Ci sono tre stadi per arrivare a fornire una risposta al cambiamento climatico detto anche Climate Change.
Il primo stadio è quello della rilevazione e analisi del problema: sono più di cinquantanni che tale analisi prosegue da parte di un vasto esercito di scienziati.
Si può affermare, con certezza, che il problema esiste ed è grave.
Il clima sta cambiando, rapidamente, troppo rapidamente.
Gli scienziati non si aspettavano un cambiamento così esponenzialmente rapido. Le temperature globali sono troppo alte. Una evidenza globale degli effetti del Cambiamento Climatico è che l'Artico si sta sciogliendo oltre a fenomeni meteorologici estremi, desertificazione, innalzamento dei mari, diffusione di malattie tropicali.
Il secondo stadio, molto difficile, è quello del consenso, ovvero di trovare strade che rendano chiaro alla maggior parte delle persone e soprattutto dei decisori politici assieme ai loro forzanti economici che occorre risolvere il problema del cambiamento climatico.
Occorre il consenso dei decisori politici e poteri economici di tutto il Pianeta, perchè il Climate Change non è un problema locale, anzi. L'energia primaria globale utilizzata dalla civiltà umana è ancora quella fossile. Nel 2009 l'energia è stata all'88% derivata da petrolio (35%) carbone (29%) e gas naturale (24%), un flusso venti volte superiore di quello del XX secolo.
I paesi emergenti o poveri hanno un consumo di energia procapite decisamente basso rispetto ai consumi procapite di U.S.A. e Canada: 300 gigajoule verso i 70 gigajoule della Cina raggiunti nel 2010 che nel 1976, alla morte di Mao erano 20, o l'Etiopia con meno di 2 gigajoule. L'Europa e il Giappone consumano circa la metà degli USA e Canada, eppure non hanno meno salute, ricchezza, sicurezza e istruzione. E' solo spreco, senza miglioramenti di Civiltà.
La spinta verso il consumo energetico è uno scoglio difficile da abbattere, eppure sarebbe il suo abbattimento il modo più veloce per arrivare al consenso.
La ricerca di soluzioni come nuove fonti energetiche non ha risolto il problema principale ovvero che la transizione a un nuovo regime energetico non è fattibile in pochi anni, ma in generazioni, e richiede un cambio di paradigma, per un uso più oculato dell'ennergia.
Propaganda e media non fanno chiarezza sul rischio per la civiltà umana. Molti scienziati sostengono che si sta avvicinando il punto di non ritorno (superamento del biossido di carbonio oltre le 450 ppm), un limite di concentrazione atmosferica di CO2 per non superare un incremento di temperatura di 2°, un limite oltre il quale potranno esserci effetti disastrosi dei cambiamenti climatici.
Quattro o cinque anni, non di più.
Nell'Antropocene ci fu un consenso globale ma si trattò di un consenso imposto dai Poteri economico e finanziari. Fu nel 1944 a Bretton
Woods, dove i capitalisti di tutto il mondo vollero aprire un mercato
globale, cautelandosi con l'imposizione di precise regole del gioco.
Questa imposizione fu poi rinominata nel 1989 il WASHINGTON CONSENSUS. Una modalità di rapina delle risorse planetarie parte in causa del cambiamento climatico. Ci sono già i RIFUGIATI AMBIENTALI.
Il terzo stadio è quello della risposta. Più tempo si aspetterà al secondo stadio e più difficile e ingegneristica sarà la risposta. Anzi geoingegneristica.
