sabato 11 agosto 2012

IL PIANETA BRUCIA E NON GLIENE FREGA NULLA A NESSUNO


Nel grafico sopra sono rappresentati i risultati di una ricerca da Google Trends del termine "riscaldamento globale". 
È possibile ottenere gli stessi risultati se si cerca "cambiamento climatico" o termini simili.
La recente ondata di calore negli Stati Uniti, la fusione di ghiaccio in Groenlandia, la perdita di ghiaccio artico, nulla sembra aver suscitato l'interesse del pubblico sulla questione del clima e lo si vede nel secondo grafico, quello sotto. La linea è piuttosto bassa...

Ma se invece si cercano termini come "siccità", ecco come cresce "esponenzialmente" l'interesse verso l'argomento. Segue il grafico che lo dimostra:




Ecco come le persone percepiscono che qualcosa non va, qualcosa che gli tocca l'immediato, tipo il portafoglio (costi di energia elettrica per raffrescarsi, costi di carburante, costi alimentari, costi idrici...).
Tuttavia QUELLE STESSE PREOCCUPATE PERSONE  non sanno unire invece i puntini dei due grafici che stanno sopra le linee dell'interesse, palesemente e brutalmente identici.
Un giorno, nel futuro, qualcuno si chiederà le ragioni di un tale fallimento massiccio della nostra civiltà.

Ringrazio il sito CASSANDRA LEGACY e in particolare il post THE PLANET BURNS AND NOBODY GIVES DAMN. 

11 commenti:

  1. Evidentemente il cambiamento climatico è necessario per la nostra evoluzione.
    Non riesco a convincermi del tutto che siamo arrivati al capolinea dell'ultima corsa.
    Però vedo ogni giorno di più aumentare il sacrificio richiesto per proseguire il nostro cammino terrestre per altri secoli a venire.
    Quelli che vogliono fumarsi l'oppio del raddoppio, pur avendone provato gli effetti nefasti dovrebbero smettere immediatamente.
    Ma al contrario cercano di spingere altri alla tossico-dipendenza.
    Non mi sento particolarmente catastrofista.
    Sento semplicemente l'avanzare della catastrofe, anzi più precisamente il cataclisma, che ne è un sinonimo nell'accezione idrica, con tutti i cinque sensi ma ancor di più con il sesto, che pure se infido ed enigmatico, se viene ascoltato con purezza d'intenti, è più preciso di molti calcoli laboriosi.
    Occorrono quantità sempre più elevate di cinismo e di coraggio oltre che di passione
    per reggere psicologicamente in questo cruciale passaggio.
    Ma non importa.
    A me e non solo a me, vengono puntualmente prestate senza garanzie ed interessi.
    Da chi non posso dire.
    Il Mecenate, benefattore, o provvidenziale ardito finanziere esige di rimanere anonimo.

    Un saluto, Marco Sclarandis.

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  2. Il benefattore anonimo si chiama speranza. Il Diluvio universale è possibile a breve, e lo causerà la nostra supponenza. Negli USA, terra di supponenza e ignoranza, visto che c'è siccità pensano di usare l'acqua dei pochi stagni rimasti per fare hydraulic fracturing. Siamo poco intelligenti e per nulla saggi. Almeno prima rimaneva un po' di intelligenza...

