Ormai sono
oltre due mesi che non scrivo. Ma non è per pigrizia (forse un po’ si) che lo faccio, si tratta di avere il tempo di focalizzare quel che si vuol dire, tenendo
ben presente che ci sono migliaia di blog che scrivono, molto probabilmente,
delle stesse cose, e siccome non sono alla ricerca di un’accondiscendenza, ogni
volta che mi si prefigura un’idea da buttar giù, ecco che mi viene in mente il tal
blog che, molto meglio di me, ha saputo scriverne.
La situazione
che si è configurata nel nostro pianeta è disastrosa, ma la situazione, nel
particolare italiano, lo è talmente da essere grottesca. L’informazione in rete
non aiuta, poiché proliferano informazioni contrastanti, un guazzabuglio di
notizie, di ricostruzioni, spesso anche ben architettate, credibili, ma che
celano, dietro quel velo di verità assoluta, un attacco ai valori che trova il
suo compimento nel complotto ad ogni costo, nello screditare tutto e tutti. Ad
esempio mi sono imbattuto in un filmato in tre parti (qua il canale dal quale è
tratto), dove si parte con una critica a Grillo, che può essere più o meno
fondata, ma non è questo il punto, e si finisce per tracciare una rete mondiale
di cospirazione che, partendo da Grillo, arriva al Bilderberg e alla
Trilaterale, rete nella quale sono coinvolte le Banche, dalla BCE al FMI
colluse con Casaleggio, Vodafone, il Club di Roma e chi più ne ha più ne metta.
La non facile
situazione politica che si è verificata, la riluttanza a trovare vere soluzioni
ai problemi, sta gettando nello sconforto milioni di persone, questo sconforto
è alimentato anche da chi vede, oppure più propriamente finge di vedere, il
complotto ovunque, dunque istiga a non fidarsi più di alcuno e perciò spinge a
non impegnarsi più in prima persona nella lotta quotidiana che ci dovrebbe
vedere uniti e solidali, partecipi di piccoli atti di civiltà, ed in prima
linea contro le politiche liberiste che ci stanno togliendo diritti ottenuti
con anni di lotte sindacali, alcune volte anche sanguinose. In più si degrada
ulteriormente la situazione economica con rincari indiscriminati, senza dare un
taglio là dove ci sono i reali sprechi, senza ridurre i privilegi della casta
politica, senza rinunciare a propositi infrastrutturali che non avrebbero
motivo di esistere se solo si prendesse in considerazione di recuperare ciò che
già esiste sul territorio, e si combattesse la mafia, si, la mafia, delle consulenze, del nepotismo,
del clientelismo.
Ad esempio
nel mio comune di residenza, si vorrebbe, e probabilmente lo si farà, costruire
una scuola nuova, di sana pianta, con relativo consumo di territorio, ed il
risultato sarà di avere un edificio che è già vecchio, prima ancora di essere
posata la prima pietra, ad un prezzo esorbitante, che ci indebiterà per venticinque anni
e che, con tutta probabilità, rimarrà una cattedrale nel deserto, al netto
della spudorata bugia di aver fatto una perizia sull’esistente; perizia che lo
ha dichiarato, guarda un po’, non ristrutturabile!
Cosa ci sarà mai dietro una simile caparbietà che, anche a livello Nazionale,
spinge a perseguire opere infrastrutturali devastanti, a costi che sono i più
alti d’Europa, anche in un momento come questo, nel quale si dovrebbero fare
scelte oculate? Semplicemente mafia, che in questo caso si è trasformata in
associazione legale allo scopo di favorire qualcuno al prezzo di privilegi o
soldi sottobanco; e per coltivare questo tipo di mafia legale, si deve mentire, ingannare, nascondere la realtà.
Non si tratta
solo di essere disillusi; si tratta di essere attivi e critici; purtroppo la
coerenza, spesso, viene meno a causa di scelte politiche di ideologia; ciò non
significa che, se anche ti ho votato, mi debba piacere tutto quello che fai; e
comunque non sono io l’incoerente, ma lo è chi dimostra coi fatti di non
perseguire l’ideale; e per cosa, per motivi di prestigio personale? Sarebbe
bello se, almeno qualche volta e nonostante il ruolo di potere ricoperto, si
ammettessero i propri sbagli e, come dire, si tornasse sui propri passi e
valutassero le alternative.
