mercoledì 30 novembre 2011

DENISE E SEVERINO




Lea Garofalo scomparve tra il 24 e il 25 novembre 2009 a Milano. Fu rapita, torturata, uccisa e sciolta nell'acido dal suo ex compagno Carlo Cosco, affiliato alla 'ndrangheta.

Lea aveva abbandonato il piano di protezione nel 2006 per stare accanto alla figlia Denise che oggi ha 19 anni. Lea doveva essere protetta perchè era collaboratrice di giustizia. Anche Denise è testimone di giustizia adesso. Davanti alla Prima Corte d'Assise di Milano si è costituita parte civile nel processo che si è aperto a carico di sei imputati coinvolti nell'omicidio della madre. Uno di loro è suo padre.

Denise Cosco, con coraggio e determinazione si era seduta a testimoniare in aula, tra settembre e ottobre di quest'anno. con il cappuccio di una felpa tirato su e un paravento a proteggerla dagli sguardi dei presenti in aula, e aveva raccontato cosa significasse vedere il proprio padre rinchiuso in carcere per vivere sotto protezione insieme alla madre, entrambe private della loro identità, per poi ritrovarsi, dopo la tragica notte dell'omicidio della madre nel novembre 2009, a stare con la famiglia del padre, con colui che avevo programmato ed eseguito la morte della madre.
Perché racconto questo?
Perché la Corte d'Assise di Milano è rimasta senza il presidente Grisolia.
Il magistrato ha accettato l'incarico di capo di gabinetto del neo ministro della Giustizia Severino
. In vista del cambiamento della composizione della Corte, le difese non hanno dato il consenso a mantenere valide le prove raccolte in dibattimento e adesso tutti i teste del processo Lea Garofalo saranno nuovamente chiamati a deporre presso l’aula della Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Milano. Tutti, compresa la giovane e coraggiosa Denise.
Il neo ministro della Giustizia, Paola Severino ha appena scoperto "con sorpresa" che l'arrivo di Filippo Grisolia a capo del suo staff determinerà l'annullamento delle sei udienze svolte a Milano del processo Garofalo.

Non lo sapeva?

E' giusto che Grisolia decida di cambiare incarico anche se questo significa l'interruzione dei processi che sta svolgendo?

Il magistrato
Grisolia aveva pianificato un'uscita morbida di scena, aveva "sperato" che le parti non si sarebbero opposte alla validazione degli atti. Ma le valutazioni tecniche cadono se di fronte si hanno malavitosi di 'ndrangheta.

Adesso si deve rifare tutto.

Tutti i testimoni, compresa la giovane e coraggiosissima Denise, grazie alla provvidenziale scelta di Severino dovrà tornare in aula, con cappuccio e paravento, a parlare di come suo padre abbia assassinato sua madre.

Ovvio che dal ministero della Giustizia escano forti preoccupazioni soprattutto per il doppio trauma che Denise Cosco sarà costretta a subire, anche se fosse dire solo "confermo".

Fortunatamente la sostituzione di Grisolia con altro magistrato è stata immediata e oggi, primo dicembre, si terrà la prima udienza e, a seguire, quelle successive fino alla conclusione del processo.

Oggi sarà ufficializzato il calendario delle prossime udienze, un calendario fitto che dovrà tenere conto della gravità dei reati contestati ed evitare eventuali scarcerazioni.

Ovvero "ATTENZIONE IL 28 LUGLIO 2012 SCADRANNO I TERMINI DI CUSTODIA DEGLI MPUTATI."

L
ivia Pomodoro, presidente del Tribunale milanese, nel rendere pubblica la notizia con una nota scritta ha dichiarato che “la presidenza si dichiara certa che si farà di tutto per evitare ulteriori sofferenze e disagi alle persone offese”.
Soprattutto alla coraggiosa Denise Cosco.
Una diciannovenne molto, molto diversa dalle sue coetanee.
A Denise dedico un tutto il mio rispetto e la mia stima e anche un abbraccio. Posso solo divulgare la tua storia, Denise.
Spero che la voglia di giustizia sia più forte del dolore e dello scoraggiamento nonchè della idiozia delle burocrazia.

Che nemmeno un ministro può far superare.

Daniela 


lunedì 28 novembre 2011

INCOMMENTABILE



Non c'è nulla da dire.


Solo che l'accezione BESTIA non può essere afferita che a noi, Homo Sapiens.




Non dare valore alla vita e alla sofferenza delle altre creature che passeggiano sull'astronave Terra e con le quali condividamo risorse e futuro, significa che presto chiunque potrà passare nell'insieme di coloro che hanno poco valore e che possono essere sacrificati.


