martedì 27 settembre 2011

PICCOLO E' BELLO



Leopold Kohr fu un economista, giurista e politologo statunitense.

Kohr nacque nel 1909 nella piccola cittadina austriaca di Oberndorf bei Salzburg. Questo paesino austriaco, dove passò l'infanzia, lo ispirò nella scrittura della sua opera più importante, The Breakdown of Nations (Il crollo delle nazioni), ovviamente aggiungendo il suo studio critico di economia e teoria politica presso la London School of Economics, la sua esperienza come reporter di guerra durante la guerra civile spagnola e la conoscenza delle città Stato anarchiche, e al fatto che egli fu costretto a fuggire dall'Austria dopo l'invasione nazista (Kohr era ebreo).

Tutto questo contribuì al suo crescente sospetto a riguardo del Potere e dei suoi abusi.

Era noto per la sua opposizione al "culto della grandezza" e fu tra gli ispiratori del movimento del PICCOLO E' BELLO.

Perché parlare di questo quasi sconosciuto signore morto nel 1994?

Perché probabilmente sarebbe una di quelle persone ben poco stupite dell'attuale collasso planetario, sintomo della crisi di Grandezza.

Non era un capopopolo, anzi era mite e autoironico, lontano dalle luci della ribalta del Potere.

Nel 1957 con “Il crollo delle Nazioni” descrisse tale probabile collasso, ma le sue idee furono sistematicamente ignorate o perlopiù accettate con un'ombra di sorriso sgarbato. Non lusingava il Potere e questo lo ignorava.

Potere istituzionale e potere "rivoluzionario".


In realtà, il messaggio di Kohr era una sfida diretta a quei Poteri.
"Ovunque c'è qualcosa di sbagliato" diceva "qualcosa è troppo grande."

Stabilitosi negli Stati Uniti, Kohr iniziò a scrivere il libro che avrebbe definito il suo pensiero.


Egli sosteneva un principio radicale: i piccoli Stati, nazioni piccole e piccole economie sono più pacifiche, più prospere e più creative di tutte le grandi potenze o superstati.


Fu una affermazione fuori moda all'alba dell'era spaziale, soprattutto quando BISOGNAVA ESSERE MODERNI A TUTTI I COSTI, con forte fiducia nel progresso gigante, nella tecnologia che avrebbe portato avanti il destino dell'umanità.

Celebrati pensatori politici parlavano in tutta serietà di creare un governo mondiale, come prossimo passo verso l'unione dell'umanità e
Kohr fu estremamente in contrasto con tale principio prevalente.
Non sapendo come definirlo, lo descrissero infatti come un poeta.

Kohr sosteneva che i problemi della società non sono causati da particolari forme di organizzazione sociale o economica, ma dalla loro dimensione.


Il Socialismo, l’Anarchia, il Capitalismo, la Democrazia, la Monarchia potrebbero ugualmente funzionare bene se eseguiti a "scala umana": una scala in cui le persone possano svolgere un ruolo nel sistema che governa le loro vite.


Ma una volta arrivati alle dimensioni giganti degli Stati moderni, tutti i sistemi diventano oppressori.


Cambiare il sistema, o l'ideologia che sostiene uno Stato non impedisce l'arrivo della oppressione perché "il problema non è la cosa che è grande, ma la grandezza stessa".


Attingendo alla Storia, Kohr ha dimostrato che quando la gente ha troppo potere, sotto qualsiasi sistema o nessun sistema, tende ad abusarne.
Quindi si dovrebbe innanzitutto limitare la quantità di potere che ogni singola organizzazione o singolo governo possono detenere.


La soluzione ai problemi del mondo non era più l'unità, ma la divisione.
Il mondo dovrebbe essere diviso in piccoli Stati, più o meno equivalenti per dimensioni e potenza, in modo da limitare la crescita e quindi il dominio di uno su tutti.

I piccoli Stati e le piccole economie sono più flessibili, più capaci di resistere alle tempeste economiche, meno capaci di fare guerre, e i loro popoli sono più seri e responsabili.
Non solo, ma erano più creativi.

Molte delle glorie della cultura occidentale, dalle cattedrali alla grande arte alle innovazioni scientifiche, erano il prodotto dei piccoli Stati.
L'Italia in effetti ha dato vita al Rinascimento mentre era divisa in staterelli.