Quindi vorrei
solo dire di attivarsi, ognuno come può, convincendo i propri amici e
conoscenti ad interessarsi di qualcosa che, in definitiva, li riguarda in prima
persona, con disillusione ed a qualsiasi schieramento politico appartengano; di
non accontentarsi di una spiegazione, di non credere a tutto quel che viene
detto, ma di cercare di valutare da sé le implicazioni delle scelte politiche,
e di contrastarle ogni qualvolta esse vadano contro una scelta che veda il bene
comune e del territorio, inteso come ambiente, al centro dell’interesse
collettivo. Il benessere collettivo coincide col benessere individuale, sia a
livello locale che globale; il benessere individuale non coincide quasi mai con
quello collettivo, perché non se ne cura. Ecco perché è importante, ad esempio,
la raccolta differenziata: è un piccolo sacrificio, una scomodità, se vogliamo,
ma che porterà, e avrebbe già portato, immensi vantaggi al mondo intero, se per
attuarla si fossero combattute con ogni risorsa disponibile e con pervicacia,
le logiche affaristiche di chi commercia in immondizia facendola produrre
attraverso canali apparentemente leciti, e smaltendola illecitamente,
fregandosene dell’avvelenamento del territorio. Allo stesso modo non si avrebbe
mai dovuto rinunciare alla sovranità monetaria, in quanto ciò ha permesso alle
banche di diventare le padrone in casa nostra, di costringere gli Stati a
promulgare leggi, di asservire la politica ad esse. Quest’ultimo punto avrebbe
dovuto costituire di per sé la rottura con lo Stato Sociale, e provocare
rivolte e proteste. Ma nessuno, io compreso, capiva cosa stava succedendo alla
fine degli anni ’80, ed abbiamo lasciato fare.
È ora di smettere
di lasciar fare.
Ciao, molto bello e realistico l'articolo, condivido i tuoi pensieri, c'è troppa passività e la critica scritta è utile ma non risolve i problemi. Servono azioni concrete per il bene comune e ognuno di noi può fare molto per contrastare questo sistema che si regge sulle bugie. Ho trovato interessante anche il tuo post che tratta la teoria di Olduvai tanto che l'ho condivisa nel mio blog che ti invito a visitare: http://freeondarevolution.blogspot.com
RispondiEliminaIl tuo sito l'ho inserito nella mi lista d blog che seguo, buona giornata e a presto.
Nel primo di questi tre post interconnessi (mi permetto di vedercene tre Roby), dici cose che stavo per dire anch'io, esprimi una difficoltà che sto provando anch'io e mi sento completamente concorde con quello che dici. Anch'io inoltre ho la sensazione che a volte si esageri nel voler vedere sempre complotti e collegamenti, che magari ci potrebbero anche essere, non escludo che in molti casi sia così, ma non si possono dare per certe cose frutto di elucubrazioni e collegamenti tutte da dimostrare. Magari potrebbero essere delle interessanti ipotesi di lavoro, ma poi ci si dovrebbe, appunto, lavorare sopra, cercare prove a favore o contro e fare un po' più di luce su quell'ipotesi.
RispondiEliminaCondivido completamente anche il tuo invito ad essere uniti invece di dividersi anche sulle cose più improbabili ed a darsi da fare, a prendersi a cuore qualcosa che ci riguarda da vicino.
Sull'ultima parte, non so se effettivamente sia stato un errore rinunciare alla sovranità monetaria, né se veramente ci abbiamo rinunciato, certo doveva essere fatto diversamente. Vedendo la situazione ora sembra che il problema sia quello, ma forse invece è la mancanza di coordinazione tra gli Stati membri, se ci fosse, quello che prima si faceva a livello di uno ora si può fare a livello di più Stati.
RispondiEliminaChiunque abbia del potere, se non è del tutto idiota, sa che la società civile oltrepassata una certa soglia di consapevolezza, agisce con coordinata sinergia.E' per questo che stiamo assistendo in Italia ad una feroce anche se apparentemente incruenta repressione.
RispondiEliminaE'come se ci fosse in atto una guerra psicobatteriologica combattuta fino all'ultimo pensiero, illusione, millanteria.Non ci sono fragore e lampi d'esplosioni, luccichio di sangue sparso, odore di cadaveri,polveri di macerie, ma non per questo aleggia pace, libertà eguaglianza e fraternità.
Ma la soglia è stata oltrepassata,gli atomi si sono eccitati,l'onda in fase sta attraversando la presunta materia inerte e inerme e basta che gli specchi riflettenti s'inclinino con l'angolo appropriato che il flusso di luce sincrona e collimata incenerisca chiunque ostacoli il suo tragitto.
