lunedì 28 marzo 2011

BOATO NELLA NOTTE



Abito a pochissima distanza dalla base di Aviano da dove partono gli aerei americani che poi vanno a "sganciare" in Libia.

Stanotte alle quattro di mattina mi sono svegliata di soprassalto e piena di terrore.

Un BOATO IMMENSO E LUNGHISSIMO mi ha ridestato e mi ha costretto ad alzarmi dal letto.
Ma poi ci sono ritornata, abbracciata al mio amore.

Qualcun'altro, da qualche altra parte del mondo, Libia compresa, no.

Stanotte quegli aerei sono partiti perchè io possa scrivere questo piccolo pensiero al PC, perchè io possa muovermi in macchina, avere la luce elettrica e tutta l'energia per vivere meglio dei tre quarti dell'umanità.

Se io fossi stata afgana, libica, o di altri posti pieni di guerra, forse, all'ascolto del boato, sarebbe seguito uno scoppio e morti.

Che diritto abbiamo di obbligare la gran parte del Pianeta a soffrire per farci accumulare mezzi materiali e privilegi?

Perchè non pensiamo che in fondo anche noi siamo "carne da cannone" siamo i consumatori finali, siamo quelli che provano le medicine e aspirano gli inquinamenti.

Intanto a Lampedusa i bambini non possono andare a scuola da un mese e le ragazze non possono uscire da casa.

Maroni è un ottimo vicesegretario della Lega ma un pessimo ministro dell'Interno.

Così facendo sta tenendo lontani "i problemi" dal nord e aumentando, sempre al nord, il TERRORE dell'immigrato.

E' vero. Molti di quelli che arrivano sono probabilmente delinquenti che scappano dal paese di origine per motivi ben diversi dall'asilo politico, ma non credo che tenerli tutti a Lampedusa o dargli dei soldi per tornare indietro serva a separare il grano dei richiedenti asilo dal loglio dei furbastri con cellulare e scarpe firmate.

E poi se uno non sta bene e non lavora a casa propria, non ha diritto di cercave altrove di migliorare la propria vita?

L'Italia è un paese dal quale sono usciti immigrati da oltre 150 anni, e i primi erano del nord.

Daniela

venerdì 25 marzo 2011

HOMO INSAPIENS



La terra ha 4,5 miliardi di anni.
La vita, intesa come stato cosciente di esistere, è arrivata poco prima di 500.000 anni fa.
Dentro questo periodo c'è stata una evoluzione che ha portato al bipede parlante con il pollice opponibile.
Dalle amebe ai pesci, agli anfibi, ai piccoli mammiferi pelosi e infine a noi.
I sauri hanno governato e dominato il Pianeta per oltre 200 milioni di anni, ovvero una mezzoretta sull'arco delle 24 ore del Pianeta.
Come era l'evoluzione degli homo insapiens ai tempi dei sauri, perchè dai sauri noi non discendiamo??

ERAVAMO PANTEGANE.


Per i non veneti/friulani specifico cosa siano le pantegane: i topi di fogna.
I sauri hanno dominato finchè non si sono autoestinti, distruggendo foreste per alimentarsi per poi cannibalizzarsi.
I loro discendenti spesso li portiamo in tavola: sono gli uccelli. Oddio ci mangiamo anche i nostri parenti, i pesci, ma è bello mentre mangiamo un pollo arrosto pensare di stare sbafando un dinosauro (o meglio un suo lontanissimo discendente, ma la cui forma ossea è palesemente affine).

Torniamo all'Homo insapiens.


Infatti Homo e non Femina, ma la Santanchè con cui condivido un nome bellissimo sta già dimostrandoci che anche la Femina non scherza.

Siamo qui su questo Pianeta meraviglioso e azzurro da SOLO 200.000 anni, ovvero circa 4 secondi di vita nell'arco delle 24 ore planetarie.
Adesso sfido chiunque a dirmi cosa sono nell'arco della vita del Pianeta i circa 6000 annuncoli dove ci possiamo fregiare di inizio della civiltà (città, strade, forme societarie), o addirittura dell'invenzione del motore a scoppio (circa 100 anni fa) che ha dato la stura alla profonda e globale rivoluzione industriale.