Secondo Vaclav Smil, distinguished professor all'università del Manitoba, studioso delle interazioni tra energia, ambiente, cibo, economia, popolazione e tecnologia, non è stata trovata nessuna nuova vera soluzione energetica che sia una vera risposta per fermare il cambiamento climatico. Il nucleare no, oltre ai rischi e alla diffidenza post Fukushima, non è modulabile, le rinnovabili sono intermittenti e ancora con un differenziale di fattore di capacità con il fossile assai elevato; il fattore di capacità misura la percentuale di tempo in cui un impianto di produzione di energia è alla massima potenza. Nel 2009 le centrali a carbone degli USA avevano una media del 74% mentre le centrali nucleari del 92%. Le turbine eoliche arrivano al 25%, e in EU, tra il 2003 e il 2007, erano sotto al 21%, mentre il più grande impianto fotovoltaico spagnolo arrivava al 16%. Poi servono reti di trasmissione e costano tempo e denaro per essere costruite. Nemmeno la CCS (carbon capture and sequestration) è una soluzione perchè, dice sempre Vaclav Smil, per immagazzinare solo un quinto delle attuali emissioni di biossido di carbonio si dovrebbe creare una filiera industriale mondiale di assorbimento-raccolta-compressione-trasporto-stoccaggio la cui capacità produttiva dovrebbe essere più grande del 70% rispetto al volume attuale di greggio gestito deall'industria petrolifera, la cui immensa infrastruttura di pozzi, oleodotti, stazione di compressione e di stoccaggio è stata costruita nell'arco di generazioni.
Tecnicamente è possibile, ma non in tempo utile a prevenire un aumento della CO2 oltre le 450 ppm.
E l'industria petrolifera ha costruito tale enorme e vasta infrastruttura PER PROFITTO, mentre l'immagazzinaggio sarebbe UN COSTO che i contribuenti delle Nazioni Ricche dovrebbero accollarsi.
Se la CCS non aumenterà di scala verrà proposta l'OPZIONE ESTREMA dei progetti di GEOINGEGNERIA.
Si può prevedere che un intervento di geoingegneria come l'immissione deliberata e prolungata (decenni? secoli?) di milioni di tonnellate di gas dello zolfo in alta atmosfera, in modo da creare aerosol che abbassa la temperatura, solleverà molti dubbi.
E non solo dubbi da complottisti tipo "scie chimiche", soprattutto dubbi di ragione geopolitica, quali, sostiene Smil, far digerire ai mussulmani radicali flotte di aereocisterne americane che spruzzano goccioline solforiche sui loro territori e le loro Moschee.
Quindi l'unica risposta fattibile appare essere IL RISPARMIO ENERGETICO e l'USO DELLE ATTUALI TECNOLOGIE DI EFFICIENZA ENERGETICA.
Una nota sorprendente per finale: lo Stato americano del North Carolina con governo repubblicano ha vietato PER LEGGE il cambiamento climatico. La Legge Struzzo (così chiamata dall'opposizione democratica) impone di ignorare il parere della Commissione sulle risorse costiere che, in base a studi climatici, avvertiva del possibile rialzo di un metro del mare entro il 2100 e di considerare il valore massimo di 20 cm, come quella del secolo scorso. Tutto questo, molto Bretton Woods, per tenere bassi i premi assicurativi e i costi della costruzioni costiere. Una legge confermata a fine luglio da Governatore, divenendo esecutiva.
FONTI.
Le Scienze - settembre 2012: Energia: l'illusione delle soluzioni facili di Vaclav Smil.
Le Scienze - settembre 2012: L'energia di domani di Marco Cattaneo.
Le Scienze - settembre 2012: Il North Carolina ferma il mare per legge di Alex Saragosa.
Daniela
Daniela
Noi umani abbiamo cambiato il clima
RispondiEliminaEd ora sarà il clima che ci costringerà a cambiare.
Se noi Italiani decidessimo di vivere impiegando le risorse del nostro territorio, potremmo dare un invidiabile esempio virtuoso ad altre nazioni e popoli.
Ma ci vorrebbe l'astuzia di tutta la nostra genìa atavica per vivere con cinquemila metri quadrati pro capite di territorio come il nostro.
E una visione trascendente del passaggio terrestre, che stupirebbe gli stessi artisti che hanno glorificato nei secoli questo "sfasciume pendulo sul mare".
E'più probabile che ci vengano a fare visita degli extraterrestri entro la fine di questo decennio, che una decisione tale venga presa da un popolo tanto assuefatto all'abiezione e al disonore.
