lunedì 24 ottobre 2011

Ho ucciso e ucciderò


Foto tratta da questo sito

Me stesso.
Ho cominciato da me, ad uccidere; attraverso comportamenti ed azioni. Ho proseguito.
Ogni giorno, con comportamenti ed azioni, ad uccidere il mio prossimo, per anni, inconsapevolmente, più o meno, ma me stesso sì.
I miei vicini, i miei connazionali, gli extracomunitari, le persone di tutto  il mondo; con il mio singolo comportamento ho ucciso e sto continuando a farlo; senza nessuna scelta etica, contribuendo con il mio enorme apporto, così come altri milioni di miei simili, uccidendo miliardi di persone: pochi milioni che ne uccidono miliardi, compresi loro stessi: Noi stessi.
Penso che proprio sottovalutando il proprio singolo apporto si sia arrivati a far coincidere un disastro planetario: l’apporto di ognuno è enorme e sottovalutarlo è criminale.
Conduco una vita senza soddisfazioni e faccio ben poco per cambiare lo scenario della mia vita, e così come me tantissime persone: ci accontentiamo e ci sentiamo fortunati. Ma abbiamo troppo se lo confrontiamo con altri popoli meno “fortunati”, e non mancano i conflitti, le lotte politiche; la rincorsa ad una Crescita impossibile da sostenere.
Non è solo la violenza che genera la violenza, ma anche la scelta del modo di vivere, che genera violenza a migliaia di chilometri da noi. Ed è pensando a questo che si dovrebbe ragionare sul perché i Governanti sono così distanti dal voler cambiare questo modo di vivere di una piccola parte del mondo; perché incalzano le solite tesi fasulle della finanza e del commercio; del debito;  perché rifinanziano le Banche con i soldi dello Stato facendo finta che non siano proprio le Banche ad aver creato il debito: in somma si occupano di tutt’altro fuorché delle persone di cui uno Stato è fatto.
Ed io uccido, e sto continuando a farlo: attraverso la mia non rinuncia al modo di vivere che conosco e che, tutto sommato, mi piace.
Non sono del tutto certo che io non possa farci nulla:«ma che ci puoi fare tu, da solo, o voi, pochi, rispetto alle moltitudini che se ne infischiano!».
Ma uccido, ogni giorno, è bene ricordarselo, rendersene conto, attraverso il normale agire di ogni giorno; a causa della scelta, di un’etica assente, di un piacere effimero, dell’abitudine al massacro, dell’Amore che si è estinto fuori delle mura domestiche, fuori dalle amicizie, dalle cerchie; e che cozza con il sangue di innocenti ma anche di criminali; Amore che si estinguerà nel sangue nostro, del nostro prossimo, dei nostri vicini, conoscenti, connazionali, extracomunitari, della gente di tutto il mondo. E tanto più tarda sarà la reazione alla miseria umana, tanto più sfocerà in violenza la disperazione. Violenza inaudita, perché non rimarrà testimone, non resterà memoria; solo resti del mondo che conosciamo e che, come la Storia che si ripete, si è dissolto nella polvere, lasciando dietro sé rovine di Civiltà sulle quali forse qualcuno potrà fantasticare.
Il fallimento delle Civiltà antiche nulla ci ha insegnato, e la terra è lì, pronta ad assorbire i nostri resti, ad accogliere le macerie dei nostri palazzi, a restituire l’aria a chi la vuole respirare, disinfestata, finalmente, dalla presenza umana.
Quanto tempo ci vorrà è solo un’illusione: il concetto di Tempo è un’invenzione tutta umana, che non ha significato nell’esistenza dell’universo.
Se immagino la Natura come un’entità, credo che non possa che ridere di noi, e di come ci affanniamo per autodistruggerci; anche se penso sia più appropriato pensarla come un qualcosa che, accortasi dell’errore, ci sta semplicemente scrollando di dosso.

5 commenti:

  1. Delicato e dolcissimo Roberto.
    Hai ragione, e hai fatto bene a usare un VERBO FORTE COME UCCIDERE, perché è quello che stiamo facendo.

    Rintronati e rinchiusi, nel piacere e nel pensiero IMBECILLE di soddisfare solo I NOSTRI PRIVATI E UNICI DESIDERI, mentre invece, andando nel senso della COLLETTIVITA', faremmo il bene nostro e di tutti gli altri.

