venerdì 27 gennaio 2012

IL COLLASSO DELLA REALTA'




Oggi è la Giornata della memoria. Si dovrebbe, in questo giorno, meditare su quanti esclusi e isolati ci siano nel Pianeta (sovrappopolato), su quanti non sono considerati "esseri umani".
Per questo suggerisco a chi lo desiderasse di vedere la proposta dell'amico BONOBO.
Oggi ho fatto un post molto lungo, ma ritengo di contenuti importanti perchè derivano dall'ascolto di Tremonti e Dosi. Tremonti credo sia alquanto noto, Giovanni Dosi è docente di Politica economica alla Scuola di Sant'Anna di Pisa, nonché membro dell'Accademia dei Lincei. Parlavano entrambi della attuale crisi finanziaria ed economica ed entrambi prospettano soluzioni. Poichè è lungo, il post è stato diviso in capitoli, e, alla fine, le mie prime e rapide conclusioni. A me questo è servito molto. Ci sono molti link e consiglio di vederli separatamente dopo la lettura del post, per non distrarsi.

PREMESSA
Da oltre cent'anni, nei paesi occidentali della Rivoluzione Industriale e dell'Abbondanza Energetica, ci sono due testi che sono alla base del pensiero economico mainstream.
La ricchezza delle nazioni di Adam Smith e Il Capitale di Karl Marx.

