domenica 26 febbraio 2012

FELICITÀ vs CRESCITA




Marie Jean Antoine Nicolas Caritat era il marchese di Condorcet. Visse e morì nella seconda metà del Settecento a 51 anni, durante i quali fu matematico, economista, filosofo e politico. Illuminista e enciclopedico, risultò dalla parte dei girondini durante la Rivoluzione francese. Era contro lo schiavismo dei neri e a favore del voto femminile.
Il suo testo più famoso, che la moglie e poi la figlia fecero diffondere, è “Esquisse d'un tableau historique des progrès de l'esprit humain(Quadro storico dei progressi dello spirito umano), pubblicato l’anno successivo alla sua morte nel 1795. È il suo testamento filosofico e la sua professione di fede nell’Illuminismo e nell'illimitata perfettibilità del genere umano. Per Condorcet la ragione coincide con il trionfo della civiltà e l'asservimento delle forze della natura all'Umanità.
C’è una frase di Condorcet particolarmente illuminante (trattasi di illuminista):
Non esiste alcun termine al perfezionamento della felicità umana…la perfettibilità dell’uomo è realmente infinita…i progressi di questa perfettibilità, ormai indipendenti da ogni potere che vorrebbe bloccarne il processo evolutivo, non hanno altro limite che la durata del pianeta in cui la natura ci ha messo.
Un progresso materiale dell’Uomo a dominio della Natura, infinito fino alla fine del Pianeta. È che a quel tempo il pianeta sembrava infinito per cui non era preoccupante porre un limite e l’America con le sue immense risorse faceva da sostegno a tale scenario. Ma anche lì il limite c’era; la frontiera americana che scivolava sempre più a ovest stoppò nel 1890, quando fu ufficialmente chiusa dal US Census Bureau.
Condorcet vide la Felicità umana crescere indefinitamente con la scienza e la tecnica. Lui non conobbe il dolore delle guerre mondiali e della stupidità globale del dopoguerra. Non vide la sofferenza propagarsi come il numero degli abitanti del Pianeta.
Il benessere e la felicità degli individui sembra non correre parallelo all’aumento della ricchezza, sia delle nazioni e sia degli individui, attraverso il “libero mercato” e ultimamente pare nemmeno riuscire a stabilizzarla.
La società dei consumi e del marketing ossessivo ha fatto crescere una cosa di sicuro: le aspettative e i falsi bisogni. E meno questi bisogni sono, per dirla alla Epicuro, naturali e necessari, meno sarà possibile soddisfarli. Se bere è naturale, bere il miglior vino del Mondo non è necessario, e ancora meno naturale e necessario sarà volere più ricchezze materiali e gloria e vanto. Un desiderio che difficilmente potrà essere soddisfatto e ciò provocherà infelicità.
L’esposizione al bisogno innaturale e non necessario ci rende più preda della infelicità.
Se i beni materiali si riducono, perché diventiamo poveri, disoccupati o vecchi, o malati, ecco che depressione e suicidi cominciano a crescere in parallelo. I dati che parlano di questo sono dappertutto, e poi ci sono studi sociologici, filosofici, sinanco artistici a conferma di ciò.
Il mondo ideale di Condorcet, quello che coincide con la felicità, sembra irraggiungibile.
Non potendo misurare la felicità (che è dentro la Costituzione Americana del 1776 e dove divenne un diritto di tutti) statisti ed economisti hanno misurato solo i beni materiali. Il Pil è dunque una misura non è improntata alla Felicità. Lui cresce ma la felicità sta da un’altra parte. È l’economia che è stata denominata “scienza triste” (dismal science) dallo scrittore inglese T. Carlyle.
Un senso di maggiore ansia mi sta prendendo ultimamente per diversi motivi.
L'uso indiscriminato del suolo per costruire innumerevoli e microscopiche casette di Paperino o inutili ed enormi strade e superstrade e autostrade e corridoi.
Le casette di Paperino si diffondono senza pianificazione, a sprawl, consumando suolo agricolo, mentre moltissime case rimangono vuote, a decadere anche nei centri urbani.
Troppe inutili auto private corrono dappertutto come impazzite, soprattutto da un centro commerciale all'altro, basi fondative delle necessità di nuove strade e autostrade ecc.
Non si saluta più, non si guarda più in faccia nessuno, tutti a digrignare i denti perchè il reddito non cresce abbastanza come quello del vicino.
E per finire sempre più spesso vedo gli “invisibili” ovvero i "poveri poveri" che sono anche tra i ricchi del pianeta. Forse sono diventata più attenta o forse loro sono aumentati di numero. Anziani che passano il pomeriggio a controllare tutti i prezzi per comprare due foglie di lattuga e un hamburger. Pantaloni lisi e scarpe consumate. Coppie di “giovani sessantenni” con vestiti da Caritas, che dopo aver visitato tutto il supermercato comprano due hamburger, mezzo litro di latte e un panino. Decorosi e dignitosi, non chiedono nulla, ma adesso si vedono sempre di più.
In un momento di risorse sempre più scarse, le risorse naturali da cui nasce sia la ricchezza degli individui come quella delle Nazioni, serve cambiare modo di misurare ricchezze e felicità.
Serve prendere atto che i limiti del Pianeta sono stati raggiunti, per il petrolio, ma anche per l’acqua e il suolo e l’aria. L’inquinamento non è più assorbito dall’acqua, l’aria non ne può più di gas serra e il suolo non può essere sventrato e impermeabilizzato come se potesse rigenerarsi con facilità.
Quando sono nata eravamo solo 3,5 miliardi, adesso siamo più del doppio (in meno di 50 anni), la maggior parte di questi esseri umani non infelici per troppi beni materiali, ma piuttosto per mancanza dei diritti primari all’esistenza decorosa. Eppure tutti parlano della crescita indefinita come unico modo di risolvere i problemi di tutti. Anche chi è stato fortunato ed è nato nei luoghi più ricchi della Terra non è felice, figuriamoci chi non ha diritto a nulla. Chi nasce ha diritto a vivere al meglio e non può fare da costituente le gallette verdi di Soylent Green.
La crisi che stiamo vivendo potrebbe essere l’occasione per ripensare i rapporti tra noi umani e i rapporti di noi umani con il Pianeta. Oppure la fine, l’estinzione di una razza poco saggia è assolutamente prevedibile.