    Un atteggiamento criptomafioso questo, è bene dirlo, è bene ricordarlo, è bene segnalarlo.

    COLLETTIVITA' è l'unico punto di riferimento se vogliamo salvarci, ma sembra che siamo guidati da ciechi orientati da sordi.

    Non mollare però, se come dici, anche nel NOSTRO PICCOLO UCCIDIAMO, ecco allora, non mollare proprio tu che sei consapevole, spreca la tua voce a dire dire dire SINO ALLA tua NAUSEA, proprio quel messaggio che è nel post.

    Io sto agendo NEL MIO PICCOLO e PER QUANTO POSSO così, PER ORA.

    Consumo meno di tutto, riutilizzo tutto, ho ridotto gli acquisti al minimo e PENSA UN PO' il mio stile di vita non è affatto peggiorato

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  2. Pensa Roberto da quanto tempo resisto al desiderio d'uccidere.
    Questi versi antagonisti a tale desiderio sono degli anni '80

    Tu
    Tu che sai
    Perché mai noi umani
    Ci siamo riempiti le mani
    Di ordigni sempre più immani
    Perché mai alla sciagura imminente
    Opponiamo così minuto rimedio
    Perché mai sempre più eliminiamo
    Chi ci può rammentare
    I segreti del perpetuarsi
    Perché mai
    Ci muniamo con tale mania
    Per affrontare il domani
    Perché mai
    Raggiunta ogni meta
    Rimaniamo comunque così menomati
    Perché mai
    Cos’è stato
    Che ci spinge a voler essere immuni
    Dal desiderio d’amarci
    Parla spiegaci
    Te lo intimiamo
    Diccelo Tu
    Che devi saperlo
    Almeno sapremo anche noi
    Che cosa davvero temiamo.


    A voi che tremate
    A voi che tramate
    Ora è l’era
    Dove il nome proprio non serve
    Verrete tutti nominati egualmente
    Ogni via che voi prenderete
    È bivio comunque
    E sciolti gli enigmi
    La semplice scelta sarà fra gioia e dolore.

    Marco Sclarandis

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  3. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi.
    La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà.
    La scienza ci ha trasformato in cinici.
    L'abilità ci ha resi duri e cattivi.
    Pensiamo troppo, e sentiamo poco.

    CHARLIE CHAPLIN 1941

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  4. Ogni nostra azione produce un'effetto, tutto quello che facciamo influenza quello che accade intorno. Di solito è difficile capire gli effetti lontani delle nostre azioni (o non azioni), ma ci sono di certo. Spesso siamo presi dallo sconforto, dal senso di impotenza per quello che accade e che sembra sfuggire totalmente alla nostra volontà, alla nostra possibilità di controllo. Sorprendentemente è vera l'una e l'altra cosa: abbiamo influenza anche su cose lontanissime, ma non possiamo controllare niente, o quasi. L'errore è quello di vederci come individui. L'essere individui è solo una piccola parte di quello che siamo, ma nella cultura attuale è stato ingigantito a dismisura, mentre viene sempre più ridotta la nostra componente sociale, le nostre stesse possibilità di interagire, la consapevolezza della nostra interdipendenza.
    È fondamentale invece sentirsi sempre 'parte' in tutti i sensi, non sentirsi mai fuori, non pensare che non ci riguarda.
    Nella percezione di tutto ciò ci sono delle differenze individuali enormi, da chi si fa carico delle sofferenze del mondo e se ne sente schiacciato a chi non ha percezione neanche delle cose che sono conseguenza diretta ed evidente di quello che fa, o magari lo ignora volutamente.
    Avere una percezione equilibrata di tutto ciò farebbe bene a tutti, togliendoci dalla sfiducia nella possibilità di cambiare le cose, diffondendo comportamenti più responsabili ed in definitiva facendocele cambiare realmente.

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  5. Obbie, bellissimo commento, tra l'altro positivo. Aiutare il prossimo a riequilibrare la propria percezione è una azione che si può fare continuamente. non tutti capiscono perchè siamo tra di noi DIVERSI ma molti, veramente molti capiscono.

    Siamo con l'acqua alla gola. Quesro fatto è chiaro a molti.

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Sono graditi i commenti educati, anche ironici e che aggiungono informazioni.