martedì 30 agosto 2011

BERLINGUER E IL NEOLIBERISMO




Ogni tanto mi domando se la fine del comunismo e della socialdemocrazia, ed ora anche della democrazia sia stata programmata a tavolino. Se si guarda all'Obiettivo posto dalla Trilaterale nel 1975 direi di si; loro parlavano di eliminare un ostacolo alla economia e questo ostacolo era la Democrazia.
E con la sparizione dell’URSS la cosa è andata ancora meglio per loro.
I popoli delle cosiddette aree democratiche si sono visti togliere piano piano e subdolamente i diritti alla base della Democrazia: come avere una corretta istruzione, avere una corretta salute e avere un lavoro senza divenire schiavi. In Italia non si votano più le persone ma i partiti e quindi è stato raggiunto un altro traguardo a quell'obiettivo.
Si aggiunga la manipolazione mediatica e del marketing sopra questa popolazione sempre più ignorante e impaurita e si arriva alla sfiducia nella politica al non credere di poter cambiare nulla.
Quante volte si sente “Tanto è sempre successo così?”
Eppure la storia dimostra che si può, i popoli possono, a condizione che tale fiducia ci sia, ma è difficile instillare tale convincimento se manca la Cultura.
Il periodo degli anni settanta fu un periodo animato da forti discussioni (anche tragiche come quella delle Brigate Rosse) ma di sostanziale partecipazione del Popolo allo Stato democratico. I referendum sul divorzio e sull'aborto videro un popolo italiano moderno e laico e nel 1984 (anche grazie all'onda emotiva della morte di Berlinguer stesso) si vide il PCI primo partito d'Italia.
Pasolini, ultimo grande intellettuale italiano, si accorse fin da allora della manipolazione mediatica e dell’abbassamento del livello culturale e lo disse così bene che probabilmente fu ucciso per quel motivo e non certo perché fosse gay.
A luglio molti hanno riportato l’intervista di Enrico Berlinguer a “La Repubblica” del 28 luglio 1981.
Non sono nostalgica né complottista, ma guardo la realtà come si presenta.
In Italia non c’è più un partito come era il vecchio PCI, un partito di massa autonomo, dai poteri forti, che difenda i deboli e che non si faccia fregare dall'avvento dell’Europeismo sfrenato. Oggi la sinistra, l'opposizione non ha più quei valori e nemmeno una identità ben precisa. Gli ideali come valori comuni quali la passione verso la giustizia e l'uguaglianza sono svaniti, e proprio in un momento in cui i popoli, martoriati e ignoranti come non mai sono ancora più inconsapevoli della loro schiavitù, soprattutto schiavi di idoli futili come le nuove tecnologie che ci fanno solo credere di essere liberi.
In quella intervista Berlinguer parlava di DEBITO PUBBLICO e di INFLAZIONE, concetti distillati dai principi neoliberisti e atti a far crollare l'idea di Stato.
Anche Berlinguer aveva dei difetti, ma se fosse vissuto avrebbe sicuramente contrastato il neoliberismo. Probabilmente parlava di debito pubblico e di inflazione per questioni di realismo politico, che però lui sapeva coniugare con la difesa dei ceti popolari.
Nel 1979 il PCI votò contro il Sistema Monetario Europeo, embrione del futuro Euro.
E Berlinguer morì mentre stava lottando con tutte le sue forze contro il decreto del governo Craxi che tagliava la scala mobile.
I suoi successori non seppero proseguire quella lotta.
Non a caso è grazie agli pseudieredi di Berlinguer (Prodi?) che siamo arrivati alla nefasta moneta unica, eliminando dallo Stato la sovranità monetaria.
I dirigenti del PCI e della CGIL affrontarono divisi il referendum sulla scala mobile del 1985. Per questa ragione, oltre al fatto che i lavoratori autonomi erano stati messi contro quelli dipendenti tramite la manovra Visentini dell' Autunno 1984 (che forse Berlinguer avrebbe saputo affrontare in modo diverso) quel referendum fu perso di misura. Quel 1984 fu davvero cruciale, perché subito dopo la morte di Berlinguer il governo Craxi diede le concessioni televisive a Berlusconi.
Poi il PCI fece la fine che fece.
Il problema è che già nel 1984 tutto dipendeva troppo da una singola persona, e quando ci si riduce così è facile per il potere prevalere. E quella persona morì.
Da quasi trentanni si sente solo avversione ai partiti, ma si dovrebbe avversi alle degenerazioni dei partiti, perché i partiti erano stati concepiti come organizzazioni che i popoli in democrazia usavano per migliorare le condizioni dello Stato.
Con quella avversione creata ad arte, e con la noncuranza di chi in quei partiti militava, ecco che siamo arrivati al capolinea, all'avversione cieca alla non comprensione della importanza di avere organizzazioni di cittadini.
La democrazia non può esistere senza regole e senza organismi. Altrimenti c'è solo l' arbitrio del più potente. In Islanda possono fare quello che fanno perché sono soltanto 320000 abitanti concentrati in tre piccole città.
Ma qui in Italia, con quasi sessanta milioni di abitanti non è possibile fare la rivoluzione senza partiti. E si deve cominciare a pensare di farla, anche partendo da ognuno di noi, partendo dal non avere più paura, dall'uscire di casa e frequentare e cominciare a parlare tra cittadini.