GIOVANNI DOSI
Il prof. Dosi, che dice di voler uscire dal "pensiero unico" dell'economia che esamina la crisi e le possibilità di uscita dalla crisi sempre con una identica modalità, presenta un pensiero eretico per il debito pubblico italiano. Il pensiero eretico di Dosi è che stampare denaro non farebbe danni. Barnard l'aveva già detto (n.d.r.).
Default o no?
E' possibile non fare default?
Da una breve informazione sul debito pubblico italiano (120% del PIL): quasi il 60% è in mano agli italiani, il restante agli stranieri. Il 10% è in mano alle famiglie italiane in modo diretto (senza contare altri titoli pubblici e fondi di investimento). Poi, con un "conto della serva", suppone che il costo del debito sia il 5% sul lungo periodo (dice che è una visione ottimistica). Quindi durante ciascun anno, per non peggiorare la condizione debitoria italiana, l'Italia dovrà tirare fuori il 6% del PIL. Per pagare gli interessi e non fare aumentare il rapporto tra debito e PIL, si dovrà crescere un po' meno del 6% stesso. Per raggiungere questo "fantastico" risultato al 3% dell'inflazione si dovrebbe aggiungere un 3% di "crescita reale". Un FILM IRREALE, conclude Dosi.
Le quattro soluzioni.
La prima, quella di Monti (paghiamo gli interessi e un po' di debito) è la peggiore perchè con il PIL che decresce sarà un salasso continuo, una china greca. La Grecia è passata da un circa 120% reale (107 dichiarato falsamente dai greci) ad un 160% attuale ed un tasso di crescita da + 3% nel 2007 a - 5,5% attuale. Accanimento terapeutico per trasferire soldi alle banche tedesche e francesi poi tra tre mesi di ci sarà la stessa solfa. Sembra una strada per il default.
La seconda è quella del debito monetizzato e per buona parte assorbito dalla BCE. Dopotutto gli inglesi hanno un rapporto tra deficit e PIL dell'11% e a nessuno gliene frega niente, l'Italia ha tale rapporto appena sopra il 4% e tutti urlano, i mercati urlano, l'Europa urla. Una delle prime ragioni è che la BCE non è per Statuto un Garante e Prestatore di Ultima Istanza, non può presentarsi alle aste. Poi, levantinamente, compra sul mercato secondario, obtorto collo perchè ai tedeschi questo non piace, in genere votano contro nel board ma alla fine si compra, e negli ultimi sei mesi la BCE ha comprato più debito italiano rispetto alle emissioni. Se non ci fossero stati gli acquisti della BCE il nostro spread sarebbe andato alle stelle (cosa dobbiamo fare, ringraziare Draghi?).
In questa maniera levantina, imposta dai tedeschi, si impedisce l'impatto intero legato al fatto che la BCE non possa fare come una Banca Centrale (Garante Ultima Istanza) ovvero stampare moneta a favore degli Stati europei. E stampare moneta è brutto. Infatti in inglese si preferisce parlare di "quantitative easing" ovvero "facilitazione quantitativa".
Si crea inflazione se si stampa moneta? Dosi dice di no. Sfortunatamente non è vero. L'aumento di liquidità che c'è stato negli U.S.A. e in Europa - il buon Draghi ha emesso nella scorsa settimana mezzo trilione di euro - è una liquidità in euro che è stata data alle banche che poi l'hanno ridepositata alla BCE nonostante ci sia un interesse bassissimo (0,25%). Magari venisse l'inflazione che è un ottimo meccanismo per lavare via il debito, quello che hanno seguito tutti i paesi occidentali per uscire dal debito fin dagli anni settanta.
I tedeschi hanno la paranoia del 1923 (Weimar), ma sarebbe meglio che avessero la paranoia del 27 febbraio 1933, quando fu bruciato il Reichstag, sede del Parlamento tedesco, e risultato delle politiche deflattive di Heinrich Bruning, uguali a quelle che la Germania adesso vuole imporre agli altri paesi europei. La Germania non vuole questa soluzione (monetizzare), c'è una probabilità bassa che succeda, che invece sarebbe eccellente per la crisi greca e anche per l'Italia. Stampare moneta è la via di Obama, con i grandi prestiti della FED alle banche (per ora pare che vada tutto bene).
Qui, LEAP 2020 dicono di no, ma si sa che sono eurocentrici (n.d.r.)
Segue la soluzione tre, quella della Tassa Patrimoniale Mobiliare “da Cavallo” (15%). La ricchezza totale degli italiani rispetto al debito è oggi pari al 6,7 volte il PIL (qualche anno fa era pari a 7,4 volte, ciò significa che l'Italia sta mangiando ricchezza per finanziare i consumi). La ricchezza detenuta dagli italiani, persone fisiche e giuridiche sommate insieme, sarebbe circa il 60 - 70% in ricchezza immobiliare e per circa il 30% in ricchezza mobiliare (azioni, obbligazioni e titoli di stato). Tassare la ricchezza immobiliare è piuttosto complesso poiché servono le revisioni catastali. Non c'è tempo. Quindi è più facile tassare le ricchezze mobiliari del 15%, agendo con dovute soglie e attenzioni per chi ha risparmi di una vita, ben dichiarati nel tempo. In questo modo si ridurrebbe il rapporto debito con PIL all'85/90%, una quota ragionevole e pagabile. E a farlo sarebbero essenzialmente gli italiani ricchi, quelli che hanno accumulato ricchezza e anche invero contribuito al debito stesso, non pagando le tasse. Infatti la distribuzione dei redditi dichiarati dice che solo l'1% degli italiani ha un reddito superiore ai 200.000 euro, mentre con accertamenti indiretti, come la Banca d'Italia, si scopre che ci sono italiani con asset finanziari superiori ai 200.000 euro e che questi italiani sono il 25% della popolazione. Ci vuole un gran coraggio politico, perchè è una botta profonda, e non certo quelle patrimonialine ridicole viste sinora.
Poi c'è la quarta, il default controllato o meglio il ri-profiling (haircut o taglio di capelli).
Una parte del debito non sarà pagata, come sta negoziando la Grecia con gli investitori privati (il famoso haircut del 60% , ovvero il 40% sarebbe meglio di niente). Ma le banche non ci stanno perché, con la sofisticazione dei crediti finanziari (gli swap), ci si può assicurare contro il default della Grecia, magari così facendo si ottengono maggiori introiti finanziari, superiori al 40% che rimarrebbe dopo l'haircut. L'Italia potrebbe fare default, ovvero l'Italia ha una atomica buona e dovremo usarla, magari facendo un impegno chiaro che siamo disposti a fare il default in modo convincente (e poi non lo facciamo). La Grecia farà default perchè è un continuo trasferimento alle banche tedesche e francesi. Ci sono sicuramente ragioni strutturali grecche, ma è essenzialmente un problema delle banche tedesche e francesi. Quando i politici tedeschi dicono che non vogliono far pagare il debito dei lazzaroni greci ai cittadini tedeschi, dicono in realtà che non vogliono pagare le banche tedesche a cui andrebbero realmente i soldi dei contribuenti germanici. L'altra parte del debito sarebbe pagata con titoli a lunga scadenza eventualmente indicizzati sulla crescita reale dell'economia. Come ha fatto l'Argentina. Se l'economia argentina fosse cresciuta, sarebbe seguito un alto interesse sui titoli. Infatti adesso i titoli argentini rendono il 10%, mica male. L'Argentina cresce al 7% più un 3% di inflazione, tra l'altro sottostimata (l'Argentina ha sostituito di recente il presidente dell'Istituto di Statistica con uno che ha calcolato meglio l'inflazione reale). Un metodo che funziona. Naturalmente una operazione con protezione per i piccoli risparmiatori italiani (il 10% è detenuto dalle famiglie massimo, e anche un altro po' è detenuto da fondi, un paracadute si può provvedere per ripagare interamente al 15% del debito, l'Italia non è la Grecia che non riesce nemmeno a pagare i propri dipendenti a fine mese).
Prima conseguenza del default: non potremo più presentarci sui mercati finanziari per una generazione. Vero, ma non è un problema perchè noi italiani, al netto degli interessi abbiamo un avanzo primario (spendiamo meno di quanto incassiamo con le tasse n.d.r.), se non dovessimo pagare interessi potremmo non presentarci sui mercati finanziari anche adesso, e se dovessimo non presentarci sui mercati per una generazione i mercati finanziari si dimenticherebbero. Anche adesso, se l'Argentina dovesse ripresentarsi sui mercati, i soldi glieli darebbero, ma è la parte sana degli argentini che non vuole più andare sui mercati, se non in quantità omeopatica.
Seconda conseguenza del default: la nazionalizzazione di buona parte del sistema bancario. Significherebbe nazionalizzare, per un attimo, la parte buona cioè i depositi ed i prestiti delle banche, fino a rimettere le banche sul mercato, lasciando a bagnomaria gli azionisti e i banchieri.
Questa operazione e' stata fatta agli inizi degli anni novanta, da un governo di centro destra in Svezia, a seguito di operazioni fallimentari delle Banche su titoli sub prime. In tempi brevi lo Stato ha riprivatizzato, e con profitto. La stessa cosa fu fatta in Italia per il Banco Ambrosiano. Certo sarebbe un pesante haircut per i banchieri, ma non importa.
L'Italia sarebbe proprio una specie di atomica buona, perchè scatenerebbe reazioni a catena, subito in Francia per esempio. La Francia ha titoli di stato italiani pari al 20 % del suo PIL. Se noi nazionalizziamo le banche lo dovrebbe fare anche la Francia.
Duro da digerire politicamente, ma il default si dovrebbe addirittura farlo costretti dal senso di onnipotenza dei mercati che spingerebbero lo spread fino al 5% o al 7%, quindi i mercati andrebbero verso la loro autodistruzione, obbligando gli Stati a nazionalizzare le banche.
Questo sarebbe un evento positivo perchè riproporzionerebbe nel mondo occidentale la finanza a livelli di trenta anni fa, molto più sani degli attuali. Nel 1980 tutte le attività finanziarie valevano l'80% del PIL del mondo, nel 2007 valevano già il 4,2 volte il PIL.
LA FINANZA E' UNA METASTASI NEL CORPO DELL'ECONOMIA.
Un altro dato per comprendere meglio: il reddito nel 1980. Allora solo l'1 % della popolazione godeva del 10% del PIL, oggi l'1% gode del 20% del PIL mondiale, ovvero ha raddoppiato. Negli USA i profitti finanziari, rispetto al totale dei profitto, erano meno del 7% dopo la seconda guerra mondiale. Prima della crisi attuale erano al 40%, e adesso sono al 35%.
Un default italiano provocherebbe un severo DIMAGRIMENTO mondiale delle attività finanziarie, un regalo alle classi medie di tutto il mondo. Obama, che ama tanto i banchieri di Wall Street, per salvare banche e banchieri, dopo la Lehman Brothers, ha immesso nel mercato finanziario fino a 700 milioni di dollari, ma non potrebbe immetterne 10 volte tanto (7 trilioni) con il default italiano. Gli U.S.A. dovrebbero anche loro annegare un po' il loro sistema finanziario.
Infine una ultima considerazione: l'Italia non dovrebbe necessariamente uscire dall'Euro, visto che California non e' uscita dal dollaro nonostante il default. Schwarzenegger sta pagando i dipendenti pubblici con fogli di carta con su scritto "questo vale un dollaro".
Un default controllato, per ridimensionare l'aspetto finanziario che adesso domina il mondo globale. Il nostro riprofiling del debito indurrebbe lo stravolgimento del sistema finanziario degli altri paesi.
Fare bancarotta o riprofiling non è nemmeno una apocalisse visto che negli ultimi 200 anni l'hanno fatto tutti i paesi, eccetto l'Inghilterra, e dopo però, la crescita è stata solida.
Occorre coraggio per non chiudersi nel pensiero unico che dice che se cascano i banchieri caschiamo noi tutti; in realtà cascheranno solo i banchieri che vedranno distrutti i loro interessi. MA CHI SE NE FREGA.

