giovedì 22 settembre 2011

TRANSIZIONE DOLCE?

Mi è sorta questa domanda dopo aver letto questo articolo di Ugo Bardi.
Ugo Bardi è docente di chimica e fisica all'università di Firenze, ed è membro del comitato scientifico dell' associazione internazionale ASPO (association for the study of peak oil - associazione per lo studio del picco del petrolio), ovvero Bardi è un druido moderno.

Omen nomen, visto che i bardi formavano, insieme ai druidi e ai vati, le tre caste sacerdotali delle popolazioni celtiche.

La presentazione è chiara, spiega un altro tipo di PICCO, quello DELLA CIVILTA'.

Spiega che il druido immaginario alla corte di Marco Aurelio Vero, inascoltato anche perchè suggeriva di sciogliere l'esercito (e l'imperatore è il comandante dell'esercito), avrebbe dato OTTIMI CONSIGLI DI TRANSIZIONE AL MEDIOEVO.

Ovvero una TRANSIZIONE DOLCE.

La fine dell'Impero Romano (da Gibbon in poi è il Mito più studiato dagli storici, ma anche da sociologi, senza contare Asimov il cui meraviglioso ciclo dell'Impero Galattico, con Trantor come capitale, è basato sui libri di Gibbon) è una tipica modalità di fine di un sistema complesso e dinamico come una società umana.

La fine dell'Impero Romano era il MEDIOEVO, ma se il Druido immaginario avesse ricevuto ascolto da Marco Aurelio, la transizione al medioevo avrebbe potuto essere guidata, e di conseguenza un sacco di capacità tecniche, tecnologiche e artistiche, nonchè beni materiali di enorme valore non sarebbero stati distrutti.

Insomma non ci sarebbe stato un buco nero.

Nell'articolo è citato Tainter che nel 1990 pubblicò un libro "The collapse of complex societes". In quel libro Tainter parla di tutte le civiltà complesse, Roma antica compresa, ed enuclea un concetto chiave:


LE SOCIETA' UMANE REAGISCONO SEMPRE ALLE CRISI AUMENTANDO LA COMPLESSITA'.


LA COMPLESSITA' DUNQUE PORTA BENEFICIO, MA E' ANCHE UN COSTO ENERGETICO.


A UN CERTO PUNTO LA COMPLESSITA' NON DA PIU' ALCUN RITORNO E DI CONSEGUENZA ARRIVA IL COLLASSO.



Il collasso si porta via tutto, città , strade, porti, esperienze, l'arte, la musica , la conoscenza, le bellezza.

Transitare verso una trasformazione è meglio che collassare, ma non è di facile comprensione (soprattutto per i politici attuali che sono assai minus habens rispetto a Marco Aurelio).

Ed ecco che ho trovato in rete delle meraviglie, affascinanti e mi sono chiesta:

SE COLLASSEREMO PERDEREMO TANTO TROPPO E ANCHE QUESTE CHE SEMBRANO INVECE APPARTENERE ALLA TRANSIZIONE (SE QUALCUNO LO CAPISSE).

Questa è la prima affascinante opera umana:


Markus Kayser - Solar Sinter Project from Markus Kayser on Vimeo.



Markus Kayser ha progettato un metodo dove la sabbia del deserto e la luce del sole (abbondante materia prima ed energia) gli consentono di produrre oggetti in vetro con un processo di stampa 3D, che combina energia naturale e materiali high-tech.

Il risultato è affascinante! Certo lui arriva lì con la jeep, lo aiutano a trasportare i mezzi tecnologici, c'è il silicio e ci sono competente tecniche di alto livello.

Tuttavia potrebbe essere una transizione, utilizzare ciò che si ha in abbondanza (in questo caso sabbia e sole) e FARE, fare qualcosa che porti avanti la società.

Altro esempio, le sculture di Theo Jansen.

Siamesis (standbeest) | Theo Jansen from Neppod on Vimeo.