Un microsecondo?
Un battito di ciglia?
Meno, molto meno.


Però abbiamo deciso ugualmente di chiamare quest'epoca ANTROPOZOICO!!!


Siamo arroganti e meravigliosi.

ARROGANTI perchè il Pianeta farà comuque a meno di noi e forse neppure si è accorto della nostra esistenza continuando la sua evoluzione geologica con i moti dei continenti, eruzioni di vulcani e mutamenti dell'asse terrestre.

MERAVIGLIOSI perchè su questo bellissimo Pianeta abbiamo costruito città, inventato l'ARTE con la MUSICA. Abbiamo sognato e immaginato di vivere meglio grazie al FANTOMATICO PROGRESSO, che però non è una linea retta in continua crescita perchè il nostro Pianeta è un sistema chiuso dal punto di vista energetico, quindi NULLA SI CREA NULLA SI DISTRUGGE...


Ma adesso sembra che vogliamo andare in un vicolo cieco in una strada senza uscita.



DICE IL DALAI LAMA:

Gli uomini perdono la salute per fare soldi, poi perdono soldi per tentare di recuperare la salute; pensano tanto ansiosamente al Futuro dimenticando di vivere il Presente. Così facendo, non riescono a vivere né il Presente né il Futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.

Daniela 

mercoledì 23 marzo 2011

LE STRATEGIE PER FOTTERCI




1 – La strategia della distrazione.
L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione.
Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 – La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 – La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione.
Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….

7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far sì che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9 – Rafforzare il senso di colpa.
Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca.
Negli ultimi 50’anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

Noam Chomsky


Daniela

lunedì 21 marzo 2011

IO SI E LORO NO?





Mi domando perchè io devo seguire l'articolo 54 della Costituzione Italiana che GIUSTAMENTE recita "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge" mentre Berlusconi, berlusconiani e Lega, soprattutto loro, soprattutto con il loro NUOVO modo aggressivo e poco democratico di stabilire chi sta sopra le leggi e chi sotto, se ne fregano.

I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge. Ovvero un sindaco, un presidente di provincia, un presidente di regione, un presidente di consiglio DEVE obbedienza alla legge italiana perchè è lo Stato italiano che lo ha ordinato tale, e lo ha ordinato tale per SERVIRE il popolo.

Servire non nel senso che ci devono portare le brioshe a letto (come qualcuno sta poco intelligentemente sbraitando) ma come ETICA CIVILE tipo la civil servant anglosassone, lontana mille miglia del nostro modo di essere ancora sostanzialmente feudale.

Litigiosi, inutilmente corporativi, siamo immersi in partituncoli litigiosi che finora hanno solo portato al governo le espressioni più becere dell'italiota, fino all'italiota massimo che nemmeno Sordi avrebbe potuto immaginare.
Sindaci che piazzano ovunque simboli della stupidità (Adro), presidenti di provincia e regione, parlamentari leghisti che escono dalla stanza quando c'è l'inno italiano.

Una provincia, quella di Bolzano, talmente in difensiva e corporativa che fa sempre vincere un candidato che a Roma sa solo fare da ago della bilancia per portare via sempre più agevolazioni e pezzi di patrimonio italiano. L'ultimo pezzo è stato declassare il parco dello Stelvio da nazionale a interregionale così potranno fare qualche speculazione edilizia. Eppure loro son pagati con soldi italiani e da tutti i cittadini italiani. Eppure non si sentono italiani. Ma per dirla alla Gaber "purtroppo per fortuna lo sono".

Come tutti noi, leghisti compresi.

E se non ci fosse stata l''Unione d'Italia forse nemmeno parleremmo l'italiano. O l'italiano potrebbe solo essere un dialettuncolo del centro. L'idioma di Dante, lui che già aveva compreso la bellezza dei dialetti ma che aveva messo le radici dell'Italia e dell'italiano.

In una Europa delle mille regioni gli Stati hanno ancora posto?

