potenti, quali Francia e soprattutto Germania, già accusati da tempo dagli altri membri di costruire Protocolli e Trattati a loro esclusivo beneficio e consumo e poi di non seguirli se necessario (il limite del 3% del PIL per il deficit dei conti pubblici). Mostra particolare egoismo la Germania, troppo grossa per stare in Europa e troppo piccola per uscirne. Non accetta di dover pagare il debito degli altri paesi europei sconsiderati, un debito a cui a contribuito la Germania stessa con una feroce azione di esportazione, una Germania che impone rientri di bilancio pubblici rigidi e recessivi, e siccome non potrà vendere nulla in una Europa immiserita dalla sua stessa politica economica, ecco che si deve rivolgersi ai BRICS, come la Cina o il Sudamerica.
B.A.U. tedesco, e recessione europea stanno portando la Grecia sull’orlo della disperazione. La Grecia ha sicuramente colpe (bilanci non chiari, falsificazioni, evasione fiscale, poco rispetto di regole e leggi), come le hanno tutti i PIIGS, Italia compresa.
Ma la mancata coesione e difesa della dimensione umana da parte dell’Unione europea in un momento di crisi come questo è segno palese che il SOGNO EUROPEO SI E’ INFRANTO.
In Grecia, i diritti fondamentali così ben espressi e specificati nella Carta dei Diritti Fondamentali e ribaditi nei primi articoli del lunghissimo Trattato di Lisbona, che ribadisce il nostro essere una unica comunità con uguali diritti e doveri e obbligo di reciproco aiuto tra Stati, ebbene quei diritti sono attualmente calpestati in nome del dio mercato. In nome del B.A.U. che penetra nel concetto di sviluppo sostenibile perché questo concetto, dice Latouche, è un ossimoro. Nessun SVILUPPO potrà mai essere sostenibile. Poca differenza con il sogno americano che, precedente per migliore fortuna a quello europeo, non parla mai di sostenibilità mentre quello europeo infarcisce di questo principio tutti i suoi documenti ma con il fine di aumentare concorrenza e competitività delle imprese e del mercato (seppure interno).
La Patria dell’Europa, l’origine della cultura occidentale, è in pieno collasso economico e finanziario, e i suoi cittadini stanno morendo di inedia e di disperazione.
Gli altri cittadini europei, e non solo europei dovrebbero guardare con timore al precipizio greco, perché la terapia d’urto fornita alla Grecia dalla BCE e dal FMI era sbagliata, irreale, inefficace e come si può notare dal risultato, anche controproducente (un debito greco passato dall’iniziale “turpe” 120% all’attuale “folle” 160% in pochissimo tempo e adesso deve tornare al “turpe” 120%). E sono le stesse misure di Monti e di tutti i paesi europei che ancora pensano alla “crescita” come soluzione di tutti i mali.
L’unica cosa che cresce è la disperazione e la paura, e il passo successivo è spesso una rivolta, o una guerra.
Ma intanto facciamo finta che vada tutto bene, anzi perché non ascoltare presso i nostri media le voci affabulatrici e affascinanti dei “grandi economisti filo americani” che sentenziano “fa bene il governo greco a licenziare i dipendenti pubblici”, oppure “si alla riduzione dello stipendio, all’aumento di ore da lavorare gratis”, come se niente fosse.
Greci cattivi e spreconi, dovete pagare pegno. Nulla a che fare con la coesione sociale e il diritto alla dignità umana della Carta dei Diritti Fondamentali d’Europa.
La Grecia non fa più parte dell’Europa e il sogno europeo si è infranto.
Il sogno Europeo si è infranto dal momento che i vari Paesi che formano i cosiddetti PIGS sono stati accettati a fare parte del Club chiamato Unione Economica Europea, il club dell’Euro, senza averne i requisiti minimi per farne parte. I conti Greci erano stati truccati e nascosti sia alla popolazione Greca che a quella Europea, eppure molti conoscevano la realtà. Ma non solo la cosi virtuosa Germania ad un certo punto si dimenticò di rispettare i parametri di Maastrich.
