martedì 23 agosto 2011

COSCIENZA COLLETTIVA



Tra i molti libri che voglio finire di leggere (ne leggo sempre 3 o 4 alla volta) c'è "Moltitudine Inarrestabile" di Paul Hawken.

Quel libro, nonostante la diffidenza dell'autore, uno scienziato e imprenditore, è una speranza di coscienza collettiva, ancora non compresa.

James Ephraim Lovelock è uno scienziato inglese che nel 1979 scrisse un libro "Gaia. A New Look at Life on Earth" dove considerava la Terra come un essere vivente. Un libro eccessivamente positivo perché ipotizzava una autoregolamentazione delle temperature del Pianeta.

Che non sta accadendo, anzi.

In questi giorni le ondate di caldo così durevoli nel tempo e nello spazio ricordano a qualcuno che esiste un problema di cambiamento climatico ed esiste IL PROBLEMA del riscaldamento Globale?

E ci va anche bene che queste ondate siano accadute alla fine di agosto, se eravamo a metà giugno o luglio era peggio. Molto peggio.

A qualcuno si, ma non a tutti. C'è che si nasconde e preferisce non vedere.

Chi parla a proposito è smentito a sproposito; pensate che ci sono persone che credono che stiamo andando verso una Glaciazione.

E quelli, i buffoni di corte dei neoliberisti che non intendono mollare nulla di questo Pianeta fino alla sua distruzione totale, chiacchierano della prossima Glaciazione sui media, gli stessi media, come scrissi tempo fa che hanno la bieca banalizzazione come metodo divulgativo anche di dati scientifici quali i dati meteo. Si, abbiamo 10° di temperatura di media in più, ma trattasi di BEL TEMPO.

Il TEMPO UMANO come ben chiarisce il video sopra, è quello dell'HIC ET NUNC, qui e ora.

Quindi non comprendiamo la prima legge della Termodinamica che governa il Mondo e che dice "nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma" che però ha tempi "planetari" e ignoriamo bellamente anche la seconda legge che parla DI LIMITI alla possibilità di scambi tra materia ed energia ovvero che le condizioni naturali conducono sempre al disordine e alla perdita di informazione. Noi siamo parte di questa legge e lo ripeto perché trovo queste informazioni necessarie.

E' palese il riscaldamento globale perché nel clima temperato italiano si stanno avvertendo sempre maggio "casi" di tropicalizzazione, di "salinizzazione dello coste", di "desertificazione".

Jerome Bruner è un professore alla New York University School of Law ed è uno psicologo esperto di psicologia cognitiva ed forme narrative che sono il modo attraverso il quale gli esseri umani costruiscono ed interpretano la realtà che li circonda.

Greenreport.it l'ha intervistato qui.

In sintesi pare che i giri di giostra di Bill Hicks, la coscienza di stare in questo Mondo e l'ascolto di quegli uomini (pochi e sempre più allontanati se non uccisi) sono spesso obnubilati da atteggiamenti di massa, meccanismi psicologici che impediscono di CAPIRE.

Il riscaldamento globale esiste, ci sono evidenze anche nella vita di tutti i giorni, esiste l'inquinamento ed esiste l'ingiustizia sociale.

A fronte di una presa di coscienza collettiva che secondo me sta allargandosi anche se non è ancora massa critica, ci sono molti individui che ignorano gli allarmi appena descritti.

Vicini di casa, parenti e amici, sembrano diventare muti sordi e ciechi a fronte di queste palesi, oramai, evidenze.

Questa mancanza di volontà nel riconoscere i pericoli a lungo termine per il nostro ecosistema, determinati dalla nostra attuale negligenza o completa mancanza di rispetto delle pratiche di controllo ambientale ha a che fare con due fattori secondo Bruner.

"Il primo fattore è l'arco temporale d'attenzione limitato, tipico della natura umana. Noi esseri umani, in conseguenza di tale limitazione, concentriamo la nostra attenzione sulle questioni immediatamente rilevanti, riguardanti il qui-e-ora e, naturalmente, lo stesso fanno i mezzi di comunicazione, per i quali tutti noi dipendiamo per quanto concerne le notizie. Di conseguenza, viviamo la nostra vita prestando la nostra attenzione ad un arco di tempo e di spazio molto limitato. E questo significa, naturalmente, che siamo relativamente "ciechi" per quanto riguarda sia la storia del nostro passato, che le previsioni per il nostro, distante futuro. Sia la nostra cultura che le nostre tendenze individuali rafforzano queste tendenze."

"Il secondo fattore attiene ad una sfera più individuale. Gli esseri umani sono molto abili ad evitare l'ansia, e lo fanno principalmente tramite ciò che i nostri colleghi psicoanalisti chiamano "negazione" - ovvero tenendo fuori dall'area della consapevolezza tutto ciò che potrebbe destare ansietà. E, naturalmente, gli allarmi riguardanti il deterioramento dell'ecosistema mondiale dovuto alle nostre attuali pratiche industriali suscita molta ansia. Così, ignoriamo tali allarmi, non prestando loro attenzione o dubitando della loro validità. E distruggiamo di conseguenza l'ambiente, che rende possibile la nostra vita."

