lunedì 27 settembre 2010

la mia personale "Woodstock"


UNA DUE GIORNI INDIMENTICABILE

Veramente si potrebbe anche dire una quattro giorni, visto che l’avventura è cominciata il venerdì ed è finita il lunedì!

Venerdì:
Conoscendo il soggetto (cioè il sottoscritto) è bene cominciare a prepararsi il venerdì, visto che la partenza è prevista molto, ma molto presto, il sabato.
Allora che fare?

Organizziamoci...

Prendo la macchina e la porto in garage, per darci una lavata.
Batteria completamente a terra perché ieri ho cambiato una lampadina e poi mi sono dimenticato il contatto acceso!
Cominciamo bene…..
Allora chiamo d’urgenza il meccanico che venga almeno a rimettermela in moto.
Arriva “immediatamente” dopo quattro ore, l’auto parte al primo colpo, la batteria per fortuna è solo scarica, ma occorre ricaricarla, quindi devo farmi un “giretto”!
Pazienza, vado a trovare mia madre (20km andare e 20km tornare), intanto la maledetta spia della riserva, svegliandosi improvvisamente, mi da il benvenuto, e così faccio 20 euro di gasolio!
Continuiamo bene…..

Torno a casa, macchina in garage, attacco l’aspirapolvere e mi appresto a svuotarla dai regali che le figlie mi nascondono in tutti i buchi che trovano.
Riempio un sacchetto ed alleggerisco l’auto di due o tre kg di rumenta.

Entro in casa.
Zainetto con ricambio, dentifricio, spazzolino, fazzolettini di carta: fatto.
Sacco a pelo con materassino: fatto (veramente il materassino non c’è…).
Bottiglie acqua infilate in frigo: fatto
Documenti, telefonino, chiavi macchina, chiavi casa, occhiali da lettura: fatto.

Ok, tutto in ordine e pronto per la partenza.

Vado a fare qualche ora di sonno…….
Ma quando mai?
Avrò dormito al massimo 30 minuti!!!!!!

Sabato:
Mi sveglio già sveglio, chiudo le porte delle camere per non svegliare la famiglia, ma mi accorgo che alle “DUE” di mattina sono solo…….

La piccola è da mia madre, la grande chissà dovè, mia moglie non è ancora tornata da chissà dov’è andata.

Mah……

E chi se ne frega!!!!!

Carico la macchina e parto, vado a raccogliere gli altri tre sbullonati che mi aspettano ad Imperia (il quarto lo preleveremo per strada)

Caricata anche la loro roba partiamo per Cesena.

Per fortuna che abbiamo un GPS, così ci perdiamo una volta sola!
Non capisco cosa abbiano combinato, ma a Piacenza sbagliamo qualche cosa e allunghiamo di 30km….
Ne approfittiamo per far gasolio e prenderci un caffè.
Ecco, quì mi accorgo di un "piccolo" difetto della mia precedente organizzazione:
ho sì preso il portafoglio, però non ci ho messo dentro i soldi!!!!!!
Meno male che dentro avevo già circa 120 euro.
Mal che vada me li presteranno i "passeggeri"!
Riprendiamo il viaggio, comincia a piovere, un poco di nebbia…..
Sta a vedere che ci passiamo due giorno in salamoia!

Infatti a Cesena piove, piano, ma piove.
Così montiamo la tenda sotto l’acqua, però, come da regolamento, appena abbiamo finito finisce anche di piovere.
Meglio così.
Chiusa la tenda, ci accingiamo a fare un’ispezione della zona, così ci incamminiamo verso il piazzale dove c’è il palco.
Io inoltre vado per sigarette e giornale, facendo non so quanti km a piedi.
Vista la zona, torniamo indietro e ci abbandoniamo tra le braccia di morfeo per qualche ora.
Qualche ora un par di ciufoli!
Avro "riposato" dieci minuti.....
Il campeggio si stà animando e l'allegra caciara mi impedisce di dormire.
Vado a fare "quattro" passi.
Il sabato trascorre tra telefonate, per capire chi dei conoscenti ci sia, la ricerca di un posto dove masticare qualcosa, la ricerca, inutile, del Fatto Quotidiano finito da ore ed altre facezie.
Alle 17 comincia lo spettacolo, ci sediamo sul prato, umido per la pioggia precedente, e via così fino alla fine della giornata.