Chi è il prossimo?




giovedì 24 novembre 2011

Utopia o morte


La sostanza di questo post, praticamente un piccolo pamphlet, è basata sull'Utopia che si cominci a ragionare con saggezza ed onestà, ai più alti livelli. Credo che purtroppo sia talmente improbabile che chi governa si renda conto del crimine che sta attuando, da rendere più probabile la nascita di una coscienza dal basso che arrivi a scalzarli per rimodulare la politica su temi e cause che favoriscano la vita invece di distruggerla. Il ché è pura Utopia, anche questa.

Ovunque si parla di spread, di debito pubblico, di crescita; come se fosse possibile una crescita continua, la si intende come rimedio per l'uscita dalla crisi, invece di vedere la rincorsa ad essa come una della cause.

La cecità delle argomentazioni in materia economica, che non contemplano minimamente il fatto di riformare radicalmente la finanza e l'economia, assurgono ormai a causa principale della nostra rovina, come un treno lanciato ad altissima velocità dove un macchinista ubriaco non si avvede che il ponte al quale si avvicina è ormai crollato. Il Mercato ci costringe a vivere secondo le sue leggi tutt’altro che a misura d’Uomo; il Mercato determina il successo o la disgrazia di interi Stati, proiettandone le genti in un’opulenza estrema o nella miseria; il Mercato, dove gli unici che non ci perdono mai sono chi tira le fila a livello globale, come le Banche, acquisendo sempre più ricchezza, soprattutto, dal default che qualche Stato ha già sperimentato. Le crisi globali sono portatrici di ricchezza per le élite, ricordiamocelo. Dall’altra parte si muore per fame.

Chiaramente vorrei aver torto. Ma le guerre? Le ingiustizie, i disordini, le proteste? La fame nel terzo mondo? Le persone che faticano ad arrivare a fine mese? Quelli che non ci arrivano, a fine mese?

Quelli che hanno molte ville, gli Yacht, ed un sacco di soldi nei paradisi fiscali?

La cecità di cui parlavo è una falsa cecità, se si parla di chi governa; è più un guardare dall’altra parte, il voler mantenere egoisticamente il proprio status. La cecità di chi, invece, si sforza di capire e di trovare una soluzione al problema senza però rinunciare alle sue perverse regole, non la capisco: il mondo così com’è sta andando a catafascio! O ci fai o ci sei, non c’è alternativa.

Occorre un sforzo talmente grande, per arrivare alla maturazione di uno Stato democratico, ed il gap tra noi e quell’ipotetico Stato è talmente grande che difficilmente si arriverà a colmarlo nei prossimi anni. Il cambio di governo io lo vedo come un’aspirina data ad un ammalato di tubercolosi; non sarà certo, e vorrei sbagliarmi, una banda ti tecnocrati economisti e banchieri che ci salverà dalle loro stesse grinfie. Dobbiamo essere noi cittadini a trovare il coraggio di maturare il rispetto per i nostri simili; il grido di Beppe Grillo “ognuno vale uno” suona come una beffa se non ci si rende conto che vanno rispettate tutte le idee, e che vanno tutte messe al vaglio della comunità, democraticamente, con la Democrazia, quella vera. Il Governo del Popolo implica che il Popolo abbia la capacità di governare, e siccome così non è, siamo destinati a rimanere in balìa di gente non eletta democraticamente, grazie alla scarsa affluenza alle urne; in balìa di nominati, più precisamente cooptati, da chi in quel modo è salito al potere, creando un’oligarchia che ben poco ha a che fare con la Democrazia. Per far sì che quel grido di “ognuno vale uno” sia valido, occorre uno sforzo immane di maturazione: la strada è ancora molto lunga.

Mi dilungo ancora un poco: visto che ultimamente non scrivo e non frequento molto il web, mi permetto di essere prolisso.

Leggendo un libro molto bello, che indicherò alla fine di questo post, ho appreso e capito il pensiero del premio Nobel Amartya Sen. Egli sostiene che per avere una Democrazia non occorrono persone pronte ad averla, ma che le persone diventano pronte grazie alla Democrazia. I governanti, i politicanti da strapazzo che ci dominano ogni minuto della vita e ci schiavizzano col lavoro, hanno il terrore della Democrazia, ma soprattutto della Democrazia Diretta: temono lo sviluppo di competenze politiche individuali, con le quali sarebbero costretti a rendere conto alla collettività del loro operato!