Bruner spera che si possa evitare questo processo distruttivo anche quotidianamente, occupandosi delle questioni ambientali e mettendo in guardia le persone rispetto ai pericoli ci attendono. Ma Bruner sostiene soprattutto la necessità di una specie di Allarme Mondiale di allarme da farsi con una Conferenza sul futuro del nostro ecosistema a cui dovrebbero partecipare "leader mondiali (politici, scientifici, anche religiosi), per portare l'attenzione del mondo sui pericoli a lungo termine che ci aspettano - davanti al fatto che rischiamo di distruggere il nostro futuro e che dobbiamo cambiare le nostre strade." O magari con un “allarme da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità.”

Io però non sono del tutto convinta che questo metodo sia significativo visto che i metodi e le comunicazioni sono in mano a quei "signori neoliberisti" che probabilmente non amano far scoprire questi fatti.

Le multinazionali del petrolio per esempio non sono preoccupate se non del business.

Non a caso cucirsi addosso una immagine di sostenibilità premia le vendite.


12 commenti:

  1. @TUTTI
    Scusate oggi la formatazione del testo non mi viene...

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  2. ... e neppure le doppie ;)

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  3. L'ultimo articolo che linchi è veramente inquietante, almeno quanto risaputo. Inquietante quanto l'assurdità della chiusura delle persone di fronte ad argomenti come questo da te trattato: se al supermercato dici di non sprecare i sacchetti di plastica perché inquinanti ti guardano subito di sbieco. E giù a comprare bottiglie di plastica ed a insacchettare prodotti che hanno già di per se duo o tre imballaggi. Senza contare la nocività che hanno il 70% dei prodotti acquistati, tipo merendine, bibite, creme, e prodotti cosmetici in genere... È un a lunga lotta quotidiana.
    P.S.
    Hai "formatato" benissimo: la sostanza è quella che conta. E qui ce n'è in abbondanza.

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  4. Non si può mostrare di colpo una realtà completamente diversa a chi non l'ha mai percepita, non la vedrà.
    Bisogna farlo avvicinare gradualmente, fargli vedere prima quello che che è più simile a ciò che già conosce e poi lasciare che scopra da solo le cose più sostanziose. Poi quando avrà cominciato a vedere e capire sarà lui stesso che chiederà di saperne di più.
    Inoltre bisogna mettere in evidenza quello che tocca direttamente e con esempi chiari, basati su cose che ha già sperimentato o che può sperimentare facilmente.
    Infine è necessario tracciare una via d'uscita di massima, altrimenti la paura farà negare tutto, oppure farà pensare che non vale la pena lottare.

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  5. Vero che tutti hanno gli occhi chiusi e fingono che nulla accada, per loro ogni giorno è uguale, cambia niente se uccidono e feriscono 5000 libici, cambia niente se abbiamo un agosto che vent'anni fa era semplicemente inimmaginabile, ve lo ricordate il detto la prima acqua di agosto.....
    L'articolo mi piace molto, ma su una cosa non mi trovo d'accordo, IL PRIMO FATTORE, noi non viviamo affatto nel qui e ora, ma viviamo in un passato che non cìè più e progettiamo un futuro che non esisterà mai probabilmente, secondo me se le persone vivessero davvero alla giornata, cioè nel qui e ora, il mondo sarebbe molto differente.
    Ciao, alla prossima

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  6. @ROBY
    Lo so che la "gente" non ascolta, ma perchè è manipolata. Io dico di insistere. Insistere a dire quello che succede, a far aprire gli occhi.
    Ti giuro che qualcosa succede.
    Grazie per l'incoraggiamento...;)

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  7. @OBBIE
    Infatti occorre continuare a dire dire dire, spiegando in mdoo da adattarsi a chi ascolta.
    Ripeto, la manipolazione esiste.

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  8. @DIONISIO
    Ho letto sul tuo post la storia dell'infinesimo che ci stacca dal presente, ma è una sorta di gioco che alla fine porta alla medesima conclusione del HIC ET NUNC che è una posizione filosofica, e dimostra come l'altro mdoo, ch el'essere umano ha una VEDUTA CORTA.
    Nella veduta corta è impossibile valutare i VERI LIMITI (quella dei tempi di uso dei combustibili fossili e del loro impatto sull'ecosistema per esempio).
    Quindi caro Dionisio è solo una questione di TERMINI e non di sostanza.
    L'HIC ET NUNC che deriva dal greco εδώ και τώρα, è una posizione ben chiara nell'Antica Ellade e significa proprio L'ISTANTE e quindi la veduta corta.

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  9. DAL BLOG EFFETTO CASSANDRA
    Riporto un commento di un blogger che si occupa di divulgazione scientifica e che tratta dei MOTIVI DEL RIFIUTO DI GUARDARE COSA STA ACCADENDO AL CLIMA:

    1) La mente umana non è attrezzata per valutare cose che abbiano una dimensione temporale e spaziale molto più grande di quella quotidiana, per cui prestiamo molta più attenzione all'evento recente e circoscritto, che al quadro generale consentitoci dalle moderne tecnologie e conoscenze. Siamo attraezzati per rispondere a minacce vicine e immediate (predatori o eserciti invasori), non a minacce vaghe e mal definite nel tempo e nello spazio.