Nonostante ciò,il nostro "inutile stivale scompagnato" potrebbe fornire in anteprima la prova che l'Arte può davvero salvare gli umani dall'annientamento.
Dobbiamo ricuperare,affogato nel liquame, il desiderio di creare il prodigio e la meraviglia.
Marco Sclarandis
Una bella speranza Marco, grazie.
RispondiEliminaTuttavia ci credo poco. Un popolo, come dici tu, assuefatto all'abiezione e al disonore, e comunque ricco, non credo possa ridestarsi presto.
Purtroppo spesso serve fare tabula rasa contro chi non vuole vedere e semtire.
Sono passati cinquantanni dalla pubblicazione di SILENT SPRING di Rachel Carson.
RispondiEliminaProprio per questo ricordo una frase della Carson mentre guardava estasiata le meraviglie della Natura:
Un modo per aprire gli occhi è quello di chiedersi "Cosa sarebbe successo se non avessi mai potuto vedere questo prima di allora? Cosa sarebbe successo se non avessi più potuto rivederlo?"
PER CAPIRE COSA POSSONO ESSERE I GIGAJOULE:
RispondiEliminai 300 gigajoule degli USA e Canada sono l'equivalente di otto tonnellate di petrolio ovvero 50 barili di petrolio procapite.
Gli europei e i giapponesi, con tasso di Civiltà pari se non superiore, consumano a testa SOLO 25 barili di petrolio.
I cinesi da pochi anni (4 o 5) ne consumano 12.
Gli etiopi arrivano a stento a un terzo di barile.
E' sorprendente quanta incertezza mediatica riesce a creare uno sparuto 3%. Viene da sospettare che gran parte dei giornalisti non sappia contare, visto che una buona parte continua a tenere una posizione ambiguamente non-allarmistica.
RispondiEliminaSe stai cadendo in un pozzo e ti grido "Attento!", non sono un catastrofista solo perché ho gli occhi e li uso (e tu no). L'umanità ha già un piede sulla voragine del pozzo-climatico e i giornalisti continuano a tenere un basso profilo: dicono le cose, ma senza enfasi e alimentando un'incertezza che non esiste in ambito scientifico. Un comportamento tenuto non solo per ignoranza, ma anche per non infastidire troppo i soliti noti. Quest'ultimi poi, lungi dall'essere quei geni-del-male che tutti sospettano, non hanno capito veramente nulla. Fare (anzi rubare) un sacco di soldi è infatti l'azione più stupida che si possa concepire se si è prossimi a morire. O c'è qualcuno che pensa veramente che basta avere un bel conto corrente per difendersi efficacemente da un pianeta infuriato? E ho detto "infuriato" solo per non usare espressioni molto più forti!
Ciao e BENVENUTO!
RispondiEliminaIl Pianeta che noi vediamo INFURIATO (noi antropi antropizziamo tutto), in realtà se ne frega, per quello dovremmo essere ANCORA più attenti ad evitare che diventi una casa di CALDO, PUZZA E NIENTE CIBO. Ma alcuni di noi moriranno felici seduti su un bel pacco di soldi, come Paperone.
GAIA c'è, ma c'è per tutto non solo per noi antropi. Come è già successo una nuova specie verrà dopo di noi se riusciremo ad estinguerci (devo dire che gliela stiamo mettendo tutta)
Dice Lester Brown ne suo ultimo libro "Full Planet, Empty Plates: The New Geopolitics of Food Scarcity" dal titolo ASSAI SIGNIFICATIVO:
Siamo in un'era di continuo rialzo dei prezzi del cibo
2007-08: I prezzi del grano e della soia sono più che raddoppiati. In circa 60 paesi ci sono state rivolte per il cibo e relativi disordini.
Con la crisi economico finanziaria globale del 2008 i prezzi si sono un po' attenuati.
2010-11: Un altro picco del prezzo del cibo ha contribuito a far sorgere la primavera araba.
2012: I prezzi del cibo si tanno di nuovo avvicinando ai record precedenti o anche superandoli.