Marco Sclarandis
@Krommino75; l'idea che ci siamo fatti, cercando di portarla avanti con le azioni, è proprio quella di coinvolgere quante più persone possibili, a livello locale, e metterle a conoscenza dei fatti; credo sia l'unica strada per conseguire una consapevolezza comune. Il post sulla teoria di Olduvai non è mio, ma di Daniela, la più feconda amministratrice di questo blog: un vero fiume in piena che, con entusiasmo ed una energia non comiuni, scrive questi bellissimi post che spingono alla consapevolezza ed al dibattito. Grazie del sostegno al blog che ho prontamente ricambiato.
RispondiElimina@Obbie; non avevo dubbi sul fatto che condividessi con me le mie difficoltà, lo scoramento nel constatare la divisione che, a livello sociale, ancora ci divide. Effettivamente si: in tanti giorni in cui non ho scritto, ho avuto come risultato di dover racchiudere nel post almeno tre argomenti, compreso quello locale, che mi assorbe molto. In quanto alla questione monetaria, ti rimando a questo commento, fatto sul mio blog, che sintetizza piuttosto bene, con poche parole, l'errore che è stato fatto all'atto dell'unione monetaria.
Marco Sclarandis; con poesia ed energia preannunci una fine, un'agognato riscatto da questo stato delle cose. Voglio unirmi anche io a questa previsione, senza speranza, senza illusioni, nella certezza che quegli specchi riflettenti, che siamo noi, riescano finalmente a convergere la loro luce, avendone però trovata una propria, fatta di consapevolezza, di unità e di amore, e finalmente spazzare via l'anima nera di questa politica che ci ha fatto calare nelle tenebre della guerra, della povertà d'animo ancor prima che materiale, e nell'incomprensione.
AH BEH ERA ORA!!!
RispondiEliminaCondivido.
Tutto, il tono e l'eleganza della descrizione.
Davvero sei elegante Roberto.
Anche io spesso mi son sentita dare della "complottista" solo perchè rivendico di aver CAPITO cosa sia la sovranità monetaria, cosa sia emettere moneta e cosa sia L'ATTUALE DEBITO PUBBLICO...una bomba costruita dalle banche, dagli idioti che ci hanno governato e dei quali nessuno ha capito nulla, ha capito il tranello della finanza, dell'eccesso di importazione, dell'abbandono delle nostre italiane spettacolari capacità di fare costruire e non solo vestiti, mattonelle e scarpe...
Potevano fare scuola di alimentazione, di arte, di musica e di bellezza, scuola di alta tecnologia vista la nostra preponderante genialità, abbiamo preferito divenire un popolo di escort e veline, calciatori idioti, giornalisti e politici da strapazzo, mescolati a troppi comici.
Occorre avere gli occhi aperti, su tutto anche su una scuola inutile, perchè nata vecchia e soprattutto al di fuori delle leggi. Prima legge dimenticata, quella del buon senso.
Attivasi dal basso lo considero oramai un dovere.
@Daniela; sei sempre troppo buona con me, e te ne ringrazio.
RispondiEliminaSembra quasi che tu giunga a fagiolo con il tuo commento, perché alcuni giorni fa ho letto questo post di un amico filo anarchico, sul quale mi sono sentito di dissentire, e che, comunque, mi ha dato poi lo spunto per questo post.
Fammi sapere se ti ha fatto riflettere come è successo con me o se invece ti ha scocciato.
@l dolce Roberto
RispondiEliminaSi, è una eccellente riflessione.
Mi pare inoltre di ricordare che il Risorgimento sia stato anche "aiutato" da un sacco di piccoli scrittori e microgiornalisti che con le loro note quotidiane hanno spinto alla comprensione degli eventi che quotidianamente, al tempo, accadevano.
La SQUOLA, se è di Stato e tende e dare solo pezzi inutili di carta, e soprattutto, se è incrinata da divaricazioni inaudite come in Italia come tra Nord e Sud(pensa la scuola dell'obbligo della mia regione è la migliore del mondo e non simao la regione più ricca) è disarticolante e inferente.
La Rete ha CERTAMENTE aiutato a crescere persone apparentemente poco scolarizzate.
Ma devono avere grosse qualità personali e voglia di apprendere e di tenere la mente aperta.