La Grandezza, ha previsto Kohr, non poteva che portare ad una maggiore grandezza, e "qualsiasi cosa che diventa troppo grande comincia a soffrire del problema irrefrenabile delle proporzioni ingestibili".


Al di là di questi limiti lo Stato è costretto ad accumulare più potenza per gestire il potere che già aveva (Impero Romano).


La crescita diventa cancerosa e inarrestabile, fino a quando c'era un solo possibile punto finale: il collasso.


Kohr mise in guardia il Mondo più di mezzo secolo fa asserendo che "la crescita invece di servire la vita, serve se stessa, pervertendo lo scopo stesso dell'esistenza".

La "crisi della grandezza" è qui ora presente e a quanto pare le soluzioni sono tutte identiche in tutto il Mondo: i sindacati devono concertare, meno pressione fiscale, stretta governance globale, sistemi di geoingegneria, una maggiore crescita economica.


Questo è ciò che leggiamo e sentiamo dire tutti i giorni, a parte poche isolate inascoltate voci.


Siamo di fronte alla Stella Morente della Grandezza e quindi vista l'imminente fine, l'intero ciclo di crescita potrebbe ricominciare tutto da capo.

Ma prima che questo accada, in mezzo alle "ere glaciali dell'intelletto durante il dominio della Grandezza", sarebbe bello far vedere sorgere un Mondo "piccolo e di nuovo libero". Questa la speranza che ci ha lasciato Kohr.

26 commenti:

  1. Go, go, go, said the bird: human kind
    Cannot bear very much reality.

    Questo verso di Thomas Stearns Eliot sembra confermare il pensiero di Leopold Kohr.

    Noi non possiamo sopportare troppa realtà sebbene siamo attratti, sedotti, ossessionati dall'infinito.
    Che sia così sta anche emergendo dagli studi sulla complessità di ogni sistema.
    Per come siamo fatti tuttora, la nostra struttura psichica cede quando ha che fare con troppi e troppo grandi stimoli.
    Ma stiamo cercando di trovare farmaci in grado di ampliare le nostre facoltà, cosa che facciamo da millenni con svariati mezzi,pur sapendo già che gli eventuali vantaggi sarebbero da raccogliere in mezzo ad un ginepraio di inconvenienti.
    Non possiamo accontentarci dello stare nei limiti, ma adesso superare quelli che abbiamo raggiunto implica un coraggio ed un sacrificio,nel senso etimologico del termine, veramente sì, di prima grandezza.

    Marco Sclarandis

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  2. Mi pare fondamentale il principio che
    si dovrebbe innanzitutto limitare la quantità di potere che ogni singola organizzazione o singolo governo possono detenere.
    Direi che è la chiave di tutto.
    Assolutamente vero che quando qualcuno, o qualche organizzazione ha troppo potere tende ad abusarne.
    Per me questi sono i suoi contributi più importanti, autoevidenti direi, da ricordare sempre.
    Sul fatto che piccolo sia bello condivido anche, ma le varie città stato devono essere coordinate tra loro da accordi di collaborazione di protezione reciproca. Mi pare fondamentale regolare bene i loro rapporti, cautelarsi da sorprese. Mi pare troppo grande il rischio che uno di questi si senta più forte attacchi un vicino, poi un'altro e si ritorni ad avere bisogno di eserciti ed a catena tutto quello che abbiamo già visto.

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  3. CIAO MARCO!
    Nell'agosto scorso ho pubblicato un post che parlava della Coscienza Collettiva. Lì accenno a Jerome Bruner, un professore alla New York University School of Law, psicologo esperto di psicologia cognitiva che sostanzialmente dice l'Umanità manca di volontà nel riconoscere i pericoli a lungo termine per il nostro ecosistema, determinati dalla sua attuale negligenza o completa mancanza di rispetto delle pratiche di controllo ambientale.
    La nostra struttura psichica cede di fronte alla realtà dura ma io so, per esperienza che sia l'affrontare la Realtà e sia la Verità sono l'unico modo per superare le difficoltà.
    A me l'hanno insegnato e l'ho imparato sulla mia pelle.
    La Grandezza di superare QUESTI LIMITI è sicuramente enorme, ma necessaria.

