venerdì 19 agosto 2011

ISLANDA: PERCHE' NESSUNO NE PARLA?



Ascoltate bene tutto il video.

E' fatto bene.

Parla di un popolo che ha detto con un referendum (vinto al 93%) al capo della Stato Ólafur Ragnar Grímsson (che assomiglia in modo inquietante al leghista Castelli) di non farsi salvare dai falchi del FMI e della BCE (per non perdere sovranità) perchè ciò avrebbe comportato che il debito pubblico accumulato dovesse essere spalmato su tutti i cittadini islandesi per 15 anni con una media di 100 euro al mese.

Hanno deciso COLLETTIVAMENTE di nominare 25 nuovi membri di governo scelti tra oltre 500 candidati che dovevano essere solo maggiorenni, senza tessere di partito (a quanto pare anche lì i partiti son diventati sinonimo di malvagio) e sostenuti da almeno 30 persone.

E stanno redigendo una nuova Costituzione, come si direbbe adesso 2.0, in rete.

SEMBRA UN MIRACOLO.

SEMBRA CHE DAVIDE ABBIA SCONFITTO IL NEOLIBERISTA GOLIA.

SEMBRA APPUNTO.

L'Italia, la Grecia, il Portogallo e la Spagna hanno qualcosa di diverso dall'Islanda. Una prima differenza molto importante è che l'Islanda NON ERA NELL'EUROZONA.

Ma ci sono altre ENORMI differenze che rendono molto difficile tale ipotesi in Italia.

L'Italia rimane una delle più grosse economie del Pianeta e non è un'isola dispersa nel mare, inoltre è abitata da quasi 60 milioni di persone a fronte di una Islanda abitata da circa 320.000 abitanti su un territorio enorme (territorio = risorsa).

Un'isola poco abitata.

Uno staterello periferico direi, beati loro.

Pieno di risorse, forse riesce pure ad essere autonomo, rinunciando a un po' di delizie consumistiche.

Qui, ci sono due economisti che dicono che tale scelta sarebbe fallimentare per l'Italia, e nonostante le loro acute parole non riescono a convincermi del tutto.

Marco Seminerio e Carlo Lottieri.

Punto di riferimento del loro pensiero è l'Istituto Bruno Leoni, assolutamente LIBERISTA, o meglio di matrice neoliberista visto il pensiero individualistico e filoamericano di Bruno Leoni medesimo.

Bruno Leoni seguiva la scuola austriaca di Friedrich Hayek e Ludwig von Mises .

Quella che dice che il mercato genera perfetto equilibrio dei prezzi.

Da Paolo Barnard : “Quella che sostiene che lo Stato deve starsene da parte e non interferire nel Mercato. Quella che ha ispirato tutta la scuola Neoliberista dagli anni ’70 in poi, quella che ha colonizzato i governi, le università, le amministrazioni pubbliche e private, e i ministeri con i loro uomini formati a queste idee. Di fatto SONO I PADRONI DELL’ECONOMIA OGGI, quelli contrari a qualsiasi regolamentazione pubblica del lavoro, della previdenza, delle banche, del commercio. E se lo Stato deve starsene da parte, di nuovo esso NON DEVE SPENDERE a deficit per i cittadini. Gli ideologi odierni principali sono stati gli economisti Gerard Debreu, Kenneth Arrow, Frank Hahn (i Neoclassici), ma anche Milton Friedman, Carl Brunner, Alan Greenspan (i Monetaristi) e gli esponenti della scuola austriaca come Friedrich Hayek e Ludwig von Mises.”

Mario Seminerio scrive anche per il FATTO QUOTIDIANO. Conferma ciò i dubbi su Travaglio esposti anche da Barnard.

Fin da subito i due economisti più su citati ammettono che "l’Islanda non era sistemica. L’esposizione internazionale delle sue banche era comunque gestibile ed assorbibile senza problemi rilevanti da parte dei creditori, come dimostra il fatto che i governi olandese ed inglese hanno coperto l’esposizione dei creditori di Icesave senza problemi."

Insomma è l'Islanda è piccola, periferica e poco fastidiosa.

E si comporta proprio male. Infatti dicono "La decisione del governo di Johanna Sigurdardottir di annullare i debiti esteri è comunque molto grave: sul piano morale e su quello economico. Nella prospettiva etica, è curioso che si metta sotto accusa di continuo lo “speculatore”, che in modo del tutto legittimo compra e vende sul mercato, mentre nessuno ha nulla da dire contro chi letteralmente deruba il prossimo, vivendo al di sopra delle proprie possibilità e poi rifiutandosi di rispettare gli impegni assunti. Se i contribuenti olandesi e britannici si trasformassero in black-block e andassero a Reykiavik per appropriarsi con la forza di almeno una parte di quanto spetta loro, penso che sarebbe difficile biasimarli. Ma è anche una scelta miope, come attestano i pessimi giudizi delle agenzie di rating. Quando ti comporti come l’Argentina, vieni fatalmente considerato un’Argentina: magari tra i ghiacci, ma egualmente inaffidabile."