GIULIO TREMONTI
Tremonti ha presentato da Fazio un suo libro che ha un nome sconcertante "Uscita di sicurezza". Dice di averlo scritto nell'agosto 2011, prima del crollo di Berlusconi. Tremonti era un uomo delle Istituzioni che avrebbe potuto fare, e infatti dice che gli argomenti trattati nel libro sono stati temi da lui ripetuti ovunque, ma inascoltati. I poteri finanziari che attualmente dominano il globo, non gli hanno mai permesso di renderli attivi sotto forma di provvedimenti. Senza contare che era con al governo con una mezza cartuccia, che governava un Titanic, mentre Giulio preferisce l'Arca.
Tremonti insomma scrive un libro interessante, partendo dalle analisi dei citati Adam Smith e Karl Marx, che secondo lui sono scomparsi alla comparsa della globalizzazione, della rete e di nuove tecnologie e ideologie.
Fino a quel momento la ricchezza serviva le Nazioni, poi le Nazioni hanno servito la ricchezza e infine la ricchezza mangerà se stessa autodistruggendosi. Il Capitale si basava sul conflitto capitale/lavoro, e nel Capitale, il capitale marginale (i soldi che girano) è diventato il capitale dominante, perchè domina le produzioni, le banche vere, il lavoro, i popoli e le Nazioni. domina tutto fino a che non si autodistruggerà. La nuova ricchezza è basata sulla rete immateriale e questo ha stravolto il senso del Capitale che si basava sulla realtà fisica (i capi di bestiame): adesso il capitale è un algoritmo incomprensibile e imprevedibile, che scorre velocissimo sulla rete.
L'uscita di sicurezza di Monti è di dividere l'economia produttiva dalla economia speculativa, che è la base del pensiero di Roosevelt del New Deal, del primo dopoguerra, che servì a battere il nazismo, e che separava la banca che presta i soldi alle persone e alle imprese da chi speculava. Chi specula deve pagare i propri errori che non possono essere sopportati dai popoli o dai governi.
La soluzione di Tremonti è VIETARE I DERIVATI, ovvero gli SWAP (le scommesse).
Nel 1933 fu separata l'attività speculativa (crolli di Wall Street) delle banche dall'attività di prestito e deposito, ma questo finì negli anni novanta, sostituito dalla regola delle speculazioni.
Il Congresso americano ha stampato (marzo 2011) un rapporto con le conclusioni della Commissione Angelides sulla crisi, su cosa l'ha prodotta e su cosa non è stato fatto, e nel libro si trovano le varie ammonizioni (documenti) che Tremonti disse nei vari summit.
Il blocco di potere dominante è stato però dalla parte della speculazione che ha buttato un mare di tossine finanziarie nelle banche, sfiancando i conti pubblici e solo gli Stati che potevano emettere moneta potevano difendersi, ovvero ricreare credito (stampando moneta - chi poteva - e salvando le banche senza condizioni). Tuttavia è una tecnica che non porta a nulla, occorre ritornare all'idea di Roosevelt, della divisione tra produzione e speculazione per chiudere con il dominio della finanza. Perchè alla fine tutta quella massa monetaria dove si gira, dove andrà, sulla Luna?
Così non potrà durare e pagheranno i popoli. Tuttavia per Tremonti l'Italia rimarrà nell'euro.
Anche Tremonti prospetta 4 scenari.
Il primo è il caos come il 1914, a cui seguì la prima guerra mondiale.
Il secondo è una divisione politica europea tra chi ha l'euro (e rimangono Stati) e chi sarà dominato dal FMI (perdendo la sovranità).
Il terzo scenario vede l'unificazione europea spinta, con maggiore solidità economica con gli eurobond (nel 1996 fu una idea di un politico francese) e su cui l'Italia insiste dal 2003. La Germania pensa di poter andare avanti a prescindere dagli altri paesi europei, ma quando il fuoco lambirà qualche birreria si ricorderà che il 60% delle esportazioni tedesche sono in Europa. La Germania non è solo egoismo e paura (Weimar) è anche cultura e serve una visione comune europea.
L'ultimo scenario è quello della Tobintax che Tremonti non vede di buon occhio, sostenendo che con quella tassazione si farebbero solo far andare su lidi migliori gli investimenti finanziari. Non si deve tassare i derivati, ma vietarli.
Tremonti dice da tempo queste cose, le ha dette persino nei vertici, nella Scuola del Partito Comunista Cinese.
Di fronte a un tale blocco di potere la dimensione del fenomeno è non solo europea, ma globale e quindi l'Italia da sola non farebbe nulla. Ricorda che l'avanzo primario è stata una sua conquista e che con lui lo spread era al 120/140.