Le sculture di Theo Jansen ricordano lo scheletro di strani animali. Sono progettate per essere in grado di camminare sulle spiagge dei Paesi Bassi: attraverso sensori meccanici e pneumatici, le macchine si accorgono di incontrare un ostacolo e si rendono conto di essersi avvicinate troppo al mare, e cambiano direzione. Jansen lavora su questo tipo di sculture da più di vent’anni. Inizialmente erano piuttosto semplici. Gradualmente ha cominciato a progettarle perché interagissero con l’ambiente per cui erano destinate; nel corso del tempo le strutture sono diventate sempre più capaci di sopravvivere agli elementi naturali del loro ambiente di destinazione, la sabbia, l’acqua e le tempeste.

Ecco ho voluto condividere con voi queste affascinanti produzioni umane.

Non siamo solo buco nero, potremmo trasformarci con meno dolore di quello che intravediamo.

E concludo con Marco Aurelio Vero, dalle sue "Meditazioni" (167 d.c.):

La natura che governa l'universo tra un istante trasformerà tutte le cose che vedi, e dalla loro sostanza ne produrrà altre e dalla sostanza di queste altre ancora, perchè il cosmo resti sempre giovane.

Nel 167 d.c. Marco Aurelio aveva già intuito la prima legge della Termodinamica.

10 commenti:

  1. È assolutamente vero Daniela: si fa presto a buttare in caciara qualsiasi cosa, a maggior ragione se non si vede la fine che avanza. Le opportunità ci sono di sicuro, ma i riluttanti ad accorgersene sono tanti, di cui una gran parte al potere.
    Mi ha impressionato il secondo video; secondo me sono mossi dal vento.
    Una cosa non ho capito: il druido era immaginario o cosa? Forse si chiamava Immaginario di nome? Scusa l'ingenuità.

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  2. @Roby
    Il druido era immaginario.
    Insomma se l'è inventato l'autore.
    Le sculture di Theo Jansen NON si mmuovono con il vento, ma hanno una riserva di aria inscatolata in bottiglie di pet.

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  3. Bellissima la lezione di Ugo Bardi, piacevole ed illuminante.
    Ci diciamo spesso che la nostra società sta andando allegramente verso il baratro, ma, almeno per quanto mi riguarda, lo diciamo con un retropensiero, pensando che in fondo alla fine si sveglierà anche chi di dovere e bene o male una soluzione si troverà. Prospettiamo scenari apocalittici, ma, sotto sotto, almeno per quanto mi riguarda, lo faccio un po' scaramanticamente, pensando che comunque ce la caveremo, che andremo incontro a grandi cambiamenti, in parte traumatici, ma forse, alla fine, anche positivi e che comunque andremo avanti. Insomma non si riesce proprio a pensare la fine della società in cui si vive, il pesce che vive nell'acqua non riesce a pensare che l'acqua potrebbe asciugarsi e ritrovarsi senza, pensa sempre che un posticino in cui c'è lo trova.
    Credo che sia questa difficoltà psicologica di accettare la possibilità che tutto quello che c'è ora possa non esserci più in tempi rapidi che rallenta la presa di coscienza in chi di dovere e dunque la valutazione e l'accoglimento delle soluzioni che vengono prospettate da parte del mondo scientifico.
    Qui invece, mettendosi nella situazione della fine dell'impero romano, sapendo quello che c'è stato dopo, la difficoltà è inversa, si è quasi sorpresi dell'inconsapevolezza con cui sono andati verso la fine. Ci si mette nei loro panni e si cercano soluzioni insieme al bardo immaginario. Dopo è più facile accettare che anche noi dobbiamo cercare soluzioni per andare in maniera controllata verso un dopo che ci sarà comunque, che è inevitabile, ma che può comportare la perdita di tutto, o quasi, il buono che la nostra società ha saputo produrre, oppure il mantenimento di questo. Sta a noi trasformare un'evento catastrofico in un passaggio difficile, ma interessante, una possibile barbarie in una società migliore di quella attuale.
    Daniela, in questo bel post ci mostra alcune possibilità curiose, altre sono ben più acquisite ed ormai le consideriamo quasi normali quali le energie alternative, l'agricoltura non intensiva che invece di impoverire la terra la arricchisce, il riutilizzo di tutte le risorse superando il concetto di rifiuto. Tanti altre piccole soluzioni potrebbero essere pensate, forse esistono già, ma soprattutto dobbiamo scivolare gradualmente verso un nuovo modo di vivere e farlo finché abbiamo ancora la possibilità di scegliere.