12 commenti:

  1. Pura verità Daniela, così come appare pura Utopia una conclusione buona della questione, arroccati come si è dietro questo miraggio assurdo e predatorio del pianeta chiamato "crescita".
    Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, sono quelli che tu descrivi, riscontrabili ogni giorno, ad ogni ora; eppure poco si muove a sostegno di un ripensamento delle politiche fin qui propugnate. Assurdo ma vero, ci avviciniamo sempre più ad un abisso fatto di barbarie e disperazione.
    Trovo magnifiche le citazioni che fai ed il film lo cerco subito per vederlo prima possibile. Chissà: magari l'ho visto quando ero piccolo e non me lo ricordo...

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  2. Ciao Roberto. Eppure continuano a pensare B.A.U. oppure pensano che la crisi deva far scattare ancora maggiore B.A.U..
    E hanno anche numeri in mano che danno loro ragione, perchè quelle analisi sono state fatte con il principio della crescita in mente.
    Non li sposti, tutti a dare addosso a chi in modo anche mite e altrettanto pieno di numeri e osservazioni scientifiche fa capire che la casa è sporca, piena di riufti e il frigo è vuoto e tra breve tagliano l'acqua e l'energia elettrica.
    La prima soluzione, per qunto possa sembrare dura a chi ha una visione cristiana o religiosa del vita, è ridurre il numero di persone che nascono sul pianeta. Almeno su quello l'Italia va bene, ma ci sono luoghi dove questo non accade, e l'esito di un pianeta sovrapopolato potrebbere essere proprio quello del film. Potremmo tutti tornare ad avere un orto? Non so, a Milano o altre grandi città, dove vivono stipati in case altissime, il suolo per tutti non c'è. Eppure avere un orto sarà come il passeggiare, sarà un atto rivoluzionario.
    Ci sono prodotti che si possono autoconsumare e altri no. Di sicuro i prodotti alimentari in Italia possono essere qui prodotti e qui consumati.