CONCLUSIONI
Dosi (non liberista) e Tremonti (liberista) dicono la stessa cosa: la finanza ha mangiato la REALTÀ FISICA (quella che comanda con le Leggi della Termodinamica) provocando una crisi senza precedenti, e dunque occorre riequilibrare l'Economia all'Ecologia e all'Energia..
Occorre STABILITA' oppure, come si dice nei sistemi complessi, OMEOSTASI.
Solo che Dosi vede nell'Italia una "atomica buona", mentre Tremonti vede ancora la strada europea come migliore ipotesi, concordando con quanto dice Monti. Germania permettendo. Perché lì sta il problema dell'Europa.

La Germania sta guardando agli europei come se tutti fossero "greci lazzaroni", e dall'alto della sua presunta perfezione sta trascinando l'Europa alla rottura, magari con un livello di caos da 1914.

lunedì 23 gennaio 2012

LA SOLUZIONE MONTI


 
Siccome ritengo di dovermi anche occupare di cosa stiano pensando, decidendo e meditando i Grandi Pensatori di Economia, mi imbatto spesso in argomentazioni anche intelligenti, ma mai seriamente interferite con l'aspetto REALE della FISICITA' del Pianeta Terra.

Ovvero l'esaurimento e la dissipazione delle risorse naturali da cui tutto dipende, anche la loro stessa fottuta economia, i loro debiti finanziari, le loro connessioni telefoniche e informatiche.

Spesso, messi al muro, dicono che SE NE DEVE OCCUPARE LA POLITICA, per poi immergersi nuovamente in grafici e previsioni da palle di vetro.

E' un limite di chi ha una formazione solo economica: dimenticano dove vivono (L'AMBIENTE) pur rendendosi conto che l'economia proviene dall'input delle risorse naturali, ma non riescono a capirne l'aspetto "termodinamico" ovvero, per esempio, se conviene o meno estrarre ancora petrolio o gas naturale o costruire un petrolio finto spendendo e inquinando di più, senza badare al controllo del bilancio (passivo o attivo?) di queste scelte. L'EROEI.

Adesso la politica è al suo punto più basso: Lega ridicola, Grillo che urla, IDV e Vendola schierati a sinistra e il resto nascosto dietro alla SOLUZIONE MONTI con continue occhiate alle previsioni di presunta vittoria elettorale se casomai ci fossero le elezioni. In mezzo noi, "gente comune" a non capire, disinformati, rappresi in una ragnatela di eccesso di informazioni (ovvero zero informazioni).

La SOLUZIONE MONTI è la SOLUZIONE TECNICA, ovvero l'ultimo baluardo del B.A.U., perchè la tecnica non può andare oltre le soluzioni meramente tecniche (strumenti tecnologici, leggi, atti, regolamenti, innovazioni tecniche), ma tutto ciò è impossibile che duri e che riesca nel suo intento.

Monti potrebbe anche salvare l'Italia, come sistema paese, ma dubito che salverà tutti gli italiani, anzi.
I problemi tecnici non possono risolvere i problemi sociali o etici.
Dovrebbe farlo la POLITICA.

Che invece è diventata un rumore di fondo della crisi economico finanziaria.

Durban era politica.

Anche in Europa sanno che il B.A.U. non va bene, ci sono molti documenti provenienti dalla Agenzia Europea per l'Ambiente che lo dicono, anche se poi valgono solo come opinione degli autori (mai un italiano tra loro, siamo impegnati in altro evidentemente).

In tutto il Mondo sono impegnati in altro.

Negli U.S.A. sono impegnati in una campagna politica dove vengono dette sciocchezze che nemmeno la Lega più becera e gretta riuscirebbe a enucleare, e lì sono ricchi ma si lamentano della crisi (come noi europei) e intanto vivono bene, mica sono alla fame.

La Cina, il paese di Mezzo, un tempo capace di raccontare storie di profonda umanità e comprensione del creato, oggi è una macchina che si mangia tutto e ibridizza tutto, un pac man che tra breve uscirà dai confini per sopravvivere. Un popolo che si allarga orizzontale, senza profondità. Una macchia d'olio. Dove già mangiano rettili scorpioni e bacarozzi.

Io spero di morire prima della conquista cinese, in quanto morendo avrò la certezza di sfuggire a questo vuoto della politica, dell'etica e della ragione. E ai serpenti, scorpioni e bacarozzi fritti.