16 commenti:

  1. Quanto era avanti! O forse quanto siamo andati indietro dopo!
    Grande la scelta della vignetta che pur, parlando di un periodo successivo, riporta istantaneamente a quel tempo.

    Concordo, i partiti, come erano prospettati nella costituzione, come sono stati nei primi anni della repubblica, erano una cosa buona; ora sono diventati comitati di affari, anzi del malaffare.
    Non so quanto effettivamente il PCI fosse diverso dagli altri, probabilmente allora lo era molto, ma aveva anch'esso in sé, già allora, il germe dell'affarismo che si sarebbe fatto sempre più strada nelle successive trasformazioni.
    Vedo difficile oggi risanare gli attuali partiti.
    L'unica soluzione mi pare sempre più la mia idea dell'estrazione casuale al posto delle elezioni. Si raddoppiano i parlamentari invece di dimezzarli, ma si abbassano i loro stipendi alla media degli stipendi di tutti gli italiani (dunque, se il problema fosse questo, ottenendo un risparmi maggiore della truffaldina proposta di dimezzarli), ma non vengono eletti, bensì estratti con le modalità dei campioni statistici utilizzati nei sondaggi (campioni che di solito sono di mille persone!). Quelle persone rappresenterebbero la popolazione italiana, non avrebbero (se non minimamente, qualcuno per caso) legami con centri di potere, avrebbero pregi e difetti degli italiani, prenderebbero le decisioni come farebbero tutti gli italiani insieme, se fosse tecnicamente possibile.
    Non sarebbero competenti è vero, almeno non tutti, ci sarebbero competenze diverse, ma si potrebbero appoggiare a tecnici che ci sono già e che sono (o dovrebbero e dovranno assolutamente) essere lì per concorso e per competenze specifiche. Loro, i parlamentari, devono principalmente prendere decisioni, prenderle nell'interesse degli italiani tutti e non di alcune categorie o di qualche organizzazione o di qualche singolo come avviene attualmente. Tutto qui.
    Mi pare l'unico modo per uscire dalle storture di questa oligarchia appoggiata da poteri impresentabili che si spaccia per democrazia.
    Democrazia è governo del popolo, di tutti, non di una fazione a discapito di altri (quando è sana) e poi di una fazione che ottiene il consenso truffaldinamente e fa gli interessi di pochi a discapito degli interessi della quasi totalità della popolazione, come avviene quando degenera.
    Se poi pensiamo che la popolazione tutta non è in grado di prendere le decisioni giuste, siamo proprio messi male ed in realtà siamo più ingenui di quanto potrebbe sembrare ingenua questa proposta. Quando si scelgono i programmi (ammesso che si facesse realmente così) non si stanno prendendo delle decisioni, ma in astratto ed in generale? Solo che poi non viene rispettata quella scelta e sono già concepiti per ingannare. Le decisioni da prendere non sono così complesse, se si hanno chiari i termini delle questioni (ed a chiarirle ci sarebbero studi commissionati ad esperti reali), il fatto è che oggi sono confuse ad arte per far passare il vantaggio di pochi.

    Certo è un sogno, non vedo come si potrebbe arrivare a ciò. Quando mai te lo faranno fare?
    Se anche tutti gli italiani fossero convinti della bontà di questo sistema, quale sarebbe la strada per arrivarci?
    Non lo so, ma mi pare un'obbiettivo auspicabile, pur con qualche miglioramento e raffinamento necessario.