Vorrei capire dove vanno a finire le proteste che ultimamente affollano le nostre città; chi prende in carico i malumori di un ceto sociale disilluso e furente? Crediamo davvero che la politica prenda in considerazione i motivi per cui ci lamentiamo? Tecnico o non tecnico, chi sta seduto a Palazzo Chigi pensa solo a procrastinare quanto più possibile la sua caduta, e siccome è legato a doppio filo al potere economico/bancario, ha le carte in regola per riuscirci. Rimane solo la mobilitazione di ogni singolo individuo, almeno di quelli che se ne sono resi conto, per creare la paralisi dell’economia. È il cane che si morde la coda: le banche fanno fallire gli Stati e gli Stati rifinanziano le banche per salvarsi, indebitandosi con altre banche per avere i soldi da dare alle prime. Così il debito sale, arrivando a livelli talmente assurdi da non essere reale. Il debito è insanabile, lo hanno capito anche i bambini; è insanabile perché non esiste! Basti pensare al concetto di “vendita del debito”, o di “debito sovrano”. Bestialità assolute.

Mentre assistiamo al teatrino della politica lo Stato Sociale si sfascia: ricchi sempre più ricchi, ceto medio sempre più povero; taglio all’istruzione, alla cultura, soldi buttati all’editoria, doppi incarichi, doppie pensioni, ai parlamentari, la classe politica più costosa al mondo. Tagli di due miliardi alla difesa: non ho parole! L’anno scorso per la difesa hanno speso 27 miliardi, avrei capito un taglio di 20 miliardi, visto che siamo in una crisi mondiale. Non ho ancora sentito nessuno che proponga un programma serio per la lotta all’evasione fiscale, che ci costa ogni anno centinaia di miliardi di euro, e che affossano e vanificano ogni misero tentativo di dare un servizio pubblico decente; così, ad esempio, il trasporto pubblico va verso l’estinzione, per lo meno là dove ancora esiste; della Sanità, della Cultura della Scuola e della Ricerca non ne parliamo neppure che c’è solo da piangere.

Di tasse sui grandi patrimoni se ne parla solamente e la legge elettorale, a più riprese definita “porcata” rimane  indisturbata in vigore.

Ma quello che più mi delude, perché in fondo potrei anche infischiarmene di tutto il resto, è la scarsa considerazione che si ha gli uni degli altri: la mancanza di rispetto, tra noi cittadini comuni, spesso anche all’interno dello stesso Ideale Politico. Certo, i timidi tentativi di costruire un consenso popolare partendo dal basso sono ancora all’inizio, ma il fondamento principale, io credo sia la voglia di rispettare chi sia ha di fronte. Se non si ha questo moto spontaneo, quest’apertura che consente di accogliere le altrui idee senza preconcetti, e che sta alla base di una costruzione democratica dello Stato, si cadrà automaticamente nel fallimento, perché è solo dal connubio delle parti migliori delle idee di tutti noi, dalla sinergia tra persone che si rispettano e desiderano il bene comune che si potrà costruire un futuro degno di essere vissuto; diversamente ci saranno sempre dominatori e dominati, ricchi e miseri, opulenza e morte.

Certo, ho ucciso e ucciderò, lo ribadisco, non ho gli strumenti per evitarlo; non li hanno la maggior parte dei cittadini, e sarà sempre più difficile che qualcuno li abbia. Una volta, cercando di imbastire una normale discussione con qualcuno, ma non riuscendo neppure a finire una frase, mi sono sentito dire che dicevo buffonate. Avrei voluto replicare, se ne avessi avuto modo, che non ero ancora riuscito ad esprimere un concetto, il quale per essere espresso, solitamente, richiede più di una frase, che pur tuttavia non ero ancora riuscito a portare a termine. Continuamente interrotto con violenza dagli sproloqui di chi avevo di fronte, mi sono arreso; ma non ho avuto neppure la tentazione di cedere ai toni litigiosi abbassandomi allo sproloquio: per litigare proficuamente occorre sempre un rispetto intrinseco in ambedue le parti, difatti con questo presupposto non è più litigio, ma confronto di idee, si parla e si ascolta.

Credo sia stata una vera sconfitta: a riprova che non vi è, nel tessuto sociale, la voglia di un cambiamento che sia favorevole a tutti; non c’è la consapevolezza, in tanta gente, di come si sta sviluppando il progresso umano, con l’accrescimento delle differenze sociali, con l’accentramento delle risorse in poche e potenti mani che decidono, e decideranno sempre con un maggior impatto, per tutti noi.

