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Tentiamo, in un mare di informazioni spesso contrastanti, di osservare la realtà con senso critico, con onestà e senza sentirci depositari della verità.
giovedì 29 settembre 2011
LE COMPAGNIE PETROLIFERE
martedì 27 settembre 2011
PICCOLO E' BELLO
Leopold Kohr fu un economista, giurista e politologo statunitense.
Kohr nacque nel 1909 nella piccola cittadina austriaca di Oberndorf bei Salzburg. Questo paesino austriaco, dove passò l'infanzia, lo ispirò nella scrittura della sua opera più importante, The Breakdown of Nations (Il crollo delle nazioni), ovviamente aggiungendo il suo studio critico di economia e teoria politica presso la London School of Economics, la sua esperienza come reporter di guerra durante la guerra civile spagnola e la conoscenza delle città Stato anarchiche, e al fatto che egli fu costretto a fuggire dall'Austria dopo l'invasione nazista (Kohr era ebreo).
Tutto questo contribuì al suo crescente sospetto a riguardo del Potere e dei suoi abusi.
Era noto per la sua opposizione al "culto della grandezza" e fu tra gli ispiratori del movimento del PICCOLO E' BELLO.
Perché parlare di questo quasi sconosciuto signore morto nel 1994?
Perché probabilmente sarebbe una di quelle persone ben poco stupite dell'attuale collasso planetario, sintomo della crisi di Grandezza.
Non era un capopopolo, anzi era mite e autoironico, lontano dalle luci della ribalta del Potere.
Nel 1957 con “Il crollo delle Nazioni” descrisse tale probabile collasso, ma le sue idee furono sistematicamente ignorate o perlopiù accettate con un'ombra di sorriso sgarbato. Non lusingava il Potere e questo lo ignorava.
Potere istituzionale e potere "rivoluzionario".
In realtà, il messaggio di Kohr era una sfida diretta a quei Poteri.
"Ovunque c'è qualcosa di sbagliato" diceva "qualcosa è troppo grande."
Stabilitosi negli Stati Uniti, Kohr iniziò a scrivere il libro che avrebbe definito il suo pensiero.
Egli sosteneva un principio radicale: i piccoli Stati, nazioni piccole e piccole economie sono più pacifiche, più prospere e più creative di tutte le grandi potenze o superstati.
Fu una affermazione fuori moda all'alba dell'era spaziale, soprattutto quando BISOGNAVA ESSERE MODERNI A TUTTI I COSTI, con forte fiducia nel progresso gigante, nella tecnologia che avrebbe portato avanti il destino dell'umanità.
Celebrati pensatori politici parlavano in tutta serietà di creare un governo mondiale, come prossimo passo verso l'unione dell'umanità e
Kohr fu estremamente in contrasto con tale principio prevalente.
Non sapendo come definirlo, lo descrissero infatti come un poeta.
Kohr sosteneva che i problemi della società non sono causati da particolari forme di organizzazione sociale o economica, ma dalla loro dimensione.
Il Socialismo, l’Anarchia, il Capitalismo, la Democrazia, la Monarchia potrebbero ugualmente funzionare bene se eseguiti a "scala umana": una scala in cui le persone possano svolgere un ruolo nel sistema che governa le loro vite.
Ma una volta arrivati alle dimensioni giganti degli Stati moderni, tutti i sistemi diventano oppressori.
Cambiare il sistema, o l'ideologia che sostiene uno Stato non impedisce l'arrivo della oppressione perché "il problema non è la cosa che è grande, ma la grandezza stessa".
Attingendo alla Storia, Kohr ha dimostrato che quando la gente ha troppo potere, sotto qualsiasi sistema o nessun sistema, tende ad abusarne.
Quindi si dovrebbe innanzitutto limitare la quantità di potere che ogni singola organizzazione o singolo governo possono detenere.
La soluzione ai problemi del mondo non era più l'unità, ma la divisione.
