sabato 26 gennaio 2013

Quale rinnovamento?


L’uomo non sta mai fermo, o lo sta troppo. È così: sta nella sua natura. Nel suo continuo e laborioso agire, o nell’ozio e nel disinteresse delle masse, trova compimento la volontà nefasta volta ad un rinnovamento che stia al passo coi tempi, che annichilisca sempre più chi vorrebbe un progresso benevolo  e che arricchisca di violenza, di soprusi e coercizione il pianeta che, affidata la sua sopravvivenza alla resilienza, dispensa sempre più catastrofi nel disinteresse generale delle masse suddette, che si nutrono di sensazionalismi di un minuto per poi rifiondarsi nell’oblio a cui la vita cosiddetta moderna ci costringe. Non passa un giorno senza che vi sia una promessa, la rassicurazione di un cambiamento, di un rinnovamento, subito seguita da notizie di cronaca nera o di incidenti terribili, di fazioni politiche che si dileggiano, sempre avendo sulla bocca la promessa di un rinnovamento; perciò io chiedo: quale rinnovamento?

Quello dei partiti, sempre gli stessi, che cambiano il nome o la grafica, il disegnino;
dei nuovi capi politici che ora sono antipolitica, ora politica, poi ti cacciano e non vogliono un contraddittorio e ti vietano di volerlo;
quello dei siparietti, fintamente diversi;
dei posti di lavoro, moderni lager, campi di concentramento dove ti devi solo concentrare sul lavoro e mandare giù rospi;
del “meglio avere un lavoro”, anche se ti ammala e ti fa vivere come una bestia;
quello della disoccupazione, che stritola sempre più la classe sociale più debole ed esposta al flagello di una classe dirigente che non vuole far nulla per provvedere;
quello di programmi TV, sempre fedeli a se stessi, alla linea, alla menzogna, a tutto fuorché alla realtà,  fuorché ai problemi veri;
quello dello spread, della nuova economia globale che calpesta la dignità dell’uomo e della natura, che calpesta il semplice buon senso;
quello dell’odio, dell’oblio del dolore, della negazione dei cambiamenti climatici e, quando ormai innegabili, dell’ignorarli e occuparsi di altro;
quello della guerra, della costruzione di armi, dell’inquinamento;
quello dell’ignoranza, della pigrizia, dell’indifferenza, che impedisce un’evoluzione sana;
dell’ignoranza che ti fa impigrire, poi la pigrizia ti rende indifferente, e l’indifferenza lascia il campo libero al rinnovamento delle politiche nefaste che ci getteranno sempre più nell’ignoranza, che ci impoveriranno;
dell’austerity?

Quale rinnovamento?
Di una classe dominante che nega la possibilità di un futuro a miliardi di persone;
di un sistema che impernia il suo sviluppo su carta straccia;
dell’intolleranza;
dell’impossibilità di vivere senza violenza, senza scontri, senza ansie di guerre e crimini di ogni genere;
del proliferare di mentalità deviate, che vedono nell’altro il proprio nemico;
del “ti fotto prima io”;
della vita malsana che si continua a fare;
quello dell’antropocentrismo, che da centinaia di anni sta devastando ogni cosa, ed acquista sempre maggior forza;
il rinnovamento di un essere umano che si crede al centro dell’Universo e per questo si sente in diritto di farne ciò che vuole, anche di sopraffare i propri simili, danneggiare irreparabilmente vita e ambiente;
rinnovamento della violenza; intolleranza; stupidità; tecnologia; guerra; inganno; corsa alla sopraffazione; autodistruzione;
del pensare stupidamente, ma con modernità;
del farsi abbindolare con superbia;
dell’odiare chi non si fa abbindolare;
del continuare a praticare stili di vita che hanno un costo insostenibile sia per la collettività umana che per la resilienza ambientale?
Quale?

Al momento non vedo nessun altro tipo di rinnovamento se non quello delle qualità, delle azioni, dei sentimenti sopra scritti, del perpetuarsi di quest’antropocentrismo che ci attanaglia, e del quale siamo tutti responsabili, nessuno si senta escluso.

3 commenti:

  1. Ciao Roberto e grazie del tuo post.
    Ecco che ci aggiungo un elendo di STUPIDITA' UMANE:


    Più CO2 c'è nell'aria, più estraiamo carbone, petrolio e gas.

    Più distruggiamo gli oceani, più pesce cerchiamo di pescare.

    Più sono frequenti e disastrose le perdite di petrolio nel mare, più velocemente cerchiamo di sviluppare le trivellazioni offshore.