Il punto è che, come dice anche il filosofo austriaco Hayek, le società che non maturano, che non trovano la maniera democratica di stare unite, sono destinate a disgregarsi ed a scomparire; sarebbe molto più utile sfruttare le esperienze positive maturate nei posti del mondo dove c’è una democrazia partecipativa, copiarle, prenderle ad esempio; ovviamente è proprio da questo che sono terrorizzate le nostre élite politiche: che finalmente sia discusso universalmente il loro operato e che si sappia che dei modelli funzionanti ci sono e sono alla nostra portata. Invito a scaricare dal sito di Paolo Michelotto, gratuitamente, il libro “Democrazia dei cittadini”, ed a divulgarlo e discuterlo assieme ad amici e parenti. L’alternativa esiste, è possibile ed è auspicabile attuarla; serve una spinta verso di essa, una forza enorme che deve venire da tutte le persone unite da questo ideale; occorre la voglia, proveniente da almeno una parte significativa della popolazione, di attuare la Democrazia Diretta: gli altri acquisiranno motivazione non molto dopo, e si sentiranno inclusi in una realtà dove tutti potranno dire la loro sui temi che fanno parte della propria vita.

domenica 20 novembre 2011

PARADIGMA



Che significa "modello" con valore esemplare.

Ovvero "dobbiamo al più presto cambiare paradigma di vita" o di approccio al sistema planetario.

Non solo in Italia, ma in Europa, Asia, Africa e America.
Tutto il mondo.

Stiamo bruciando SOLE FOSSILE con retrogusto di inquinamento e cambiamento climatico, le avvisaglie sono oramai forti e significative.
Dovremmo occuparci di usare l'energia pulita del sole attuale, in modo da adeguarci alle Leggi che sostengono questo pianeta verdazzurro, a placche tettoniche, per quello capace di fornirci il petrolio, il sole fossile.

Ma come tutto quello che c'è il questo pianeta, il petrolio sta per finire e non esiste un sostituto, e il nucleare è un rischio enorme, con le teste dei politici attuali.

Viviamo in un pianeta con risorse limitate e sottoposto alla legge della termodinamica "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma."

Una legge da scrivere all'articolo ZERO di ogni Costituzione, di ogni Paese del mondo.

Il pianeta non conosce la follia esponenziale del mago di corte, o di tutti quei maghi della finanza che han fatto crescere il debito così tanto che è irraggiungibile e che puoi solo, per dirla alla Obama, "rifinanziarlo".

Ovvero NON LO CHIUDI MAI, rimani debitore a vita. Una idea MALATA.

E' di questo PARADIGMA che sto parlando.

Un modello esponenziale illogico e assurdo, per le leggi cicliche del pianeta Terra.

OCCORRE UN RAPIDO CAMBIAMENTO DI PENSIERO.
DI TUTTO IL PIANETA.

Ecco perchè non credo a un grande cambiamento con Monti, al di là che rappresenti o meno i potentati finanziari anglosassoni. Lui ha detto che non è vero, e l'ha detto pubblicamente in senato.

Io posso anche credergli, ma non riesco a credere che possa rappresentare nulla di nuovo, per cambiare il paradigma.

Certo che è diverso dal governuccio di buffoni incapaci che c'era prima, ma credo che anche estraendo a sorte tra i cittadini italiani onesti si otteneva qualcosa di meglio del precedente governo, senza scomodare saggi e sapienti della Bocconi & C.

Il governo Berlusconi: il governo del nulla rappresentato da nullità che non hanno fatto nulla di nulla del nulla che avevano promesso di fare. Solo Berlusconi è riuscito a pararsi dai colpi della Giustizia e dalla possibilità che gli riducessero il potere mediatico che lo tiene in piedi. Gli altri, tuttalpiù si son pagati mutuo e puttane.

Il governo tecnico è fatto di sicure personalità di elevata caratura professionale, ma deve passare dal Parlamento fatto di quasi eletti (la legge porcellum mi dice che tanto eletti dal popolo non sono nemmeno quelli), e la maggior parte di loro è con Berlusconi. Che è passato dall'avere i problemi del governare a poterli creare.

Non che gli convenga seguire l'esempio della Lega, ma ci stava provando, adottando la doppia figura, in aula faceva la figura istituzionale, fuori dall'aula, il guerrigliero per la libertà. A mo' di Bossi sputacchiante e delirante.

I politici sono diventati REIETTI, ODIATI dal popolo che chiede a gran voce, visto che dovrà fare ancora sacrifici, che siano i politici a farli per primo, rinunciando a tutti i privilegi di casta goduti sinora.

Questi sono i problemi che adesso deve affrontare il governo dei sessantenni d'assalto di Monti Mario.

Figuriamoci se riesce a fare riflessioni sul cambio di paradigma. Inoltre la classe di età dei componenti del governo è estranea a questo cambio di pensiero. Sono legati al fossile, al nucleare come unica fonte alternativa al fossile. La prima papera del governo Monti è stata proprio sul nucleare da parte del neo ministro Clini all'Ambiente.