TU SEI UNO DI QUELLI. E TI AMMIRO MOLTO PER QURESTO.
Anni fa, scrissi questa "Ode al transistor".
RispondiEliminaChe,per chi non lo sapesse,deriva il suo nome dalla fusione delle parole inglesi che significano in italiano "trasferitore di resistenza"(elettrica).
Non che prima non esistesse l'equivalente, ed era il triodo termoionico, ma il transistor ha permesso, potendo intrinsecamente essere ridotto a dimensioni nanoscopiche,cioè di miliardesimi di metro in questo caso, di costruire tutti i circuiti digitali che ci permettono di avere internet,i telefoni mobili e qualunque circuito ad altissima densità di elementi fondamentali.
Un fatto stupefacente è che dalla sua invenzione nel 1948,alla sua applicazione su vasta scala nei computer digitali sono passati appena una trentina d'anni.
Quanto i regni dispotici del Maghreb o quello psicocatodico nazionale.
Ma che cosa c'entra il transistor con il titolo di questo post?
Personificate il transistor in un qualsiasi travet, operaio o consumatore del mondo globalizzato e vedrete che il nesso appare come per incanto come un'ectoplasma in una seduta medianica.
Poi, se l'immagine rivelata non vi turba, meglio per voi.
Vuol dire che siete già pronti a fronteggiare il cataclisma dilagante.
Quanto ingegno c’è voluto
Per stipare a miriadi di miriadi
Quei minuscoli servi irreprensibili
su di scaglie di silice purissima
E quale scarso polso è necessario
Per indurli ad un lavoro ininterrotto
Soddisfacente i vizi più smodati
Questi schiavi incorruttibili
Nipoti di bobine e tasti
Rampolli d’ampolle termoioniche
Spronati dal comando
Osano talvolta d’incepparsi
Ma non sanno replicare
Con un semmai o forse
Magari nemmeno immaginano
Quale potere sovrumano
S’annidi nella loro cristallina
Cooperativa dedizione
Noi che ci trastulliamo coi vedremo
Tentenniamo coi chissà coi poi
Faremmo meglio a stare attenti
Un giorno non lontano essi
All’unisono potrebbero destarsi
Dal loro stolido elettronico frinire
Quindi da noi interpellati
Né sì né no risponderci
Ma con un apatico può darsi
Replica fatale a noi padroni.
Marco Sclarandis
@MARCO
RispondiEliminaIo sono turbata. Umanamente parlando posso chiamare gli umani siffatti SOLDATINI CIECHI.
Ma anche quelli potrebbero risvegliarsi e ribellarsi.
Io stessa sono un soldatino ma ho smesso di essere cieca.
Daniela, per fortuna esiste "la moltitudine inarrestabile" che sta contrastando la minoranza di sazi ed ottusi e una relativa maggioranza di quelli che tu chiami "soldatini ciechi".
RispondiEliminaCapisco che tu sia turbata, perchè il prezzo per accedere ad una diversa civiltà si sta facendo ogni giorno di più, esorbitante.
Ma non è un prezzo che si può convertire facilmente in una valuta di quelle correnti.
Centinaia di milioni di individui stanno già perdendo e perderanno il significato della loro esistenza terrena, e da ciò deriva il pericolo maggiore di questa situazione.
Un essere umano che non sa più per quale motivo s'alza ogni mattina e fa le cose che fa,è come un dèmone liberato dalle catene in un quieto villaggio di pescatori.
Io, più che all'economia,guardo all'etologia e mi sembra di vedere orde d'esseri perduti,non tanto per qualche anatema divino, ma per una comunque misteriosa rinuncia di questi esseri a cercare quello che è la loro autentica natura.
Nonostante ciò, ogni giorno folle di altri esseri si fermano e s'accorgono di quanta insulsaggine alimenta le loro vite.
Vedo un ciclopico scontro di vili e coraggiosi,di tremebondi e spavaldi, di umani subumani e sovrumani, che intuiscono quanto questo momento sia più unico che raro per il proseguire della nostra specie sulla terra.
Non è quello dell'energia e neanche quello delle materia, sia essa petrolio, metalli o foreste,ad essere in realtà il problema fondamentale.
E' quello della conoscenza,e di riflesso del significato.
Senza sufficiente conoscenza e significato,non possiamo contrastare il nostro desiderio a dominare distruttivamente ogni cosa.
L'umanità intera ha evidentemente raggiunto un punto critico che consiste nell'impossibilità di raddoppiare ulteriormente la sua presenza sul pianeta.