E che posto?

Quello di far partire una guerra come la Francia?
Quello di non mantenere trattati appena firmati anche se stupidi come l'Italia?
Quello di agire in vece di uno Stato estero (USA) come l'Inghilterra?
Quello di voler comandare perchè ricca come la Germania?
Quello di dire stronzate come l'Italia, dove una lega si preoccupa di 5000 immigrati ma vengono tutti lasciati nelle mani dei cittadini di Lampedusa giustamente irritati contro lo Stato?

Quando si sono aperte le frontiere ad est dell'Europa il carico maggiore lo ha sopportato la Germania (400.000 profughi assorbiti...noi urliamo all'ESODO per ....5000). I cittadini dell'Est erano europei come noi e volevano democrazia ed equità. Adesso l'esplosione è al sud del Mediterraneo. E il mare in mezzo rende il tutto più difficile.
L'Italia ricca spandona arrogante non riesce a farsi carico di 10.000/20.000 immigrati?

L'Europa continuerà a non riuscire ad avere una voce sola un volto unico come politica estera, un pensiero strutturale su come impedire che noi stiamo bene solo perchè martoriamo il nostro vicino di casa???

La parola GLOBALIZZAZIONE continua a non essere compresa???
Il Pianeta è uno solo.
E non potrà sopportare ancora sprechi di risorse come stiamo facendo.
E se finora abbiamo sprecato è stato perchè molti altri, i nostri vicini di casa vivevano male, malissimo, oppressi da dittatori e poveri. Siamo sei miliardi e sei miliardi con lo stile di vita USA non sopravviveranno a una generazione.

Quindi o fermiamo la crescita demografica, anche a dispetto di una Chiesa che per crescere e svilupparsi ha bisogno di diseredati ignoranti, o fermiamo il consumo di risorse e viviamo in modo più sostenibile, cominciando a recuperare lucidità sui nostri veri BISOGNI che non sono l'ultimo Ipod o la moda nel vestiario, ma la comunicazione e la condivisione.

So che chiedo troppo, e so che queste povere parole meglio dette da un sacco di VERI GENI che mi hanno preceduto (dai presocratici in poi) rimarranno lettera morta.

Spero almeno in qualche riflessione.

Daniela 

domenica 20 marzo 2011

Gli “Atomisti”

Ho l’impressione di vivere in un incubo: gli accadimenti, soprattutto degli ultimi 3 anni, sembrano, nella mia povera mente resa vulnerabile e sensibile dal protratto lavorare in condizioni umilianti, il preludio ad una catastrofe; considerando la scarsa attitudine dei potenti  a valutare l’impatto del loro agire in rapporto all’ambiente, otre che alla convivenza civile dei popoli (cosa della quale non potrebbe fregargliene di meno), il 2012 come data della fine del mondo non mi sembra più così astrusa.
La lettera di Celentano scritta al Corriere della Sera, che mi pare abbia avuto poco rilievo sui blog, a me invece è sembrata degna di nota, anche se ancora non ho avuto occasione di approfondire la chiosa finale riguardante Renzi, e che forse potrebbe essere ironica. Mi informerò dopo aver scritto questo post, tanto non è rilevante a questo fine.

La quantità di commenti negativi alla sua lettera al Corriere è rilevante, quanto lo può essere aver chiamato “ipocriti marci” Berlusconi e Casini; ma qual è la novità? La novità, se così si può chiamare, è che non ne ha sbagliata una (a parte quella di Renzi che ancora non conosco); infatti avere una centrale nucleare sul proprio territorio, per quanto si voglia dire, non è paragonabile al fatto di averne una a 250 Km in caso di incidente, e molto rilevante è anche il fatto che si debba ancora andare a votare su un argomento già votato, e che ha sancito l’avversione al nucleare dell’Italia. Feci un post oltre un anno fa, sempre su quest’argomento, ma purtroppo mi trovo a doverne scrivere ancora.
Dove stiamo andando? A parte verso una guerra nel Mediterraneo, voglio dire. Sono piuttosto pessimista: ho smesso di credere che ad un certo punto ci sarà una presa di coscienza da parte di tutti - anche da parte dei potenti - e ci si risveglierà finalmente dall’incubo della guerra/disastro ambientale/violazione dei diritti dell’uomo che, con un piccolo e semplice sforzo da parte di tutti i governi, sarebbe facilmente risolvibile.
Voglio citare un filosofo greco vissuto tra il 4° ed il 3° secolo a.c., Democrito.