Sembra che noi umani vogliamo la nostra estinzione e anche in un modo doloroso. Servirebbero grosse coercizioni normative concordate a livello globale e informare che i ricchi (i Paesi ricchi) dovranno rinunciare a qualche "presunta conquista". Non si può fermare il riscaldamento globale, l'inquinamento e l'eccesso demografico mantenendo fermi i vantaggi di aver mangiato risorse più del dovuto.

Agli economisti ricordo che spostare "geograficamente" il problema (riduzione di costi di maniodopera per esempio) è una solenne sciocchezza: siamo tutti nella stessa stanza, respiriamo la stessa aria e beviamo la stessa acqua.

Un fumetto degli anni ottanta mostrava noi umani come una sperimentazione "virtuale" di alieni superintelligenti. Gli stessi alieni dopo averci visto all'opera han deciso che l'esperimento era fallito.
Il fumetto si conludeva su un umano che diceva meravigliato:
"Oddio le stelle si stanno spegnendo...".

mercoledì 18 gennaio 2012

FLESSIBILITA'



Ultimamente è una parola molto utilizzata. Giornalisti e soprattutto politici e sindacalisti.
Per il ministro Fornero "non è un tabù", per il ministro Passera "deve essere migliorata la flessibilità in entrata, e resa più logica la flessibilità in uscita". Per Emma Marcegaglia l'articolo 18 è una "anomalia italiana". Per Susanna Camusso di flessibilità "ce ne vuole di meno".
Tutti a parlarne.

IN UNA SOLA DIREZIONE PERO'.
Tutti intendono la flessibilità solo per i datori di lavoro, non per il lavoratore.

Il caso del manager inglese licenziato perchè su Linked'in aveva aggiornato il suo curriculum per cercare nuove opportunità di lavoro è esemplare. E lui era dentro il sistema perchè avrebbe fatto firmare a centinaia di dipendenti documenti in cui si dichiarava la contrarietà di questi comportamenti.

Il datore di lavoro pretende la fedeltà del lavoratore, magari solo per cinque mesi di sostituzione di maternità a stipendio ricicolo, ma non ne offre.

Le aziende (la flessibilità è la scusa per dire che i giovani non trovano lavoro, intanto però si alza il tetto per andare in pensione, un controsenso) devono avere la garanzia della flessibilità, al lavoratore rimane la flessibilità estrema di quando è licenziato: adesso è liberissimo di cercare lavoro.

O la flessibilità è bidirezionale oppure non ce n'è per nessuno.

La fedeltà ha un prezzo, persino nella malavita (!).

Nei periodi di crisi (quelli nati dagli anni sessanta in poi, hanno pronunciato la parola "crisi" prima di "mamma"), c'è stata una inquietante alternanza di parole con due soli tipi di desinenze:
capitalismoproduttività
consumismo
competitività
liberismo
e adesso flessibilità.

Si rimane in attesa della prossima desinenza in "ismo": schiavismo.

Si sospetta un futuro cambio di desinenza in "zione": tipo "vessazione" o "prostituzione".

Di sicuro è scomparsa una parola insista nel Lavoro: la dignità.

In un sistema socioeconomico che ha peggiorato i rapporti lavorativi (ma anche quelli umani) si diventa NUMERI e nemmeno tanto importanti. Scomparso un NUMERO, questo è immediatamente sostituito da un altro numero, possibilmente meno esigente.

Ma c'è il contrappasso: siamo al Regno della INCOMPETENZA E DELLA SUPERFICIALITA'.

Si paga tutto, la Fedeltà come la Competenza e non si può chiedere a un NUMERO di essere competente.

Qualsiasi sia la retribuzione del NUMERO.

Che può essere un comandante di nave da crociera o un ministro di un governo nazionale.

Essere numeri svilisce la dignità, riduce la capacità decisionale, porta molti a diventare "furbetti" e distratti e soprattutto riduce il vero patrimonio dell'essere umano: la flessibilità del cervello.

domenica 15 gennaio 2012

TESTE PARZIALI


"Per testa parziale intendo la testa di quelli che si occupano dei soldi. Non dell'agricoltura o del commercio o dell'industria o dell'edilizia o di quello che volete voi, ma dei soldi in sé. Del denaro in quanto tale, capiscono o intuiscono tutto, ora per ora, minuto per minuto. Lo conoscono come se stessi, sanno come il denaro ha pisciato, come ha cacato, come ha mangiato, come ha dormito, come si è svegliato al matino, le sue giornate bone e le sue giornate tinte, quando vuole figliare, cioè produrre altro denaro, quando gli vengono le manie suicide, quando vuole restare sterile, perfino macari quando vuole farsi una chiavata senza conseguenze. In parole ancora più povere, quando il denaro si impennerà o quando andrà in caduta libera, come dicono quelli del telegiornale che si occupano di queste cose. Queste teste parziali si chiamano in genere, maghi della finanza, grandi banchieri, grandi operatori, grandi speculatori. La loro testa però funziona solo in quel verso, per il resto sono sprovveduti, goffi, limitati, primitivi, perfino assolutamente stronzi, ma ingenui mai".
A. Camilleri - L'odore della notte

Chi parla di economia non parla di ecologia, spesso chi parla di ecologia rifiuta di capire l'economia e spesso si dimenticano che tutto funziona perchè c'è l'ENERGIA.
L'ostinazione di chi "comanda e dirige" nell'attuare questa strategia porta da una parte a creare crisi sistemiche sempre più incontrollabili (eppure abbiamo già tutta la conoscenza e la tecnologia per superarle e fare switch) e dall'altra la crescita di paure egoistiche nella popolazione ricca del pianeta che si chiude a riccio sui social network o sulla rete, chiedendo a questi device che tempo faccia, senza mai eseguire l'unica azione valida per conoscere il tempo ovvero guardare fuori dalla finestra.
L'eccesso di informazioni porta a zero informazioni e a una stanchezza senza pari che riduce le risorse energetiche personali per affrontare le giornate a venire.
Occorre RIDURRE non ampliare, occorre CONCENTRARE non sparpagliare in mille rivoli sconosciuti.