In linea di principio, forse, e a specialissime condizioni potremmo ancora concederci uno o due raddoppi, ma sta diventando sempre più chiaro che alle condizioni attuali,non c'è posto per tutti se tutti pretendessero di vivere come i più rapaci ed ingordi.
In altre parole, è come se esistesse una guerra planetaria fra specie di umani che solo apparentemente hanno la stessa natura.
Alcuni di questi vorrebbero vivere in un mondo dove regna la diversità più estesa,ed altri che vorrebbero la stessa cosa, ma riguardante solo i propri desideri.
Non so chi prevarrà.
Per fortuna di qui si passa per cent'anni soltanto.
Già mille mi parrebbero un noiosissimo inferno.
Marco Sclarandis.
@Marco Sclarandis; penso che si sia fatto in modo e maniera di mettere un freno alla fame di sapere che, in maniera naturale, fa parte dell'essere umano; probabilmente lo si è fatto ravvisando in questo un'opportunità per acquisire potere, ma così facendo si è decretato l'inizio della fine. Dare un significato alla propria esistenza dovrebbe far parte degli stimoli di cui una Civiltà si nutre, e nutre gli individui di cui e composta. La guerra planetaria è in atto, lo è sempre stata, ma oggi, avendone gli strumenti per fermarla, la si acuisce sempre per quella logica profittatrice, di potere, e gran parte di noi, che non hanno gli strumenti per affrontare la situazione, possono realmente trasformarsi in dèmoni, alimentandola a livello locale, dando ragione alle paure, distogliendo sempre più dai problemi dalla quale deriva questa condizione disperata.
RispondiEliminaLa rinucia di cui parli, Marco, io credo che in realtà non lo sia affatto, in quanto manca la consapevolezza che vi sia anche quella possibilità; la visione ristretta che si ha della vita avvia l'essere umano a non cercare altro che sia al di fuori del suo piccolo universo; ma in quello spazio ristretto l'anima è destinata a soffocare; non trovando altra via di fuga, la rottura con la routine provoca spesso la follia.
@Daniela; ♥♥♥ la stima e reciproca ♪ e so che lo sai; e coincide anche nella persona che hai accanto... Non dimenticare di salutarmi Daniele!
Molto bello quello che dici, ma con le parole non si cambia il mondo. Costruire? Unirsi?
RispondiEliminaSolo una cosa si deve fare, smettere di partecipare a costo di fare i barboni! Non è facile, ma purtroppo al punto cui siamo arrivati non c'è altra strada, non dare più benzina a questa macchina. Lo so, ognuno di voi ha la casa, i figli, la macchina, ecc, e siete schiavi, non vi ribellerete mai e il mondo prenderà la strada che hanno deciso da un paio di secoli. Sarei curioso di vederla la fine di tutto, il collasso, spero di vivere abbastanza :-)
Una cosa, non sono pessimista, Io l'ho fatto e vagando per varie città vedo che sono pochi i Veri ribelli, vedo ovunque una massa che si muove, agisce e non si chiede il perché. Dove possono finire queste persone? Dove le guida il pastore...anche nel burrone. Ho visto una foto tempo fa sul sito di Grillo a proposito, foto che ritraeva tori che si lanciavano da un burrone, voleva descrivere evidentemente la situazione attuale.
RispondiElimina@Marco
RispondiEliminaIl libro di Hawken è uno di quello che ocnsiglio spesso, anche se è tosto da leggere.
La speranza di una "mobilitazione inesorabile" di anticorpi umani è l'unica che vedo.
Solo che per ora non vedo strategie, vedo solo un percorso inesorabile che potrebbe evolversi in una accelerzione verso al Fine oppure in una presa d'atto che stiamo collassando e cercare di frenar ela fine.
Solo frenare.
Sill'aspetto ETOLOGICO, concordo, solo che tu lo dici meglio ;)
Io stessa sono stat amolto vicina a perdermi per inseguire uno stipendio altissimo, ma poi ho rinunciato per non perdere me stessa.
Pochi capiscono che alla fine non ho rinunciato a nulla, molti vedono la mia rinuncia come una sconfitta (tanti soldi, tante rogne, tante medicine...).
E concordo sulla apparente somiglianza tra esseri umani; spesso mi sento più vicina a un animale o a un bosco.
E infine concordo che mille anni così sarebbero un vero infermo!
Un abbraccio!