Democrito sul mio libro
Questo filosofo, uno dei padri della filosofia “Atomista”(ma guarda il caso! Penso che si stia rigirando nella tomba), mi ha particolarmente colpito, anche se sono all’inizio del mio percorso volto allo studio della filosofia; percorso che ho iniziato con la lettura di un manuale scolastico prestatomi gentilmente da un amico. Gli atomisti avevano sviluppato un pensiero filosofico in un periodo storico chiamato dei presocratici, anche se, Democrito, che faceva parte ormai degli ultimi portatori di quel pensiero, cronologicamente era contemporaneo di Socrate (che fremo per leggere).
Democrito diceva, 2300 anni fa’: «Non devi aver rispetto per gli altri uomini più che per te stesso, ne agir male quando nessuno lo sappia più che quando lo sappiano; ma devi avere per te stesso il massimo rispetto ed imporre alla tua anima questa legge: non fare ciò che non si deve fare». Come dire, almeno per me questo è l’insegnamento, la mancanza di rispetto per gli altri implica la mancanza di rispetto per se stessi, e ciò che non si deve fare è esattamente ciò che arreca danno a qualcuno o a qualcosa, o infrange una legge. «Il bene non sta nel non compiere ingiustizie, ma nel non volerle». In questa frase si mette in risalto la volontà di perseguire il bene al di là delle azioni, che possono essere giuste, ma che senza la volontà precisa di giustizia prima o poi potranno cadere nell’ammettere l’ingiustizia come fine di bene, cosa inequivocabilmente errata. «Una vita cattiva ed insipiente non è un vivere male,ma un lungo morire». Questa frase si commenta da se. È la fase in cui gran parte del popolo italiano è suo malgrado relegato da una politica che sarebbe quasi auspicabile fosse inesistente.
Citando dal manuale di filosofia “la filosofia morale di Democrito fa dell’equilibrio e della misura il supremo ideale della condotta”, come parlare in marziano se lo si rapporta ai giorni nostri.
Il valore dell’Etica è immenso per la Civiltà; in una Civiltà i valori di uguaglianza, rispetto, diritti e doveri da rispettare sono imprescindibili, e credo sia per questo che vengono minimizzati ed elusi con vili sotterfugi in palese violazione etica, come, ad esempio, mantenere un’opinione pubblica male informata ed un livello di scolarizzazione basso.

Questo libro dovrebbe
chiarire il concetto
Mi trovo ancora a dover dissertare sulla parola individualismo, perché se siamo in questa situazione è anche per questo motivo: il falso individualismo. Quello in cui ci vogliono far cadere non è individualismo perché non tiene conto di un’ampia fascia temporale nella quale misurare i vantaggi personali; vantaggi che ci possono essere solamente curando l’aspetto collettivo delle scelte, delle politiche, del vivere.
Bisogna solo far capire a chi ancora non ci è arrivato, che il falso individualismo personale nel quale ci fanno cadere, sta alimentando il degrado socio-culturale che ci porta inevitabilmente ad una perdita di diritti (come  già sta accadendo ad esempio nell’ambito lavorativo); sta alimentando le lobby economiche che, nonostante la crisi, si sono arricchite sempre più; sta alimentando la nostra caduta in condizioni peggiori rispetto a quelle che avremmo avuto perseguendo un ideale di individualismo vero con reali vantaggi personali, fatto di rispetto gli uni per gli atri, fatto di coesione sociale autentica.
Quelli che si lamentano e che non fanno nulla, che non alzano un dito - tanto per usare qualche metafora - per cambiare le cose, è come se mi stessero seduti sui testicoli.

mercoledì 16 marzo 2011

SENZA MEMORIA



Quelli siamo noi.