Ve lo immaginate un primo ministro finanziario come Monti che riesce a evitare di dire CRESCITA mentre fa un discorso?

Perché crescita sembra la parte positiva di CRISI ECONOMICA, ma non è così.

Il governo tecnico non ha nessun cambiamento vero in mente, né può averlo. E' solo una rappresentazione del modello di Hubbert del sistema politico, perlomeno italiano.

Con Berlusconi i politici avevano raggiunto il punto di massima espansione, potere, prestigio, privilegi, immunità, l'apice della curva di Hubbert.

Ma dopo è seguito il declino di Seneca.
Irreversibile.

E Monti è l'indizio di questo declino della politica. E con essa forse sparisce anche la partecipazione dei cittadini alle scelte strategiche.

Daniela

martedì 15 novembre 2011

IL CARBONIO ATMOSFERICO



Se ne frega dei nostri numeri e delle nostre invenzioni finanziarie. Abbiamo la matematica? Usiamola anche per monitorare l'inquinamento in atmosfera. CRESCE, troppo e in modo inaudito, come riporto da questo sito.



Le emissioni di CO2 sono cresciute a un tasso annuale del 6% nel 2010. Non era esattamente ciò che si prefiggevano i negoziatori di Kyoto.

Il Report che è sopra è del gruppo di geologi che lavorano per CDIAC (Carbon Dioxide Information Analysis Center) del Dipartimento dell'Energia degli USA.

Un aumento "mostruoso" è stato il commento di Gregg Marland, professore di geologia alla Appalachian State University, che ha collaborato con il Dipartimento dell'Energia di figure del passato.

Oltre la metà dell'aumento delle emissioni del 2010 è causato dalla Cina e dagli Stati Uniti.

Tom Boden, direttore del Centro di biossido di carbonio del Dipartimento dell'Energia ha detto una frase SIGNIFICATIVA:

"Dal punto di vista delle emissioni, la crisi finanziaria globale sembra essere finita."

Chris Field della Stanford University, a capo di uno dei gruppi di lavoro dell'IPCC, ha detto che gli scenari relativi alle emissioni di carbonio sono più accurati nel lungo termine e quindi la domanda che si pongono ora gli scienziati è se per caso il futuro possa essere anche peggiore delle peggiori previsioni.

Granger Morgan, responsabile del Dipartimento di ingegneria e politiche pubbliche presso la Carnegie Mellon University, ha detto, dopo aver visto quegli scenari previsionali che "Stiamo costruendo una eredità terribile per i nostri figli e nipoti."

Ecco, questa è la cattiva notizia.

La cattiva notizia sulla cattiva notizia è che la stampa e i media non ne vogliono parlare. Eppure ci sono dati aggiornati quotidianamente, pubblicati e visibili.

Il problema non riguarda solo l'America ma anche la Cina. Si rileva una sorprendente crescita delle emissioni cinesi che sono emissioni "sporche" e mascherano, finchè sono in crescita, l'effetto serra. Nel frattempo, la temperatura media globale non cresce velocemente come ci si potrebbe aspettare, a causa di queste "interruzioni regionali", ma comunque continua ad accelerare. Pare che le emissioni cinesi portino a una maggiore propensione alla desertificazione nel West americano.


Daniela

domenica 13 novembre 2011

IL LIQUIDATORE







 