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  4. @obbie
    Quello è il punto: il pesce STA nell'acqua.
    MA POI TAINTER HA DETTO ANCHE PERCHE' il pesce non vede l'acqua.
    Non solo c'è dentro ma se si abbassa o si scalda o si sporca o è troppo piena di pesci o ci sono pesci nuovi. Insomma i pesci si adattano di continuo alle trasformazioni.
    E' che questo continuo adattamento senza alcuna visione "progettuale" di come potrebeb andare ci porta a sentirti, come dici tu, in grado di reagire SEMPRE.
    Ma come sai, visto che le leggi della termodinamica ve le ho proposte TANTE VOLTE, a un certo punto si toccano i limiti.
    I Romani avevano conquistato l'Europa, il Mediterraneo e un po' di Asia. E la cosa cominciava ad essere faticosa.
    E dispensiosa.
    E così l'Impero Romano è crollato.
    Gli Imperi successivi, come quello spagnolo e poi anglosassone, si sono, come i Romani, basati sulla conquista di risorse e di energia.
    Ma quelle finiscono.
    Transitare dolcemente, e la permacoltura ocn la biourbanistica e la bioedilizia, potrebbero indicare una strada.
    Ma tocca anche cambiare la nostra testa di (per dirla alla Matrix) virus di conquista e distruzione, accettare i limiti e passare dalla quantità alla qualità.

    Veramente ci servono (esempio scemotto) tutti questi diversi tipi di macchina??

    Non basterebbero pochi modelli ma sostenibili, leggeri, a combustibile elettrico magari proveniente da fonte rinnovabile?

    Giusto per girare anche fino a 300 km ma poi un bel trasporto pubblico che ci aiuta a fare più percorso?

    E usare la bicicletta con delle belle piste ciclabili dove non sei falcidiato dai SUV?

    Ecco a proposito (o sproposito) di SUV ma servono quelle macchine pesanti energivore e fastidiose al punto di vista estetico?

    E tutti quei TIR?
    Veramente devo mangiare fragole a gennaio e arance ad agosto?

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  5. Se mi guardo indietro, un passaggio da un'età ad un'altra non è mai avvenuto dolcemente, ma sempre in seguito a grandi sconvolgimenti.
    Non penso che una "fine" possa avvenire dolcemente, come dici tu, perché altrimenti non potrebbe esserci dopo un nuovo "inizio".

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  6. @Bastian
    C'è modo e modo.
    Con intelligenza, sapendo che si precipita in un'era con grandi difficoltà energetiche e gravi conseguenze climatiche (desertificazioni e zone alluvionate) nonchè problemi di inquinamento globale, è possibile FARE PASSI INDIETRO.
    E' possibile se ci fosse coesione planetaria e informazioni corrette.
    Il Druido di Marco Aurelio è inesistente ma or ora ci sono molti scienziati e tecnici che SANNO COSA STA CAPITANDO E COSA POTREBBE PRESUMIBILMENTE ACCADERE.
    Non ci sono ERBE DA DRUIDO ma modelli previsionali competenti e con quelli ci si arriva vicino.
    Ma poi ci sono le manipolazioni e i lacchè dei manipolatori, gente la cui aridità e incapacità di pensare al futuro ci mette in serio pericolo.
    Per caso hai sentito parlare di problemi di BIODIVERSITA' da parte di qualche politico?
    Eppure il Pianeta conosciuto è solo questo.
    Si, la transizione dura, ovvero la TABULA RASA PERCHE' SIAMO STUPIDI, noi esseri umani.
    Si dovrebbe capire che ESISTE LA POSSIBILITA' di transitare con meno perdite, MA A QUANTO PARE ci piace soffrire.
    E a molti di noi piace crogiolarsi con l'idea della GRANDE FINE PLANETARIA.

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  7. Se è ìnsito e implicito nella nostra evoluzione che supereremo questa singolarissima transizione, tra cent'anni qualcuno la ricorderà come una delle più spettacolari della intera vita terrestre.
    Mi viene in mente "Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza" di Julian Jaynes, libro che espone la tesi che poche migliaia di anni fa avvenne un cambiamento nella mente di alcuni esseri umani che si accorsero che ciò che sentivavo come una voce degli dei, altro non era che un loro proprio pensiero.
    E questo fatto permise loro di conseguire una supremazia sugli altri.