Islanda falsa e bugiarda, prima ammette i conti online, poi non gliela fa a dare quanto promesso ai poveri onesti speculatori (che potrebbero pure arrabbiarsi e fare i black block andando fin lì, ma caspiterina è lontana questa Islanda e pure fredda) e quindi cambia le regole durante il gioco e li manda a quel paese. Al loro.

L'Islanda è una "illusione ottica, favorita dalle dimensioni trascurabili del paese, ma l’Islanda è stata fortunata."

E pure fanno presagi di morte. Dicono che "non avrebbe dovuto salvare le banche (nazionalizzando le perdite) e ancor meno avrebbe dovuto annullare il debito." Perlomeno loro sono dei VERI ANTISTATALISTI...peccato dirlo adesso.

Poi concludono che "Ora invece il sistema creditizio è in mano alla classe politica ed è facile capire quali conseguenze potranno derivarne. Essere fuori dagli scambi internazionali è grave per tutti, soprattutto entro l’economia globale del nostro tempo, ma credo che sia ancor più tragico per chi si trova in mezzo vicino alla Groenlandia …".

Nulla salverà gli islandesi dall'ostracismo dell'economia mondiale.

Ma magari agli islandesi importa poco.

Divertitevi anche voi a leggere tutto l'articolo, con il qual concordo solo che l'Islanda non sia sistemica (distanza, dimensioni e numero di abitanti lo confermano).

Anche dai loro giudizi di economisti di chiara fama trapela il fatto che ci siano poche vie di uscita, ma loro non spiegano altre motivazioni sul fatto che l'Islanda sia comunque riuscita a fare ciò che ha fatto. uno dei motivi potrebbe proprio essere il fatto che hanno una loro moneta , la corona.

Di sicuro quando leggo o sento parlare gli economisti di chiara fama capisco solo quello che loro vogliono far capire e di sicuro il loro punto di riferimento è a favore del libero mercato e non lo perdono mai di vista.

Occorre ripensare tutto, occorre ripensare il modo di usare questo bellissimo pianeta che è solo una piccola pallina verde blu dispersa nello spazio profondo.

E di sicuro lo si dovrà fare collettivamente, agendo insieme come hanno fatto gli islandesi, magari rinunciando ai vizi obnubilanti che il consumismo creato ad arte dai neoliberisti ci impone affinché si lavori\LAVORI\lavori e si PAGHI\paghi\PAGHI per mantenerli ricchissimi e nullafacenti.

Abbiamo vita breve, perché dedicarla al livore all'odio alla guerra al prossimo e non alla comunicazione all'Amore e all'amicizia?

ED E’ SUBITO SERA (Salvatore Quasimodo - 1936)

Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera.


13 commenti:

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  2. Non ne parlerà nessuno perchè é un argomento scomodo.
    Tuttavia spero di sbagliarmi (ma comunque qui in Italia, a livello di consapevolezza, siamo messi proprio male).
    Qui in da noi, purtroppo, ci basta Maria (non la Madonna ma la de filippi ...).

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  3. Hanno fatto benissimo a fare quello che hanno fatto.
    Probabilmente è vero che hanno potuto farlo solo perché marginali, perché il 'danno' che hanno fatto era minimo. Nel video mi pare centrale il punto in cui viene detto che si sono trovati davanti alla scelta di essere come Cuba o come Haiti. A quel punto meglio essere come Cuba, hanno fatto la cosa giusta.
    Certo fino ad allora avevano 'goduto' delle alchimie dell'alta finanza, si erano arricchiti sul nulla ed il nulla ad un certo punto è tornato nulla.
    D'altronde chi si era arricchito davvero era una piccola minoranza, come accade sempre, dunque sarebbe stato profondamente ingiusto che a pagarne le conseguenze fossero invece stati tutti ed in maniera così pesante poi.
    Quello che mi pare più ammirevole è comunque il processo attraverso cui sono arrivati a questa scelta, il modo in cui si sono riappropriati della politica ed è per questo che non si parla dell'Islanda, è per questo che si teme il loro esempio.
    Non mi pare tanto un problema di moneta sovrana o meno, ma di consapevolezza e coraggio (magari favorito dalla disperazione).

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  4. @OBBIE
    Vedo che non digerisci la differenza tra moneta sovrana e non...
    EPPURE, oltre al fatto che l'Islanda è marginalissima e che Gran Bretagna e Olanda hanno ripianato i buchi fatti dall'Islanda con i propri investitori senza rimetterci troppo, la differenza sta lì.

    In Italia non si può fare quello che ha fatto l'Islanda, e così in Grecia a meno la Grecia non decida per avere un doppio regime monetario, uno con l'euro e uno con la dracma.
    Questo significherebbe però una svalutazione molto forte della dracma, almeno tre volte tanto, ma di sicuro stimolerebbe la produzione e il consumo interno invece della solite costose importazioni dai ladroni tedeschi (i greci hanno la mani dei prodotti made in Germany), e stimolerebbe il turismo visto che con la svalutazione della dracma tutto costerebbe pochissimo. Certo solo i ricchi greci potrebbero uscire dal Paese, ma credo che questo sia meglio che vendere i loro bellissimi arcipelaghi o il Partenone.