Il mondo dovrebbe essere diviso in piccoli Stati, più o meno equivalenti per dimensioni e potenza, in modo da limitare la crescita e quindi il dominio di uno su tutti.
I piccoli Stati e le piccole economie sono più flessibili, più capaci di resistere alle tempeste economiche, meno capaci di fare guerre, e i loro popoli sono più seri e responsabili.
Non solo, ma erano più creativi.
Molte delle glorie della cultura occidentale, dalle cattedrali alla grande arte alle innovazioni scientifiche, erano il prodotto dei piccoli Stati.
L'Italia in effetti ha dato vita al Rinascimento mentre era divisa in staterelli.
La Grandezza, ha previsto Kohr, non poteva che portare ad una maggiore grandezza, e "qualsiasi cosa che diventa troppo grande comincia a soffrire del problema irrefrenabile delle proporzioni ingestibili".
Al di là di questi limiti lo Stato è costretto ad accumulare più potenza per gestire il potere che già aveva (Impero Romano).
La crescita diventa cancerosa e inarrestabile, fino a quando c'era un solo possibile punto finale: il collasso.
Kohr mise in guardia il Mondo più di mezzo secolo fa asserendo che "la crescita invece di servire la vita, serve se stessa, pervertendo lo scopo stesso dell'esistenza".
La "crisi della grandezza" è qui ora presente e a quanto pare le soluzioni sono tutte identiche in tutto il Mondo: i sindacati devono concertare, meno pressione fiscale, stretta governance globale, sistemi di geoingegneria, una maggiore crescita economica.
Questo è ciò che leggiamo e sentiamo dire tutti i giorni, a parte poche isolate inascoltate voci.
Siamo di fronte alla Stella Morente della Grandezza e quindi vista l'imminente fine, l'intero ciclo di crescita potrebbe ricominciare tutto da capo.
Ma prima che questo accada, in mezzo alle "ere glaciali dell'intelletto durante il dominio della Grandezza", sarebbe bello far vedere sorgere un Mondo "piccolo e di nuovo libero". Questa la speranza che ci ha lasciato Kohr.
giovedì 22 settembre 2011
TRANSIZIONE DOLCE?
Ugo Bardi è docente di chimica e fisica all'università di Firenze, ed è membro del comitato scientifico dell' associazione internazionale ASPO (association for the study of peak oil - associazione per lo studio del picco del petrolio), ovvero Bardi è un druido moderno.
Omen nomen, visto che i bardi formavano, insieme ai druidi e ai vati, le tre caste sacerdotali delle popolazioni celtiche.
La presentazione è chiara, spiega un altro tipo di PICCO, quello DELLA CIVILTA'.
Spiega che il druido immaginario alla corte di Marco Aurelio Vero, inascoltato anche perchè suggeriva di sciogliere l'esercito (e l'imperatore è il comandante dell'esercito), avrebbe dato OTTIMI CONSIGLI DI TRANSIZIONE AL MEDIOEVO.
Ovvero una TRANSIZIONE DOLCE.
La fine dell'Impero Romano (da Gibbon in poi è il Mito più studiato dagli storici, ma anche da sociologi, senza contare Asimov il cui meraviglioso ciclo dell'Impero Galattico, con Trantor come capitale, è basato sui libri di Gibbon) è una tipica modalità di fine di un sistema complesso e dinamico come una società umana.
La fine dell'Impero Romano era il MEDIOEVO, ma se il Druido immaginario avesse ricevuto ascolto da Marco Aurelio, la transizione al medioevo avrebbe potuto essere guidata, e di conseguenza un sacco di capacità tecniche, tecnologiche e artistiche, nonchè beni materiali di enorme valore non sarebbero stati distrutti.
Insomma non ci sarebbe stato un buco nero.
Nell'articolo è citato Tainter che nel 1990 pubblicò un libro "The collapse of complex societes". In quel libro Tainter parla di tutte le civiltà complesse, Roma antica compresa, ed enuclea un concetto chiave:
LA COMPLESSITA' DUNQUE PORTA BENEFICIO, MA E' ANCHE UN COSTO ENERGETICO.