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  2. @Obbie
    Anche io non vedo grandi possibilità con l'attuale classe politica se non uno:
    TIRARSI INDIETRO.
    E questo lo potrebbero fare anche utilizzando il metodo di chiamare alla politica TUTTA GENTE NUOVA.
    Sono certa che chi vuol fare politica dal basso lo voglia per sanare questo sistema non per diventarne parte.
    E' una caratteristica fondamentale.

    Ma per questo servono organizzazioni che perlomeno filtrino queste posizioni, non è possibile come l'Islanda anche perchè in Italia sono pochi coloro che stanno in rete e l'utilizzo di quel metodo escluderebbe tanti.

    Vorrei, sogno, che l'attuale sinistra si ricompattasse su questa IDEA DI PULIZIA, e di voglia di giustizia ed uguaglianza.

    Via tutti, via BERSANI, DIPIETRO, VENDOLA.
    Via i vecchi intesi come coloro che da sempre sono lì si a facce nuove che non sono Serracchiani o improbabili parenti dei succitati.

    Dentro il PD e dentro SEL e IDV credo ci siano già potenzialità per partire con il rinnovamento, basterebbe che i VECCHI facciano un passo indietro.

    Poi in tutta Italia dovrebbero partire le diverse sezioni o sedi a parlare con la gente, vedendo chi può e vuole fare qualcosa, dalla periferia fino al governo centrale.

    Una specie di guerra finita, un guardarsi negli occhi e desiderare IL MIGLIORAMENTO e non inutili e dispersive vendette.

    Giustizia sia fatta, ma non metodi illusori.

    E così dovrebbero fare anche in altre organizzazioni come quelle dei sindacati, degli artigiani, dsegli agricoltori, degli industriali, dei magistrati, dei funzionari pubblici.

    Dare forza alla ricerca e alla innovazione alle Università, e improntare il Futuro sulla sostenibilità delle scelte.

    Ma credo di star sognando.
    Tuttavia, vista la teoria degli anticorpi planetari, dico che nella cittadinanza c'è un grande bisogno di politica sennò perchè tutto quel seguito al giullare Grillo?
    Ah, concludo con il desiderio di un NUOVO LINGUAGGIO PUBBLICO.

    Sono stanca di parole improprie, inesattezze e volgarità.

    Lì ha ragione Moretti in PALOMBELLA ROSSA:

    Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!

    Coltivare espressioni positive SAREBBE UN BUON INIZIO.

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  3. Ciao ragazzi. Segnalo, purtroppo, che il sito di Barnard ed il suo canale youtube non sono più online. Conoscedolo è stata una sua scelta. Gli ho scritto una mail, se risponde vi farò sapere. Ma credo che non risponderà, era troppo arrabbiato...

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  4. Daniela sul tuo ultimo pensiero e la citazione di Moretti riguardo all'importanza delle parole... inizio a credere che siccome le parole e la cultura sono in mano alle "fondazioni" che finanziano gli istituti scolastici e le università, forse oggi le parole sono il male peggiore. Se il giudizio fosse basato sulle azioni e non sulle parole... hai già capito...

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  5. Il socialismo è un illusione, non è mai esistito, avete forse per caso visto politicanti o banchieri condurre una vita al vostro livello?

    La paura. Senza paure l’uomo è completamente libero, il contrario genera un uomo pieno di paure, che è lo schiavo perfetto. Avere paura di troppe cose ti fa sempre sperare, e chi spera non si muove, aspetta che dall’alto arrivi un cambiamento.

    Allora, come sempre io dico:”Perché partecipare ad un gioco sporco e truccato? Io passo e vi cedo le mie carte, giocate voi e divertitevi anche per me”. In bocca al lupo.