    Ah, questa ultima mia affermazione è sostenuta da altri esperti economisti, direi progressisti.

    Uno è Marco Esposito, giornalista di 46 anni, specializzato in economia, autore per la Laterza di “Chi paga la devolution?”. Ha lavorato a Roma, Milano e Napoli per Repubblica, Messaggero, la Voce e Milano Finanza. Dal 2000 è responsabile economia al Mattino. Collabora con Radio Capital e Linus. Dal dicembre 2009 è responsabile della sezione dipartimentale Politiche per il Mezzogiorno di Italia dei Valori.

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  5. @CARLO SPINEDA
    INTANTO BENVENUTO e mi scuso se non ti ho già salutato prima.
    Parliamone noi allora intanto, informiamoci, leggiamo e cerchiamo di fornire dati e fonti e ragionamenti. Se dai solo mariadefilippi avrai solo mariadefilippi.
    COME NEL COMPUTER
    MERD - IN
    MERD - OUT...
    Lo so costa tempo e fatica.
    Infatti seguire mariadefilippi SI FA PRIMA...

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  6. Nessuno ne parla perchè è un esempio pericoloso per chi vuole questo 'mal comune mezzo gaudio' (ma non per tutti)

    Daniele

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  7. @DANIELE
    ...esatto NON PER TUTTI...

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  8. In Islanda non hanno San Gennaro il cui sangue si liquefa in data stabilita, cos possono adottare le Bank holidays, l´Islanda non ha 2480 tonnellate d´oro nella Banca d´Inghilterra, l´Islanda non e´il primo paese al mondo per ricchezze artistiche culturali.
    La differenza e´come quella tra due proprietari di casa con un mutuo al 50%.
    Il primo ha una baita indebitata per 1000 euro ma che ne vale 2000.
    Il secondo ha una villa sul mare di 500 stanze, con rubinetti dóro, statue e ettari di terreno.
    Ha un mutuo di 2000 miliardi di euro, ma la villa ne vale 5000.
    Capisci perche´la banca trascura la prima e pignora la seconda?

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  9. Quello che accomuna l'Italia all'Islanda sono le banche,private, che sono all'origine del dissesto economico mondiale, i cui proprietari sono facoltosi finanzieri, petrolieri, banchieri, affiancati da sedicenti economisti che difendono i loro interessi, che arrivano addirittura ad auspicare, cosa gravissima, di rivalersi con la violenza, per riprendersi una parte di ciò che altri privati facoltosi e ladri hanno rubato, sulla popolazione che ha avuto l'unica mancanza di affidarsi ad una classe politica imbecille e corrotta.
    Riappropriarsi della sovranità monetaria sta alla base di una ripresa concreta dello Stato, poi far pagare chi ha rubato, sbarazzandosi delle élite neoliberiste, sarà anche una favola, ma è l'unica strada per frenare chi ci sta dissanguando, distruggendo concretamente intere nazioni.
    Comunque, per lo meno in Italia, ma tutto il mondo è paese, si sa, è molto più probabile, se non sicuro, che pignorino la casa del poveretto, che non dispone di liquidità perché mai a nessuno ha rubato o frodato; mentre invece a chi ha potuto permettersi ville e barche con debiti enormi, che sicuramente ha conti offshore miliardari, prima che gli tocchino qualcosa fa in tempo a diventare presidente del consiglio, a farsi leggi su misura, a mandare in definitiva uno Stato sul lastrico, prima che anche un solo bene gli venga confiscato.

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  10. @PATRIZIA
    INTANTO BENVENUTA!!

    Mi pare di capire che l'Italia presto si troverà pignorata.
    Noi abbiamo oltre il 50% della ricchezza artistica e culturale del Pianeta, quindi è un piatto saporito questo stivale speronato.
    Il bello è che svenderemo molto le nostre Bellezze, perchè con questa falsità del DEBITO PUBBLICO e dell'INFLAZIONE ce la stanno mettendo in quel posto.

    Ma se ascolti i nostri pfui politici loro si riempono la bocca di questi termini, e soprattutto la sinistra che a quanto pare è più neoliberista dell'insulsa e ignorante destra.

    Come mi sento bene...

    Mi potresti spiegare se narrandomi delle ricchezze auree della Gran Bretagna ipotizzi anche un loro pignoramneto o semplicemente intendi dire che potevano permettersi di salvare i loro speculatori dalla antipatica Islanda?

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  11. @ROBY
    Da mesi leggo della sovranità monetaria, della moneta unica (lo sai che anche in America ipotizzano l'AMERO tra Canada, USA e Messico?), delle colonizzaizoni operate dei neoliberisti per disfarsi di Stati, leggi e popoli ma non riesco a vedere sbocco se non cruento.
    Con questi pagliaccioni di politici che abbiamo non c'è speranza: dagli amici dei neoliberisti della Sinistra ai provinciali e gretti e insulsi della Destra.

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