Certo ci hanno preso per troppo tempo, offrendoci il benessere assoluto “chiedi e ti sarà dato”. Qualcuno si è accorto della novità che circola in TV da qualche mese? Quella che vi farà guadagnare (rovinare) chissà quanti soldi, avete indovinato? Il Poker in TV .
Intanto nella Unione Europea il numero dei disoccupati, senza tetto, poveri, malnutriti è in continua accesa, in alcune scuole elementari di Atene molti bimbi svenivano perché non mangiavano da giorni, padri di famiglia che si suicidano, mamme che si prostituiscono; la delinquenza spicciola (per intendersi scippi e furti in casa) è in crescita esponenziale. Una miscela esplosiva.
Alexander Hamilton nato a Nevis, l’11 gennaio tra il 1755 e 1757 morto il 12 luglio 1804 è stato un politico, militare ed economista statunitense. Ritenuto uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti, fu il primo Segretario al Tesoro della nuova nazione americana. Da lui esce la battuta fortemente non Cristiana “Inequality in condition is a necessary consequence of liberty” ossia la condizione di disuguaglianza è la conseguenza necessaria della libertà. Ossia vuoi essere libero, allora sfrutta gli altri oppure rimani povero. Qualcun’altro cita “Those who love God and their country don’t need a government public sector. They need and unrestricted private sector” coloro che amano Dio e la Patria non hanno bisogno di un settore pubblico governativo. Hanno bisogno di un settore privato illimitatamente libero.
DANIELA
Vergognoso che nel movimento picchista vengano annoverate persone che non riconoscano come "i diritti dell'uomo" siano una costruzione di propositi in una società in forte espansione in tutti i sui fonadamentali, non ultimo l'energia procapite; il fallimento la Grecia servirà da monito alle altre nazioni : chi pensa di utilizzare la totalità o la maggior parte della spesa pubblica non solo in clientele, ma fondamentalmente in servizi alla persona più o meno efficaci ed equi fra generazioni, ( visto che i risulta che in Grecia, la bruttissima copia dell'ITalia, 1 giovane su 2 sia disoccupato, mentre chi è arrivato prima gode comunque di una situazione e di una spesa pubblica molto più orientatata a tutelarlo ),infischiandosene dei fondamentali termodinamici e del plateau petrolifero che reclamano a gran voce investimenti PUBBLICI nelle rinnovabili, protezione dei suoli, ed agricoltura sostenibile è destinato ad una forte riduzione della complessità della sua società, con scarse prospettive di recupero vistoil peak everything imminente.
RispondiEliminaNotizia recente su wallstretitalia che i sindacati di polizia stanno facendo pressioni sulla magistratura per inquisire gli euroburocrati : che vergogna !...Ma le tasse non dovrebbero servire a pagare la spesa pubblica ? Che il pubblico greco campi con le tasse dei suoi cittadini ( Altro elefante nella stanza sono i BOT: potevano avere un senso 50 anni fà in un contrsto di energia procapite crescente per finanziare opere pubbliche come le ferrovie o le autostrade, oggi sono solo un modo per procrastinare l'inevitabile, a danno dei lavoratori di basso livello e di chi non riceve servizi dal pubblicoe a (modesto) vantaggio di chia 2 soldi da investire: anche qui una sorta di giogo generazionale .)
Vergogna.
)
Ciao Francesco.
RispondiEliminaOggi la tua tastiera è particolarmente ansiogena...
Comunque esiste un documento inviato da sei organizzazioni ambientaliste che spiega perché sarebbe meglio destinare parte dei fondi della PAC (Politica Agricola Comune) e della Politica di Coesione ad alcuni settori della green economy, come le rinnovabili. Lo trovi in questo link denominato "Come far diventare più verde il budget UE e creare più lavoro".