(Non scrivo cosa succede sul palco, perché o lo sapete già, o lo saprete guardandovi i vari video a disposizione in rete.)

Torniamo in tenda (veramente io ci vado due ore prima, perché sono veramente stanco), e dormiamo come dei parlamentari al lavoro fino alla domenica mattina.


Domenica:
Nonostante tutto mi sveglio presto (le nove) ed insieme a MAK89 (svegliatosi presto anche lui), andiamo alla ricerca del giornale, colazione e sigarette, non necessariamente nell’ordine.
Il bar che ho trovato ieri aperto oggi è chiuso, così come la tabaccheria ed il giornalaio.
Allora ci apprestiamo a massacrare ulteriormente i già provati piedi dirigendoci verso il centro.
Trovare il Fatto è impossibile!
Perché codesti asini non hanno aumentato le copie per cesena, sapendo che la maggior parte dei lettori sono in zona?
Comunque girando e rigirando arriva mezzogiorno, gli altri ronfano ancora, ce ne andiamo a mangiare qualcosa.
Alle 9 è ricominciato lo spettacolo, quindi quando torniamo ci siamo persi qualche gruppo, però abbiamo incontrato un casino di amici vecchi ed amici nuovi.

Tra gli altri nuovi:

Pietro Ricca, un tipino che già lo vedi che “al cavaliere Ricca nun je devi rompe er cazzo!”
Paolo Papillo, un amico che sprizza bontà e genuinità da tutti i pori, a parte la mole preoccupante…
Sara Paglini, splendida e dolcissima creatura, ma infiammabile come un cerino nel fornetto a micro onde
Manuela Bellandi, colei che non cerca mai la polemica (lo ha detto lei, mica me lo sono inventato!)
E tanti altri che ora non ricordo.

Lo spettacolo continua, così come l'afflusso di gente.
Dall'alto della collinetta sulla quale ci siamo posizionati la vista è incredibile.
Decine di migliaia di teste che si muovono come in un formicaio.

(Unico accenno allo spettacolo il duetto tra Beppe e Dario Fo.
C’era Mak89 che piangeva dal ridere, pensavo mi schiattasse lì!)

La giornata ed il Woodstock volge al termine.
Si prevede che lo scioglimento sia caotico, partiamo un poco prima.

La fortuna vuole che ho convinto i miei passeggeri a smontare la tenda e caricare la macchina prima di andare verso la festa, così appena arrivati alla peugeottina partiamo.

Al ritorno abbiamo fatto tappa ad Alessandria, per scaricare uno di noi, per fortuna il più “ingombrante…
Infatti la macchina dopo camminava di più consumando di meno……
Dopo aver litigato con la toponomastica di Alessandria, gli ingressi in autostrada, il GPS ormai su di un altro pianeta, riusciamo a puntare il muso ormai stanco della peugeottina verso il mare.
Loro dormono, io anche, per fortuna che l'auto conosce la strada e ci porta a destinazione.
Arriviamo stanchi ad Imperia, dove in due se ne vanno a casa, poi porto l’ultimo passeggero a casa sua, e finalmente mi avvio a casa mia.

Arrivo che sono le sei, che faccio?
Vado a dormire?
Mi faccio un doccia, perche puzzo di musica ed allegria, metto la macchinetta sul fuoco per l’ennesimo caffè, non accendo la tv, dopo due giorni di astinenza non ne sento assolutamente la mancanza.
Leggo il Fatto che feci comperare da mia moglie, in quanto a cesena era introvabile, poi sveglio la piccola, (la grande è già andata a scuola) la porto a destinazione, vado a lavorare.

E’ un lunedì mattina, ma non mi pesa nonostante la stanchezza, perché “NON” ho perso due giorni, li ho guadagnati.

Il ricordo più bello che porterò è quello dei molti ragazzi che, indubbiamente, non sono venuti al Woodstock per il Movimento, ma solo per la musica, ma che comunque quando parlavano i vari ospiti stavano attenti, ascoltando cose e frasi forse per la prima volta, rimettendogli in moto i neuroni e la curiosità di scoprire un mondo diverso da quello in cui credono di vivere.
Altro bel ricordo sarà quello di aver visto intere famiglie, dal papà alla mamma ai figlioli con cagnolino al traino, o cagnoloni con figlioletti al traino, tranquilli in una marea di gente, sicuri che i bimbi non corrono pericoli perchè tra sconosciuti amici

Anche questo, aver “svegliato” molti giovani dal dormiveglia mediatico, è già un bel risultato!
Anche questo, aver dato la possibilità a delle famiglie di stare insieme in serena allegria, è già un bel risultato!