A UN CERTO PUNTO LA COMPLESSITA' NON DA PIU' ALCUN RITORNO E DI CONSEGUENZA ARRIVA IL COLLASSO.
Il collasso si porta via tutto, città , strade, porti, esperienze, l'arte, la musica , la conoscenza, le bellezza.
Transitare verso una trasformazione è meglio che collassare, ma non è di facile comprensione (soprattutto per i politici attuali che sono assai minus habens rispetto a Marco Aurelio).
Ed ecco che ho trovato in rete delle meraviglie, affascinanti e mi sono chiesta:
SE COLLASSEREMO PERDEREMO TANTO TROPPO E ANCHE QUESTE CHE SEMBRANO INVECE APPARTENERE ALLA TRANSIZIONE (SE QUALCUNO LO CAPISSE).
Questa è la prima affascinante opera umana:
Markus Kayser - Solar Sinter Project from Markus Kayser on Vimeo.
Il risultato è affascinante! Certo lui arriva lì con la jeep, lo aiutano a trasportare i mezzi tecnologici, c'è il silicio e ci sono competente tecniche di alto livello.
Tuttavia potrebbe essere una transizione, utilizzare ciò che si ha in abbondanza (in questo caso sabbia e sole) e FARE, fare qualcosa che porti avanti la società.
Altro esempio, le sculture di Theo Jansen.
Siamesis (standbeest) | Theo Jansen from Neppod on Vimeo.
Ecco ho voluto condividere con voi queste affascinanti produzioni umane.
Non siamo solo buco nero, potremmo trasformarci con meno dolore di quello che intravediamo.
E concludo con Marco Aurelio Vero, dalle sue "Meditazioni" (167 d.c.):
Nel 167 d.c. Marco Aurelio aveva già intuito la prima legge della Termodinamica.
martedì 20 settembre 2011
Concretezza
Non è un caso che nelle scienze sociali ed in quelle economiche ci siano più teorie contrapposte e meno (o nessuno) punti fermi. La causa è la complessità delle questioni, ma ancor più il fatto che una teoria o l'altra favoriscono interessi diversi e dunque si passa da un confronto scientifico ad uno di forze contrapposte. In questi campi, dunque, è più difficile affidarsi ad esperti, perché non è sempre evidente da quale parte stanno, poiché, purtroppo, in questi campi non c'è solo la parte della ricerca della conoscenza, ma anche e soprattutto quella della convenienza. Chi è in grado di farlo, ha le capacità, la volontà ed il tempo, dovrebbe approfondire da solo ed affidarsi il meno possibile ad esperti e comunque verificare quello che dicono. Se si comincia a costruire su affermazioni di esperti dandole per buone si può arrivare a conclusioni erronee pur ragionando correttamente. In molti casi la manipolazione che conosciamo si spinge fino alla scienza. Tipologie diverse di persone vengono manipolate in maniera diversa, ci sono le panzane per l'uomo comune, che alle menti più raffinate sembrano ridicole e complicatissime trame che invece allettano queste ultime e finiscono per neutralizzarle. Lo scopo è sempre quello di dividere. Ribadisco il mio solito invito a non dividerci, a guardare e capire il percorso di ognuno, a saper riconoscere chi cammina nella stessa direzione anche se in maniera diversa ed accompagnarsi invece di contrapporsi e discutere sul come agire, finendo per denigrarsi e combattersi. Dovremmo coordinarci se possibile, ma comunque, rispettarci ed aiutarci a distanza.
sabato 17 settembre 2011
Smettere di lasciar fare
mercoledì 14 settembre 2011
LA TEORIA DI OLDUVAI
«Il collasso, se e quando si ripresenterà, questa volta sarà globale. Non è più possibile che collassi una nazione sola. La civilizzazione mondiale si disgregherà nel suo complesso. I competitori che si evolvono allo stesso modo, collassano in modo simile.»