Gli occidentali che adesso sono un po' più preoccupati dell'emergenza nucleare in Giappone.
E così facendo ci dimentichiamo dei nostri vicini fronte mare, il sud del Mediterraneo.


Gheddafi sti sta riprendendo la Libia, l'Europa è lenta e stupida e nessuno aiuta i ribelli. Ci sarà una strage enorme e a nessuno interessa, se non per il petrolio libico.


Per chi si ricorda io avevo un contatto con un ragazzo eritreo nascosto in Libia. E' riuscito a scappare da quell'inferno perchè i ribelli gli hanno anche dato i soldi per imbarcarsi su un catamarano maltese. Non so più nulla. So che è salvo e che in Italia "non se la sente di venire".

Eppure lui è un diplomato specializzato la cui ditta presso cui lavorava in Libia ha chiesto esplicitamente di risiedere in Italia.

Non si fida del nostro Paese.

Usando la rete e conoscendo oltre alla sua lingua madre, l'arabo, l'inglese, il francese e l'italiano si è informato.
Non deve aver avuto ottime impressioni e informazioni.


Emigranti giovani sani e forti vogliono afferrare l'Europa.
Io li vorrei al posto di quelli che guardano Isole e Amici e altre baggianate manipolatrici del genere.


Sicuramente hanno più sani principi di ochi e oche che pensano ESCLUSIVAMENTE all'aspetto fisico, senza nulla riempire il contenente.


Vi CONSIGLIO CALDAMENTE DI LEGGERE QUESTO ARTICOLO.

Ieri sulla STAMPA di Torino.

Un bravissimo giornalista ha viaggiato in compagnia di cento disperati su una carretta del mare. In vista del porto l’imbarcazione è colata a picco. Salvati dai guardacoste.

Daniela

lunedì 14 marzo 2011

NATURA E DIVINITA'



Non sono impazzita. Come sapete ho una visione GLOBALE dell'Ambiente, e penso anche che noi ESSERI UMANI siamo DENTRO non SOPRA.
Perchè allora il titolo?

Ecco perchè.

Una tragedia su cui riflettere, senza addentrarmi in modo "giornalistico" perchè per quello siamo già ben forniti.

GIAPPONE 2011. Un nuovo terremoto, una minaccia nucleare per tutto il Pianeta.
2010: terremoti in Cile a ad Haiti, paesi poveri, solo morti alla seconda rispetto al Giappone, paesi senza nucleare.

STOP.

Si potrebbe tornare indietro con la memoria e iniziare a contare le catastrofi generate per intervento della Natura, ma rese IMMANI dalla stupida sicumera umana che pretende di controllarla.

Sono passate poche migliaia di anni da quando le "CIVILTA'", da cui hanno avuto origine quelle moderne, hanno smesso di adorare la Natura come Suprema Divinità, sostituendola con altre divinità, più funzionali per pilotare lo sviluppo di una popolazione o di un gruppo piuttosto di un altro, uno sviluppo ancora adesso sentito come indeterminatamente proteso verso l'alto, quando invece la Natura ci spiega che Lei, potente e inarrestabile, è ciclica.

La paura del fulmine o del fuoco sono state sostituite dal totem di qualche animale carnivoro, poi con rappresentazioni della Terra Madre scolpita come una donna permanentemente incinta, poi con pantheon di divinità capricciose e specialistiche, che presiedevano solo a fenomeni specifici, infine si arriva agli dei moderni che ci governano da migliaia di anni, grazie al controllo politico ed economico di emissari più simili a un esercito di occupazione o anche a un ordine di scienziati mistici (che altro dovrebbero essere i sacerdoti?).

E così, in un mondo umano pervaso da dei omnicomprensivi, alcune volte nemmeno rappresentati, gonfiato da concetti filosofici talmente astrusi che sembrano i discorsi dei politici, fatti per non dire nulla ma per mantenere la gerarchia, ecco che la SIGNORA NATURA riprende il suo ciclo perchè è ignara o comunque disinteressata dalle nostre elucubrazioni.