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  6. Smettete di illudervi e iniziate a mettere in atto un azione, piccola, ma quotidianamente ripetuta all'infinito, le cose non si cambiano in un batter d'occhio, ma piano piano, come loro stanno facendo con noi da diversi secoli(vedi nascita illuminati e industrializzazione che coincidono), leggete, leggete e leggete, ma leggete il mio post ultimo, ritornato dalle vacanze, parlo proprio di questo.

    http://fintatolleranza.blogspot.com/

    Ogni nostra singola azione quotidiana è stata studiata sin nei minimi particolari, sono le pecore pazze che spaventano questi delinquenti, il pazzo fa ciò che vuole, vive nel SUO MONDO non in quello che gli impongono....potrete leggere domani sul mio blog una storia vera che mi ha fatto piangere dalle risate, parla di un mulo e del suo sfruttamento estremo e del suo suicidio, SE io non conoscessi di persona i proprietari per primo non ci crederei, ma l'ha fatto veramente quello che domani scriverò!!!!!

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  7. @BONOBO
    Io invece credo molto nell'importanza delle parole perchè altrimenti quelle "fondazioni" non ne vorrebbero il dominio???
    Io credo a parlare bene una lingua perchè la comunicazione è difficle e il misunderstanding è dietro l'angolo, anche fatto artatamente ma c'è. Pensa all'uso truffaldino che ne fa il marketing o i politicanti da strapazzo o anche il tuo amico grullo...
    Le azioni dici tu.
    Quelle non servono se le parole manipolano, ecco perchè LE PAROLE SONO IMPORTANTI.
    Non siamo tanti a vedere la manipolazione e a cercare di starne lontano, ma esiste per troppo persone.
    E che mi dici di Berlinguer?

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  8. @DIONISIO
    Mi piacerebbe fare quello che dici tu, allontanarmi da questo sistema e vivere da lontano, e non nutrirlo più con il mio lavoro, ma così non posso.
    Io cerco e tanti come me fanno ugualmente di non farmi manipolare eccessivamente e mi rimane comunque la coscienza che so che lo stanno facendo.
    Nel mio piccolo cerco di lavorare per vivere e non il contrario, cerco di migliorare la mia nutrizione in modo da far fare meno chilometri al cibo e che questo sia sano, cerco e mangio poca carne e pesce per l'impatto ambientale che la loro produzione crea, utilizzo i contenitori riciclabili ecerco di essere sempre educata e gentile, cerco insomma di essere ETICA.
    Ma da sola spesso ottengo di essere non compresa e inoltre vivo in un sistema (come ci vivi anche tu anche se ai lati) che lascia poco al singolo, come dici tu.
    Leggerò volentieri la storia del mulo perchè mi ricorda la favola dell'asino e il pastore.
    Un pastore che pascolava un asinello, atterrito dalle grida dei ladri sopravvenienti, consigliò al paziente animale di fuggire. Forse -domandò l’asino- mi metteranno due basti? - Oh, no! - E allora che m’importa di cambiar padrone?
    Da qui la locuzione latina "In principatu commutando saepius nil, praeter domini nomen, mutant pauperes" che tradotta letteralmente, significa "nel cambiare il governo i poveri spesso non cambiano niente oltre al nome del padrone". (Fedro)
    Quindi come vedi ti do ragione ma non posso fare più di ciò che faccio. Accetto suggerimenti.

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  9. Leggere le parole di Berlinguer mi ha fatto quasi piangere per la commozione.
    L'altro articolo invece, quello sulla Trilaterale, spiega abbastanza bene l'intreccio potere/politica, ma forse ingenuamente lascia poco spazio al fatto che i veri padroni sono le élite economiche, e sono queste élite che frenano il vero sviluppo; ed io credo che Obama sia fortemente contrastato da loro perché, in fondo, abbia remato contro di esse. Sull'uso corretto delle parole sono completamente d'accordo con Daniela, infatti non si è vista nessuna azione buona a seguito di cattive parole, di discorsi fatti usando linguaggi poveri sia grammaticalmente che concettualmente, cioè il tipo di linguaggio usato oggi nella politica. La questione morale è più che mai aperta e presente, così come la volontà esplicita di chi potrebbe farlo a non risolverla. Probabilmente se si scegliessero i parlamentari con una estrazione casuale, come dice Obbie, ci sarebbe un miglioramento della situazione, ma rimarrebbe il problema della sovranità monetaria e delle lobby neoliberiste, problema risolvibile solo con una sollevazione popolare mondiale.

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  10. @Dioniso
    Hai perfettamente ragione nell'invitare ad 'uscire' dal sistema, esso si regge su di noi. Ma non vedo ancora il modo di poterlo fare realmente.
    Tu intanto inizi e fai bene. Io faccio quello che posso (poco in effetti), per ora.