150 è il numero di anni che si festeggia di UNITA' D'ITALIA.
Dentro questa unità ci sono un reame di re ignoranti, una dittatura, una pseudo democrazia e adesso la tecnocrazia europea.
Non posso rimpiangere Berlusconi, non mi è mai piaciuto.
Aveva fatto emergere il peggio dell'animo umano, e in un paese mediterraneo e passionale come il nostro, questo era anche più facile.
Il luccichio di apparenze e di poca sostanza, ci ha depredato del senso della realtà, facendoci diventare idioti ben vestiti, profumati e con pelle abbronzata, ma con il cervello disidratato, ridotto a una poltiglia neuronica, che si accendeva solo con le Isole, i Grandi Fratelli e le puttanate catodiche.
LA PATRIA DELLA CULTURA E DELLA SCIENZA è diventata un reame di fanghi sporchi e masse di ignoranti al potere. Forse ha ragione Bastian che anche la scienza e la cultura, appartenendo al genere umano di cui gli italiani fan parte, abbiano lo stesso ciclo vitale, ma allora, se siamo caduti in basso perché il ciclo sta finendo, forse abbiamo speranza di RESURREZIONE, come appunto diceva Benigni.
Ecco perché avevamo votato Berlusconi (e parlo in pluralis maiestatis perché è così che funziona la DEMOCRAZIA).
E lui aveva non solo stravinto, ma anche iniziato il percorso "tecnocratico" di "li scelgo io i deputati".
AVEVA UN POTERE IMMENSO E SOLDI in quantità industriale: era libero in pratica.
Da condizionamenti (apparentemente), da manovratori occulti.
Aveva un problema: risolvere guai personali con la giustizia.
Ma se avesse fatto un buon lavoro ANCHE PER IL PAESE, gli si poteva perdonare la soluzione dei suoi "piccoli guai".
Come pure la passione per le donne. E per le barzellette, le gaffe, le canzoni napoletane melense.
Ma non l'ha fatto. Ha scelto il peggior ministro all'economia di tutti i tempi, un Tremonti che poteva evitare di trascinarci nella merda europea, ma che invece con la sua statica erre moscia è solo riuscito e farci precipitare nel disdoro.
E gli altri ministri, tutti yes men, o signore dall'aspetto piacevole e null'altra dote.
Insomma aveva i mezzi e l'opportunità, ma non l'ha fatto.
Se è caduto non l'ha fatto per amor di Patria (se avesse avuto questo Principio di Patria in testa avrebbe combinato qualcosa per il Paese) ma per amor di famiglia e interessi suoi particolari (Mediaset crollata in borsa deve essere stato il VERO motivo delle sue dimissioni).
I festeggiamenti in Piazza sono solo il segno della stanchezza generale di molti italiani (disoccupati, cassaintegrati, dipendenti pubblici e privati, artigiani, ecc.) di avere un buffone incapace circondato da incapaci buffoni al Governo. Per quelle persone lui doveva dimettersi perché era un fallimento politico e il suo percorso era finito.
Non sono particolarmente d'accordo con quei festeggiamenti.
Non ci vedo nulla da festeggiare.

Io festeggerei se al posto di Berlusconi ci fosse , come da DEMOCRAZIA, un altro Governo, liberamente scelto dai cittadini italiani e non IL LIQUIDATORE.
Berlusconi doveva andarsene per incapacità di far andare le cose come vogliono BCE e FMI, gli investitori dei FAMIGERATI MERCATI, non perché facesse gaffe o si comportasse come un satiro in calore.
Delle sue figure di merda internazionali AI MERCATI interessava solo la parte che poteva intralciare il loro cammino esponenziale al governo del Globo…lo scrivo e mentre lo scrivo sto male, perché non sono complottista, non sono fissata con il NWO, ma non riesco a dare una spiegazione al perché uno ricco desse fastidio ad altri ricchi. Infatti a lui non succederà nulla, rimarrà ricco e magari ad Antigua circondato dai suoi desideri.
Con lui l’instabilità dei mercati era diventata eccessiva e LORO han deciso di dimetterlo.
Quindi via, fuori dalle scatole (un bel crollo delle sue azioni è stato essenziale per smuoverlo).
Dovrebbero ringraziarlo I MERCATI.
Festeggiamenti in piazza per un governo tecnocratico imposto dall’estero.
Il commissario europeo Olli Rehn che dice che “l’Italia NON ha bisogno di elezioni, ma di stabilità…e comunque non gliela farà a raggiungere il pareggio di bilancio…”, mi fa venire i brividi.
Berlusconi nel 1994 aveva portato la novità dell’IMPRENDITORE di successo che vuole salvare l’Italia con formule imprenditoriali, fare imprenditoriale, metodi imprenditoriali. Un autocrate malato di autoreferenzialità si è rivelato, ma intanto il dado era tratto, TUTTI a dire e a parlare della Cosa Pubblica come se fosse una azienda. E così il pareggio di bilancio PUBBLICO sembra una cosa buona e giusta. Per tutti, destri, sinistri, centristi e grillistri.
Lui sceglie le persone, e ha anche scelto male, ma l’idea era che il popolo tuttalpiù poteva dire se andava bene LUI O UN ALTRO, ma non scegliere TUTTO IL PARLAMENTO.
Ecco ci siamo. La strada per la tecnocrazia l’ha tracciata lui.
Poi ci ha imbambolati di scemenze che ci hanno fatto allontanare dalla capacità critica.
E adesso tutti a festeggiare Monti. Che chiamerà 12 tecnici come ministri e 25 sottosegretari tecnici.
Magari Amato dalla Deutsche Bank.
Per parere il culo agli investitori tedeschi e francesi.
Parato quel culo rimarranno solo i debiti degli investitori italiani, ma di quelli chi se ne frega.
Il liquidatore non è qui né per noi né per loro.
Spero di sbagliarmi, ma se così non fosse spero che il cuore italiano faccia ripartire il genio dell’intelletto italiano, e trovi una soluzione per liberarsi del giogo straniero tornato sul nostro collo dopo 150 anni. Il fatto che Monti sia italiano è irrilevante, anche Papademos è greco ma anche lui è un liquidatore.