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  3. Sopra ristagnano le pozze putride
    se pur d'aspetto piscine sembrano
    ai bordi ingrassano ed avvizziscono
    fanciulle garrule e pigmalioni
    matrone avide coi consorti bolsi
    oltre le mura le recinzioni
    orde di paria masticano invidia
    eppure scorrono in mille rivoli
    le acque fresche di un fiume carsico
    e se non si sentono gorgogliare
    è perchè mormorano invece di parlare
    sono decine di decine volte
    come goccie anonime moventi il mare
    saranno i pozzi che placheranno sete
    perchè s'avverte si prepara un'onda
    pronta a spazzare quanto s'è fatto fradicio
    ci sarà una scossa come da sempre avviene
    imprevedibile come alla Terra piace
    uno tsunami mostrerà ai gaudenti
    agli imprudenti e agli altri insieme
    che nulla può crescere indefinitamente
    nemmeno pagandone le spese.

    Marco Sclarandis

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    1. Ciao Marco. Io sono nelle limpide acque del Carso da sempre, anche per provenienza geografica. Quando sopra c'è la sete succhiano l'acqua profonda e fresca, e intanto la irrorano di inquinanti, fiduciosi di una eterna resilienza. Ma nel mondo tutto deve imparare a essere RESILIENTE, mica solo l'acqua del Carso. E quindi se l'onda spazzerà spazzatura ingrassata, garrula e avvizzita, sarà giusto perchè quello non è resiliente. Ognuno deve diventare resiliente, accapparandosi i principi della resilienza che non dicono certo della crescita indefinita a mo' di cancro.

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  4. La crisi economico finanziaria potrebbe anche essere superata con il B.A.U., ma dopo, contati i morti (perchè ci saranno, almeno metaforicamente parlando, ci saranno persone che si vedranno ridotto lo stile di vita, perchè quello stile di vita non corrispondeva a ciò che loro potevano permettersi) si dovrà fare i conti con la risorse ridotte (tutte, petrolio, gas, aria acqua suolo con i suoi minerali che stiamo polverizzando) e se si vorrà mantenere il livello di civiltà raggiunto e magari tentare di espanderlo nel Pianeta (riducendo il numero degli abitanti, sono sicura che tante donne del terzo e quarto mondo sarebbero ben felici di non fare tutti i figli che fanno) si dovranno fare nuove regole, ci dovranno essere meno privilegi, meno privilegiati, meno sproporzionati sprechi di risorse per cose del tutto inutili. Si dovranno cercare e condividere le cose veramente utili, quelle veramente importanti. Che non possono essere i SUV, le seconde, terze case, viaggi con aerei per bere aperitivi sulle spiagge più esclusive (parole loro), continui e inutili cambi di abiti e scarpe e borse e trucchi e arredamenti. L'Italia può proporre qualcosa di migliore, senza dover sempre essere l'arredatore, il modaiolo o il piastrellista del pianeta. Siamo pieni di inventiva e di cultura e possiamo utilizzarla nella manifattura che può essere recupero, riuso, ristrutturazione e tanta ricerca innovativa. e non solo nella scienza, in tutte le branche del sapere.
    O sto solo immaginando desideri che non si verificheranno mai? E perchè quando dico ai miei concittadini di non sentirsi liberi da colpe se abbiamo questi governi, questi rappresentanti e questa fama schifosa perchè chi votandoli, chi votando i loro pseudo oppositori e chi non votando affatto ha SICURAMENTE una parte di colpa? OCCORRE CONTROLLARE QUELLO CHE FANNO I NOSTRI DECISORI.
    Sennò siamo sudditi, altro che cittadini europei.