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  4. @OBBIE
    Kohr ha detto precisamente (ed è riportato nel post):
    Il mondo dovrebbe essere diviso in piccoli Stati, più o meno equivalenti per dimensioni e potenza, in modo da limitare la crescita e quindi il dominio di uno su tutti.
    Come farlo, se con trattati o accordi non è l'argomento del post.
    L'argomento del Post è se il principio del PICCOLO possa essere valido. Un principio, quello del piccolo, a cui aggiungerei quello di RETE DEI PICCOLI.
    Mi pare comunque un principio da tenere in considerazione.
    Le auto piccole, le case piccole si distinguono per essere meno energivore, più sostenibili.
    Ciò che riguarda le singole persone dovrebbe essere piccolo, amentre dovrebbe essere più grande ciò che riguarda la collettività, am non troppo, per non diventare LONTANA DAL CUORE UMANO.
    Poi è vero: quando una cosa umana diventa troppo grande diventa ingestibile.
    Un ente pubblico, una industria troppo grande si perdono nei fumi della 'indeterminatezza.
    Nessuno sa chi fa cosa. Anche troppo alto il numero di persone sul Pianeta non va bene.
    Applicando i principi matematico semplicistici dell'economia neoliberista TUTTO DEVE SOLO CRESCERE.
    Uno studioso americano, Richard Heinberg, utilizzando i parametri matematici di cui sopra, ha calcolato la popolazione terrestre all'anno 2780: 148.000 miliardi di esseri umani!!!
    Perchè quell'anno?
    Per una "simpatica" coincidenza 148.000 miliardi sarebbero una persona per ogni metro quadrato circa di terra sulla superficie del pianeta.
    Il che è impensabile.
    Il che mi fa tornare a OLDUVAI.
    Il che mi fa ricordare che l'ALTRA GRANDE PRESSIONE PLANETARIA è il CLIMA.
    E a cambiare il clima l'Umanità gliela sta mettendo tutta.

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  5. @Daniela
    La proposta di Kohr mi pare ottima, sia chiaro.
    Non si sa come arrivarci, ma è giusto anche cercare di immaginare situazioni molto diverse da quelle attuali, che siano realistiche, assolutamente possibili, anzi più compatibili con la realtà della situazione attuale, anche se poi sappiamo che non ci si può arrivare. In realtà sembra ora che non ci si possa arrivare, ma lasciamo che entrino nell'immaginario collettivo, che si sedimentino come possibilità e poi la realtà potrebbe darci la possibilità di arrivarci in maniere che ora non sospettiamo.
    Dunque ripeto mi piace quello che propone, anzi forse è l'unico modo sensato in cui potremmo vivere in maniera sostenibile, risolvendo la maggior parte dei problemi attuali, tra l'altro le varie comunità potrebbero darsi anche regole molto diverse e così ognuno potrebbe anche scegliere quelle che ritiene migliori e sarebbero degli esperimenti concreti in cui si potrebbe vedere quelle che funzionano meglio e, probabilmente, poi verrebbero adottate più o meno da tutti.
    Insomma tutto ottimo. Semplicemente saltavo tutte queste constatazioni, anche perché altre volte avevo prospettato qualcosa di simile, e mettevo in guardia su un pericolo successivo, perché il fatto che siano più o meno equivalenti come grandezza e potenza non mi pareva sufficiente. In realtà si possono scoprire successivamente nuove risorse, oppure un'organizzazione può essere più efficente, insomma è certo che qualcuna finirà per essere più potente delle altre, dunque? Certo in un mondo ideale, questo li porterebbe ad aiutare le comunità in difficoltà, ma siamo certi che andrebbe così? Dicevo solo che dovremmo cautelarci con regole e trattati in modo che debba andare così.

    Com'è bello sognare.
    Ma anche salutare!
    Ed anche utile, non sottovalutiamo l'importanza dell'immaginario, se la maggior parte delle persone non riesce proprio ad immaginare niente di diverso da quello che c'è, non si va da nessuna parte, o questo o la barbarie.

