Un Bloggodromo Condiviso!
Tentiamo, in un mare di informazioni spesso contrastanti, di osservare la realtà con senso critico, con onestà e senza sentirci depositari della verità.
domenica 26 febbraio 2012
FELICITÀ vs CRESCITA
lunedì 20 febbraio 2012
TASSATI DAI CORROTTI
Il titolo non è mio, ma di Raitrenews.
Il titolo è scaturito dal Rapporto redatto per l'anno 2011 dall'organizzazione non governativa Transparency International sulla percezione della corruzione nel settore pubblico nei vari Paesi del mondo. Lo studio ha preso in considerazione 182 paesi.
Il primo paese in classifica, ovvero il meno corrotto, è risultata la Nuova Zelanda, davanti a Danimarca e Finlandia. Agli ultimi posti della classifica troviamo invece Somalia e Corea del Nord. L'Italia è risultata 69esima in graduatoria, la Grecia 80esima.
Secondo Transparency International le difficoltà economiche che attraversa l'Eurozona sono legate all'incapacità dei poteri pubblici di combattere la corruzione e l'evasione fiscale. Per cui Grecia e Italia risultano particolarmente sofferenti.
Nel video è detto un principio chiave: visto che adesso in Italia vige il pareggio di bilancio, se la variabile dell’entrata legata alle tasse diminuisce a causa di mancati introiti (il cui recupero costa moltissimo a tutti i cittadini italiani e mi piacerebbe sapere quanto incide), giocoforza le tasse aumenteranno su chi le paga già, determinando recessione e infelicità. Se il famoso PIL non cresce e se le entrate tributarie si riducono a causa dell’evasione e della corruzione devono aumentare i prelievi, perché i conti tornino.
Non è più possibile “crescere” a debito perché l’Italia non ha più la sovranità monetaria e inoltre è un Paese in recessione. Il Giappone, dove la corruzione non è un problema come per l’Italia (sono quattordicesimi), ha un rapporto debito - PIL stratosferico, vicino al 160%, ma ha anche un export stratosferico. E ha anche il suo yen. Infine va osservato che il 95% del totale dei titoli governativi nipponici risulta al momento detenuto da investitori giapponesi (rapporto ICE primo semestre 2010). Insomma sembra una situazione ben diversa da paesi poco “raccomandabili” quali Italia e Grecia.
In una modalità B.A.U. – che è quella prevalente – nessun investitore porta i suoi danari in un Paese che percepisce come “corrotto”; l’Italia in venti anni è passata dal 33esimo posto al 69esimo. La Corte dei Conti individua nella corruzione la principale patologia italiana, così emerge dal discorso tenuto dal procuratore generale della magistratura contabile Mario Ristuccia nella sua relazione in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario 2011.
I diritti dei cittadini, in una società corrotta, non sono solo calpestati, ma venduti come favori, e in un clima di arrendevolezza e di lassismo (come quello italiano e greco) gli arbitrii e il favoritismo imperano, risucchiando le risorse pubbliche, che non possono più, nell’Eurozona, affidarsi alla macchina del debito.
Economia ed ecologia sono legate in modo inafferrabile per molti, e per i governi la logica di come funziona il Pianeta non è ancora chiara. Siamo tutti collegati su un Unico Pianeta e quindi non esiste o tra breve non esisterà che ci possano essere economie in “crescita” su altre in depressione, perché le risorse naturali stanno diminuendo per tutti e per tutti stanno aumentando i costi energetici e i costi per prevenire e ripulire dai danni dell’inquinamento.
L’economia globale sta rallentando e non poteva essere che così, e quindi, a breve, nessun Paese potrà schizzare in alto il suo PIL, ma vedrà schizzare solo i suoi problemi sociali ed economici.
Chi ha evaso e corrotto ha “sprecato” le risorse pubbliche e queste sono le risorse di tutti che dipendono indissolubilmente dalle risorse naturali che stanno decadendo ed esaurendosi.
Un altro sintomo del collasso intanto europeo è la rinuncia del Belgio a tre mesi dall’inizio a maggio ad essere la sede dei campionati europei di nuoto e ciò a causa di problemi economici.