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  5. Il passaggio di nuovi concetti da chi li elabora all'uomo comune richiede molti decenni, soprattutto quando questi vanno contro 'il senso comune'. Oggi c'è l'impressione che sia tutto più veloce, che le scoperte vengano subito diffuse, ma questo vale solo per gli addetti ai lavori e per pochi altri. La maggior parte delle persone continua a ragionare con la concezione precedente per molti anni dopo un cambio di paradigma avvenuto nella scienza. Così oggi arrivano dagli studiosi svariati allarmi che, in alcuni casi, sembrano anche essere recepiti, ma tutto continua comunque come prima, la società ha un'inerzia notevole e la maggior parte delle persone sembra accettare (a volte) concetti nuovi, ma questi non vengono realmente assimilati, si continua comunque a ragionare secondo i vecchi schemi mentali. Così il concetto di crescita nelle concezioni economiche fa fatica ad essere sostituito, ci sono di certo interessi (immediati) dietro, ma c'è soprattutto la difficoltà di recepire realmente, comprendere pienamente, assimilare davvero nuovi concetti. I politici soprattutto hanno molte difficoltà a farlo per vari motivi in più rispetto alla maggior parte delle persone. Così li sentiamo ancora parlare di crescita e questo, sorprendentemente, vale anche per coloro che dovrebbero essere tra gli addetti ai lavori e dunque pienamente consapevoli dei limiti di questo concetto e dovrebbero ben sapere dove siamo in questo momento ed aver ben presenti le proiezioni.

    La razionalità dell'uomo, purtroppo, è raramente quella determina il suo comportamento, viene utilizzata di certo, ma per avallare quello che le componenti più primitive della sua mente hanno già deciso. La maggior parte di chi ha dei privilegi e potere lo sa e sfrutta questo, ma non ha coscienza del fatto che il suo stesso comportamento è irrazionale e che alla lunga anche per lui saranno più gli svantaggi che i vantaggi.

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    1. Ciao fratellone scomparso...
      Beh direi una sintesi psicologicamente perfetta. La realtà dura da digerire è meglio nasconderla, quindi chi ha privilegi e potere sa bene come utilizzare le componenti primitive delle menti umanoidi.
      Tuttavia è tempo di agire e non solo elucubrando bei pensieri che mettono a posto il disordine di cui siamo circondati (apposta), ma anche diffondenli e cominciando a trovare soluzioni fattive anche fisicamente.

      Cito una frase che mi è arrivata:

      Essendo il collasso dell'Impero Amerikano d'Occidente non tra trentanni ma ORA, la palla del che fare è in mano, purtroppo, alla NOSTRA generazione di bamboccioni climatizzati cresciuti col boom economico, incapaci apparentemente di reggere frustrazioni, sbalzi intensi di temperatura, dure ore di lavoro manuale, azzeramenti repentini di status, ridefinizioni retrofitting di relazioni di genere, aspettative di vita, etc.
      E' una interminabile elaborazione del lutto che però penso sia ora di cominciare a considerare terminabile, perché poi la realtà se ne occuperà indipendentemente...

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  6. ...Insomma cominciamo a trovare soluzioni, B.A.U. ma soprattutto extra B.A.U....

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  7. Direi che sia il caso di pensare solo a quelle extra B.A.U. A quelle in linea con il pensiero dominante c'è già chi ci pensa...

    Il mio ottimismo naturale è messo a dura prova, ma irrazionalmente continuo credere che proprio perché i tempi si stringono ci sia un'accelerazione nella presa di coscienza e che si riesca a correre ai ripari in tempo.

    Ognuno è pazzo a suo modo...

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    1. ...è una bella forma di follia, purchè non perda il contatto con la realtà, ma serva ad accelerarne la comprensione... Anche forme di soluzione B.A.U. possono essere d'aiuto adesso se solo sai decidessero ALMENO a fare quelle (riduzione di uso del suolo agricolo produttivo e incentivo al recupero urbano).

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  8. Obbie, un antico detto recita:

    "Chi troppo vuole nulla stringe"

    Insieme all'altro:

    "Ricordati che devi morire"

    formano un dittico d'insuperabile verità ed efficacia nell'indicare la retta via di dantesca memoria all'essere umano.

    E'un momento cruciale questo di questi anni.
    Tutto ciò che ha voluto stringere troppo morirà.
    E'questa la ragione che rende sensata la speranza di molti.

    Marco Sclarandis

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  9. Tutto ciò che ha voluto stringere troppo morirà.

    ECCO LA SINTESI.

    E'questa la ragione che rende sensata la speranza di molti.

    ECCO PERCHE' SI PUO' ANCHE SPERARE O SENTIRSI PAZZI.

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