MA SI DEVE FARLO IN UN'OTTICA SISTEMICA.

Non si può e non si deve parzializzare le conoscenze, si deve mettere a sistema ciò che si conosce e si scopre, con lo studio e l'approfondimento personale.
Nessuno può e deve sentirsi superiore a nessuno, se lavora per mettere a sistema le conoscenze, gli apporti singoli diventano meraviglie esponenziali nel mare oceano della conoscenza.
Anche fare le domande GIUSTE è importante.
Anche farle in modo PARADOSSALE serve, si arriva alla falsificazione e si esclude una via sbagliata.
Olbers rispose alla domanda PERCHÉ DI NOTTE IL CIELO E' BUIO? e scoprì che l'Universo ha una età FINITA (o perlomeno le stelle e le galassie che l'Universo ha dentro di sé).
L'età dell'universo è d tredici miliardi di anni. La Terra SOLO 4,5.
Noi molto, ma veramente molto meno.
E solo con una coesione delle conoscenze, eliminando egoismi che sono solo forme di energia dissipata, che si potrà TRANSITARE in un mondo più equilibrato.

Fermi disse che non si poteva arrestare il progresso della conoscenza (unica cosa di cui vedo la crescita esponenziale e positiva) e che l'ignoranza non è mai migliore della conoscenza.