Il problema è come creare consenso alle idee intelligenti, tra cui la Transizione.
Grazie Marco Sclarandis!
La questione dell'ansia è fondamentale in questo momento.
RispondiEliminaI furbi, si fa per dire, d'ogni genere, sono maestri nell'adoperare l'ansia altrui a proprio vantaggio.
Basta generare l'ansia a tempo debito e nella giusta misura e la preda è assicurata.
Poi,per riciclare la preda più volte bisogna solo lenire l'ansia con l'appropriato conforto.
Con questa semplice ma efficacissima ricetta si sono da sempre dominate orde ed orde di individui.
Naturalmente non va sempre tutto liscio.
Ogni tanto gli ansiosi si accorgono che possono affrontare e sconfiggere la loro ansia per conto proprio.
Senza ansia il mondo sarebbe di una noia insostenibile, ma troppa lo fa diventare un inferno dantesco.
Non è l'energia a mancare mio caro Francesco, e neanche lo sono le materie prime.
E'la loro iniqua distribuzione e imbecille uso.
Semmai, il territoio deve ormai essere visto con la consapevolezza della sua finita estensione e delicata complessità.
Se vogliamo mantenere al massimo la preziosa, insostituibile ed infine bellissima biodiversità, dobbiamo ingegnarci con tutte le nostre forze a lasciarne la maggior parte possibile agli altri esseri viventi.
E l'Europa cosa c'entra con questo?
C'entra perchè se ritorniamo a farci la guerra ,anche se solo economica, l'ansia si trasformerà in delirio, paranoia, e alla meno peggio abulica depressione.
E' un momento speciale questo.
Possiamo ribaltare, riconvertire, trasformare questa dilagante ansia in azione risanatrice e rigeneratrice.
Ma non verrà nessuno di quei cosidetti furbi a dirci come dobbiamo fare.
Marco Sclarandis
Ciao Marco.
RispondiEliminaL'ansia è usata per bloccare la reattività, invece che aumentarla (come dovrebbe essere).
Non è più una eu_ansia ma una kako_ansia.
Eu è il suffisso di EUROPA e significa "BUONO, BENE".
Spero tanto che quel suffisso dilaghi.
Ma serve ripetere e ripetere e ripetere, perchè anche questo è un sistema dei negatori o denigratori: la ripetizione ossessiva che rende vero soprattutto il verosimile.
Ma occorre farlo con chiarezza e semplicità, sennò nessuno ascolta.
..Bè, se finanziamenti europei vogliono andare nella direzione delle rinnovabili greche niente da eccepire, anzi...Mi sembrava solo però che il post riportato volesse essere un J'accuse contro le istituzioni europee che stanno deteriorando il livello di vita e la dignità dei greci...Fra le altre cose, credo che gli stessi BOT, italiani greci o francesi che siano, siano un residuo del passato, di una epoca di abbondnaza energetica ed investimenti, ed oggi servono solo ad aumentare il giogo generazionale e a procrastinare l'invitabile taglio ( non un haircut!) della spesa pubblica e suo non trascurabioe reindirizzamento dai servizi agli investimenti in sostenibilità...( Ovviamente dico e mi auguro questo in difesa della sopravvivenza di uno stato centrale importante e pinguo quasi quanto l'attuale, ma con concompetenze e programmi significativamente cambiati di senso.)
RispondiEliminaCiao Francesco. Il post non è un J'accuse, ma una semplice presa d'atto di quello che sta succedendo. La complessità dell'Unione Europea è tale per cui è possibile che, in un momento di crisi e difficoltà di comprensione un "sistema complesso", non riesca a funzionare. La Grecia probabilmente dovrebbe uscire dal''euro e inserire una doppia livrea monetaria tornando alla dracma ma non vogliono.