Daniela

venerdì 11 novembre 2011

LA FORZA ITALIANA






Senza l'Italia non ci sarebbero Mediterraneo ed Europa.




Senza il genio italico mancherebbero così tante invenzioni che il Mondo precipiterebbe nel passato.



Ci hanno massacrato, derubato, diviso e irriso.



Ma come dice Roberto Benigni siamo un POPOLO CHE SA RESUSCITARE.



Cominciamo a crederci, cominciamo a lavorare facendo ognuno la parte che può fare, e consentendo a chi sa fare, di fare.



Smettiamo di credere alla stupefacenti imprese eroiche di anglosassoni, inglesi e cinesi.


In questo momento serve essere orgogliosi di essere italiani.



Storia, cultura e capacità di resurrezione sono con noi.

martedì 8 novembre 2011

LA CERTIFICAZIONE


È una parola mutuata dal linguaggio tecnico e indica “volontarietà” da parte del certificando a farsi certificare, da persone/enti esterni, il processo produttivo o il processo amministrativo.

Una classica certificazione ambientale è l’EMAS.

Un anziano signore, il nostro attuale primo ministro, l’ha inopportunamente usata al G20 di Cannes, sostenendo, in contemporanea di aver rifiutato offerte di denaro da parte del FMI (Lagarde ha poi smentito che siano mai accadute). Dice, il gaglioffo che mal ci rappresenta, “soldi no, non ne vogliamo, siamo Grandi e siamo Bravi, ma chiedo la vostra certificazione".

Confuso, tra ristoranti pieni e difficoltà di prenotazione di aerei, ha usato un termine inappropriato, mutuato dal linguaggio pseudo industriale a cui lui appartiene, ma la realtà –BCE e FMI - nei giorni successivi si è andata palesando nelle sue vesti ferrigne: è commissariamento signor B., non certificazione.

Ma in Italia l'uso di tale inappropriato termine ha già trovato seguaci di alta scuola; Mentana nei suoi tiggì e Gelmini mentre fa il ministro BAZBAZBAZ.

Siamo immersi in parole usate male, mancava anche questa a confondere le acque fangose e inquinate.

La confusione è GIGANTE, io sento ovunque dire che i “mercati" vogliono un sacco di cose dall’Italia e così "l’Europa".

A malapena si distingue chi sia la tecnocratica Europa (Merkel? Sarkozy? Merkozy o Serkel?) figuriamoci i mercati. Da quanto si capisce sono entità private che guadagnano speculando sui titoli pubblici, applicando regole non scritte, appositamente non scritte oppure criptiche, e con il vantaggio di essere regole che variano in corsa.

Entità private finanziarie che giocano con i soldi DI TUTTI NOI.

Se perdono perdiamo soprattutto noi, se vincono noi siamo esclusi.

In nome di questa rarefatte entità oggi Berlusconi ha promesso di dimettersi.

Io a breve prometto di volare.

Un gaglioffone circondato da criminali assetati di pensioni luculliane è affidabile?

Uno che ha reso ridicolo il Grande e Bravo paese Italia?

Dice, l’esimio “prima faccio la legge di stabilità, POI mi dimetto”.

Il tempo da T0 (legge di stabilità) a T1 (mi dimetto) varia da due a tre settimane.

Già così si dovrebbe diffidare. Se uno si dimette lo fa e basta (Zapatero, Papandreu) e lo può fare in modi diversi (Zapatero, Papandreu). In Italia abbiamo inventato “le dimissioni a scadenza”.

Fantasiosi e poco credibili fino in fondo.

In quel lasso di tempo da T0 a T1, monsieur B. potrebbe addirittura riuscire a far passare, anche con il voto favorevole delle opposizioni, lacrime e sangue come vogliono “i mercati e l’Europa” (non sentite le boccucce dei giornalisti che dicono esattamente queste parole?), successivamente vantarsi di aver salvato l’Italia e infine passare al contrattacco preparando elezioni anticipate con la legge porcellum.

Insomma alla fine rimarrebbe tutto come prima, con il disinteresse di mercati ed Europa a cui interessano solo lacrime e sangue (il nostro).

Ma un piccolo rischio per B. c’è.

Quello di perdere tutto, faccia, nome e magari le 2/3 cose che inevitabilmente e statisticamente deve aver fatto di positivo (patente a punti, stalking, legge a difesa degli animali) e diventare L’UNICO RESPONSABILE del disastro italiano.

Non che la cosa mi dispiaccia, le sue alzate di ingegno e le sue guasconate mi sono odiose, ma sarebbe scorretto e indurrebbe a non controllare I SUCCESSIVI SALVATORI DELLA PATRIA.

