
Ieri è finito “Vieni via con me”.
Mi mancherà Saviano, e i suoi monologhi pieni di passione a favore della forza dell’individuo.
Perché Saviano, scrittore e a quanto pare buca-schermo, parla a ognuno di noi.
Saviano ti domanda: “Perché ti fai trattare così, perché non ti riprendi la dignità?”
Non è un tecnico. Grillo, ottimo comunicatore e quindi grande professionista tecnico, dichiara discutibile il fatto che sia stata Endemol a costruire il programma di Fazio e Saviano Endemol è una ditta che appartiene anche a Berlusconi, e di conseguenza Saviano con il suo successo televisivo ha aumentato il fatturato di Berlusconi.
Non credo ci fossero altre scelte, siamo già in dittatura mediatica, però dentro la malattia-dittatura ci sono i ribelli, gli anticorpi, i cavalli di troia. E Saviano lo è stato.
Ha detto cose con una passione e una dolcezza che ti costringevano a stare fermo davanti allo schermo. Ad ascoltare le brutture di un Paese falsamente diviso tra nord e sud, in realtà tristemente unito dalle Mafie.
E se non ha parlato di quanto male fanno gli inceneritori è perché non è un medico, altro tecnico.
Non è comunista. Non è di destra e non è di sinistra, è Saviano.
Vauro lo trova logorroico. Lo capisco. Vauro è un passionario comunista, ma è anche il re della sintesi nelle sue vignette.
Non tutto si può semplificare, quindi Saviano amplia e specifica e ti guarda negli occhi, chiedendoti conto della tua personale responsabilità.
Non è un giornalista puntuale come Travaglio. Non fa nomi e cognomi, lui va oltre, per dirla alla Grillo. Lui parla a ognuno di noi, il suo non è un monologo ma un dialogo con le nostre coscienze.
I nomi li fanno i giornalisti puntuali precisi e professionali e ironici come Travaglio.
Non è Pino Daniele. Io adoro la musica di Daniele. Da sempre. Io sono una strana settentrionale che da sempre ascolta la voce di Napoli, perché è una voce colta, dalla musica classica napoletana (Murolo in primis), al teatro (De Filippo) al cinema (Troisi), anche se non sempre capivo tutto, soprattutto Troisi. Pino Daniele ha detto una frase sgradevole, ha detto che se la camorra non ha ucciso Saviano è perché non lo ritiene abbastanza pericoloso. Io che non capisco nulla di scorte e di camorra (ma la subisco anche qui nel territorio dell’estremo nord dell’Italia) mi domando come potrebbe uccidere Saviano senza uccidere una scorta di sette carabinieri.
Perché Pino Daniele ha detto questo?
Non credo che sia invidia (altri l’hanno ben dimostrata l’invidia verso Saviano), penso che sia piuttosto per Daniele l’appartenere a una generazione diversa, forse troppo sconfitta, quasi senza speranze.
Giustamente Saviano che è partito da Falcone là ritorna, ricordando che gli eroi buoni a quanto pare sono solo quelli morti. Ammesso che lui si senta eroe.
Ma intanto ha parlato, ha dialogato, ed è quello il pericolo che intravede la camorra, il risveglio individuale, il farsi largo alla possibilità di un cambiamento, di una dignità vera, da cittadino europeo.
Non è chiaro cosa tutti si aspettassero dallo scrittore scortato Saviano, ma di sicuro ha avuto un effetto che secondo me sarà un effetto domino.
Auguri Saviano, giovane colto appassionato uomo.
Ti auguro sommamente di poter avere quanto prima diritto a vivere la tua vita in modo normale.
Senza scorta. Un cittadino italiano che svolge Bene il proprio lavoro per allontanare il Male.
Come tanti di noi.