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  6. @OBBIE
    Sedimentare nell'immaginario collettivo è proprio una cosa GIUSTA.
    Un immaginario collettivo già impaurito dalla realtà che tende a nasconderla soprattutto perchè EVIDENTE, ha bisogno di FUTURI PROBABILI.
    E questo lo sembra.
    Magari non sarà facile arrivarci, ci dovranno essere aggiustamenti, ma tirare subito a immaginare i problemi mi pare che debiliti il sogno.
    OVVIO CHE SI, ci saranno, ci sono anche adesso che quel sogno non c'è, quindi vediamo di usare questo sogno collettivo (e che SOPRATTUTTO HA GIA' FUNZIONATO) come spinta ad affrontare la realtà.
    RISCALDAMENTO GLOBALE
    INQUINAMENTO
    NEOLIBERISMO IMPERANTE
    MISERIA
    INGIUSTIZIA SOCIALE
    RIDUZIONE DRASTICA DI FONTI ENERGETICHE
    ALZO REPENTINO DI PREZZI
    NIENTE ALIMENTI PER TUTTI
    TROPPA GENTE SU QUESTO PIANETA.

    Vorrei che mi dicessi qualcosa su quelle cifre: 148.000 miliardi di esseri umani nel 2780...
    148.000 miliardi
    uno
    per
    metro
    quadrato
    di pianeta...
    UNA FOLLIA, ma questo è il modo di vedere l'economia dei nostri simpaticissimi neoliberisti...

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  7. Un motivo, anzi due, per cui non si possono ingrandire troppo le cose.

    Questa casa terrestre
    Un corridoio dalle mille porte
    Ogni porta un corridoio
    E così senza conclusione
    Il labirinto per antonomasia
    Noi all’interno a disegnarne la piantina
    Fieri dei nostri timbri e calamai
    Sicuri dei nostri simboli e cataloghi
    Convinti di aver quasi trovato
    Le scorciatoie per l’uscita
    Eppure non ancora consapevoli
    Che l’inventario delle mappe ormai ultimate
    È già stipato in scaffali senza nome.

    Tre patate vedo nel mio piatto
    ma cento nella cesta ce ne sono
    mille nell'orto stanno maturando
    un miliardo nei campi sulla Terra
    non le vedo ma miliardi di miliardi
    sonnecchiano acquattate su pianeti
    tanto lontani quanto immaginabili
    mi chiedo se il galattico ortolano
    che insiste nel propagare tuberi
    sappia del limite fissato invalicabile
    affinchè di patata non s'impantani tutto
    o forse è nell'ufficio bulbi tuberi rizomi
    che litigano sulle quote ultime assegnate
    e intanto clandestine solanacee
    perse da carriole in mondi non censiti
    incuranti di destino lesso o fritto
    germogliano con beatitudine ineffabile.

    Marco Sclarandis

    (La prima scritta negli anni '80 la seconda settimane fa)

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  8. @Daniela
    Immaginare i problemi può effettivamente rendere meno appetibile quanto immaginato. Ma anticipare le obiezioni ed anticipare, nel contempo, anche le soluzioni, può salvarli, può evitare che vengano scartati subito senza soffermarcisi.
    Di certo in quella situazione sarebbe più facile affrontare i problemi che hai elencato (ed anche altri sottintesi in quelli quali le guerre) ed anche risolverne la maggior parte.
    Riguardo a quelle proiezioni (al 2780) ovviamente non sono realistiche, si immagina di avere a che fare con una linea, mentre invece si ha a che fare con una curva e lo sa benissimo anche chi ha portato a quelle conseguenze quella sulla popolazione mondiale. Ovviamente ci autoregoleremo, come già accade in molti paesi dove la natalità è minore della mortalità. Sono conosciuti piuttosto bene i meccanismi che portano all'una ed all'altra cosa. Nelle piccole comunità sarà più facile autoregolarsi anche riguardo a questo.

    @Marco
    Complimenti per le tue poesie.
    Non siamo fatti per avere a che fare dimensioni troppo grandi in effetti, in tutti i campi. Abbiamo sviluppato strumenti che ci aiutano a gestirle, ma hanno un costo. Superare dei limiti (che in quanto limiti, non avrebbe senso superarli) comporta dei costi ed ogni volta bisogna valutare se ne vale la pena, se i costi non sono eccessivi rispetto ai benefici, sarebbe necessario una VAS, come direbbe Daniela.

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  9. Marco, bella l'idea dell'ufficio BULBI TUBERI RIZOMI;)
    Riesco a sorridere nonostante la tua acuta analisi sulla nostra umana incapacità di vedere i limiti, non solo nostri ma anche di quello che ci circonda.
    Pensa che ogni tanto mio marito deve assolutamente rendermi noto che tutte le cose che vorrei fare, che ne so di sabato, possono essere fatte solo se sabato avesse 50 ore in più...