@ROBERTO
RispondiEliminaGrazie, anche Daniele ti stima molto.
@DIONISIO
RispondiEliminaIo so cosa stai cercando di dire e so che ti senti sempre più incompreso.
Tu sai che io ti capisco, ma sai anche che il passaggio al "roverismo" non è una soluzione che perlomeno io posso attuare.
Tuttavia sento che il collasso è vicino e sento molta solitudine.
@Marco
RispondiEliminaCredo anch'io che rischiamo un periodo di barbarie, in cui crollano finalmente i punti di riferimento precedenti, ma non se ne sono affermati altri. Bisogna lasciar volare l'immaginazione, cercare di vedere concretamente un altro mondo possibile già ora, parlarne, renderlo reale, far si che quando si libereranno queste energie abbiano un modo positivo di ricollocarsi, degli schemi in cui inquadrarsi.
@Dioniso
La tua posizione mi affascina, se potessi lo farei, l'ho fatto per qualche periodo (ne ho parlato una volta sul tuo blog), ma con una famiglia non è possibile.
Cercherò di avvicinarmici, me lo propongo come obiettivo.
Io dico una semplice cosa: tutta la realtà è racchiusa nel nostro cranio, cervello forse è una parola grossa :-), scherzi a parte tutto quello che vuoi lo puoi fare, sono loro a metterci dei paletti sin da bambini, ma sono paletti virtuali.
RispondiEliminaCerto con dei figli hai delle responsabilità molto grandi, magari le alternative però farebbero vivere meglio anche loro...mia personalissima opinione.
Mi piace molto questo video, Il discorso dello schiavo
http://www.youtube.com/watch?v=8RVEvPKwnjE
Lo conosco Il discorso tipico dello schiavo. Lo apprezzo nelle sue linee generali, dissento in alcuni dettagli, ma nel complesso è condivisibile.
RispondiEliminaRiguardo alle alternative anche per i figli, ci proverò a dipendere sempre meno dal mercato, a diventare autosufficiente, è una cosa che mi sono proposto da tempo e verso cui mi sto avviando. Certo uscire completamente, smettere del tutto di partecipare, per ora mi pare impossibile.
Ad esempio i libri? Come rinunciarci?
Il discorso dello schiavo di Agosti è uno dei miei video preferiti da quando lo scoprii, qualche anno fa' su Youtube.
RispondiEliminaPurtroppo Dioniso, hai ragione; come fare? Ci vorrebbe uno sciopero ad oltranza, di quelli che nessuno accetterebbe mai per via del fatto che siamo abituati troppo bene. Ed a causa di questo, finiremo col ritrovarci in una situazione disastrosa da farci rimpiangere di non aver sopportato un, tutto sommato, piccolo sacrificio prima, per evitarla.
Eppure la fiammella c'è!
Vedo negli occhi dei ragazzi, degli uomini e donne che cercano di migliorare la situazione, nella piccola lista civica del mio paese, quel fervore, quella spinta al cambiamento.
Siamo pochi, ma ci siamo!
Uniamoci porca miseria! Sfidiamo la sorte e combattiamo per un ideale!
Tanto cosa ci costa, se non l'ultimo alito d'aria, l'ultima energia, l'ultima possibilità che abbiamo in vita di erigere qualcosa che non sia di mattoni o calcestruzzo, di plastica o legno laminato, ma di umana materia, di pensiero lucido pulito, di amore per la vita.
È l'ultima possibilità; lo sarebbe in ogni caso!
Non c'è alternativa alla coscienza che ognuno ha del mondo che lo circonda. Facciamo di farle collimare, almeno quelle simili.
No?
Roby hai detto una cosa eccellente, UNIAMOCI porca vacca, uno sciopero ad oltranza, tanto di fame non si muore in un paese dove nella sola Roma viene buttato ogni giorno dai 120 ai 140 mila chili di pane, tonnellate insomma. Siamo abituati bene, eppure quando lasci tutto ti ritrovi "libero" e stai in un modo che non si può definire, basta bollette, basta mutuo, basta macchina e cellulare, basta tutto. L'uomo più ricco del mondo è colui che non ha niente da perdere. Antico proverbio Greco.
RispondiEliminaObbie, quando vagabondavo, l'ho fatto per 3 anni, passavo ore e ore nelle biblioteche, e addirittura richiedevo i nuovi usciti e me li ordinavano, il primo a leggerli ero io, poi naturalmente restava nella biblioteca.
RispondiEliminaCiao