Ecco perché consiglio anche di vedere questo video del 2009 dove Dennis Meadows, uno degli autori di “Limits to the Growth”, inappropriatamente tradotto in Italia “I limiti dello sviluppo” (più corretto sarebbe stato “I limiti della crescita) parla della necessità di “svilupparsi” senza più consumare risorse fisiche. Una crescita immateriale che deve sostituire quella materiale, che invece è la stata la base della razzia legata all’evasione e alla corruzione. Al cambio di paradigma non può sfuggire la mentalità degli esseri umani, sennò sarà impossibile transitare verso nessun luogo. Riflettere su questi aspetti potrebbe ridurre di molto l’idea che siamo circondati da biechi complottisti, ma piuttosto da ladri e furfanti.
Il video è stato tradotto da Maxrupo che ringrazio per la gentilezza estrema di cui è estremamente dotato.
venerdì 10 febbraio 2012
IL SOGNO EUROPEO INFRANTO
Nel comporre questo post ho avuto
la gentilissima collaborazione
del dr. Toufic El Asmar
vice presidente ASPO Italia.
I sogni collettivi più rilevanti dell’Occidente sprecone, razzista e autoreferenziale sono quello “americano” e quello “europeo”.
E’ necessario vederli appaiati per distinguerli e capire se il fallimento di uno (sogno americano) non abbia inficiato ed eroso la possibilità dell’altro (sogno europeo) di realizzarsi.
Il sogno americano è quello dei Padri Pellegrini sbarcati a Plymouth Rock nel 1620, felici di essere sfuggiti all’oppressione religiosa in Europa. Il loro capo spirituale, John Winthrop, mettendo piede nel “Nuovo Mondo” autoproclamò quel risibile numero di persone “il popolo eletto”. Erano lì per sottomettere la Natura con la forza del loro credo religioso. Ancora adesso il credo religioso è interconnesso alle vicende politiche, gli U.S.A. mettono Dio sulle monete (In God We Trust) e fondano campagne elettorali sul senso religioso: alcuni di loro sono creazionisti, per questi la Terra ha 12.000 anni come la somma di tutti quelli che sono citati nella Bibbia. Ai Padri Pellegrini della salvezza dell’anima si aggiunse, nell’era industriale, con Benjamin Franklin, la potente fiducia nei propri mezzi, per emanciparsi e diventare ricchi e di successo, unica modalità questa per raggiungere la Felicità che gli U.S.A. hanno nella loro Carta dei Diritti.
Fede e Perseveranza sono dunque le caratteristiche del primo sogno americano che passato al secondo stadio è miseramente fallito nel turbocapitalismo del “tutto e subito”. L’etica del lavoro frankliniana si ritrova in una nazione immersa nella cultura consumistica della gratificazione immediata, senza sforzi e senza merito. La pubblicità convince che si può essere felici solo se si ottengono una infinità di beni materiali, anche facendo debiti e magari facendo soldi con il gioco d’azzardo e i reality show. Il debito è non solo finanziario, ma anche di cultura e di etica.
Noi europei abbiamo voluto imitare il “sogno americano”. Film, musica, moda. E poco importava se, intrecciati nel sogno americano, c’erano il razzismo e la povertà, figli dell’eccesso di individualismo liberista che domina la società americana. Solo il mercato può regolare i rapporti tra i cittadini, nessuna idea di moderazione da parte dello Stato, ma è proprio questo che ha determinato il declino un Paese pieno di risorse naturali, di spazio e per di più con una lingua comune.
Un sogno basato su principi diversi da quelli americani, perseguiti con metodi ancora più diversi. L’Europa non ha una lingua comune, anche se comuni sono le radici delle lingue europee, è composta da Stati di diversa dimensione, diverso livello di ricchezza ed equilibri sociali e diverse organizzazioni politiche. Ma il patrimonio spirituale e morale europeo di cui parla la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea fa si che i due sogni siano quasi opposti.
Tanto il sogno americano è individualista e spinto, dalla presunta onnipotenza del singolo, alla conquista illimitata e al successo personale, tanto il sogno europeo punta alla coesione, all’inclusione, allo sviluppo sostenibile, facendo entrare il principio dell’uso della risorsa Ambiente in modo equilibrato anche nella carta dei Diritti.