lunedì 9 gennaio 2012

Liberiamoci dalla dittatura dei mercati



Caro Mario (caro nel senso del caro mi costi),
sono tra coloro che ha gioito quando lei ha sostituito il suo predecessore ed ho aspettato speranzoso i suoi provvedimenti senza lasciarmi spaventare più di tanto dai sui collegamenti con il mondo bancario.
I suoi provvedimenti non mi sono sembrati così innovativi, né molto diversi da quelli del governo precedente, salvo alcune misure che sembrano puntare realmente all'individuazione dell'evasione, poi ci sono altre misure che sono in arrivo che sembrano interessanti, soprattutto quelle che sembrano voler combattere i privilegi di pochi attualmente sulle spalle di tutti; insomma non mi esprimo ancora con un giudizio negativo, sebbene, per ora, sia assolutamente vero che continuino a pagare sempre gli stessi e che le misure prese finora per allargare il bacino dei paganti siano carezzine, mentre le misure che coinvolgono la stragrande maggioranza di dipendenti e pensionati che ha sempre pagato siano veramente pesanti.
Io sono anche tra coloro che non crede che il debito sia cosa buona, né per i paesi che hanno possibilità di stampare moneta liberamente (aumentando l'inflazione, dunque facendo correre il prezzo delle merci e servizi molto più velocemente degli stipendi e dunque gravando comunque sempre sugli stessi), né per i paesi che, come il nostro, non hanno più questa facoltà.
Sono convinto dunque che il debito non vada aumentato (dunque che si debba raggiungere il pareggio di bilancio) ed anzi che si debba trovare il modo di andare verso l'estinzione di questo debito, magari impiegandoci 50 anni, ma l'obiettivo dovrebbe essere quello, perché con il debito non facciamo altro che regalare denaro sudato a chi semplicemente si ritrovava denaro in più (magari di provenienza meno nobile) ed ha avuto la possibilità di prestarlo allo Stato. Dunque concordiamo anche sul giudizio verso il debito. Credo che il nostro debito abbia un'origine particolarmente negativa dato che è stato creato da politici poco capaci e senza scrupoli che hanno speso non per migliorare il paese, ma per guadagnare il consenso, creando posti inutili a gruppi di persone che garantivano pacchetti di voti, spendendo molto più del dovuto per le opere pubbliche (avendo, per così dire, un ritorno), favorendo in vari modi amici ed amici degli amici. Il debito, creato soprattutto negli anni 80, ha fatto percepire la situazione italiana migliore di quella che era, chiedendo però a chi veniva dopo, cioè a noi ed ai nostri figli e nipoti, di pagare (e con gli interessi!) il benessere di allora.
Insomma penso tutto il male possibile del debito, ma se c'è un momento in cui non ci si dovrebbe preoccupare troppo di esso è proprio questo. È proprio quando c'è una situazione economicamente difficile come quella attuale che si dovrebbe essere un po' meno attenti ai conti ed un po' più al creare le condizioni per la ripresa del paese, è proprio in questi momenti che per aiutare chi è in difficoltà si dovrebbe anche accettare di spendere più di quello che si raccoglie con le tasse. Anche questo poi andrebbe fatto con occhio lungimirante, finanziando ciò che ha ritorni sotto più punti di vista, come mettere in sicurezza il territorio, investire in ricerca, nella scuola, in fonti di energia alternative, evitando di replicare gli errori del passato con le elargizioni di soldi pubblici ai soliti potentati.
Certo avevamo il problema della crescita degli interessi sul debito, del collocamento di nuovi BTP, ma mi chiedo se veramente dobbiamo sottostare così alle 'regole' del mercato. Veramente uno Stato non può fare niente (se vuole ovviamente) per sottrarsi a tutto ciò?
A me, da profano totale di economia, vengono in mente diverse soluzioni, possibile che a professori in materia quali siete voi non vengano in mente?
Provo ad esporne un paio.
Il rischio del default di uno Stato mi pare molto remoto, mi pare una questione tutta finanziaria, non di economia reale, certo che se uno Stato non ha la possibilità di rifinanziare il proprio debito, effettivamente non ha in cassa quanto necessario e la situazione precipita. Ma siamo certi che la stessa finanza che riesce ad inventare per se strumenti tanto inverosimili, non potrebbe per una volta fare, invece, qualcosa di utile alla società? Perché questi BTP dobbiamo per forza venderli a prezzo di mercato? Non si potrebbe fissare un tetto massimo ragionevole (ad esempio 5%) e poi, se non si riescono a collocare al di sotto di quel livello, semplicemente non si vendono sul mercato, ma in casa? Si attribuiscono semplicemente a chi ha liquidità superiore ad un certo livello (diciamo 10.000 €) esattamente a quel 5% che non si vuole superare. Non vedo controindicazioni reali. Se qualcuno ha una liquidità sul proprio conto superiore ad un certo livello, diciamo a 10.000 euro, non ha necessità impellente di quel denaro, inoltre stiamo parlando di trasformare automaticamente in BTP una percentuale piccolissima di questa liquidità, forse inferiore all'1%. Quelli non sarebbero soldi dati per sempre, come quando ci vengono aumentate le tasse, ma si potrebbero vedere (e sono a tutti gli effetti) un investimento molto remunerativo, ad un tasso molto superiore a quello che può rendere quel denaro rimanendo fermo sul conto. Inoltre sarebbe un investimento assolutamente sicuro, perché con questo meccanismo lo Stato non sarebbe soggetto all'aleatorietà del mercato e dunque non potrebbe mai fallire. Inoltre ancora, una misura del genere, credo, rimarrebbe sulla carta piuttosto che essere messa in pratica realmente, perché nel momento in cui venisse fatta una normativa di questo tipo, sono certo che non si supererebbe più quel 5%, dato che il mercato sarebbe rassicurato dall'impossibilità del fallimento e ci ritroveremmo invece che il 5% qualcosa di molto vicino a quel 2% di paesi che appaiono lontani dal rischio di default.
Mettiamo invece che la misura debba essere messa in pratica realmente e proviamo ad immaginare lo scenario peggiore possibile: nel tentativo di collocamento sul mercato si continua superare il 5% e quindi a collocare forzosamente nei conti degli italiani. Intanto non sono del tutto convinto che questo sia negativo, non sono del tutto convinto che sia meglio pagare gli interessi ad investitori prevalentemente esteri come avviene attualmente invece che interni al nostro paese. Comunque immaginiamo che si arrivi a livelli tali per cui le percentuali inizino a farsi sentire e manchi liquidità sul mercato (in altre parole che cittadini che avrebbero bisogno di quel denaro non possano spenderlo perché forzosamente investito in BTP), lo Stato non potrebbe permettere che si possa anche pagare con quei BTP? Cosa avrebbero in meno del denaro comune? Assolutamente nulla, l'uno e l'altro sono garantiti dallo Stato. Avrebbero semmai qualcosa in più, infatti a differenza del denaro comune essi si rivaluterebbero nel tempo.
Insomma mi pare che per i cittadini ci sarebbero solo benefici (e molti) e la politica potrebbe occuparsi di migliorare la vita dei cittadini invece che occuparsi, come fa ormai da molti anni, solo di economia, o meglio di dove prelevare i soldi per andare avanti.
Saprebbe dirmi perché non vengono attuate misure di questo tipo, invece di quelle attuali punitive verso la stragrande maggioranza della popolazione che non ha alcuna colpa della situazione attuale?
(...A parte ovviamente l'essersi fatta governare da chi l'ha fatto finora, ammesso e non concesso che avesse realmente la possibilità di scegliere.)
A meno che invece, lo dico così tanto per dire, come ipotesi limite, questi investitori che ottengono attualmente il 7% e non si accontentano e chiedono di più e vogliono anche affamare il paese, sia in realtà qualcosa di diverso da quello che ci viene riferito normalmente, che non siano singoli, banche, fondi ecc. ma uno spauracchio maneggiato abilmente per spremere ulteriormente popolazioni già spremute oltre il lecito.

giovedì 5 gennaio 2012

BAU CIAU





B.A.U.. business as usual. Addio.

Se i politici europei e non solo seguissero questo semplice principio saremmo già a buon punto della strada per la decrescita. Che non vuol dire "recessione" ma solo uso realistico dell'energia e della materia di un sistema FINITO quale è il Pianeta Terra.

Altri pianeti simili alla Terra non se ne vedono se non alla prossima distanza di sei milioni di anni luce che, oltre a essere una distanza INSUPERABILE con le nostre attuali conoscenze in tema di energia (siamo andati sulla Luna che dista BEN 1.28 SECONDI di tempo luce...e con il fossile!) forse ci porta su un Pianeta non così abitabile.

L'Economia con tutte le sue parole che ci hanno invaso la vita nell'anno 2011 per addestrarci al 2012 (spread, bund, speculazione finanziaria, derivati, debito pubblico, sovranità monetaria ecc.) è SOLO UN sottosistema di un sistema finito e NON può crescere all'infinito: è una legge fisica.

L'Economia usa e sfrutta le risorse naturali (il suolo, scavandolo per estrarre minerali e fossili e costruendoci sopra desertificandolo e riducendo la sua capacità di darci alimenti, l'aria che è satura di gas serra e ci porterà a un punto di ebollizione non proprio propizio, l'acqua che è inquinata e con sempre meno pesci) e dalla rivoluzione industriale la percentuale di sfruttamento è divenuta esponenziale con la conseguente possibilità di migliori condizioni di vita e un aumento vertiginoso della popolazione mondiale (dal 1960, anno del baby boom, ad ora il numero è più che raddoppiato e ricordo che per raggiungere i 2 miliardi l'Umanità ci aveva messo millenni).