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  10. OBBIEEEEEEEEEE
    Accidenti, sono riuscita a farti NOTARE l'importanza strategica di un Valutazione Ambinetale Strategica...(VAS).

    ME NE
    COMPIACCIO
    ASSAI.

    Come ovvrei che ti asocltassero anche i POLITICI che invece NON VOGLIONO SECCATURE SULLE LORO SCELTE ECONOMICHE (quasi mai a vantaggio della collettività).

    Poi, lascia che il sogno scorra, lascia che ci si creda e si cominci a cercare di realizzarlo, i problemi si sistemano se il principio è salvo.

    ecchediamine!
    POFFARBACCO!

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  11. ...Ambinetale....AMBIENTALE...

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  12. Obbie carissimo, quei calcoli SONO REALISTICI perchè sono stati eseguiti con GLI ALGORITMI MATEMATICI DEGLI ECONOMISTI.

    Quindi, secono il LORO ATTUALE MODELLO DI GIUDIZIO E DI PREVISIONE, così dovrebbe ssere.

    Io MI DOMANDO:

    MA SANNO COSA SIANO I VALORI ESPONENZIALI?

    Sanno che dire CRESCITA DEL 2% PER ANNO è un incremento progressivo NON UN AUMENTO COSTANTE?

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  13. Daniela, prova a "vedere" l'operazione esponenziale "due elevato ad un mezzo" se ci riesci.
    Due più due è immediato, due per due un pò meno,e solo perchè combinazione due alla seconda, caso unico fra gli infiniti interi da lo stesso risultato di due per due, che due alla seconda non si può usare come esempio. Ma già due all'ottava è difficoltoso e non solo per l'ingrandirsi del risultato.
    E poi c'è la lingua di mezzo.
    Due mele al quadrato che cosa fa?
    Due mele quadrate?
    Quattro mele quadrate?
    Quattro unità dal sapore di mela?
    Pensa al Divulgatore Ottuagenario Nazionale che domandasse in prima serata sulla rete ammiraglia,(ammi-raglia)quanto fa, al volo,:
    DUE ELEVATO ALLA UN MEZZO.
    E pensa alle risposte delle casalinghe, degli assessori e dei braccianti, non solo di Voghera,d'Abbiategrasso e di Pachino, ma di qualsiasi comune degli oltre due alla tredicesima comuni italiani.

    Sarebbe da fare come esperimento.
    Quasi più importante di quello che ha traforato di neutrini le Alpi e l'Appenino centrale.

    Marco Sclarandis.

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  14. Ciao Marco. Eccellente la sintesi DIVULGATORE OTTUAGENARIO NAZIONALE!
    ;)
    Ci ho pensato alla scelta, ero partita con 3 alla seconda, poi in realtà quello che volevo dire è che un abisso separa i numeri esponenziali dalla realtà LIMITATA di un piccolo pianeta del sistema solare.
    Fibonacci è un matematico o un poeta?

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  15. Uno schizofrenico quel gran figlio di Bonacci, non si decideva mai ad essere uno o l'altro in via definitiva..............

    Marco Sclarandis.

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  16. Conosco un giochetto di mia invenzione (o reinvenzione) che mostra in quali abissi può perdersi la nostra fragile ma spudorata mente, quando si trastulla con le funzioni esponenziali.
    Ma come direbbe l'avvocato Pierre de Fermat da Beaumont de Lomagne,questo riquadro è troppo angusto per mostrarlo.E non è la storia dell'invenzione degli scacchi.

    Marco Sclarandis

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  17. Marco, mi rimane la curiosità...

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  18. In attesa di quello di Marco ne propongo uno io.
    Se saluto 2 persone e queste ne salutano altre due e così via dopo solo 26 passaggi (ammesso per assurdo che nessuno abbia risalutato la stessa persona), abbiamo salutato tutta la popolazione italiana (ed oltre), dopo 33 tutta quella mondiale.
    Ma se ne saluto 3 e gli altri fanno o stesso per salutare tutti gli italiani sono sufficienti 17 passaggi (e si va ben oltre i 65 milioni), con solo 21 abbiamo già salutato tutta la popolazione mondiale.
    Se salutiamo 4 persone i passaggi diventano 13 per gli italiani e 17 per la popolazione mondiale, con 7 saluti ne bastano 10 e 12.