La Carta dei Diritti Fondamentali comprende un preambolo introduttivo, dove precisa che si rende necessario rafforzare la tutela dei diritti fondamentali rendendoli scritti in una Carta, a cui seguono cinquantaquattro articoli, suddivisi in sette titoli come segue:
• Titolo I: dignità (dignità umana, diritto alla vita, diritto all'integrità della persona, proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, proibizione della schiavitù e del lavoro forzato);
• Titolo II: libertà (diritto alla libertà e alla sicurezza, rispetto della vita privata e della vita familiare, protezione dei dati di carattere personale, diritto di sposarsi e di costituire una famiglia, libertà di pensiero, di coscienza e di religione, libertà di espressione e d’informazione, libertà di riunione e di associazione, libertà delle arti e delle scienze, diritto all'istruzione, libertà professionale e diritto di lavorare, libertà d'impresa, diritto di proprietà, diritto di asilo, protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione);
• Titolo III: uguaglianza (uguaglianza davanti alla legge, non discriminazione, diversità culturale, religiose e linguistica, parità tra uomini e donne, diritti del bambino, diritti degli anziani, inserimento dei disabili);
• Titolo IV: solidarietà (diritto dei lavoratori all'informazione e alla consultazione nell'ambito dell'impresa, diritto di negoziazione e di azioni collettive, diritto di accesso ai servizi di collocamento, tutela in caso di licenziamento ingiustificato, condizioni di lavoro giuste ed eque, divieto del lavoro minorile e protezione dei giovani sul luogo di lavoro, vita familiare e vita professionale, sicurezza sociale e assistenza sociale, protezione della salute, accesso ai servizi d’interesse economico generale, tutela dell'ambiente, protezione dei consumatori);
• Titolo V: cittadinanza (diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali, diritto ad una buona amministrazione, diritto d'accesso ai documenti, Mediatore europeo, diritto di petizione, libertà di circolazione e di soggiorno, tutela diplomatica e consolare);
• Titolo VI: giustizia (diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale, presunzione di innocenza e diritti della difesa, principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene, diritto di non essere giudicato o punito due volte per lo stesso reato);
• Titolo VII: disposizioni generali che riguardano le modalità di interpretazione e di applicazione della carta medesima.
L’attuale Carta dei Diritti Fondamentali dell’unione Europea è entrata in vigore con la ratifica del Trattato di Lisbona (Legge 2 agosto 2008, n. 130 pubblicata in G.U. 8 agosto 2008). Anche il Trattato di Lisbona riporta i Diritti Fondamentali scritti nella Carta. L’articolo 1 bis recita:
L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.
Diritti universali, laici e completamente condivisibili.
All’articolo 2 un altro esemplare elenco di principi:
L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico.
Dunque cooperazione, collettività delle azioni sociali e con valori economici basati sulla qualità dell’ambiente e della vita dei singoli. Il tutto parrebbe proiettato verso una società con economia stazionaria e senza ambizioni di potere sul globo come fuoriesce dalle parole e dalle intenzioni degli U.S.A. Non un corpo unico ma un insieme di corpi da mettere a sistema, da organizzare a rete, per il benessere complessivo del Pianeta.
Ma il sogno europeo sta deludendo innanzitutto i suoi cittadini e si infrangendo sugli stessi scogli che hanno determinato l’arenarsi del sogno americano: i danni provocati dall’azione sfrenata del mercato economico e finanziario.
Il liberismo e il neoliberismo hanno pervaso anche le politiche europee, seppure con modalità diverse. In Europa il concetto socialdemocratico dell’equilibrio statale sulle forze del mercato ha sicuramente impattato sulla possibilità di manovra delle succitate forze, che tuttavia sono riuscite ugualmente a contagiare i meccanismi dei bilanci dei singoli Stati europei. Le agenzie di Rating (tutte americane) hanno giocato e stanno giocando con i bilanci degli stati europei attaccando innanzitutto i PIIGS.
Un momento duro, dove l’Europa avrebbe dovuto agire come un sol corpo, e invece ha mostrato l’aspetto aggressivo ed egoista dei suoi membri più ricchi e potenti, quali Francia e soprattutto Germania, già accusati da tempo dagli altri membri di costruire Protocolli e Trattati a loro esclusivo beneficio e consumo e poi di non seguirli se necessario (il limite del 3% del PIL per il deficit dei conti pubblici). Mostra particolare egoismo la Germania, troppo grossa per stare in Europa e troppo piccola per uscirne. Non accetta di dover pagare il debito degli altri paesi europei sconsiderati, un debito a cui a contribuito la Germania stessa con una feroce azione di esportazione, una Germania che impone rientri di bilancio pubblici rigidi e recessivi, e siccome non potrà vendere nulla in una Europa immiserita dalla sua stessa politica economica, ecco che si deve rivolgersi ai BRICS, come la Cina o il Sudamerica.
B.A.U. tedesco, e recessione europea stanno portando la Grecia sull’orlo della disperazione. La Grecia ha sicuramente colpe (bilanci non chiari, falsificazioni, evasione fiscale, poco rispetto di regole e leggi), come le hanno tutti i PIIGS, Italia compresa.