La Natura ha un procedere ciclico fatto componendo i quattro elementi, creando e distruggendo specie, modficando lentamente ma inesorabilmente e secondo tempi che la razza umana non sa nemmeno immaginare.

La Natura che pensiamo di dominare, lei ha il vero e unico potere di vita e di morte.

Daniela 

martedì 8 marzo 2011

ZUFFUNNATI DI MUNNEZZA



A costo di annoiare devo nuovamente parlare di B.
Lui che quasi 17 anni fa "discese in campo".
Per PIC (pararsi il culo) sennò con maggioranze quasi assolute, garantite da una legge majala, faceva riforme costituzionali senza trovare ostacoli. Tipo quella sulla Giustizia.
Ma lui è un allegro venditore door to door, e quindi ritiene applicabile la menzogna captatio benevolentiae anche in casi istituzionali.
Lui non ha il SENSO DELLO STATO, lui ha solo senso per gli affari e quindi ha trovato che la discesa in campo potesse impedire il suo fallimento economico e finanziario nonchè la probabile discesa nelle patrie galere.
E' ricco, anzi è sempre più ricco, e uno così ricco trova professionisti della menzogna che possono manipolare e gestire le menti delle persone, anche di quelle perbene, anche di quelle disattente, troppo impegnate a lavorare per trovare il tempo di fermarsi e pensare.
Ha usato il mezzo più idoneo all'epoca, i media televisivi.
Grazie a questo "trucco" riesce sempre a risorgere dalle proprie ceneri, a smentire ciò che ha appena detto.
E' un professionista della menzogna. I suoi soci sanno che mente e con lui condividono la "vera natura dei suoi propositi", mentre la maggior parte delle persone ignora di essere di fronte a un caso di associazione segreta, massonica ma alla luce del sole.
Non si nasconde questa associazione segreta, opera nella realtà, racconta stronzate che nemmeno mimano la realtà, la prendono in giro.
Per garantirsi voti sceglie lui di persona gli eletti, e con i soldi che dispone offre gadget che nessun'altro può permettersi.
Alla fine il Parlamento è alle sue dipendenze, e quindi se il diktat è di PICF (parargli il culo flaccido) nessuna altra legge può passare, si lavora per lui e basta.
Ma che tipo di lavoro fanno in Parlamento??
Lavorano??
Forse. Si sicuro qualcosa fanno.
Cambiano casacca per esempio.
Beh, anche quello deve essere considerato "lavoro" visto che è la "maggior parte del loro lavoro". E con giustificazioni meravigliose, quali «Silvio è buono», oppure «Fini è freddo» o «Di Pietro non mi risponde al telefono» o «Anche quando avevo abbandonato il Cavaliere in realtà continuavo a volergli bene perché lui è uomo così buono e mite» oppure «la mia coscienza ha paura che venga meno la stabilità e la governabilità» o anche «vanno salvaguardate le istituzioni» o «Sto con tutti, basta che condividano le mie idee» o «per non lasciare il Paese allo sbando» o «Sono una macchina di voti, porto la vittoria a chi me la chiede» oppure «Noi dell' area della Responsabilità siamo una grande forza che può dare una svolta al Paese, qualcosa di estremamente serio, un coagulo politico e culturale che si è sedimentato nelle coscienze.... e via cianciando di «governabilità» o di «responsabilità». E, per finire, dopo anche ripetute giravolte, sudati e affaticati stramazzano al suolo incapaci di sollevare un foglio - figurarsi leggerlo e capirlo e votarlo - e senza forze.
Rimangono dunque poche forze.
E quindi con poche forze si fanno pochi risultati.
Pochissimi.
Caterina Perniconi del FATTO QUOTIDIANO monitora da alcuni giorni in una rubrica , le “ore lavorate” ogni giorno dalla Camera e dal Senato. Questa una sintesi dell'articolo del 02/03/2011.
Deputati e senatori si sentono offesi perché in quelle ore (pochissime) non vengono incluse le attività delle Commissioni. È vero, ma qualcosa non funziona se quella attività, che pure a volte è intensa, non si riversa nelle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama.
A Montecitorio l’aula è stata riunita per 123 ore e 40 minuti dal 1° gennaio al 28 febbraio. Ciò significa che dividendo le ore per i giorni lavorativi (dal lunedì al venerdì) dei primi due mesi dell’anno si ottiene una media di circa 3 ore lavorate al giorno. A Palazzo Madama le cose vanno anche peggio. Il totale delle ore di seduta è di 69 e 57 minuti. Con una media di 1,7 ore al giorno. Certo, nel frattempo lavorano le Commissioni. Ma se le loro valutazioni non si riversano in aula c’è un problema istituzionale. B. vorrebbe farne a meno. Quindi le leggi del governo dovrebbero essere approvate così come sono, senza discussione. In effetti, in questo caso, deputati e senatori non servirebbero, ma non saremmo in presenza di una democrazia. B. si scanadalizza. "Ci sono soltanto 50-60 persone che lavorano – ha detto il premier – tutti gli altri stanno lì a fare pettegolezzi. Non si può stare dietro a 200 emendamenti al giorno è uno spreco di energia e professionalità incredibile”. Di che cosa si è occupato il Parlamento negli ultimi mesi? Per lo più di diritto penale. Secondo lo studio fatto da Openpolis le leggi sulla giustizia hanno occupato lo spazio di discussione per un tempo sei volte maggiore di quelle sulla disoccupazione, cinque volte maggiore di quelle sulla ricerca scientifica, più del doppio di quelle sull’evasione fiscale. Solo 14 atti sui precari mentre sono stati 561 sulla giustizia.