RispondiEliminaLe basi su cui avevano costruito l'ingresso nell'euro (i criteri di Maastricht imponevano che il debito pubblico dovesse essere il 60% del PIL) non le aveva nemmeno l'Italia quando è entrata, ma visto che l'80% del debito pubblico era degli italiani fu fatta una eccezione. A cui seguirono tante eccezioni con in base l'errore originario: mancata esistenza di un vero Stato centrale europeo.
Quel Sogno, quelle parole, quei diritti e principi CONDIVISIBILISSIMI, non potevano e non possono essere mantenuti se manca chi o cosa riesca a renderli tali per tutti gli appartenenti all'Unione.
Eccezioni che hanno permesso l'ingresso di paesi meno dotati del requisito e anche eccezioni che si sono auto concessi Germania e Francia quando quei Paesi superato il limite del 3% del rapporto. Cito dall'articolo Allan Little, corrispondente della BBC, nel citato articolo del "Telegraph":
"Nel 2003, la Francia e la Germania avevano fatto eccessi di spesa e il loro deficit di bilancio aveva superato il 3% ovvero il limite a cui si erano legati. La Commissione - allora guidata dall'ex primo ministro italiano Romano Prodi - aveva il potere di multarli. Ma i ministri delle finanze hanno votato di non rispettare le regole che erano state progettati per proteggere la stabilità dell'euro."
Per il resto io concordo: non si può più spendere e usare le risorse come si è fatto adesso, mai più.
Ma occorrerebbe una nuova Cultura con istruzione più forte, soprattutto, lo so mi ripeto, alle donne anche in Europa, per rompere con una visione del passato che racconta che invece la crescita e l'Infinito ci appartengono.
Quando sento che vogliono che Monti firmi perchè l'Italia si candidi per le Olimpiadi del 2020 mi vengono i brividi per due ragioni: da qui al 2020 la crisi energetica e di risorse sarà ancora peggio a questo ritmo e con questa mentalità, e sappiamo che sono sempre in passivo i giochi Olimpici (forse fu una delle gocce che fede traboccare il vaso greco) e poi segue la domanda "idiota":
"Ma perchè spendere per sprecare, e nel contempo tagliare fondi per l'istruzione e la ricerca?".
Ma forse è una domanda idiota.
A proposito dei tecnici che vorrebbero rimetterere a posto le cose a partire dalla Grecia:
RispondiEliminaLa leggenda vuole che nell’ufficio di Albert Einstein ci fosse appeso un cartello con la scritta:"Non tutto ciò che può essere contato conta e non tutto ciò che conta può essere contato."
E a proposito della saggezza del Governo riguardo al rifiuto della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020:
http://petrolio.blogosfere.it/2012/02/olimpiadi-roma-monti-ne-fa-una-giusta-ma-ecco-il-motivo.html
E a proposito del celenterato che si scaglia contro la famiglia cristiana e il suo avvenire:
L'importante è si faccia spettacolo,altrimenti il baraccone si svuota e bisogna chiuderlo, giusto?.
P.S.(Premetto che mi sono mancate le forze per assistere alla sceneggiata ultrasessuagenaria dove l'ultrasettantenne Celentano inveiva contro il settimanale dei Paolini e il famoso quotidiano cattolico).
Marco Sclarandis
Ciao. Immagino che i motivi per cui mi auspicavo il NO alle Olimpiadi fosse diverso da quello di Monti (anche la Lega è d'accordo e qui i motivi sono ancora diversi). Tuttavia mi va bene, pagare tasse per pagare ANCHE i debiti sulle Olimpiadi mi pareva brutto.
EliminaUltra post scriptum.
RispondiEliminaMa in fondo un bel collasso planetario, irreversibile e irripetibile non sarebbe un grandioso spettacolo come non ne si vedeva da millenni?
Non sarà questo il motivo profondo per cui adottiamo con enorme riluttanza ogni mezzo per sventarlo?