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  3. Le risposte, gli adattamenti che si sono sedimentati nelle evoluzioni degli esseri viventi si possono considerare anch'esse un'apprendimento dagli eventi, ma da eventi ripetuti molte volte e soprattutto apprendimenti molto lenti. Alcuni animali, più evoluti, sono in grado poi di apprendere anche da avvenimenti che capitano loro personalmente. Per alcune specie questa capacità è rudimentale, per altre è più sviluppata ed arriva in alcune anche alla capacità di anticipare eventi che non si sono ancora verificati, prevedendone le conseguenze e volgendoli a proprio vantaggio. In quest'ultima dimensione si muove soprattutto l'uomo che arriva a prevedere anche eventi che non si sono mai verificati in precedenza o di cui, comunque, non ha avuto esperienza diretta. Se, nonostante tutta questa capacità anticipatoria, in qualche caso l'uomo non è in grado di evitare catastrofi, non arriverei a denigrarlo. Tanto più se, tra i tanti individui, alcuni, in verità, le hanno previste, ma non hanno la facoltà di decidere, di attuare misure per evitarle. Il singolo individuo arriva prima ad essere in grado di fare un danno che a capirlo ed evitarlo, questo accade ancora di più a gruppi, soprattutto se grandi. La capacità di far danni si sviluppa molto più velocemente e prima di quella di evitarli. Dunque sono certo che l'uomo, dopo, sarà in grado di dire cosa avrebbe potuto fare oggi per evitare la catastrofe. Il problema è che potrebbe essere troppo tardi, anzi lo sarà di certo ed allora come rendere cosciente chi può decidere di questo pericolo? Il problema diventa particolarmente difficile se, chi può decidere, in effetti sta attuando comportamenti derivati dall'esperienza, che si sono rivelati efficaci in passato, che hanno permesso loro di ottenere vantaggi, come far capire loro che ora porterebbe grave danno perseverare? Come mettere d'accordo vari individui che traggono vantaggio da una situazione attuale e che continuano a trarne vantaggio che devono smettere di farlo (con il rischio che altri ne traggano ancora di più a loro spese) perché non derivi grande svantaggio (molto probabile, ma non certo) a molti individui, tra cui (forse, anche se molto probabilmente) loro stessi o comunque a persone loro vicine?
    E' molto dura avere a che fare con l'avidità umana, che è un comportamento primordiale, scritto nei geni, frutto dell'evoluzione e dell'apprendimento sedimentato in esso, potenziata o mitigata con difficoltà dall'apprendimento individuale, in nome di un'anticipazione di eventi che non è personale, ma proveniente da altri e che è il livello più evoluto, ma proprio per questo più superficiale, sovrapposto a quelli più primitivi e che per prevalere ha necessità di molta più forza.
    Come far prevalere, soprattutto, chi agisce guidato dai livelli più alti di comprensione, condivisi da una minoranza, nei confronti di chi agisce guidato da quelli più bassi, condivisi dalla totalità o quasi del genere umano?



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  4. Fratellone, gran bella domanda. Se sapessi almeno dove iniziare a cercare per rispondere a questo tuo quesito sull'avidità umana lo farei.
    Io credo che una risposta sarebbe l'agire insieme, in modo corale, perchè ciò diminuirebbe le punte di assurdità che vediamo ogni giorno.
    Hai fatto in tempo a vedere il video che avevo consigliato a Roberto su you tube, questo?
    http://www.youtube.com/watch?v=FP0-iLfFFN0

    Appena puoi, vedilo e ne riparliamo.

    P.S. Il grande, immenso Totò parlava della Livella Morte come unico fattore di uguaglianza, ma molti di quelli pensano di superarla. In vari modi. Eredità, criotombe in attesa di tempi migliori. Ma le cose non sono proprio così.

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  5. Obbie, alla tua ultima domanda io credo che bisogna lasciare rispondere la materia bruta e imparziale.
    Anzi, più è bruta e inanimata più essa è imparziale.
    Per chi dovrebbe parteggiare il biossido di carbonio?
    Per i ricchi o per i meno ricchi o per i poveri o per i poveri che non bramano altro che di diventare ricchi a loro volta, o per i miserabili?
    O forse che le terre rare, che in realtà corì rare non sono, hanno tramato fin dall'origine del sistema solare per nascondersi nel sottosuolo di una nazione o un'altra?
    Abitata per giunta da un'etnia o un'altra?
    E lo stesso dicasi per le varie miscele di idrocarburi liquidi e gassosi?
    E'la valanga assassina o è stolto o imprudente o anche solo sventurato lo scialpinista che ne causa la caduta?
    Possiamo anche maledire le nostre ossa che sono fatte di fosfato di calcio e non di acciaio al cromo-molibdeno, ma se viaggiamo di notte a fari spenti e pure alticci se non ubriachi la causa della sofferenza conseguente non risiede nell'aver rinunciato pur temporaneamente al privilegio della nostra speciale consapevolezza?.
    In cambio di cosa?
    Il più delle volte in cambio di gingilli, di superflui ornamenti,
    di futili agi e indegni privilegi e di un elenco sterminato di cose che non vale neanche la pena di elencare.
    Scoperta la sotterranea oleosa pietra intrisa di fetida ambrosia, ci siamo voluti intossicare con l'ipnotica energia e materica magia che essa sprigionava.
    Dobbiamo incolparla per questo?
    O siamo noi umani che cediamo alla tentazione dell'onnipotenza?
    Buono per noi è invece il macigno che cadendo ci sbarra la strada verso l'abisso che ci separa dalla perdizione.
    Buona anche la dinamite per rimuoverlo.
    Buona l'intenzione di usarla, se è solo e proprio la visita di quell'abisso l'unico e il solo scopo per cui ci aspettiamo di vivere ancora un giorno.

    Un saluto, Marco Sclarandis

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  6. @Daniela
    l'avevo visto qualche tempo fa e ricordo che era molto interessante e ricco di spunti (anche se alcuni salti mi avevano lasciato un po' perplesso). Ma lo risentirò e poi ne parleremo.