NO COMMENT

Daniela 

lunedì 7 marzo 2011

Scuola pubblica


Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico!

 Immagino che all'inizio di questo pezzo pensavate che io stessi facendo ironia su quello che è stato fatto negli ultimi tempi alla scuola pubblica. Invece queste parole risalgono a 61 anni fa, pronunciate da chi aveva visto qualcosa di simile durante il fascismo e metteva in guardia, con lungimiranza, sulla possibilità che potesse capitare di nuovo.
Ho sentito queste parole sabato, riportate da Gramellini durante 'Che tempo che fa' e sono rimasto impressionato proprio da questa corrispondenza.
Qualche giorno fa si è polemizzato sulla frase del presidente del consiglio secondo la quale le scuole pubbliche hanno il difetto di insegnare principi diversi da quelli insegnati dalla famiglia di origine (e nel caso suo sarà vero,  molto probabilmente, non ce lo vedo ad insegnare il rispetto della legalità, l'altruismo, il rispetto dell'altro, il senso civico in generale). Ma quelle parole (ovviamente smentite, sebbene ci siano le registrazioni audiovisive), vengono dopo le sforbiciate della Gelmini date non tanto per risparmiare (dato che in contemporanea sono stati incrementati i fondi per le scuole private), ma con uno scopo ben preciso che prima potevo solo sospettare e che ora mi pare chiaro.