Quelli politici arriveranno, speriamo.

domenica 5 settembre 2010

Una lezione per entrambi i generi


In questo periodo di fiacca, mia personale, dove non trovo una reale ispirazione a scrivere degli avvenimenti che si susseguono all'interno della nostra società, che ci martoriano, dove un dissenso viene tacciato come antidemocratico da quegli stessi che ieri facevano la stessa cosa rivendicandone la legittimità, dove sentenze del tribunale vengono ignorate in barba ai più elementari rudimenti di civiltà; dove non si capisce perché, se la scuola è al collasso da decenni di mal gestione, allora diamole il colpo di grazia; dove, come ricordano molti blogger, che ammiro e leggo, succedono cose che vengono ridimensionate sempre a favore degli stessi; in questo periodo, io continuo a leggere. Ed avendo letto un libro assai bello ed interessante, mi sono preso la libertà di recensirlo. A mio modo, ovviamente. Senza pretese da critico, ma sperando di averne tratto l'importante messaggio, e sperando di invogliarne alla lettura chi vorrà scorrere queste righe.

 
Già all'inizio del libro mi sono reso conto della sua enorme importanza. Il libro si apre con un aneddoto, tratto da un'esperienza vissuta dell'autrice, che fa ben riflettere sulla natura dell'evoluzione del sentire comune; del modo di comportarsi, cioè, che via via si è andato a consolidare nella gente, un modo di comportarsi, evidentemente ritenuto normale, e solo per uno spirito critico vigile al di sopra della norma (e qui mi auguro che anche io avrei agito allo stesso modo di Lorella) ritenuto assurdo. L'approfondimento che si ha con la sua lettura, della tematica già proposta dal documentario "Il corpo delle donne" è enorme. Introduce in maniera intelligente e veramente innovativa ad un modo nuovo di affrontare il problema; ricordando peraltro che il problema riguarda la società tutta, e non solo il genere femminile. Le implicazioni che un modo così stolto di fare televisione hanno sulla collettività sono eterogenee, colpiscono ai più vari livelli uomini e donne, e soprattutto i più piccoli: nella loro mancata tutela. In risalto l'inesistente applicazione delle norme, statali e auto imposte dalle tv private: decine di leggi violate e di statuti inutilmente scritti, da decenni minano la qualità audiovisiva nelle nostre case, nel totale disinteresse degli organi di vigilanza; determinando un appiattimento verso il basso, verso la più becera qualità degli spettacoli, delle pubblicità e delle scelte contrattuali sempre al ribasso, che vedono protagonisti sempre meno professionisti ma sempre più accattivanti personaggi "comuni", che non hanno idea di come ci si comporta di fronte a milioni di persone; costituendo per molti un modello negativo che inciderà poi sulla loro qualità della vita e di chi li circonda. Come un sasso nello stagno, le onde circolari hanno ormai minato il sentire comune e la percezione di un popolo che - lo ricorda con dati anche nel libro - per un terzo (33%) non legge e non ha mai letto neppure un libro perché non ne è in grado! Questo è un libro che sprona a costruire una nuova epoca, un'epoca di consapevolezza di se e degli altri che porti ad una maturazione vera e non fittizia come ci vorrebbe la regola del mercato. La donna ha, ha sempre avuto e sempre avrà un ruolo fondamentale nella società, ruolo ostacolato di continuo probabilmente per la lungimiranza e la forza che avrebbe portato ad una vita più giusta per tutti, con buona pace di chi invece anche ora continua ad ostacolarne l'emancipazione. Allora consiglio questo libro prezioso non solo alle donne, ma anche e soprattutto agli uomini: li aiuterà a comprendere, anche se in parte, il valore immenso che ha l'altra metà del cielo, e che senza di esso sempre più difficile sarà governare il caos inevitabile degli eventi dovuto ad una mancanza di forze; come se avessimo metà corpo paralizzato.
Di Lorella Zanardo, Il corpo delle donne. (Recensione presente anche su aNobii ed in "Libri", sul   mio blog personale)