    2) Lo stesso limite si ha quando si tratta di pensare a delle soluzioni: non siamo molto bravi a fare previsioni di lungo periodo e non ci interessano molto progetti che vadano al di là dei prossimi anni (figuriamoci quelli al di là del nostro orizzonte di vita).

    3) Confondendo clima, evento che va al di là delle nostre percezioni, e meteo, evento usuale e quotidiano, ci sentiamo tutti esperti, per cui pensiamo di poter rimbeccare (ma anche appoggiare) chi lancia allarmi, citando la nostra esperienza individuale.

    4) Ci piace lo status quo, ogni allarme che lo minaccia viene accolto con fastidio, per cui tendiamo a enfatizzare e preferire le notizie che smentiscono l'allarme, consentendoci di vivere come siamo abituati a fare, rispetto a quello che lo confermano, che ci obbligano a fastidiosi cambiamenti.

    5) La buttiamo sempre in politica, per cui i discorsi sul cambiamento climatico, a molti sembrano l'ennesima resurrezione del "comunismo", un tentativo degli invidiosi di impedire a chi ha avuto successo di goderesi la vita.

    6) Siamo evolutivamente egoisti: l'evoluzione non ha plasmato il nostro comportamento perchè pensassimo alle generazioni future, ma per massimizzare qui e ora le nostre possibilità di riproduzione e allevamento della prole. Per questo gli unici discorsi sul cambiamento climatico che interessano, sono quelli legati a possibili catastrofi immediate, quelli astratti, generici e idealisti tipo "salvare il pianeta" o "pensare a chi verrà dopo di noi" ci lasciano emotivamente freddi.

    7) La memoria è molto breve e fallace: un cambiamento che avviene così lentamente è difficilissimo da percepire, ci si abitua pian piano al peggio e siamo convinti di vivere nella normalità. E' un po' lo stesso discorso con lo scempio del paesaggio: se un uomo degli anni '50 arrivasse improvvisamente nell'Italia di oggi, resterebb inorridito (e certo anche affascinato) da come sono cambiate le città italiane e la campagna fra loro...noi non ci facciamo più caso al brutto che avanza un passetto alla volta...

    8) Al contrario ognuno di noi ricorda, vagamente, magari esagerando, eventi meteo estremi, confrontabili con quelli attuali, così che il loro contenuto di eccezionalità diminuisce. Non avendo però misurazioni obbiettive di temperature, piovosità o durata degli eventi del passato, spesso ci sbagliamo nel confronto.

    9) Noi viviamo in una parte del mondo che ha un clima medio, non risente quindi ancora in modo plateale del cambiamento climatico (come l'Artico) ed è in grado di far fronte, per ora, ai cambiamenti con tecnologie. Questo dimunisce ulteriormente la nostra percezione del pericolo.

    10) Infine, non abbiamo tutti i torti ad essere così dubbiosi: i media lanciano messaggi contraddittori, mettendo sullo stesso piano 1000 climatologi allarmati e un ricercatore svitato (o pagato) rassicurante, e anche i climatologi talvolta ci mettono del loro, spesso tentando di "bucare il video" e mantenere l'attenzione, tendono a semplificare troppo e lanciano notizie catastrofiche, esagerate come vicinanza temporale. Quando queste non si verificano, crescono i dubbi.

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  10. E ANCORA DUE PUNTI:

    11) Il clima sembra essere un sistema planetario così complesso e gigantesco, dall'esulare dall'influenza uman. Questo ingenera due effetti curiosamente contraddittori: primo non si riesce a credere che l'umanità abbia veramente potuto influenzarlo, secondo se il clima è sballato non si riesce a credere che si possa fare qualcosa, ormai, per porvi rimedio. Punto di vista aggravato dal fatto che per agire sul clima bisogna accordarsi a livello nazionale e internazionale, cosa che genera ancora più scoraggiamento, sospetti e scuse per non fare nulla.

    12) Chi dovrebbe decidere in merito, ha un comportamento incredibilmente contraddittorio: caso emblematico Barak Obama, eletto al grido di "Fermiamo il cambiamento climatico", che una volta al potere, imprigionato dalla crisi economica e ricattato dalle lobby industriali, ha preso tutta una serie di decisioni, esattamente nella direzione opposta da quella annunciata. Come fanno i cittadini a credere che il cambiamento climatico sia un problema serio, di fronte a questi comportamenti?

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  11. Ciao Daniela,
    complimenti per il tuo blog, è molto interessante...
    Non sai quante volte in questi anni anche quando frequentavo il blog di Grillo, ho parlato di COSCIENZA COLLETTIVA!
    ;)

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  12. @ALBA
    ...pure io ma non mi VEDEVA nessuno...
    Mi ricordo che una volta scrissi dei dinosauri e della loro scomparsa sulla terra e solo una utente mi lesse e rispose suggerendomi il libro di Paul Hawken BLESSED UNREST. Ottimo suggerimento.
    Fatti viva di nuovo almeno saremo due di genere femminile...;)

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