giovedì 3 marzo 2011

I “no” che aiuterebbero a crescere

Bob Kennedy - quelli come lui li
fanno fuori perché
parlano così

Allora cominciamo. Dov’ero rimasto? Non lo so.
Ah! Le marce per i diritti dei lavoratori degli anni ’70. Lo statuto che sancisce un trattamento dignitoso per tutti i lavoratori; le lotte per conquistarlo con in prima linea i metalmeccanici che, a ben vedere, sono quelli che fanno il lavoro più duro. Anni di contrattazioni, intesa tra sindacati, compromessi con la controparte privata, la quale mai ha perso introiti a causa delle lotte; ha perso, semmai, solo un po’ del suo potere decisionale sulla vita dei suoi dipendenti. Ciò non toglie che possano aver continuato in speculazioni e ricatti, magari più in piccolo, perché le regole, finché si e stati uniti, erano più difficili da eludere.
Poi ricomincia un periodo un po’ più rilassato; il lavoro è merce preziosa, e quindi si trova sempre il modo di specularci sopra; il valore aggiunto di una professionalità raggiunta è gravemente minato alla base da una sempre improcrastinabile fame di crescita economica, infatti il problema della disoccupazione, anche se non grave come oggi, anche nei decenni scorsi era di non poco conto. Ma come mai le aziende devono, ogni anno, guadagnare più dell’anno precedente? Non potrebbero accontentarsi del guadagno normale, cioè la differenza che si ottiene vendendo un prodotto ad un prezzo più alto rispetto a quello che si è pagato per averlo, produrlo, progettarlo? Qua, io credo, entra in gioco la finanza, ovvero la sete di ricchezza privata. Già da anni, per ottenere l’inottenibile, si sono messi in opera comportamenti che, vuoi per la mancanza di una legislazione in materia che non lasci adito a dubbi, vuoi anche per la mancata applicazione di talune regole e/o leggi, verso le quali si è chiuso gli occhi - anche se spero che, piuttosto che questa seconda ipotesi, che riterrei più grave, si sia verificata la prima devastante eventualità - comportamenti, dicevo, che lentamente hanno eroso sempre più ampie aree professionali, pregiudicando anche la categoria imprenditoriale (mi riferisco a quella dell’artigianato, dei piccoli imprenditori e produttori) ma arrivando, anche se senza mai trascurarla del tutto, a minare gravemente la figura dell’operaio, dell’impiegato, del subordinato; il dipendente da 1000 euro al mese, insomma, che ormai è visto come un soggetto da spremere finché ce n’è. Siamo a questa fase a pieno titolo. Ormai i Contratti Collettivi Nazionali sono a firme separate per prassi: questo non perché, come qualcuno dice, c’è un sindacato su tre che dice sempre no; è vero il contrario, ovvero che gli altri sindacati, facendo prima la finta di proporre edulcoranti norme a favore dei lavoratori, poi accettano tutte le condizioni, anche gravemente lesive della dignità delle persone, che i privati, attraverso i loro sindacati di categoria, hanno minuziosamente stilato per spremere sangue dalla rapa che è il lavoratore dipendente. Il Governo tace; due, soprattutto due, tra i maggiori sindacati che comunque sono di minoranza, acconsentono. Chi sono i loro iscritti? Come mai non si svegliano per capire che stanno rubando il futuro anche a loro ed ai loro figli?
Ecco perché CGIL fa bene a dire no. Il rinnovo del Contratto Collettivo non può essere a senso unico, ed intaccare unicamente il salario ed i diritti di chi già percepisce uno stipendio al limite della soglia di povertà.

Cos’hanno da guadagnare CISL e UIL smettendo di fare quello per cui sono nate (difendere i lavoratori dipendenti)? Dichiarino anche loro di essere di parte: dalla parte dei privati; altre due organizzazioni sindacali che si vanno ad aggiungere alle oltre 20 che già curano gli interessi delle imprese a loro iscritte. Non ci sarebbe nulla di male se lo facessero; ma al contempo dovrebbero smettere di percepire la percentuale degli iscritti attraverso la busta paga, e che costituisce sicuramente un forte introito al quale, evidentemente, è difficile rinunciare.
L’attacco massiccio al tassello più debole della società è cominciato ormai da alcuni anni; e fa leva sulla divisione, sull’ignoranza, sulla paura. Paura di perdere il posto di lavoro; paura che è sempre più legittima anche grazie a questo tipo di contratti. E siamo al punto nevralgico del discorso. I sindacati asserviti in questo hanno il loro perché: agiscono per conto degli uni a favore degli altri; sono doppiogiochisti, e se vediamo chi sta perdendo questa partita, non possiamo non vedere chi la vince e quindi li possiede. Ecco la loro Ragion d’Essere. Cerchiamo di non cadere nel tranello che ci sventolano sotto al naso di un sindacato che dice sempre no; cerchiamo di guardare la cosa anche dal punto di vista di chi ci perde in questa contrattazione e ci accorgeremo che siamo in balia di chi dice sempre “sì” conducendoci a ritroso nel cammino di conquista dei diritti, collocandoci sempre più in fondo nella classifica dei paesi civili.