Joseph A. Tainter, 1988Dopo aver letto questa affermazione di Tainter, mi sono chiesta se fosse il caso di rimembrare la Teoria di Olduvai.Direi di si.E' come se fossimo su una zattera, e stesse arrivando una tempesta strepitosa, ma, anzichè studiare una forma di difesa, non siamo nemmeno allertati.Anzi, stiamo bisticciando sulla Moneta, o sui raid Libici, o su altre amenità, di cui il Pianeta non sentirà la mancanza.La Gola di Olduvai non c'entra nulla con la Teoria di Olduvai.E' solo un pretesto. La Gola di Olduvai è un sito archeologico nella pianura del Serengeti orientale, nel nord della Tanzania. E' una Gola molto ripida per circa 50 chilometri di lunghezza e 295 metri di profondità. I depositi fossili mostrano una ricca fauna, resti di ominidi e i più antichi utensili terrestri, in pietra, datati da 2.100.000 a 15.000 anni fa. E' stata definita la CULLA DELL'UMANITA', il luogo dove ebbe origine la razza umana. Il luogo più antico.Il nome di questo sito archeologico è stato utilizzato per dare il nome alla Teoria che dice che la civiltà industriale crollerà e l'umanità dovra tornare, in rapido declino, all'età della pietra.
Ma già il Medioevo sarebbe una tortura tremenda, soprattutto per noi viziati occidentali, che usiamo l'energia elettrica per fare tutto, anche per lavarsi i denti.Chi è interessato basta che clicci sul titolo del post e si trova il lavoro di un ingegnere elettronico statunitense del 200o. Lui si chiama Richard C. Duncan e fece una convegno a Reno, Nevada, il 13 novembre 2000. Con dati fino al 1999. E' direttore dell'istituto per l'Energia e scrive per il Picco del Petrolio (peak oil).Brevemente la Teoria di Olduvai afferma che l'aspettativa di vita della Civiltà Industriale è di circa 100 anni, dal 1930 al 2030. La legge di Ackerman (1932) la definisce come E = energia/popolazione.La Civiltà Industriale nasce quando la produzione pro-capite di energia raggiunge il 30% del suo valore medio, e termina quando cade al medesimo valore, facendo una curva, come nel disegno sotto il titolo.La teoria ha cinque postulati:1) La crescita esponenziale della produzione mondiale di energia finisce nel 1970;2) Gli USA anticipano la Teoria di Olduvai (crescita dal 1954 al 1979, stagnazione dal 1979 al 2008, declino fino al 2030);3) Il declino della Civiltà Industriale inizierà verso il 2008 - 2012;4) Abbassamenti di tensione e black out sono indicatori e anticipatori del declino;5) La popolazione mondiale si ridurrà con l'arrivo dell'anno "E" ovvero quando si tornerà al valore corrispondente al 30% del valore medio della produzione pro-capite di energia.Il postulato 1 è già stato verificato (R. Duncan, 2005-2006, The Olduvai Theory: energy,, population, and industrial civilization. The social contract, Winter, XVI, pagg. 136/139).La curva del declino americano si può vedere nel grafico finale. Per dedurre tale curva sono stati tenuti presenti i dati sull'energia e le serie di previsioni sul Picco del Petrolio, il rallentamento della produzione mondiale di petrolio e l'accelerazione della produzione mondiale di carbone. Sono previsioni del 2007, ma possiamo dire nel settembre del 2011 che sta avvenendo.I cali di tensione e i blackout sono avvenuti e avvengono continuamente. Basta mettere nel motore di ricerca "blackouts" e "electricity". Hanno iniziato negli U.S.A. nel 2003, Nordest.Il postulato 5 attende il test.