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  19. Però questo potrebbe anche dirci come sarebbe facile coinvolgere tutti su una buona idea, se questa fosse presentata in maniera semplice e comprensibile a tutti...

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  20. Daniela e Obbie,invitatemi nella vostra città e vi mostrerò ben altro.
    Si tratta solo di tre quarti d'ora o poco più di spettacolo.
    Non anticipo di più perche non sono mica fesso.
    Però qualcosa vi posso lasciar trapelare.
    Come s'usa fare dai potenti palazzi pieni d'intrighi e congiure quando il volgo tumultua.

    Voi che siete precisi
    inimitabili senza ultimazione
    Perché siete nel mondo
    E vi siete fatti scoprire
    Voi che scaturite unici
    Da semplici rapporti puri
    Sapete di trasportare
    Il fascino del mistero
    O forse che voi siete
    Per recarci un ammonimento
    Nessuno potrà conoscere
    L’ultima vostra cifra
    Ma chi volesse ignorarvi
    Non costruirebbe più nulla
    Chi da sempre ha voluto
    Infine che ci incontrassimo
    Numeri trascendenti.

    Marco Sclarandis

    7131743339

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  21. È condivisibile, anzi auspicabile. Riguardo a «I piccoli Stati e le piccole economie sono più flessibili, più capaci di resistere alle tempeste economiche», direi che in quel caso non esisterebbero neppure questo genere di problemi. Resta da stabilire una equa distribuzione delle ricchezze, in gran parte sottratte a quella che ora è la parte povera del mondo: è lì che entra in ballo l'utopia.

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  22. Marco io ti inviterei a casa mia.
    Di più non posso fare e lo farei molto volentieri.
    Io e mio marito potremmo ospitarti, ascoltarti e portarti a bere e mangiare in questo pezzetto d'Italia vicino all'Austria e alla Slovenia.
    VERAMENTE MOLTO VOLENTIERI.
    Vedo che entri in rete sempre come "anonimo" e non hai un profilo utente, ma se vuoi io sono su twitter come BLIND_DATA24.

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  23. OBBIE, bellissima la tua esponenzialità umana!
    E hai anche ragione e dire che questa bellezza potremmo usarla per fare QUALCOSA DI BUONO.
    E' che io non riesco a crederci, ed è per questo che non mi piace il libro di Corona citato nel post successivo.
    Il crollo sarà quasi repentino (SENECA CLIFF), ma prima ci saranno gravissime ingiustizie da pagare con problemi sociali enormi. Hai presente il crollo dell'Impero Romano?

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  24. ROBERTO
    Sai io trovo che una rete di Stati piccoli potrebbe essere una specie di fourierismo risorto.
    Se la Lega fosse partita da questo pensiero mi sarei anche iscritta.
    Ma come sappiamo ha ben altri obiettivi.
    E perderà TANTI TANTI VOTI.
    Li sta già perdendo.

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  25. Daniela,accetto l'invito, e siccome sono ricco perchè ho imparato a vivere con pochissimo denaro,mi va bene qualunque sistemazione.
    Non posso dirti ora come si chiama il mio spettacolino, più che altro perchè sarò anche un pò fesso ma non ingenuo.
    A me interessa infettare con le mie idee quante più persone possibile ,come fa qualunque ente virale degno di questo nome.
    Naturalmente, sapendo d'essere un condominio organizzato di miliardi di cellule e batteri,so quanto ardua sia la mia impresa.
    Io non uso nè facebook nè twitter, forse per una residua vena d'aristocrazia genealogica.
    Anzi, ho più volte pensato d'aprirmi un blog, ma quando l'ho fatto, l'ho chiuso subito.
    Voglio solo più vivere come ha vissuto Pal Erdos, quello che aveva soprannominato Dio "Il sommo fascista" e che nella sua sublime e poetica mattità ha costruito senza volerlo il mito del numero che porta il suo nome.

    Però ho la posta elettronica, quella sì.

    marcopuntosclarandisattiscalipuntoit

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  26. Grazie ti inoltro subito un CIAO!

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Sono graditi i commenti educati, anche ironici e che aggiungono informazioni.