    Più si degradano le foreste, più introduciamo riduzioni, tagli, caccia e pascolo.

    Più si vede che la grande barriera corallina comincia a collassare, più ci facciamo passare le navi attraverso.

    Più specie si dirigono verso l'estinzione, più c'è distruzione dell'habitat, caccia e bracconaggio.

    Più ci preoccupiamo di insetti e erbe infestanti, più introduciamo gli OGM.

    Diminuisce il terreno coltivabile, più ci autorizziamo miniere e cave sopra.

    Più aumenta la diffusione del cancro, più pompiamo sostanze carcinogeniche nelle nostre case, nella nostra aria, e nel nostro cibo.

    Via via che il problema dell'energia ci strangola sempre di più, inventiamo e vendiamo sempre più aggeggi energivori.

    Più i fiumi si disseccano, più acqua destiniamo all'irrigazione.

    Più gli incendi danneggiano l'ambiente, più crescono le cause che li generano.

    Più il mondo è invaso dai rifiuti, più schifezze in plastica sono prodotte e incartate con imballaggi eccessivi.

    Più i rischi dell'energia nucleare appaiono chiari, più forti le grida per usarne di più.

    Più cresce la necessità di leggi per la protezione dell'ambiente, più rapidamente quelle esistenti vengono eliminate.

    Più chiara diventa l'evidenza per l'imminente catastrofe planetaria, maggiore diventa il rifiuto di accettare l'evidenza.

    Sembra quasi che lo facciamo apposta per scassare il pianeta…

    http://resistenzafutile.blogspot.it/2013/01/ma-queste-cose-le-facciamo-apposta-per.html?showComment=1358416051351#c6811717809654409496

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  2. Non lo chiedo a te Adamo
    nemmeno a te Eva lo chiedo
    a voi Caino ed Abele potrei
    ma perché richiamarvi alla sbarra
    che già scontata ed estinta la pena
    avete in millenni d’attesa
    Noi figli d’Abramo faville disperse
    a incendiare di vita la Terra
    la stiamo ardendo in rogo infernale.
    più bruna più flava più rubra più albina
    la pelle divina l’abbiamo fatta casacca
    per dare nome a inesistente nemico
    il sacco di ossa refurtiva e rapina
    non era Pangea una volta il Pianeta
    perché croste divise dal pianto
    dal sogghino di Jena dal riso sguaiato
    ne abbiamo fatto e stoltamente godiamo
    voi che ancora siete fatti di terra
    e d’alito proveniente da un Dio
    dite a noi che adoriamo l’accumulo
    che a carte in un tumulo
    ci ritroveremo a giocare
    in attesa di giudizio finale.

    Marco Sclarandis

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  3. Il bicchiere è mezzo pieno...
    ...ma sta per rompersi!

    Si stanno commettendo molti gravi errori, stiamo giocando con il fuoco (come suggerisce Marco) ed anche sottovalutando il mare in tempesta. Sono tutte reali le contraddizioni messe in evidenza da Roberto, i segni di stupidità umana elencati da Daniela, l'apocalittica visione di Marco, eppure c'è anche dell'altro. Avremmo i mezzi materiali ed intellettuali per stare infinitamente meglio, per iniziare un rinnovamento realmente positivo e non dobbiamo tollerare che ci siano ancora ingiustizie per il privilegio di pochi, che si metta a rischio l'equilibrio del pianeta ed il futuro nostro e dei nostri nipoti, la stessa possibilità di esistere per l'avidità di pochi e l'ingenuità e apatia di molti. Dobbiamo pretendere il meglio possibile e dobbiamo farlo soprattutto ora che siamo vicini come non mai al meglio ed al peggio mai raggiunti, stiamo correndo rischi che potrebbero essere irreversibili, fatali, eppure stiamo meglio che in passato e potremmo stare enormemente meglio se solo i cambiamenti potenziali si concretizzassero, se ci fosse quel rinnovamento di stili di vita e di organizzazione della società auspicato dalle moltitudini inarrestabili che riescono a vedere l'epoca attuale per quello che è: solo una momentanea scomposta accelerazione in una direzione sbagliata. Siamo sul Titanic nel salone delle feste, balliamo allegramente e l'iceberg non l'abbiamo ancora urtato, qualcuno l'ha avvistato e ci avverte, la manovra per evitarlo è difficile, ma ancora possibile, ma forse la musica è troppo alta per ascoltare gli allarmi e troppi sono così presi dal ballo che non vogliono o non riescono a fermarsi...

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