Pensiamo alla noia, alla malinconia, alla tristezza e alla depressione di un rinascimento planetario che rimediasse ai guasti di secoli di gozzovigia da combustibili fossili.
Pensiamo alla noia del Giurassico dove scorrazzavano i dinosauri e poco altro.
Con un grandioso collasso si avrebbero alcuni secoli almeno di storie da raccontare, rifugiati fra le rovine di quella che fu la nostra civiltà tecnoscientifica.
E altri secoli per arrovellarsi sul come sia stata possibile una fine tanto rapida e ingloriosa.
E infine non sarebbe un enorme sollievo per tutti?
Quelli rimasti ovviamente.
Marco Sclarandis
Certo che pur di avere nuove storie da raccontare le pensi proprio tutte.
Elimina;)
Il sollievo per i pochi rimasti non sarebbe poi così grande, la generazione successiva ai "sollievati" avrebbe ben altro a cui pensare.
Chissà che cosa aspettano 'rrien't àrraje (dentro la RAI) per dare, anche in coda ad un tiggì, una notizia come questa:
RispondiEliminahttp://www.qualenergia.it/articoli/20120214-domanda-e-offerta-di-petrolio-in-tempo-di-crisi
L'articolo termina con queste "confortanti" parole:
"Anche un interessante articolo di James Murray e David King sull’autorevole rivista Nature (tradotto su Le Scienze) spiega che, a partire dal 2005, la produzione convenzionale di petrolio greggio non è cresciuta di pari passo con la domanda. Siamo dentro il picco del petrolio o quanto meno l’epoca del petrolio facile si è chiusa. Si afferma nell’articolo che oggi la produzione è “anelastica”, incapace cioè di seguire la crescita della domanda, e questo "spinge i prezzi a oscillare in modo selvaggio". Le risorse degli altri combustibili fossili non sembrano in grado di colmare il gap che si sta creando. Ed è questa – si dice – una delle cause della crisi economica che stiamo vivendo. Il risultato è che i prezzi oscillano notevolmente in risposta a modesti cambiamenti della domanda.
Viene presentato il caso emblematico dell’Italia e si spiega perché il prezzo del petrolio abbia dato un forte contributo alla crisi dell’euro nell’Europa meridionale. Qui i paesi dipendono troppo dal petrolio estero. In Italia, nonostante un calo delle importazioni di 388.000 barili al giorno rispetto al 1999, si spendono oggi 55 miliardi di dollari all’anno per importare petrolio!
Il legame tra la produzione petrolifera e crescita economica globale è molto stretto. Ma ci si chiede: chi deve decidere sa leggere questi dati? Il dubbio è più che fondato.
Eppure abbiamo i "tecnici" al governo del baraccone, che come tali dovrebbero saper leggere cose del genere.
Forse bisognerebbe mettere la scritta IMPORTANTE ED URGENTE sulla copertina del manuale.
Ieri sera ho provato a dare un'occhiata all'infestaballe della ridente cittadina ligure.
Durante le pause pubblicitarie del film "Casinò".
Ad un certo punto non riuscivo a capire più quale era il film, quale era lo spot pubblicitario e quale era infine il festival canzonettaro.
Forse mi ero ingozzato troppo di pizza fatta in casa.
Daniela, ti è mai capitata una cosa simile?
E se sì, è grave?
Marco Sclarandis
Io penso che la RAI sia infestata da nullità che non provocano solo sconforto ma anche notevoli danni, come puoi leggere qui.
EliminaI tecnici del governo tecnico dovrebbero tecnicamente parlando essere più attentini.
Ma sicuramente sono attenti, parzialmente, ad altri obiettivi.
Io di questo ne ho parlato in questo post chiamato Compagnie Petrolifere.
Se i tecnici del governo tecnico avessere letto il mio post avrebbero di sicuro trovato SIGNIFICATIVO L'ARTICOLO DA TE CITATO.