    Sulle nostre teste pende una chioma di acumitate spade di Damocle pronte a staccarsi al minimo tremore o folata di vento.
    Non credo più che pagheremo un prezzo scontato per ottenere l'accesso ad un nuovo mondo.Anzi, vedo i segni dell'inevitabilità dell'esazione di tutto il debito, degli interessi e della mora su di questi, come in un terrificante contrappasso da girone infernale.Troppi individui sono letteralmente ossessionati dall'illusoria potenza del denaro per destarsene.

    Anche il denaro sottostà alle tre leggi della termodinamica o meglio i quattro princìpi, che ricordiamolo, in sostanza, in un linguaggio comprensibile sia alla Casalinga di Voghera, sia dall’Assessore
    d’Abbiategrasso che dal Bracciante di Pachino, che tutto tende ad un progressivo irreversibile disordine, che quando dei disordinati incontrano gli ordinati questi ultimi si lascieranno corrompere dai primi, e pure se appare che un certo disordine diminuisca, ciò avviene a scapito di un disordine maggiore da qualche altra parte, e che per mettere ordine a qualsiasi cosa, il prezzo da pagare è sempre ineluttabilmente un pò di disordine.

    Perché l’universo conosciuto sembri sottostare a tali desolanti princìpi,
    è ben più che un mistero glorioso.
    Conoscendoli e accettandoli, però, ci si può ritagliare qualche aiuola e pure qualghe giardinetto di autentico Paradiso in questo infernale purgatorio.
    Essendo poi la durata della vita umana terrestre, di pochi miliardi di miliardi di nanosecondi, attimi in confronto alla durata presunta della vita dei protoni, stimata non inferiore a dieci alla trentunesima potenza d’anni,
    potremmo farci tutti un pò furbi e vivere ingannando astutamente quella
    spietata ed implacabile banda dei quattro.

    Marco Sclarandis

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  8. Ciao MARCO!
    Come sempre le tue parole sono calde di umana vivacità, escono dal video e ti circondano con la loro potenza affabulatrice.
    Si anche io vedo un prossimo ineluttabile pagamento (nemmeno a rate, tutto insieme e con gli interessi) sul nostro ingnorare I LIMITI DELLO SVILUPPO.

    O meglio DELLA CRESCITA.

    INDEFINITA...come se il Pianeta crescesse proporzionalmente ai nostri desideri...
    La casalinga di Voghera o il bracciante di Pachino, se informati, capiscono meglio del politico, soprattutto se il politico si ritiene di ALTO LIVELLO.
    L'accettazione dei LIMITI (e dei FAMOSI IMPORTANTI PRINCIPI DELLA TERMODINAMICA) ci salverà della DISASTROSA transizione.
    Ma non dalla TRANSIZIONE.

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  9. Così, per non cedere alla malinconia.

    Vedremo mai il cemento armarsi
    per difendere il memento
    dalle pietre antiche custodito
    vedremo mai l’acciaio farsi
    unguento per lenire le ferite
    di madri terre stuprate e seviziate
    e mai assisteremo a nozze chimiche
    che diano progenie taumaturgiche
    capaci di guarire le cancrene
    stese come funebri lenzuoli
    da fornaci marmitte e ciminiere
    io credo che ne vedremo
    e a stento crederemo ai nostri occhi
    noi non siamo usciti da una pozza
    di sterile e venefico liquame
    per ritornare ad esser morchia
    e se anche fosse allora
    siamo scaturiti da un prodigio
    chi di noi non ha in comune ossa
    e cenere o fetida ultima carcassa
    con l’eterea terribile medusa
    con il brillante colibrì leggiadro
    con la sontuosa quercia millenaria
    tu ed io e lei e gli altri e chiunque sia
    siamo scarti di divina fantasia
    in extremis scorti e riacciuffati
    prima di finire nell’oblio.

    Marco Sclarandis

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  10. GRAZIE ALL'AMICO POETA TAUMATURGICO MARCO SCLARANDIS!

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