    @Roby
    Il problema delle lobby non dovrebbe esserci, sarebbe il motivo principale per cui fare una cosa del genere, le lobby non potrebbero agire, dato che quelle persone non sarebbero loro espressione (come accade oggi). Potrebbero influenzarli dopo? Magari si, bisognerebbe pensare come evitare anche questo (si rimane in 'carica' solo un anno o due e si stà in completo isolamento?).
    Comunque sono solo sogni, rimane il problema che sarà impossibile arrivarci.
    Riguardo alla sollevazione non la ritengo una soluzione valida, alla fine prevalgono sempre i peggiori, nela caos che ne segue le cose risciano anche di peggiorare.

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  11. Certo Daniela, la mia era una divagazione filosofica. Resta il fatto che oggi essendo il popolino molto più ignorante di quanto si pesni, le parole ed i pifferai che le proferiscono, fanno molti più danni che altro.

    Su Berlinguer cosa devo dire, è stato forse l'ultimo della classe politica italiaan con una certa visuale del mondo.

    Purtroppo la storia poi ci ha consegnato a gente come napolitano che non a caso, come dall'articolo dell'intervista da te linkato era preoccupato dalle idee di Enrico.

    Napolitano...
    http://youtu.be/2StAKAlrU5k

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  12. @bonobo
    Napolitano era un "migliorista".
    Un seguace del neoliberismo come Prodi.
    Sennò lì non andava.
    E ben pensarci aveva più probabilità lui che Silvietto...

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  13. Il post è molto bello e interessante.
    Non citi però la marcia dei 40mila a Torino, quando per la prima volta gli impiegati si misero contro gli operai della Fiat in lotta: quell'episodio è considerato l'inizio del riflusso.
    Circa la rivoluzione senza partiti, ahimé, non mi trovi d'accordo. Tutte le rivoluzioni sono sempre state contro il sistema vigente e, dato che i partiti sono parte integrante del sistema, una rivoluzione per esistere deve per forza anche essere fuori e contro di loro.

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  14. @BASTIAN CONTRARIO
    Sai se dovessi ricordare TUTTE LE COSE SCHIFOSE a cui ho assistito (compresa la marcia dei 40000 colletti bianchi) avrei dovuto almeno scrivere un saggio e sono sicura che qualcuno l'ha fatto e decisamente meglio di me.
    Comunque hai fatto bene a ricordare quella marcia, l'inizio del RIFLUSSO (inteso come conato di vomito?).
    Vedi la questione della Rivoluzione ha due facce e sono sulla stessa medaglia: il SISTEMA.
    O cerchi da DENTRO o lo spacchi da FUORI.
    Ma da fuori significa anche CAOS, sopraffazioni, perdita di logica, di risorse e di vite umane.
    Hai visto che la FALSA rivoluzione inglese ha comunque causato perdite (e non ai ricchi ma al bistrattato pagatore di tasse del ceto medio) e anche perdite di vite umane e risorse ambientali.
    Era falsa quella specie di rivolta inglese per cui tutti hanno scherzato, ma se dovesse crescerne UNA VERA?
    Chi è disposto a morire per una causa?
    Povero il paese che necessita di EROI perchè significa che non ha persone di senso pratico e di intelligenza media (i geni non servono quasi mai).
    Le guerre civili sono le più esecrabili e nessuno le vuole.
    L'Islanda ha dimostrato che si può fare senza sangue, noi troviamo il modo ITALIANO id farlo.
    Sennò il precipizio è prossimo.

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  15. Condivido e sottoscrivo totalmente le tue ultime affermazioni @Daniela.
    A rigor di logica è corretto quello che dici @Bastian Contrario, ma non dobbiamo dimenticare quello che ci insegna la storia.

    Qualunque sia la strada italiana (o mondiale, a questo punto) non può prescindere da prese di coscienza collettive, da profondi cambiamenti dello stile di vita, dal lavorare insieme verso il bene comune della quasi totalità della popolazione. Quando si sarà diffusa questa consapevolezza, i pochi a cui conviene veramente lasciare le cose come sono, non potranno niente.
    Ma io sono sempre troppo ottimista.

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  16. Dobbiamo organizzare uno sciopero come si deve. E credo che tocchi a noi.

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