Secondo me non hanno letto il mio post (tra l'altro linkato in altri blog), e nemmeno il pezzo proposto da te. NE SONO MATEMATICAMENTE CERTA.
Sfiga o parziale disattenzione a tutto ciò che non è E&F (economia e finanza DIVERSI DA C&F CULI E F**A del governo precedente am uguali teste parziali)?
Ma perchè ti torturi con la televisione amico mio?
E soprattutto perchè con SANSCEMO?
E giocare a carte?
O a nascondino con la pizza (nascondi la pizza e devi faticare per trovarla)?
Eccome, se mi è capitato di ingozzarmi di pizza, di quella eccellente ligure sanremese denominata "sardenaira"...STRABUONISSIMA...altro che festival delle balle che si allungano fino al centro della Terra... Ecco cosa farei a Sanremo, andrei a mangiarmi la sardenaira.
Io, come molti altri cittadini (ma sempre meno), continuo a credere nel sogno europeo, ma questo non mi impedisce di vedere che l'Europa (quella che è stata realizzata ed i passi in programma) si allontana sempre più da questo sogno. C'è anche da considerare che coloro che hanno dato vita al progetto non sono gli stessi che l'hanno portato avanti (anzi per meglio dire fatto deragliare). Coloro che hanno fondato l'Europa su nobili principi, non sono quelli che hanno applicato il contrario esatto. Il neo liberismo ha pervaso sia le politiche dei singoli stati che quelle comunitarie, indipendentemente da destre e sinistre, ma in più negli ultimi decenni hanno prevalso le destre in Europa ed i loro principi particolaristici e nazionalistici ben lontani dai principi fondanti la comunità europea.
RispondiEliminaSpero che un vento diverso faccia ritrovare la direzione originaria, anche se nel frattempo, chi voleva impedirlo ha messo paletti ovunque per dare una direzione diversa e non sarà facile (ammesso che ce ne sia la volontà) ritrovare quella giusta.
Sono stati fatti molti palesi errori, ma se ne continuano a fare, si continua ad andare nella direzione sbagliata anche affrontando le emergenze attuali, quale quella della Grecia. Ciò non è sorprendente, perché questo è proprio della miopia particolaristica, pensare intanto al beneficio proprio a discapito dell'altro senza vedere che alla lunga (ed in questo caso neanche tanto lunga) questo porta a svantaggi ben maggiori per entrambi dei benefici illusori ottenuti facendo i propri interessi immediati.
Anche io vorrei continuare a credere nel Sogno Europeo, più sostenibile e di maggiore respiro rispetto a quello americano. I documenti che l'Unione propone (parlo per gli aspetti ambientali che comuqnue hanno sempre risvolti socio_economici) sono pieni di ottimi obiettivi, scelte, metodologie per arrivarci, a parte quella storia della dissociazione su cui potrei fare un post. Il bello è che è proprio la dissociazione che sta facendo travisare i resoconti sul picco del petrolio, per esempio.
EliminaPensare di sostituire tutto con le rinnovabili ADESSO e di rimanere a quelsto livello di consumo energetico e di risorse è una solenne scemenza, ma possiamo di sicuro transitare a un mondo meno impattante e meno energivoro, se volessimo. Ma visto che alla fine l'Europa è B.A.U. e che l'unica pezza di sostenibilità al B.A.U. è lo sconfortante principio della dissociazione (decoupling) traslato dal linguaggio finanziario. In termini di sostenibilità significa che dissocio l'uso delle risorse ambientali e gli effetti sull'ambiente dalla crescita economica.
In questo momento l'Europa si sta invece sicuramente dissociando dai Paesi a rischio, come le stelline del fumetto in cima al post...chissà chi sono quelle stelline prese a legnate...una poi sta affogando...mors tua vita mea, ma in un organismo intero e legato e interconnesso, va bene augurarsi che i piedi vadano in gangrena?
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