Potremmo cadere dalla padella alla brace.

domenica 6 novembre 2011

USCIRE DALL’INCUBO






Pasolini, morto da oltre 36 anni, diceva che la civiltà dei consumi era riuscita a omologare e a far sparire le mille particolarità dell’Italia meglio e di più del Fascismo.

L’esplosione dei mass media e la “responsabilità delittuosa della televisione” hanno provocato una tale degradazione antropologica per cui risulta normale l’anormale, giusto lo squilibrio, sano il malanno.

Lui vide negli anni sessanta la costruzione del modello che, pur avendolo intuito, non potrà vedere in tutte le sue nefandezze. Il modello politico borbonico diffuso in tutta Italia, la distribuzione di cariche politiche e dirigenziali per amicizie e adulazioni e non per capacità e merito.

La cultura bassissima italiana, quella del dopoguerra, che a Pasolini piaceva perchè incorrotta, è diventata una cultura media ovvero mediocre che non riesce a superare le corruttele intrinseche della sua mediocrità e a svilupparsi verso l’altissima.

Pasolini odiava la parola CRESCITA lui usava la parola sviluppo. Il Club di Roma scrisse un libro fondamentale per la civiltà umana nel 1972, LIMITS TO THE GROWTH, che in Italia è stato scorrettamente tradotto con LIMITI ALLA CRESCITA.

Uno dei limiti allo sviluppo è che le risorse non sono infinite.

L’aria è un tot, e il terreno emerso abitabile pure, e così l’acqua dolce.

L’Italia è un territorio fragilissimo, delicato, sismico e con grossi problemi idrogeologici.

Tuttavia nel suo territorio si è stratificata una preziosa civiltà con manufatti, modelli insediativi, infrastrutture.

La popolazione con le sue attività modella l’ambiente, ma lo può fare fino a un certo punto. La popolazione è sottoposta a necessità ineludibili, come mangiare, ripararsi e riprodursi. Si scontra e vive dentro l’Ambiente di cui fa parte e certo non può fare nulla contro le calamità naturali.

Che esistono da sempre e che da sempre portano distruzioni ai modelli insediativi antropici.

Ma la civiltà è cresciuta, avrebbe dovuto sapere come evitare il grosso dei disastri, perlomeno evitare che in una città importantissima quale è Genova succedessero miserie da terzo mondo.

A Genova basta che piova un po' e tutto si blocca, a Genova nel 1975 morirono per un disastro simile 35 persone.

Io amo Genova, per vari motivi che non sto ad elencare. È bellissima e fragilissima.

È situata in una regione altrettanto fragilissima e delicatissima, una mezzaluna lunga lunga, tutta montagne boscose frammentata da gallerie e ponti e una costa frastagliata completamente e barbaramente cementificata.

Un paradiso esposto a sud, vicino al mare e vicino alle montagne, talmente trasformato da renderlo irriconoscibile. Un fetta di luna scoscesa sul mare, dove scorrono molti piccoli ripidi torrenti, quasi sempre vuoti, ma se piove, lo sanno anche i bimbi, si riempiono di acqua.

E l'acqua per legge di natura scorre veloce in un terreno ripido, più veloce se la capacità di assorbimento è minima e se l’alveo occupato ne stringe l’ampiezza.

Come quando innaffiamo il giardino con la gomma d’acqua, se vogliamo rendere il flusso più veloce, stringiamo la gomma.

L’acqua è l’elemento più forte del Pianeta e quindi corre veloce e trasporta tutto quello che incontra. Senza difficoltà alcuna.

Ecco cosa è successo nella bellissima Genova.


Ecco cosa succederà sempre di più nel nostro Pianeta.

Siccità e inondazioni, estati troppo lunghe, niente pioggia per mesi, poi tutta la pioggia di quattro mesi in 13 ore. Genova.

E il caldo, perché adesso fa caldo, molto sopra la media, ma siccome piove, e di brutto, i meteorologi da strapazzo non dicono bel tempo, ma ascoltate appena spunta il sole cosa dicono. Asini.

Il global warming è qui.

Ma i nostri politici (italiani e non) sono altrove, a giocare con i pecuniocefali che li comandano a bacchetta.

Berlusconi non si cura di Genova, lui sta per saltare. Al limite dice che è colpa di chi ha costruito dove non doveva.

Peccato che a dire queste parole sia colui che ha fatto fare più condoni edilizi di Satana. Addirittura ne ha inventato uno per i suoi abusi in vincolo paesaggistico. Un tipo di condono inammissibile dalla Costituzione.

Pasolini avevi ragione, per quello ti hanno zittito.