"Si è detto spesso che, se la specie umana non riuscirà a farcela qui sulla Terra, qualche altra specie porterà avanti la corsa. Questa frase non è corretta se si parla di sviluppo dell'intelligenza. Si parla di requisiti fisici. Infatti a breve avremo come specie esaurito i prerequisiti fisici per quanto riguarda questo pianeta. Un avolta esauriti il carbone, il petrolio, i giacimenti ad alta concentrazione di metalli, nessuna specie per quanto competente potrà compiere la lunga scalata dalle condizioni primitive a una tecnologia di alto livello. Quest'arma ha un solo colpo in canna. Se falliamo, questo sistema planetario fallisce, per quanto riguarda l'intelligenza. Lo stesso avverrà per altri sistemi planetari. Su ciascuno di essi ci sarà una e una sola possibilità.
Adesso non ci sono più scienziati che scrivono di fantascienza, infatti la fantascienza non esiste più.
Ci sono i saggi degli ingegneri elettronici come Duncan (che scrive di questa teoria dal 2000).
venerdì 9 settembre 2011
DI CHI SI STA PARLANDO???
TUTTAVIA
Stadio 2: vedrete severamente limitato il vostro accesso ai combustibili per trasporto ed ai servizi;
Stadio 3: non avrete alcun accesso ai combustibili da trasporto e restrizioni severe alle opzioni di trasporto.
Ci stiamo avvicinando allo stadio due.
Un sentito grazie al blog di Ugo Bardi e a Dmitry Orlov.
lunedì 5 settembre 2011
SCIOPERO GENERALE 6 SETTEMBRE 2011
Tutto da sola.
Se non vengo fermata prima da qualche solerte personaggio della pubblica sicurezza (vigile urbano, POLFER, polizia, carabiniere...) che si chiederà perchè faccio tutto questo da sola.
Non siamo tanti, ma nemmeno pochi e facciamo parte dei dipendenti pubblici STRAMALTRATTATI E VITUPERATI da quei politici che dopo la riforma Bassanini del 1997, piano piano, cripticamente, lavorando sotto come le patate, si sono ripresi tutto in mano, anche le scelte squisitamente tecniche, quelle da lasciar fare a chi ne ha la professionalità.
Il problema è che, chi ne ha la professionalità, magari non si fa prendere in giro da scelte insensate con effetti terribili nel tempo e nello spazio che loro, i politici, non sanno valutare, ma che soprattutto non gli importa di valutare.
Tanto che gli frega, nessun politico ha mai pagato per una legge fatta male o non fatta, per una circolare insensata, per una raccomandazione sotto gli occhi di tutti.
Dove lavoro io non ci sono nemmeno cartelli di alcun sindacato, nulla di nulla.
Tra noi colleghi siamo però tutti d'accordo che questo del 6 settembre sarebbe uno sciopero da fare, non di quelli da venerdì pomeriggio.
Ma siamo soli, dimenticati.
E sono certa che non siamo gli unici, questa disinformazia è fatta apposta. Anche in rete è difficile capire cosa succede, solo oggi ho scoperto le manifestazioni nella mia regione.
In televisione e radio e giornali se ne parla poco di questo sciopero, meglio parlare di quello dei calciatori.
Alla fine non starò a casa perchè non si sta a casa a dipingere o fare shopping durante le giornate di sciopero, a questo punto andrò a lavorare perchè ho spese e mutuo da pagare, ma sarò molto triste, mi sentirò sola e con le ali sempre più tagliate.
Dedico questo mio gemito ai sindacati inesistenti, a quelli che amano più della loro vita stessa LA CONCERTAZIONE, che a quanto pare nella Finanziaria 2011 si sta trasformando in una eliminazione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Grazie a tutti voi, ho lo stipendio bloccato, nessun rispetto, nessuna informazione e la pensione la vedrò con il binocolo a quasi 70 anni.
E siccome a quell'età magari sarà VERAMENTE rimbambita, forse mi faranno direttore...
Oppure integrerò la pensione miserrima leggendo i Tarocchi per strada...