Le leggi della termodinamica che regolano questo Pianeta parlano di dissipazione delle risorse a causa dello sfruttamento e quindi inquinamento e rifiuti che di sicuro rendono la vita meno agevole. Il flusso della materia e dell'energia purtroppo si ferma a uno stadio "non gradevole" ovvero si DEGRADA e occupa spazio sul pianeta. L'UNICA RISPOSTA ammissibile è un uso SOSTENIBILE (cioè all'interno della capacità rigenerativa di un sistema) delle risorse, RISPOSTE che possono essere date IN PRIMIS DALLA POLITICA.

Prevenzione del degrado e dell'inquinamento, riduzione dello sfruttamento di risorse finite è SOSTENIBILITA'.

L'autoregolazione o omeostasi è tipica di un sistema complesso come la Terra, e sta già avvenendo, anche a causa della crisi economica (sottosistema). Sono aumentati del 20% gli acquisti di prodotti alimentari a chilometri zero e grazie a stili di vita più attenti agli usi energetici nonché alla crescita esponenziale delle rinnovabili c'è stata una contrazione della domanda termoelettrica del 7,1%. Il risultato è un -6% di consumi di gas con conseguente contrazione di emissioni di gas serra (anche se non misurabili).

La vecchia politica però è ancora legata a mezzi di comunicazione e di interpretazione della realtà stupidamente ciechi al "nuovo" che non solo avanza ma è decisamente già seduto sulla nostra testa. Un Calderoli che attacca Monti su una festa di fine anno avvenuta correttamente in una residenza ufficiale del presidente del Consiglio protempore. E non molla nonostante l'ironica risposta di un Monti che ci sta facendo diventare un po' tutti "britannici".

"In un giorno solo Cortina e Cotechinoelenticchie descrivono l'Italia come potrebbe essere" (Stefanio Menichini, direttore di Europa) e che adesso non sono più. La fine dei cinepanettoni ha dato il là a un cambiamento che era palesemente da farsi per tutti i cittadini (o la maggioranza di quelli che non dormono): basta buffoni e basta sgherri dei buffoni*.

*Per i i distratti "celtici" (pare che i Celti avessero un rapporto corretto e virtuoso con la Natura, dunque sono bel lontani dall'ideologia leghista), si ricorda che, mentre Calderoli agitava il cappio in Parlamento contro i corrotti, il suo capo Bossi accoglieva con somma gioia una tangente di 200 milioni di Lire dall'Enimont. Scoperto e processato, l'onesto (Tremonti dixit) Bossi veniva condannato ad 8 mesi di carcere. Ciò non ha impedito attacchi a quotidiani a Berlusconi fino al 1999, ovvero quando B. ha dato alla Lega (acquisto stile olgiettina) 2 miliardi di Lire (fideiussione presso il Banco di Roma, anno 2000). Al che da cattivo è diventato Santo e vittima dei cattivi dei Magistrati. Maroni si vanta di aver sconfitto la mafia e la Lega in parlamento salva prima Cosentino per associazione camorrista e poi Saverio Romano per associazione mafiosa raggiungendo la par condicio della criminalità. Anzichè scandalizzarsi DAVVERO dei costosi voli di Stato, pieni di prostitute, diretti in Sardegna, nella villa di Berlusconi, Calderoli apertamente dice di invidiarlo (oddio dal suo punto di vista è comprensibile, non c'è nulla di invidiabile in una cena di famiglia tra nonni e bambini, con tortellini e cotechino). Nessun problema anche per i Carabinieri costretti a trasportare e scortare decine di prostitute su auto di servizio, verso la villa di Arcore, come pure per gli onorevoli-avvocati assenteisti (Ghedini occupato in Tribunale, non lavora in Parlamento, ma a differenza di Monti non rifiuta il saporito stipendio da 20.000 euro mensili). Nulla da dire a riguardo della elezione all'Assemblea Regionale Lombarda dell'igienista dentale Minetti, un compenso con soldi pubblici per servizi privati. Le quote latte della legge europea per la Lega sono un "consiglio" e infatti Robusti, leghista e collega di Calderoli, arricchitosi non rispettandole, è stato condannato a tre anni e sei mesi di carcere. Si può finire con la buffonata dei Ministeri al Nord che non ha intaccato la sicumera leghista.


martedì 3 gennaio 2012

QUANDO?


Un po' di ottimismo.

O quasi.

In fondo mi sono spesso sentita dire "Oddio speriamo che quel funzionario/direttore/capo non sia femmina".

Ci sono e ci sono state pessime donne a rappresentare il genere femminile, chissà perchè.

Minetti, Carfagne, Brambille, Gelmini, più o meno sono passate o stanno per passare, ma sono state solo le più visibili.

Molte sono localizzate in punti di "dominio" e si comportano in modo maschile, supponente, cattivo e spesso sono incompetenti. Sono lì spesso, anzi esclusivamente per candidature maschili. Ovvero sono parenti di uomini forti, oppure "persone di loro fiducia", quando non amanti o ex. Gli uomini sono spesso riconoscenti, generosi nell'elargire cariche e denaro non proprio. Rarissimi i casi di merito.


Il Berlusconistan ci ha lasciato un brutto messaggio: se sei bella e ti sposi uno ricco gliela puoi fare, sennò ti prostituisci.

Tutto il resto non conta.

Eppure è "su tutto il resto" che si deve cominciare a contare.

Sulle cosidette "personi comuni" (come amano dire quegli asini di giornalisti e opinionisti, chissà loro dove si classificano) e una donna se è comune, è appurato, vale di meno.


Ah dimenticavo.

Buon 2012...