    @Marco
    Alla materia inanimata, in effetti, non importa delle trasformazioni cui è e sarà sottoposta in conseguenza delle nostre azioni o semplicemente a causa del nostro esistere. A quella animata importa nella misura in cui ne ha consapevolezza, ma di certo altre forme viventi si svilupperanno qualunque siano le dimensioni della catastrofe che prepariamo. In fondo noi prosperiamo grazie alla catastrofe che ha distrutto i primi esseri viventi anaerobi che producevano come scarto ossigeno e che l'hanno fatto fino ad intasare il loro ambiente di questo elemento per loro tossico. Le domande che mi pongo ovviamente hanno senso solo per noi umani, in particolare per quegli umani che si preoccupano anche di quello che avverrà tra qualche anno o, addirittura, quando loro non ci saranno più.

    Non mi aspetto dunque che il biossido di carbonio parteggi (almeno di per sé, poi lo farà dall'interno di un organismo senziente, in quanto parte di esso e in questo senso è quasi soggettiva la differenza tra animato ed inanimato), ma mi piacerebbe che ciascuno parteggi per la propria parte, tutto andrebbe a posto se fosse davvero così, se ognuno fosse in grado di percepire esattamente qual'è il proprio interesse e di agire di conseguenza come suggerisce Daniela.

    Il macigno, l'ostacolo sulla strada dell'ipersviluppo (la crisi) in effetti potrebbe essere essere una buona cosa in attesa che subentri la consapevolezza.

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  7. Carissimo fratellone...speriamo invece che la consapevolezza anticipi la parte della crisi in discesa olimpica...a quel punto sarà solo SI SALVI CHI PUO'... guarda cosa comincia a succedere nel mercato dei carburanti...
    http://www.repubblica.it/economia/2012/08/14/news/benzina_annacquata_e_contatori_tarocchi_il_15_dei_distributori_controllati_non_a_norma-40925729/?ref=HREC1-6

    a me sembra di vivere in un film dove si racconta la vita durante una guerra...mercato nero in arrivo suppongo..
    Ah, mi è capitato di fare carburante in quelle pompe che riducono il costo nei w.e. ...il motore batteva in testa...mah...

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  8. Quanti anni prevedi, presumi o preconizzi abbiamo ancora di "Si salvi chi vuole", Daniela?
    Io credo non più di due o tre.
    Poi ci sarà il "Si salvi chi può e chi riesce".
    All'ultimo non volevo neanche postare questo commento.
    Ci ho pensato mezz'ora su.
    Poi, un refolo di sano fatalismo mi ha convinto.

    Un saluto, Marco Sclarandis

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  9. Ciao Marco. Il refolo fatalista è comprensibile. Sono d'accordo SI SALVI CHI PUO’ E CHI RIESCE mi pare completi il concetto. Solo due anni fa sembrava che il global warming ci potesse toccare poco.
    Adesso invece molti, ancorché di formazione piuttosto scientifica nevvero, SI STANNO ACCORGENDO DEL MALESSERE DELLA Terra e che tale malessere, incedibile a dirsi, provoca malessere a chi abita la Terra medesima.
    I seguaci di mamma televisione sono invece lontani lontani da tale comprensione, sanno che fa caldo perché ogni tanto escono da casa, ma dallo schermo bugiardello hanno solo saputo che POI farà fresco. Insomma si tratta di sopportare un clima sahariano ma per pochi giorni, tanto abbiamo l’acqua minerale, i supermercati, le farmacie e i condizionatori.
    Oggi su RAIDUE hanno parlato di “un evento irreversibile” che scalda il Pianeta e scioglie i ghiacciai, senza nominarlo. Un evento che va avanti “da diversi anni”, e ancora niente nome e cognome, niente SANA DIVULGAZIONE sulle cause, sul fatto che dobbiamo smettere di pensare alla crescita, ma alla stabilizzazione.
    Poi, tutto a posto. Pare che sia bastato mettere un telo su un ghiacciaio e questo ha arretrato meno.

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  10. Adesso il sudario biossicarbonico sta imperlando di goccie il meraviglioso acquerello dipinto in decenni di crescita sconsiderata, e man mano che l'inchiostro si dilava vediamo quant'esso fosse delicato.
    Ci siamo Daniela, ci siamo.
    Ogni tentativo di riportare ai fasti precedenti il funzionamento del grande baraccone, non può che accelerare ulteriormente il cambiamento.
    Quini, stando attenti, nel disordine dilagante, possiamo cominciare a vedere i primi segni della nuova specie.
    Sto cercandole un nome.
    Un saluto
    Marco Sclarandis

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  11. Attendo il nome, caro Marco, il mio amico poeta. Ultimamente mi davo solo della spossata e stressata, incavolata e senza entusiasmo. Se non avessi un Grande Amore sarei anche più a fondo.

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