Un abbraccio a tutti del blog e un bacione solo ad una eh!
RispondiEliminaCi sono sempre...ma non spesso come vorrei.
Ciaoooo
Ciao Aldo!
EliminaFelice di rileggerti e speriamo di sentirci presto anche a voce o di persona, un abbraccio.
ALDO!!! Che piacere leggerti, ma sarebbe ancora un piacere maggiore vederti davanti un bicchiere di vino!
EliminaSperiamo succeda presto!
Sul fatto che il problema ci sia credo che ormai non possano più esserci dubbi, nonostante lo sforzo di una parte dell'informazione nel minimizzare, ignorare e relativizzare la questione.
RispondiEliminaPerché non c'è l'allarme generale che dovrebbe esserci?
Credo che non ci sia proprio per le risposte serie al problema.
Non piacciono le risposte, dunque si tenta di ignorare il problema finché possibile.
Il risparmio energetico sarebbe la soluzione più immediata, si potrebbe applicare rapidamente, più di altre che andrebbero comunque affiancate.
Il risparmio ha di buono anche il fatto che è una delle poche cose che possiamo fare anche personalmente, nel nostro piccolo. Uno di noi che ha più attenzione ai propri consumi energetici (non solo quelli diretti, ma anche e soprattutto quelli indiretti, dati dalle scelte di consumi, ad esempio non andando dietro all'ultimo gadget, acquistando solo ciò che serve veramente, cibandosi prevalentemente o esclusivamente di alimenti di origine vegetale, differenziando il più possibile, razionalizzando il consumo di acqua, scegliendo prodotti che abbiano fatto meno km possibile, scegliendo il mezzo di trasporto di volta in volta più sostenibile possibile) conta poco, ma tutti insieme potremmo produrre un cambiamento enorme.
Chiunque non stia facendo già il massimo potrebbe iniziare a farlo.
Ciao Obbie. E' vero che il problema esiste, ma che tutti lo sappiamo o lo vogliano sapere purtroppo no.
RispondiEliminaRisparmio e uso efficiente delle risorse, di qualsiasi tipo, sarebbe ETICO. Ma in Italia abbiamo una pessima tendenza di marca fascista a subire dai forti e ad ammaccare i deboli con il risultato che la verità si nasconde sempre più.
Ma una VERITA' così reale e fisica avrà una reazione tremenda.
No infatti, non tutti lo sanno e soprattutto molti non vorrebbero saperlo (infatti non dico questo).
RispondiEliminaQuelli che lo sanno in genere iniziano a fare nel loro piccolo quello che possono, se non hanno già iniziato è ora di iniziare, o intensificare gli sforzi. Purtroppo vedo poco altro nelle nostre possibilità e comunque non sarebbe poco (anzi potrebbe avere un impatto notevole) se la consapevolezza di diffondesse tra la stragrande maggioranza della popolazione.
Però possiamo parlarne noi, se abbiamo capito, possiamo e dobbimao parlarne, anche così anche seè da colibrì. Stimolare il risparmio, ancorchè da singolo è comunque un atto etico. Non buttare cibo, non comprare cose inutili, spegnere le luci, chiudere l'acqua, ecc. So che non è facile, perchè la gente è talmente B.A.U. oriented che non riesce NEMMENO capire che stiamo parlando della nostra stessa vita. Oltre al caos che magari qualcuno ha creato manipolando, io noto persone sempre più sole, sempre più chiuse e sempre meno logiche.
RispondiEliminaAvverto un dilagante atteggiamento di massa.
RispondiEliminaE'una malcelata vergogna per essersi lasciati abbindolare per decenni dagli incantesimi di certi prestigiatori della politica, della scienza, dell'economia e della finanza.
Questa vergogna insostenibile genera poi la rabbia che altri astuti illusionisti alimentano ad arte per scopi che di nobile hanno poco più che uno stemma con dei simboli mal riposti.