Ma la mancata coesione e difesa della dimensione umana da parte dell’Unione europea in un momento di crisi come questo è segno palese che il SOGNO EUROPEO SI E’ INFRANTO.
In Grecia, i diritti fondamentali così ben espressi e specificati nella Carta dei Diritti Fondamentali e ribaditi nei primi articoli del lunghissimo Trattato di Lisbona, che ribadisce il nostro essere una unica comunità con uguali diritti e doveri e obbligo di reciproco aiuto tra Stati, ebbene quei diritti sono attualmente calpestati in nome del dio mercato. In nome del B.A.U. che penetra nel concetto di sviluppo sostenibile perché questo concetto, dice Latouche, è un ossimoro. Nessun SVILUPPO potrà mai essere sostenibile. Poca differenza con il sogno americano che, precedente per migliore fortuna a quello europeo, non parla mai di sostenibilità mentre quello europeo infarcisce di questo principio tutti i suoi documenti ma con il fine di aumentare concorrenza e competitività delle imprese e del mercato (seppure interno).
La Patria dell’Europa, l’origine della cultura occidentale, è in pieno collasso economico e finanziario, e i suoi cittadini stanno morendo di inedia e di disperazione.
Gli altri cittadini europei, e non solo europei dovrebbero guardare con timore al precipizio greco, perché la terapia d’urto fornita alla Grecia dalla BCE e dal FMI era sbagliata, irreale, inefficace e come si può notare dal risultato, anche controproducente (un debito greco passato dall’iniziale “turpe” 120% all’attuale “folle” 160% in pochissimo tempo e adesso deve tornare al “turpe” 120%). E sono le stesse misure di Monti e di tutti i paesi europei che ancora pensano alla “crescita” come soluzione di tutti i mali.
L’unica cosa che cresce è la disperazione e la paura, e il passo successivo è spesso una rivolta, o una guerra.
Ma intanto facciamo finta che vada tutto bene, anzi perché non ascoltare presso i nostri media le voci affabulatrici e affascinanti dei “grandi economisti filo americani” che sentenziano “fa bene il governo greco a licenziare i dipendenti pubblici”, oppure “si alla riduzione dello stipendio, all’aumento di ore da lavorare gratis”, come se niente fosse.
Greci cattivi e spreconi, dovete pagare pegno. Nulla a che fare con la coesione sociale e il diritto alla dignità umana della Carta dei Diritti Fondamentali d’Europa.
Il sogno Europeo si è infranto dal momento che i vari Paesi che formano i cosiddetti PIGS sono stati accettati a fare parte del Club chiamato Unione Economica Europea, il club dell’Euro, senza averne i requisiti minimi per farne parte. I conti Greci erano stati truccati e nascosti sia alla popolazione Greca che a quella Europea, eppure molti conoscevano la realtà. Ma non solo la cosi virtuosa Germania ad un certo punto si dimenticò di rispettare i parametri di Maastrich.
Certo ci hanno preso per troppo tempo, offrendoci il benessere assoluto “chiedi e ti sarà dato”. Qualcuno si è accorto della novità che circola in TV da qualche mese? Quella che vi farà guadagnare (rovinare) chissà quanti soldi, avete indovinato? Il Poker in TV .
Intanto nella Unione Europea il numero dei disoccupati, senza tetto, poveri, malnutriti è in continua accesa, in alcune scuole elementari di Atene molti bimbi svenivano perché non mangiavano da giorni, padri di famiglia che si suicidano, mamme che si prostituiscono; la delinquenza spicciola (per intendersi scippi e furti in casa) è in crescita esponenziale. Una miscela esplosiva.
Alexander Hamilton nato a Nevis, l’11 gennaio tra il 1755 e 1757 morto il 12 luglio 1804 è stato un politico, militare ed economista statunitense. Ritenuto uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti, fu il primo Segretario al Tesoro della nuova nazione americana. Da lui esce la battuta fortemente non Cristiana “Inequality in condition is a necessary consequence of liberty” ossia la condizione di disuguaglianza è la conseguenza necessaria della libertà. Ossia vuoi essere libero, allora sfrutta gli altri oppure rimani povero. Qualcun’altro cita “Those who love God and their country don’t need a government public sector. They need and unrestricted private sector” coloro che amano Dio e la Patria non hanno bisogno di un settore pubblico governativo. Hanno bisogno di un settore privato illimitatamente libero.
DANIELA