E si sa che la rabbia è una bevanda alcolica che degrada rapidamente in depressione nell'animo di chi la beve, se
non viene convertita in virtuosa trasgressione.
"Fare meglio con meno"
è la bestemmia gridata nel santuario della
"Cresita inarrestabile"
dove sul portale è inciso il verbo:
"Di tutto di più sempre comunque dovunque".
Ci si può riabilitare,istantaneamente.
Scegliendo di agire diversamente,sebbene i risultati avvengano con una lentezza che può apparire esasperante nei primi tempi.
Proprio come una funzine esponenziale che all'inizio non mostra tutta la sua potenza.
I sacerdoti del santuario sono terrorizzati da questa vergogna.
Perchè sanno che quasi irreversibilmente si tramuta in aceto rabbioso e depressivo invece che nell'orgoglioso rosòlio di aver goduto di un'ingannevole libagione.
Dev'essere per questo che stanno distillando amari e digestivi da somministrare a tutti con feroce persuasione.
Marco Sclarandis
Temo di si Marco, temo che "qualcuno" sappia già come indirizzare (MALE) la giusta rabbia del fregato e tradito da decenni di menzogne.
RispondiEliminaLa fregatura del greenwashing, dell'ecochic, della ecocagata, ecco quelle sono sempre più insidiose nella testa delle persone.
Non danno nulla ovviamente, non fanno pensare, non cambi nulla di ciò che hai fatto e detto finora.
Non capisci il rischio che invece sta calando, veloce come la funzione esponenziale a mazza da hockey nel tratto finale...
Ma i colibrì sanno, solo fanno poco o nulla perchè sono solo delicatamente belli ma con una potenza di fuoco inesistente.
Ai colibrì la rabbia non sparisce, mentre agli altri, quelli che passano da un fregatura all'altra, la depressione sarà la fine inevitabile dell'esplosione della rabbia.
E io vorrei sommessamente ricordare che un gran numero di persone depresse in una società sono una massa critica che farà male a tutta la società.
Non bisogna temere, ma constatare che è proprio ciò che sta avvenendo qui ed ora.
RispondiEliminaL'attuale depressione economica planetaria di cui è speculare l'insana e paranoica euforia
non dell'un per cento ma di un un per mille della famiglia umana, è ben più profonda di quanto insigni economisti riescano a comprendere.
Ormai non serve domandarsi il se e quando avverrà il cambio catastrofico della nostra presenza umana sulla terra.
E'il come avverrà, a seconda di quello che avremo il coraggio di scegliere.
C'è chi ha la natura del condor e chi del colibrì, ma ciò che conta in questo frangente è scegliere.
Scegliere è più difficile che acquistare e comprare perchè implica di distinguere il vero attimo fuggente, dal momento rimandabile, e perchè a pagare e a morire c'è sempre tempo.
Questo ultimo detto è sottilmente insidioso.
Può essere interpretato in due modi opposti.
Io scelgo quello che se sai che devi pagare qualcosa a qualcuno, è inutile trovare scuse per rimandare sine die l'incontro per saldare il debito.
Quel furbetto dell'Arno, tanto per scendere nella cronaca, che gira da settimane col domocarro(camper per gli anglofili)ha capito la tempestività e appropriatezza dell'avverbio "ADESSO".
Peccato che il suo carisma lo spinga a fare seguendo un generico "QUALCOSA"
Marco Sclarandis
Ok ho constatato e dopo mi è sopraggiunto un timore grande.
EliminaQuello di ritrovarmi con armi spuntate perchè L'ADESSO anche se lo comprendo da sola non vale nulla, sia io colibrì o condor.
Se non sceglieremo INSIEME, non arriveremo a massa critica sufficiente per imporre la scelta di FERMARE IL RISCALDAMENTO GLOBALE, ripensare l'economia, spingere all'efficienza IN TUTTI I SENSI (anche lo spreco di conoscenza dovrebbe essere visto come poco etico) perchè unica strada per l'umanità, il "come" avverrà in un modo sconosciuto. Ecco perchè temo, e ogni giorno temo di più.